lunedì 12 novembre 2012
Geloso di Emma
Titolo: Geloso di Emma
Pairing: Michele Salvemini (Caparezza) - Diego Perrone
Storyline: ottobre 2012
Rating: NC 13
Questa fiction è frutto della mia immaginazione e non è scritta a scopo di lucro
*******
Michele si sveglia più presto del solito. È il suo compleanno e la cosa
lo secca parecchio. Nel girarsi nel letto non trova più Diego. Corruccia la fronte
sorpreso, di solito è sempre l’ultimo a lasciare il caldo tepore delle coperte.
Dopo averlo cercato in tutto lo scantinato, nel quale sono soliti dormire
quando l’amico è in trasferta a Molfetta, realizza che deve essere uscito.
Risale al piano superiore dove abitano i suoi. Dalla cucina arriva un odore di
cipolla e storcendo il naso per il disgusto comprende che sua madre sta
preparando la sua famosa focaccia di cipolle. Sentendo i passi alle spalle, lei si volta, ha i capelli raccolti e intorno alla vita
un lungo grembiule.
“Auguri
bello di mamma” lo investe con la sua irruenza, stampandogli baci ovunque.
“Sì,
sì” non è per niente felice e il non aver trovato Diego lo rende ancora più
irascibile. “Grazie, ma’”
“Che
c’hai? Non ti senti bene?” gli domanda in ansia.
“Dov’è
Diego?” si mette a sedere al tavolo al centro della stanza. “Giù non c’è!”
La
donna alza le spalle: “E’ uscito presto, ma che avrà quel benedetto ragazzo,”
“Ah
si? Lui? Presto?” sgrana gli occhi neri.
“Forse
voleva comprarti un pensiero”
“Il
giorno stesso? No, non è da Diego. Lui è super organizzato. Conoscendolo l’avrà
comprato mesi fa” Michele scuote la testa, ma non può fare a meno di chiedersi
cosa dovesse fare in giro per Molfetta di prima mattina.
“Per
me è come un figlio, ma è tanto strano, l’amico tuo” gli prepara la macchinetta
del caffè.
“Tra
strani ci si trova, ma’!” esclama abbozzando un sorriso.
“L’avete
finito il video poi? Era così nervoso, sembrava tarantolato!” commenta sua
madre sedendogli di fronte.
“Bisogna
capirlo, ma’, è il suo secondo video da solista. Anche io sarei elettrico”
“Sarà”
borbotta.
Intanto
Michele continua a rimuginare sui motivi per cui proprio in quella mattinata
non lo abbia aspettato.
Quando
all’ora di pranzo vede arrivare Diego, Michele sta componendo qualcosa al
pianoforte. Lo accoglie con un sorriso, ma anche con una miriade di domande.
“Allora,
che fine hai fatto? Ti sembra questo il modo di sparire? Ero preoccupato!” si
alza avvicinandosi.
“Scusa,
dovevo…fare delle cose” si giustifica. “Poi dormivi ed io avevo voglia di
camminare”.
Il
suo comportamento alquanto sospetto lo rende ancora più ansioso. “Sei andato a
controllare il montaggio?”
“Come?
Si” si avvicina ad una delle mensole all’improvvisa ricerca di un libro. “Poi
sono andato a fare una passeggiata in riva al mare” risponde vago.
“Al
mare? Perché?” chiedendosi cosa abbia, Michele lo fissa stranito. Non solo non
si è ricordato del suo compleanno, ma gli nasconde anche qualcosa di
importante.
“Non
c’è un motivo preciso”
“Diego,
ma che cazzo c’hai oggi?” Michele incrocia le braccia al petto.
“Io,
niente” alza le spalle “Senti, ho voglia di leggere. Cosa mi consigli?” sbircia
un po’ di titoli.
“Non
so” detesta il giorno del suo compleanno, ma il pensiero di trascorrerlo con
Diego glielo aveva reso più piacevole. Vederlo così distaccato ed indifferente
gli fa desiderare che lui sia già ripartito per Torino insieme agli altri. Cosa cazzo è rimasto a fare se neanche se ne
ricorda?
“Ti
va di fare qualcosa?” propone Michele nella speranza che ritorni il Diego che
conosce e a cui vuole bene.
“Dopo”
replica agguantando finalmente un volume. “Grande!”
“Che
hai scelto?”
“Madame
Bovary” sogghigna Diego. “Mai letto”
“Sopravvalutato”
commenta Michele. “Allora, che facciamo oggi? Vogliamo uscire o hai deciso di
trascorrere la giornata a leggere mattoni francesi?”
“Dai,
Michi, solo un pochino” sbatte le folte ciglia e saltella come nello sketch di
Ilaria condizionata.
A
Michele ricorda un bambino che fa i capricci. “E va bene” sbuffa.
“Grazie”
Diego corre da lui a stampargli un sonoro bacio sulla bocca.
Turbato,
Michele borbotta qualcosa d’incomprensibile. Si allontana cercando
un’occupazione alternativa.
Quando,
verso sera, sua madre scende per incaricare il figlio di fare delle compere,
Diego sembra ancora immerso nel mondo di Emma. Michele invece, si annoia
talmente che accetta volentieri di allontanarsi da quello scantinato che per la
prima volta nella sua vita gli sta stretto.
“Mi
accompagni, Diegone?” prende la lista della spesa e la ficca nella tasca dei
jeans.
“Ti
dispiace se resto a casa?” alza solo un attimo la testa dal libro, gli occhioni
sono speranzosi. “Voglio sapere come finisce!”
Pur
se visibilmente seccato, Michele si vede costretto ad annuire. “Che avrà di
tanto interessante la storia di una che cornifica il marito devo ancora capirlo”
Ridendo
Diego si perde di nuovo tra le pagine della sua storia.
“Che
palle, devo andare da solo, uffa!” sempre più nervoso per quello che secondo
lui è uno dei più brutti compleanni della storia, prende le chiavi dell’auto ed
esce.
Gira
il paese come un automa. Un comportamento del genere non se lo sarebbe mai
aspettato da Diego. Si chiede cosa gli passi per la testa per dimenticarsi così
del suo compleanno. Pensare che dopo le riprese di ‘Santo Stefano’ gli ha
chiesto di fermarsi a Molfetta proprio per festeggiarlo in sua compagnia. Sconsolato,
calcia un sassolino. Sbirciando la lista che gli ha affibbiato sua madre, si
accorge che quelle compere lo terranno occupato per almeno due ore.
“L’anno
prossimo faccio finta che non ci sia, tanto è un giorno come un altro” si dice
dirigendosi verso il primo negozio. Dopo aver terminato gli acquisti entra nel
solito bar dove trova i suoi amici di sempre. Lo festeggiano offrendogli un
bicchiere di vino rosso e qualche pizzetta.
È
già buio quando torna a casa. Nello scendere il primo scalino, si accorge che
qualcosa non va. Lo scantinato è nella più completa oscurità. Nelle mani i
sacchetti della spesa, i suoi non ci sono e allora pensa di portare la roba
giù, ma dopo aver rischiato di rompersi l’osso del collo inciampando, comincia
a pensare che non sia stata una buona idea. Impreca e a tentoni riesce a
mettere il piede sul pavimento.
La
porta è socchiusa, ma dall’interno non giunge nessun suono. Ipotizza che Diego
si sia addormentato con la testa nel libro o che abbia deciso di uscire di
nuovo. Ormai non sa più cosa aspettarsi da lui.
Apre
la porta e pietrifica davanti allo spettacolo che gli si para davanti. La
stanza è illuminata solo da una decina di candele disseminate un po’ ovunque.
Sul tavolo apparecchiato, una candela blu. Appoggiate le buste su una
poltroncina, Michele avanza, lo sguardo fisso su quel capolavoro. Nell’aria un
profumino familiare gli fa brontolare lo stomaco. Sbircia sotto i coperchi
stupendosi di trovare alcuni dei suoi piatti preferiti: fave e cicoria, tiella di patate e cozze e soprattutto, spezzatino. “Ma
che…”
“Auguri
Michi” fa all’improvviso una voce uscita dall’oscurità.
Il
festeggiato si sente afferrare e tirare verso il basso. Due labbra si poggiano
sulle sue impedendogli di parlare. ma non ha bisogno di farlo, riconoscerebbe i baci di Diego tra mille
Quando
la lingua talentuosa del compagno sfiora la sua, Michele si lascia sfuggire un
debole gemito.
Diego
si stringe a lui: “Scusa per oggi. Stavo per mandare tutto a puttane. Non ce la
facevo a vederti così triste”
“Che
bastardo!” gli scompiglia i capelli. “Credevo te ne fossi dimenticato”
“Mai!
Volevo organizzarti una sorpresa. Tua madre mi ha dato una mano”
“Vi
siete coalizzati per fregarmi. Mi sentirà!” si finge arrabbiato, ma in realtà è
felicissimo soprattutto per essersi sbagliato sul conto di Diego. “Senti,
perché non accendi la luce?” protesta esasperato da tutto quel buio
“Come
rovinare il romanticismo”
“Non
ti vedo!” lascia scivolare le dita sul viso delicato..
Diego
si allontana solo il tempo necessario per obbedire poi torna a rifugiarsi tra
le braccia del suo Michele. “E ora?”
“Molto
meglio” e si sporge verso di lui, i polpastrelli si soffermano sulla bocca
sottile, sull’anellino. Posa un leggero bacio sul metallo, poi si sposta verso
il centro.
“Michi”
ansima Diego affondando le mani tra i ricci ribelli. “Sono un grande attore,
vero?” sogghigna soddisfatto.
“Il
migliore! Stavo per rimandarti a Torino!”
Diego
scoppia a ridere: “Esagerato”
“No,
davvero. Ero incazzato nero perché te ne eri dimenticato. Sembrava preferissi
quel fottuto romanzo a me. Non sai quanto ti ho odiato!”
“Non
potrei mai preferire un libro a te” e per ribadire il concetto, lo bacia con
maggiore entusiasmo, lambendo anche il pizzetto.
“Non
ne sono ancora sicuro” replica Michele.
“Ah,
ancora dubiti?” gli sferra un leggero buffetto, ma Michele ride.
Diego
lo spinge verso la tavola: “Vieni che ti do il tuo regalo”
“Pensavo
fosse questo”
“No”
gli stampa un bacio sul naso e scappa via.
Torna
con un pacchettino rettangolare. Michele lo prende emozionato, strappando la
carta.
All’interno
una loro foto sul set di ‘Santo Stefano’ con le magliette di scena. Diego ha
quella con la puntina, mentre Michele il disco. Il cantautore pugliese neanche
ricorda quando gliel’hanno scattata. Una delle rare da soli. Non riesce a
staccare gli occhi da quella cornice. Hanno sempre giocato tra loro sulla
simbologia nascosta delle magliette, sul concetto che nessuno dei due possa
funzionare senza l’altro.
Visibilmente
ansioso, Diego attende davanti a lui, mordendosi l’unghia del pollice. Senza
attendere oltre, Michele lo attira in un abbraccio affondando il volto nel suo
collo: “Troppo forte, Diegone. Il regalo più figo in assoluto” poi ci ripensa.
“No, è il secondo”
“E
il primo qual è?” domanda di getto Diego.
“Non
te lo dico” risponde misterioso. “Dai, mangiamo che la tiella sembra
mi stia chiamando”
“Uff,
prima mi metti questo tarlo e poi pensi ad ingozzarti?” mette il broncio.
“Sei
geloso?” Diego lo abbraccia ancora più forte.
“Certo
che lo sono”
“Che
sciocchino” gli stampa un bacio sulla fronte, poi lo lascia per sedere a
tavola.
Diego
lo osserva servirsi una doppia porzione tutto stupendosi ogni volta del suo appetito famelico.
“Non
mangi?” ciancica Michele sputacchiando, il viso è tutto rosso per colpa della
quantità di peperoncino che Diego ha messo nel condimento della cicoria. “Sono fenomenali,
hai un futuro anche come chef”
Imbarazzato
arrossisce: “Mi piace cucinare per te, Michi” allunga la mano a solleticargli
le dita. “Per gli amici e parenti, ma affermare che posso diventare un cuoco ce
ne passa. Esagerato come sempre”
“Non
esagero, tesoro, sei bravo” sorride, poi con malizia aggiunge. “Ora credo sia
il momento di festeggiare degnamente questo trentanovesimo compleanno” sorride
con lussuria.
“Sempre
a quello pensi!” lo rimprovera, ma è esattamente la stessa cosa che desidera
lui.
Quasi
come posseduto da una forza misteriosa Michele si alza costringendo Diego a
fare altrettanto. Attirandolo tra le braccia lo bacia. Un bacio al peperoncino
che contribuisce ad appiccare un incendio che covava nella cenere.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ma che dolci! Tutti e due! Diego che prepara una sorpresa romantica al suo Michi, e Michele che ci rimane così male quando vede che il suo Diegone non festeggia con lui il suo compleanno!
RispondiEliminaMi piace proprio tanto, solletica il mio romanticismo! <3
smack!
ahahaahah che incendio al peperoncino cara.. bella idea una fanfic mezza AU e mezza what if. La coppietta ufficiale, con tanto di benedizione da parte di mammarezza è un complicato quanto affascinante esperimento. Come sai io preferisco le cose un po' più "real", però come annina, la mia anima romantica non può che bearsene. E pensare che fino ad una certa domenica di merda mi sembrava tutto molto plausibile...
EliminaAw, che bella fic! Michele geloso è fenomenale! E una menzione speciale va alla mamma di Capa, troppo forte! <3
RispondiElimina