Titolo: Un amico da amare
Parring: Diego/Caparezza
Genere: real person slash
Warning: NC 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia, e come sempre niente è fatto a scopo di lucro
*****
Diego
prende il telefono e schiaccia il tasto ripetizione.
“Che
c’è Diego?” fa Michele all’altro capo, con voce paziente.
“Cosa
stai facendo?”.
“Sto
cercando di scrivere qualcosa di buono, ma chissà perché non ci riesco!” fa
Capa, ironico.
“Non
riesci a concentrarti eh? Magari sei
stanco…” risponde Diego.
“Diego,
sai che ore sono? Mezzogiorno. Sai quante volte mi hai chiamato da stamattina?
Questa è la quarta!” .
“Mi
spiace Michi. Ti ho disturbato io, allora…” fa Diego, con voce contrita.
“No,
no Diego tranquillo, sono io che non mi sto impegnando come dovrei” non ce la
fa proprio a prendersela col suo amico, Michele.
Sorride,
e se lo vede davanti: piccoletto, col ciuffo che sta riprendendo forma dopo il
drastico taglio estivo, gli occhioni dolci e malinconici, e quella vitalità a
volte esasperante, quel suo non essere mai fermo, sempre in fermento.
“Tu
piuttosto, c’è qualcosa che non va? Non dovresti cominciare la registrazione
del nuovo cd?” chiede Michele.
“E’
tutto pronto, ma la registrazione è slittata per problemi con la sala di
registrazione. Comunque niente, dai, ti lascio lavorare. Ci sentiamo Michi,
ciao”.
A
Michele sembra di sentire una venatura di tristezza nella voce dell’amico.
“Forse è solo noia” pensa.
Niente,
oggi non c’è modo di concentrarsi, e il pensiero dell’amico lo distoglie del
tutto dal suo lavoro.
“Quel
folletto mi manca, accidenti. Farlo entrare nella band è stata la mia migliore
idea. Quanto ci siamo divertiti in questi anni? I concerti con lui hanno tutto
un altro spessore, e l’ultimo tour poi,
è stato veramente indimenticabile”.
“E’
incredibile l’ironia di cui è dotato Diego. Con lui si può osare veramente
tutto. E’ speciale quel ragazzo, sono stato fortunato ad incontrarlo, e a
diventare il suo migliore amico”.
Anche
qualcosa di più di amico, veramente. Quel che all’inizio era stato una
soluzione momentanea, il dormire nello stesso letto una notte in cui l’albergo
aveva sbagliato la prenotazione, era diventata poi una piacevole abitudine. La notte passata a chiacchierare, a
progettare, a prendersi a cuscinate e a ridere insieme come due ragazzini era
stata troppo divertente, troppo bella per non desiderare che accadesse ancora.
E
poi era accaduto anche qualcos’altro. Già. Michele sorride al pensiero.
Era
stata una serata pesante, c’era freddo e Diego non si sentiva bene. Il concerto
era stato un successo come sempre, ma alla fine della serata, invece di andare
a mangiare con gli altri, Diego era
salito in camera subito, desiderando
solo farsi una doccia calda e
infilarsi a letto, i brividi che lo scuotevano, le occhiaie che gli segnavano
il viso pallido.
Michele
preoccupato, finì in fretta la cena, si fece dare della tachipirina alla
reception dell’albergo e salì in camera.
Trovò
Diego acciambellato sotto le coperte, sveglio
e febbricitante. Gli diede una pastiglia con un bicchiere d’acqua e andò a farsi una doccia veloce.
Di
ritorno, si infilò a letto accanto all’amico: anche con la febbre, Diego si
coricava con i soli boxer. Gli
accarezzò la testa affettuosamente,
chiedendogli se andava un po’ meglio. Diego era come i bambini, non sopportava
di essere malato, e si lamentò “no, non va meglio, non riesco a dormire e mi dà
fastidio la testa, non so come mettermi…” gli occhi lucidi a fissare Michele.
“Dai,
vieni qui, girati e mettiti in braccio a me, appoggiati alle mie gambe e stai
tranquillo, ora passa” e piegando le gambe, si prese Diego in braccio,
massaggiandolo dolcemente.
Chiudendo
gli occhi Diego sospirò, lasciandosi coccolare dall’amico; i brividi
presto sparirono e si addormentò. Michele sorrise “è proprio un cucciolone” pensò. Appoggiato alla sua schiena, cercò di addormentarsi a sua
volta, ma niente da fare, le ore passavano ma il sonno non arrivava. Al
contrario, si sentiva prendere sempre più dall’agitazione. Con suo immenso
stupore, si accorse di essere eccitato. “Oddio, che se si sveglia Diego, mi
uccide” cercando di darsi una
spiegazione per quella situazione: alla
fine si sa, gli uomini di notte hanno sempre un’erezione, è normale, non è
perché…
Diego
si svegliò “Michi…” disse piano, girandosi verso di lui “senti, io…”
“Non
è niente Diego, stai tranquillo, adesso ci addormentiamo tutti e due, va bene?”
cercando di allontanarsi, temendo che l’amico avesse sentito quello che non
doveva assolutamente sentire!
“Michi…
mi abbracci ancora?” la voce assonnata, gli occhioni sognanti, Diego lo
guardava tremando.
“Ma
Diego, dai, dobbiamo dormire, è tardi…” si interruppe inorridito mentre Diego
lo accarezzava proprio lì… proprio lì santo cielo! Ma cosa succede stanotte?
Guardando
il visino di Diego, non poté fare a meno di dargli un bacio in fronte: beh,
almeno era fresco ora, la febbre era scesa. Ma allora, quel tremito?
Muovendosi
piano, come un gatto, Diego gli si avvicinò abbracciandolo, e sorprendendolo lo
baciò sulla bocca, stringendosi contro di lui. “Oddio, anche lui…” Michele
sentì l’eccitazione di Diego contro di sé.
“Diego
cosa stiamo facendo? Io non capisco, e quando non capisco vado in paranoia…”
sussurrò Michele contro la bocca di Diego.
“Rilassati
Michi, le cose capitano…”.
Michele
si riscosse: inutile starsene seduto ancora alle tastiere, quando nella testa
frullavano certi pensieri. Nessuna nuova canzone sarebbe nata, oggi.
Sorridendo
andò a farsi un caffè, continuando a pensare a Diegone: da quel giorno era capitato tante volte.
Quasi
quasi parto e gli faccio una sorpresa. Voglio vedere la faccia che farà,
aprendo la porta!
Il
telefono: guardò il numero sul display e rise di gusto. Chi poteva essere se
non Diego?
*****
Oggi
proprio non va. Diego butta un occhio alla tv, ma non c’è niente che lo
interessi.
Guarda
dalla finestra il cielo bigio: la prima nevicata in città non si farà attendere
ancora per molto, le montagne sono già imbiancate, la stagione sciistica è
aperta.
Diego
sente freddo, ma non è un freddo che ha a che fare col clima. Sente freddo
dentro, sente che gli manca qualcosa, e questo lo rende nervoso. Si aggira per
casa come un leone in gabbia, poi afferra il telefono. Lo posa sospirando. Ha già chiamato Michele tante di quelle volte! Solo un amico come
lui poteva ascoltarlo paziente, senza mandarlo
al diavolo.
Comunque
ha capito ormai. Gli manca Michele. Gli manca una di quelle belle serate
passate a disfare il mondo e a ricostruirlo. Con nessun altro si trova così
bene, e nessun’altro lo sa capire come
lui.
Forse
una bella birra è quello che ci vuole. Davanti al frigorifero, la bottiglia in
mano, sente che non ne ha più voglia e la mette via. “Diego, sei un isterico!”
si dice e scoppia a ridere. Cioccolato, ci vuole del cioccolato.
Presa
la tavoletta, finalmente torna a sedersi sul divano, le gambe strette al petto,
in quella posizione che gli è così congeniale. “Ho bisogno di affetto” pensa
mordendo il cioccolato con convinzione “ho bisogno di Michi, che poi è la
stessa cosa”.
La
testa appoggiata al cuscino, lo sguardo al soffitto, Diego ripercorre le tappe
degli ultimi anni della sua vita, i migliori a ben vedere.
Una
fortuna essere entrambi con la stessa casa discografica quell’anno. A partire
dalla collaborazione di Michele nel Mio Gatto, erano diventati inseparabili. Al
punto che dopo la sua ospitata in “Io
vengo dalla Luna” Michele gli aveva offerto di far parte della band.
Il
loro rapporto era andato arricchendosi
sempre di più, fino al giorno in cui… Diego sogghignò ricordando…
Stava
così male quel giorno, che a malapena era riuscito ad arrivare alla fine del
concerto.
Quando
più tardi a letto, Michele lo aveva preso tra le braccia, si era sentito così bene;
aveva capito che era quello che voleva da tanto tempo, ma non sapeva come
l’amico avrebbe reagito a una sua eventuale proposta.
Solo
quando sentì contro di lui l’eccitazione
di Michele capì che anche lui provava la
stessa emozione; si girò immediatamente,
felice. Michele esitava però, lui è sempre così razionale! “Fortunatamente io
sono un impulsivo, altrimenti non sarebbe successo niente quella notte”.
Michele
oppose un po’ di resistenza, ma Diego lo abbracciò, gli restituì tutte le carezze che lui gli
aveva fatto per calmarlo, lo baciò dapprima dolcemente, poi sempre più
appassionatamente, le mani che percorrevano il suo corpo, finché Michele si rassegnò all’inevitabile.
“Se
dev’essere, sia, ma lascia che anch’io partecipi alla festa a modo mio!” disse
bloccando Diego con le mani sul cuscino e salendo a cavalcioni su di lui; prese
a percorrergli il corpo con la bocca, dandogli piccoli morsi, il corpo minuto
che si arcuava sotto di lui, chiamando il suo nome…
Fu
così bello… Ripensando a quei momenti,
Diego si sente eccitato anche adesso.
“Doveva
abitare fino in Puglia? Siamo ai due estremi dell’Italia, cazzo!”.
Suona
il telefono. “Michele” pensa Diego felice, ma rimane deluso vedendo il numero.
No, non è Michele, ma forse la proposta che riceve può essere una buona
soluzione al suo problema. E’ un amico d’infanzia che ha aperto un agriturismo
in montagna, e lo invita per il fine settimana. “Dai Diegone, prendi su la
tavola e vieni qui. Tre giorni sulle piste, la neve è ideale per lo snowboard.
Ti aspetto domani, va bene? Fino a domenica sarai mio ospite”.
Perché
no? Sempre meglio che stare lì in casa a intristirsi “Va bene dai, ci sto. Vado
a preparare la tavola! Grazie, a domani”.
Diego
va, prepara lo zaino, poi si avvia in garage: deve preparare la tavola,
stendere la sciolina, spatolare, tirare, lisciare… un buon metodo per sfinirsi,
e smetterla di pensare.
*****
L’indomani mattina, Diego è pronto per partire. Zaino in spalla e tavola
sottobraccio, apre la porta e si trova davanti Michele, in procinto di suonare
il campanello. “Michele? “ Diego rimane a bocca aperta a guardarlo, quindi molla armi e bagagli e vola ad abbracciare il
suo amico.
Se
Michele aveva avuto qualche dubbio sull’accoglienza che avrebbe avuto
presentandosi così senza preavviso, gli passò presto. Diego aveva
un’espressione radiosa, lo attirò in casa e gli stampò due baci sulle guance.
“Questa
sì che è una sorpresa, accidenti, non potevi farmi sorpresa più bella Michi!”.
“Si,
ma tu stavi partendo, mi dispiace, ti son capitato fra capo e collo” rispose
Michele.
“Ma
no, ma no figurati. Stavo andando a fare un giro in montagna, mi ha invitato un
amico… senti, e se ci andassimo insieme? Se ti va. Non te ne vai subito no?
Però se non ne hai voglia restiamo qui, non mi importa di andare, era solo per
distrarmi un po’, ma ora che ci sei tu, possiamo anche rimanere a casa, davvero’”
Diego è in piena paranoia.
“No,
non me ne vado subito, non ho fatto mille chilometri per ripartire nel
pomeriggio, tranquillo Diegone!” ride Michele “Per me va bene andare in
montagna, ma non so se sono attrezzato per il freddo e la neve”.
Diego
lo guarda “beh, per il freddo sicuramente, hai una giacca a vento polare,
cuffia, sciarpone e guanti col pelo!”.
“Ma
vanno bene qui, dove non c’è neve. Hai presente che freddo fa nella tua città?”
risponde piccato Michele.
“Ma
ci vai in Alaska conciato così! Potrei vedere di prestarti i doposci magari…”
Michele
lo guarda con espressione ironica.
“No,
in effetti non abbiamo proprio la stessa taglia, eh? Dai, andiamo, i doposci li
compriamo lassù, e gli sci li puoi noleggiare”.
“Diego,
non ho mai messo uno sci in vita mia, e non intendo certo incominciare oggi. Io
vengo volentieri perché sono qui per stare con te, ma non certo per rimetterci
qualche pezzo. Già il ginocchio è ancora malandato. Non preoccuparti, andiamo
dai così tu fai in tempo a farti una discesa”.
“Va
bene… va bene, andiamo dai!” Diego lo guarda, ancora incredulo che Michele sia
lì con lui, poi chiude la porta, lo prende sottobraccio e salgono in macchina.
In
poco più di un’ora, raggiungono la meta. L’accoglienza alla baita è festosa,
Michele è certo di essere il benvenuto anche lì.
Diego
sale in camera a cambiarsi: vuole far vedere a Michele qualche prodezza con la
tavola!
Michele
lo aspetta di sotto, mentre si mette i doposci che gli hanno messo a
disposizione.
Diego
ritorna chiuso in una tuta dai colori acidi, e si avviano verso la pista in
compagnia del gestore della baita. Diego sale mentre loro due si accomodano su
due sdraio, proprio in fondo alla pista, pronti a vedere le prodezze dell’amico.
Quando
Michele lo vede scendere, è praticamente sicuro che non rivedrà mai più Diego
tutto intero!
“Ma
è normale? No che non lo è! Ma si ammazzerà!” rivolgendo uno sguardo
terrorizzato al suo accompagnatore.
“Ma
no, Diego è un mago in questo sport. Come surfa lui, nessuno! Guarda, scommetto che
adesso ti farà vedere un flip…”
“No,
io non lo voglio proprio vedere un flip, qualsiasi cosa sia” Michele è davvero
preoccupato, quel ragazzo è un pazzo scatenato.
“Eccolo,
visto? Lo sapevo che lo faceva! E’ un grande Diegone!” girandosi a guardare
Michele.
Questi
è pallido come un cencio: quello era un salto mortale!
Finalmente
Diego sta arrivando alla fine della pista; si dirige a tutta velocità verso di
loro e blocca la sua tavola, sollevando una nuvola di neve fresca. Togliendosi occhiali e casco, guarda Michele
con occhi scintillanti: “Visto? Che ne dici?”.
“Dico
che non sei normale, prima o poi ti ammazzerai così!”.
Diego
ride soddisfatto: “Andiamo a mangiare qualcosa dai, ho una fame da lupo!”.
La
sera volge al termine, e i due amici si avviano verso la camera da letto.
“Mi
spiace che dovrete dividere lo stesso letto, ma purtroppo le altre camere sono
occupate e…” Diego e Michele si guardano sogghignando.
“Tranquillo,
non è un problema, abbiamo già diviso tanti letti!” fa Michele. Diego lo guarda
con un sorriso luminoso “andiamo, che hai viaggiato tutta notte, sarai
stanco”.
La
camera è spartana, ma un grande camino è acceso sulla parete di fronte al
letto.
“Chi
fa la doccia per primo?” fa Diego. “Io, che sono il più anziano e sono stanco
dopo una notte trascorsa in viaggio!” risponde Michele guardando Diego in cagnesco.
Dopo
la doccia, Michele attende Diego seduto sul tappeto davanti al camino.
Finalmente un po’ di calore in quella landa desolata e piena di neve, lui che è
abituato al caldo della sua Puglia!
Sentendo
un rumore alle sue spalle, Michele si gira e scoppia a ridere di gusto. Diego
si è portato il pigiamone di scena, quando cantano Ilaria condizionata, e
stringendo l’orsetto si dondola, guardandolo.
“Diego,
quanto mi sei mancato? Non dobbiamo più stare tanto tempo senza vederci!” Michele lo acchiappa e lo fa sedere vicino a
lui.
“Mai
quanto tu sei mancato a me, Michi. Non ce la facevo proprio più a starti lontano,
avevo bisogno di parlare con te, di stare con te”.
“Vuoi
passare la serata chiacchierando o…” Michele lo guarda con occhio sadico,
quindi gli toglie il pigiama “questo proprio non ci serve, vero Diegone?” dice
con la voce nasale.
Diego
rimane nudo davanti a lui, lo guarda con occhi adoranti, già eccitato. In
ginocchio, gli toglie la tuta “tanto adesso non hai freddo, vero Michi?”.
“No,
non ho freddo”.
Diego
lo bacia tra i capelli, ne aspira il profumo di neve e legna, sospirando.
Accarezzandogli il viso lo bacia, teneramente, la lingua a sfiorare le labbra
di Michele, facendosi spazio poi per un bacio più profondo.
Michele
lo prende per i fianchi, lo fa sedere in braccio a lui, erezione contro erezione,
bocca contro bocca. Dopo un po’ Diego si stacca, riprende fiato, quindi spinge
Michele a coricarsi; torna a baciare l’amico, senza dimenticare un solo
centimetro di pelle: la mano all’inguine accarezza, la bocca bacia…
“Diego
fermati…” Michele a fatica si riprende, si siede, prende Diego fra le braccia, riprende
a baciarlo sulla bocca, lo rovescia sul
tappeto: le mani forti a tenergli i
polsi, “stai un po’ tranquillo adesso,
tranquillo” . Diego guarda i suoi occhi,
così scuri, foschi, dove si specchiano le fiamme, e si sente sciogliere.
“Buono, lasciati guardare, lasciami fare ora”
Michele si china su di lui, la lingua
scivola sul suo corpo, lasciando scie più roventi del fuoco del camino. Diego
tenta di liberarsi dalla presa di Michele, si inarca, ma lui non lo lascia “stai buono Diego, o
dovrò legarti” lo minaccia.
Diego
si blocca, lo lascia fare; Michele esplora il suo corpo instancabile, finché
non lo sente implorare. “Ti prego, Michi, ti prego…”; solo allora si spinge in
lui, piano, non vuole fargli male, e continuando ad accarezzarlo, lo porta all’orgasmo,
lasciandosi andare anche lui subito dopo, le mani di Diego aggrappate alle sue
spalle,
Guarda
l’amico, vede una lacrima solcare il suo bel viso “Che c’è Diego? Che succede…”.
“Va tutto bene Michele, va tutto bene, sono felice”.
“Anch’io
sono felice”.
Diego guardando il fuoco del camino chiede “Michi,
noi siamo amici, dico amici veri”. “Certo Diegone, la nostra è un’amicizia che
non avrà mai fine”.
“Si”
fa Diego, azzittendosi subito dopo. Michele lo guarda, sorride, sa cosa vuole
chiedergli, ma lo lascia sulle spine. Diego è un romantico in fondo, lo sa. Lo guarda, occhi negli occhi “siamo due amici
che si amano. Non è fantastico?”.
Diego
sorride, guarda il suo Michele coi grandi occhi nocciola e risponde “si, è bellissimo
avere un amico come te da amare!”.
“Senti
Michele, domattina vieni con me sulle piste, ti faccio provare la tavola!”.
“Non pensarci nemmeno, non mi coinvolgerai
nella tua follia!”.
“Dai Michi, vedrai
che poi ti diverti! Ti insegno io” Michele alza gli occhi al cielo: la prossima
volta, mare!
Fantasia, pienezza, profondità e romanticismo non mancano in questa storia che si snoda tra presente e passato. Che grande senso artistico hai Annina e che spettacolo come rispetti la psicologia dei personaggi! Qualsiasi essa sia, nelle tue storie sei sempre coerente. Le tue trame sono sì avventurose, (Michele che sale fino a Torino per Diego.. magari!!) ma un surfista tra la neve, soprattutto pensando alla tuta che ne delinea le curve, mi ha letteralmente stesa! Viva gli scenari romantici, la baita e la neve, l’erotismo soft ma tutto sommato pure hard.. Ma sapessi quanto mi è piaciuta la scena in albergo, la febbre e la prima consumazio ihihihihi (faccia diabolique) come si riesce bene a trovarsi sotto le coltre eh? Grandissima performance mia cara.
RispondiEliminaMa chissà poi se qualche volta Michele non è corso davvero dal suo amico Diego. A me piace pensare che sia così!
RispondiEliminaSono felice che i miei sogni a occhi aperti ti stendano! Hahaha!!! <3
Aw, ma che fic carina, dolce... e anche hot (nonostante la neve)!!! <333
RispondiEliminaBelli loro che non riescono a stare lontani l'uno dall'altro! E il concetto dell'"amico da amare" è così romantico! <333