Titolo: Soli nel mezzo del mondo, Autori: Annina e Giusipoo Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini Genere: Storico/Romantico/Introspettivo Rating: PG, slash, Disclaimer: come sempre è tutto
frutto di fantasia. I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i
nomi per ispirazione artistica. Il titolo prende spunto da: Quello che conta,
di Luigi Tenco
Un grazie di cuore, anche da parte di Anna, a tutti quelli che hanno letto questa storia
Epilogo
Il furgone viaggia spedito per la
strada sterrata già da un po’. La segnaletica indica che manda ancora davvero
poco.
Diego al posto di guida osserva
Michele stravaccato e mezzo dormiente sul sedile del passeggero. I piedi sul
cruscotto, il ginocchio infortunato piegato da una parte e lo sguardo è rivolto
verso il finestrino. Come sottofondo musicale Bruce Springsteen in Streets of Philadelphia che non è
proprio Bob Dylan o Frank Zappa, o altri che piacciono a lui, ma è la hit del
momento, soprattutto dopo che Tom Hanks ha vinto l’oscar come migliore attore
protagonista, interpretando un malato terminale d’Aids gay. Un film che loro
hanno evitato. Evitano il cinema già da un po’ di anni. Hanno tenuto il tempo
occupato con altro... ma la canzone è bella, almeno secondo i canoni romantici
di Diego.
“Eccoci arrivati finalmente” fa
Michele scendendo dal furgone VW e sgranchendosi la schiena.
“Vent’anni e duemila chilometri
dopo” Diego scende a sua volta sbattendo la portiera, e si avvicina a Michele,
cominciando a massaggiargli le spalle. Questi lo prende tra le braccia e poi lo
guarda mentre pensa che è sempre bello. È sempre uguale a quando lo ha
conosciuto, anche se qualcosa di diverso c’è e forse pure più di qualcosa. “Mmm,
Diego sei fantastico” fa accarezzandogli le labbra, dove c’è il primo dei
cerchietti che si è messo durante il suo periodo punk, alla fine degli anni
settanta.
“Coraggio vecchietto” Diego si
appoggia alla schiena di Michele abbracciandolo e mettendosi sulle punte gli
ruba un bacio sulla nuca.
Michele si scioglie
dall’abbraccio e si gira verso Diego: “Dove sarebbe il vecchietto?” gli fa
imprigionandolo in un abbraccio e baciandolo sulla fronte.
Diego lo guarda con amore, come fosse
il primo appuntamento.
“Su coraggio, andiamo a scaricare
i bagagli; dobbiamo montare la tenda e preparare il campo” Michele spinge Diego
davanti a sé, verso il furgone.
“E’ ancora bello questo furgone” Diego
guarda il veicolo azzurro disseminato di simboli della pace, stelle e con una
grande luna dipinta sulla capote: “Abbiamo dovuto aspettare che anche Pete
andasse al college per comprarlo e poi iniziare a viaggiare per l’Australia in
lungo e in largo”.
“Da perfetti figli dei fiori”
ride Michele, caricandosi in spalla la tenda. “Dai, prendi gli zaini e vieni a
darmi una mano”.
Nel giro di un’ora, la tenda è
montata e davanti a questa una catasta di legna è pronta per essere accesa:
anche se il sole è ancora abbastanza alto, la temperatura presto scenderà
vicino allo zero. Con non poca difficoltà, Michele vi si siede davanti, e
subito Diego si corica con la testa appoggiata alle sue gambe, come è solito
fare.
“Certo qui siamo davvero soli nel
mezzo del mondo vero Michi?”. Michele gli sorride, mentre guarda il Monolito davanti a loro: non si può
toccare, per gli aborigeni è sacro, ma a loro basta guardarlo. Si dice sia una parte
di Luna caduta sulla terra. Ci sono stati tanti anni prima, durante una delle
loro fughe, e dopo averlo detto di tornarci un migliaio di volte, lo hanno
fatto davvero. A Diego la luna, soprattutto quando è piena, fa pensare a loro
da sempre.
Dopo un sospiro, come se
prendesse fiato prima di parlare, fa: “Ne è passato di tempo dal nostro primo
incontro sotto la luna, vero? Non riuscivamo proprio a stare lontani” sorride
tracciando con il dito un disegno tra quella specie di terra che sembra sabbia.
“Nonostante sapessimo che dovevamo stare attenti, io con lo zio e la mamma, tu
con Pete e John, ogni momento era buono per rubarci un bacio”.
“Quando non eravamo alla nostra
laguna, ci nascondevamo nel granaio o nella mia soffitta, e lì non erano solo
baci” ride Michele.
“No, lì mi davi lezioni d’amore.
Poi finalmente sono diventato maggiorenne, e abbiamo potuto vivere insieme senza problemi”
“Sì, senza problemi. Ma tuo zio e
i tuoi cugini che volevano uccidermi, dove li metti?” Michele sbianca un po’ al
ricordo di quella sera. Impulsivo com’era, la sera del suo ventunesimo
compleanno Diego aveva già i bagagli pronti per trasferirsi da Michele. Sapevano
tutti in paese che erano unitissimi ma nessuno sospettava che lo fossero così
tanto! Michele continua a ricordare: “Prima arrivasti tu con il tuo piccolo
trasloco a seguito. Regali di compleanno e gatto compreso. Dopo poco arrivò il
povero Augusto, pace all’anima sua, con quei fusti dei suoi figli. Ricordo che
pensai: ora mi ammazzano! Hanno capito che mi faccio Diego da quando era un
ragazzino” Diego ride: “Sì ma tu da bravo oratore, fosti molto convincete. Alla
fine ci è mancato tanto così che ti abbracciassero e ti dessero il benvenuto in
famiglia!”
“Non penso mi abbiano mai
accettato sul serio. Per tuo zio sono sempre quello che ha fatto di suo nipote
un pervertito e per i tuoi cugini...” fa una smorfia.
“Chi se ne frega Michele! Hanno
fatto la loro vita a Melbourne e noi abbiamo avuto la nostra qui e ovunque. Degli
altri non ce ne importava niente” dopo un attimo di silenzio ricomincia a
parlare: “Almeno John e Pete accettarono da subito la situazione, anzi, erano
contenti come noi. Quando scoprì che sarei venuto a stare da voi, Pete iniziò a
saltare come un canguro; sembrava impazzito di gioia, ricordi?”.
“Sì che lo ricordo, e bene!
Diavolo, hai sempre avuto un ascendente suoi miei ragazzi. Ti adorano e ti
hanno sempre adorato, facevano tutto quello che facevi tu. Come quando ti sei
fatto crescere la cresta e hai sparso un po’ di cerchietti la tua bella faccia!
Pete ti ha subito voluto imitare, però lui la cresta se la fece davvero bella!
Rossa! John preferì tatuarsi”
“Tu invece niente creste né tatuaggi…
fedele alla linea! Sei sempre rimasto un figlio dei fiori... ”.
“Bisogna solo seguire il proprio
istinto, senza imitare nessuno. Qualunque cosa, in qualunque momento, in qualunque
posto, senza nessuna ragione”.
“Il
tuo motto preferito!”.
“È
il grande Zappa questo!”
“Non
ti piaceva molto il mio cerchietto all’inizio, vero?” fa Diego, toccandosi il
piercing sul labbro.
“Diciamo
che in certe situazioni mi sembrò fastidioso!” risponde Michele con un sorriso
bieco. “Ma in seguito l’ho rivalutato!” Guarda Diego negli occhi, quei grandi
occhi nocciola che lo hanno fatto innamorare, gli passa il pollice sulle
labbra, indugiando sull’anellino. Diego gli bacia le dita con dolcezza. “Fa
parte del tuo essere anche questo, e quindi lo amo, perché amo te” sussurra
Michele continuando ad accarezzarlo. “Caro il mio Dorian… hai davvero fatto un
patto col diavolo tu. Ti dissi che saresti rimasto un ragazzo, anche se i
capelli sarebbero ingrigiti, anche se le rughe avrebbero segnato i tuoi occhi.
Sono passati vent’anni da allora, e diavolo tu sei rimasto un ragazzo sul serio.
Il tempo non ti ha toccato. Sei rimasto il mio ragazzo... ”.
“Grazie
amore, è quello che voglio essere per sempre...” Una lacrima scende dagli occhi
di Diego. “Anche questa tua cavolo di emotività, nemmeno quella è cambiata in
vent’anni, anche se ti sei indurito parecchio rispetto a quando arrivasti da
Torino con tua madre in quella che tu chiamavi landa desolata”
“Mi
trovi indurito?” Diego se ne dispiace, ma Michele lo conforta prendendogli le
guance tra i palmi: “Sì ma poco, sei rimasto sempre così dolce. Il mio ragazzo
emotivo e tenero... ” si china a baciarlo anche se la schiena scricchiola un
po’.
“A
volte non ci speravo che saresti rimasto sempre con me Michele. Temevo che ti
saresti stufato... ”
“E
invece eccoci qui, dopo vent’anni, che ci amiamo e ci desideriamo esattamente come
quella volta nella radura, o sotto l’eucalipto, quando ti ho dato il tuo primo
bacio. Te lo ricordi ancora quando ti davo lezioni di rugby?”
“E
come potrei dimenticarmi? Mi sono rotto pure due costole per giocare!”
“E
io allora? C’ho rimesso un ginocchio! Quante altre operazioni dovrò farci!” Si
lagna. “A proposito di acciacchi, tirati un po’ su, non ci arrivo più a
baciarti così, sono vecchio io, ricordi?” sdrammatizza Michele. Diego si mette
a sedere, e dopo essersi sorrisi un po’ e scambiati solo baci a fior di labbra,
la passione incalza e si baciano appassionati, mentre il tramonto alle loro
spalle, sta già infuocando il deserto.
“Guarda
Diego, un’altra luna tutta per noi”. Il Monolito
illuminato dal sole che tramontava è rosso fuoco, e sembrava emanare una
luce propria.
Diego
e Michele rimangono così, abbracciati in mezzo al deserto, illuminati dalla
gran luce, a loro volta simbolo del vero amore.
Oddio... è finita bene, molto meglio di quanto sperassi! Sono rimasti insieme per sempre, come si erano promessi... che meraviglia. Ragazze, questa storia mi mancherà da morire, ma questo bel finale mi farà sorridere per i giorni a venire! Grazie di cuore! <3
Questo blog è nato per tutti quelli che amano la coppia Caparezza/Diego Perrone (altresì detta Diegorezza) in odor di slash (slash fanfiction) e per coloro che amano Diego Perrone e il mitico Michele Salvemini come artisti, con un occhio speciale e fantasioso sugli altri musicisti che più o meno ruotano (o hanno ruotato) intorno a questa coppia. Welcome.
ATTENZIONE: tutte le fanfiction presenti nel sito che citano Diego Perrone e Michele Salvemini (Caparezza)e altri personaggi reali, sono da considerare sempre e tassativamente frutto della fantasia e del talento dell'autore. Non c'è niente di reale né è a scopo di lucro. In caso contrario, qualora si racconti un avvenimento "reale" non sarà una fanfction e verrà ben specificato.
Se non vi piace lo slash non leggetelo
Sublimando sul palco................................................................................................................................
-Durante fuori dal tunnel, alla frase: “Mi sento stretto come quando inchiappetto un topolino” (al posto di puffo, per adeguare alla scenetta) mimato un atto omosessuale, nella fattispecie CaparezzaVSDiego.
-Durante Bonobo Power, vengono imitati coiti e Diego, dopo aver tentato Capa al sesso bonobo, si consola prima con il tastierista poi con una banana.
-Durante una nuova versione di Fuori dal tunnel, Caparezza imita un nuovo coito omosex con uno stura lavandini sempre ai danni di Diego.
-Durante il dito medio di galileo, Diego presta il fianco alla famosa frase: “Temono il dito di Galileo tra le chiappe” mettendosi in posa per farsi infilare metaforicamente il dito medio tra le chiappe da Caparezza.
-Durante una delle tante versioni di Abiura di me, Diego dice: “Ti posso cliccare?” e dopo averlo toccato con la freccetta, arriva con un finto dito (tipo sempre mouse del pc) e lo sbatte sui genitali di Capa.
-In un'altra di Abiura, Caparezza impugna il pacman e "mima" di mordere qualcosa che pende dal corpo di Diego, indovina un po' cosa...
-Ancora Abiura di me, Diego fa la principessa del videogioco di Super Mario che amoreggia con Tetris, interpretato da Caparezza.
-Durante Kevin Spacey, Diego Harry Potter, sbatte la bacchetta magica verso il sesso per evocare un sortilegio contro la prostata di Caparezza.
-Durante stango e sbronzo Caparezza prende di petto le dimensioni della scimmietta di Remy (interpretata da Diego) e definisce le dimensioni del suo pene siffrediane.
-Prima di Auditel's family, per parlare del decadimento dei rapporti amorosi, Caparezza imita una telefonata ad una linea erotica e Diego interpreta una centralista hard con tanto di parrucca e movenze.
-Nel live de La fine di gaia, Caparezza spinge nel sedere di Diego la lancia, gesto però non legato ad una scenetta o altro. Così...
-In The auditel family, alla fine Caparezza svende tutto, persino una notte d'amore con Diego. Ma poi si pente e cerca il suo perdono tirandogli un bacio subito ricambiato
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGrazie cara, sicuramente... poi ci si prende gusto! :D
EliminaGrazie. Devo dire che mi spiace separarmi da questi ragazzi! Ma bisogna andare avanti... :o)
RispondiEliminaecccome.... LOL
EliminaOddio... è finita bene, molto meglio di quanto sperassi! Sono rimasti insieme per sempre, come si erano promessi... che meraviglia.
RispondiEliminaRagazze, questa storia mi mancherà da morire, ma questo bel finale mi farà sorridere per i giorni a venire! Grazie di cuore! <3
Grazie a te Anna cara. Gira che ti rivolta, nel lieto fine si spera sempre!
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