Sottotitoli: vari, saranno
specificati via via Autori: Annina e Giusipoo Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo Rating: PG, slash,
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia.
I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi per ispirazione
artistica e non per insinuare qualcosa!
In
2 sull’Ortica (2)
Quando Diego si sveglia scopre che si
sono fermati. Lo stomaco brontola. “Quanto cazzo ho dormito” rumina tra sé, la
bocca impastata. Non si ricorda più dove sta, ma sa solo che il camionista che
l’ha caricato a Figline non c’è più. Si tiene la testa che gli scoppia mentre
poi realizza che sono nello slargo di un autogrill e che probabilmente Michele
si è concesso un pipì-stop. Dovrei pure
io, mi scoppia la vescica. Pensa tenendosi la pancia. La mano scende verso
le parti basse. Se lo strizza attraverso i jeans. “Ok, ora devo trovare un’aspirina
e un cesso, ce la posso fare”. Scende dall’automezzo e subito intercetta
Michele. Sta chiacchierando con un uomo dai folti capelli bianchi, alto e
dinoccolato quanto Michele. “Bisogno!” gli grida e lui gli fa: “Vai pure”. Il
tizio con i capelli bianchi domanda a Michele chi sia il ragazzo che è appena
sceso dal suo tir. “Nessuno. Un amico, viaggia”
“Ha un aspetto tremendo Miche’” il
collega gli dà una pacca sulla spalla poi si accomiata. “Vai, io ti saluto. Mi
aspetta la Sicilia. Buona Germania”
“Nessuno dei due è ancora arrivato
Antonio. E io ho un bisogno di un letto che non ti dico...” si gratta la fronte
Michele, nella sua espressione tutta la stanchezza per i chilometri consumati.
“Quanto ti fermi?”
“Entro domani devo rientrare a Bari ma
una dormitina me la faccio, su un letto vero questa volta!” Michele ha in mente
un hotel alle porte di Dresda, magari dopo aver capito le intenzioni del suo
passeggero. E quando torna, questi è di nuovo seduto accanto al posto di guida,
la testa tra le ginocchia. “Mi scoppia cazzo, hai un’aspirina” glielo domanda
con fare dispotico.
“Sei proprio una rogna, tu! Dormi tutto
il tempo e poi pretendi pure che ti accudisca!” la voce di Michele fa un acuto.
“Siamo arrivati?” alza lo sguardo un
attimo. Michele prova uno strano sfarfallio allo stomaco. Che occhi da cucciolo che ha... “Ehm... no... Poi che farai?” lo
chiede distrattamente Michele, non sapendo bene quale risposta aspettarsi, o
sperare...
“Tu intanto dammi qualcosa per il mal di
testa e forse riesco pure a ragionare”
“Ne dubito, ho l’aspirina mica
intelligenza concentrata in pastiglie”
“Ah ah, che spiritoso sei Michele, ma
perché non fai il comico?”
“Tieni” gli lancia l’astuccio e subito
Diego la ingolla senza acqua, come se fosse una mentina. “Sei abituato a
prenderne di più colorate... ” lo sciorina via con mal curanza ma Diego si
chiude in se stesso. “Smettila di insinuare che sono un drogato, cazzo! Ieri
no, ieri ho solo bevuto un po’ troppo”
Michele si siede più vicino a lui, una
mano sulla spalla: “Ma sei sicuro? Quanto puoi aver bevuto per trovarti
sdraiato su un boschetto? Non mi pare una cosa che capita se bevi troppo, a me
sembra più uso di stupefacenti” i suoi modi sono affettuosi e anche Diego si
addolcisce.
“No Michi, no ti giuro! Sono pulito da un anno. Non voglio più sballare, ho
solo bevuto, ho fatto a botte e ho litigato, ok? Ma non ho preso niente”
Michele ingrana finalmente la marcia e
lasciano l’autogrill. “Hai litigato per qualche ragazza?” si sente rispondere
da uno sberleffo: “Ti sembro il tipo che litiga per le ragazze? Macché no, per
una canzone... ”
“Ah...” Michele vorrebbe approfondire ma
non domanda, anche se ogni tanto si volta a guardarlo di sottecchi. “E va bene
visto che dobbiamo far passare il tempo ti spiego: suoniamo in un gruppo no? Mi
sono rifiutato di cantare Comfortably numb. Ho proposto un mio di pezzo e ‘sti
stronzi mi hanno riso in faccia. C’è stato un po’ di casino e me ne sono andato
dopo aver sfasciato un po’ di bicchieri e mi sono fregato una bottiglia di
Fernet. Tutto qui, soddisfatto?”
“E tra i Pink Floyd e il Fernet
ingurgitato come ti collochi dove ti ho riesumato?”
Diego fa spallucce: “Non lo so... ho
lasciato il locale, ho preso una strada e ho camminato e bevuto e bevuto e
camminato, secondo me ad un certo punto ero così sbronzo che mi sono perso e
sarò caduto, svenuto o non so, magari soffro di narcolessia e non lo so. No
anzi, a scuola mi è successo qualche volta di addormentarmi, ma è un altro
discorso” dalla tasca tira fuori un pacchetto di sigarette e far per
accenderla: “Leggi qui, vietato fumare” arcigno Michele indica la scritta sopra
al parabrezza. Ma Diego, sogghignando, se la accende lo stesso, non lo ha preso
mica sul serio. “Ma non stavi male? Ora
vuoi farlo venire a me il mal di testa?”
“No dai, scusa la spengo subito. È che
non fumo da non so quante ore e la dipendenza da nicotina mi rende stronzo. Tu
non vuoi un compagno di viaggio stronzo no?” lo guarda ridacchiando. Michele
pensa che ha sempre sottovalutato l’aspirina, Diego gli sembra già un’altra
persona!
“In effetti ci pensavo, cioè potevo
scegliere meglio. Ma tra i trifogli c’eri tu e bisogna accontentarsi. Magari la
prossima volta mi va meglio”
“Certo, magari la prossima volta ci trovi
una mignotta che per riconoscenza ti fa pure un bocchino gratis” A quella
Michele sbuffa. Si è impadronito di lui una strana frenesia e non è quello, no,
non è quello il genere di dialogo che si era immaginato. Ma che si era
immaginato? Improvvisamente se lo chiede. Chi
è questo Diego? Magari è un barbone o un ladro. Sì, potrebbe volermi fottere il
tir, magari è armato. Ah, giusto se è armato. Un affarino così me lo pappo a
colazione. Riflette instancabile mentre pensa che ormai manca poco all’arrivo
e non ha senso farsi prendere dalle pare, ma le pare ormai hanno preso il
sopravvento. Cazzo, magari a Dresda ci
sono i suoi compari, che ha avvisato al cellulare quando è sceso a pisciare...
ok Michele, stai calmo, è tutto sottocontrollo. È un musicista, un ragazzino che
canta. E tu ascolti troppi racconti di furti di autocarri. È ora di smetterla!
“Non parli più Michele?” questi si volta
un attimo. Michele si dice che non può essere un ladro, esclusa che si tratti
di una trappola, tra l’altro porta scatole di pomodori mica rame. Pensa che non
ha affatto la faccia del ladro. Magari del fattone, del tipo che vuole darsi
arie da tormentato, ma sembra più un ragazzino scappato di casa, pure se,
ovviamente, non è più un ragazzino.
“Quanti anni hai” lo chiede più che altro
per fare conversazione, si dice.
“E tu? Io te ne do almeno trentacinque”
“Insolente. Ne ho solo ventinove!”
“Io ventitre e per piacere guarda la
strada” gliela indica e solo in quel momento Michele si rende conto che per
guardarlo si è distratto e sta per andare addosso a un camper. “Oh cazzo” frena
mandando in avanti Diego che ride come se si trovasse sugli autoscontri.
“Cazzo, cazzo! A momenti
ci schiantiamo! Mi fai parlare, mi distrai. Ma che cazzo c’hai da ridere! Sei
proprio andato! Potevamo ammazzarci noi e quelli che stanno nel camper, e tu te
ne stai lì a ridere?”. Michele pallido fissa la strada. Maledetto mestiere,
basta un attimo perdio, e sei fuori.
“Oh, non sto mica
guidando io. Se ti basta chiacchierare per distrarti, cambia lavoro amico mio”
ribatte Diego, con un sorrisino insolente.
“Amico un cazzo, amico
di chi? Non so nemmeno chi sei, ti ho solo raccolto come un randagio all’autogrill,
quindi non allargarti troppo o mi fermo e ti sbatto giù qui” ribatte Michele.
Diego vorrebbe ribattere
a sua volta, ma si rende conto che è meglio non irritarlo troppo, o potrebbe
davvero mollarlo sul guard-rail!
Incrociando le gambe sul
sedile, Diego si accende una sigaretta e comincia a canticchiare: “I am an anarchist, don’t know what I wont,
but I know how to get it…”
“Senti Sid Vicius, togli
quelle scarpe dal mio sedile e smettila di fumare, lo vuoi capire o no che mi
infastidisce?” ringhia Michele.
“Toh, conosci i Sex?”
sorride Diego, senza togliere i piedi e tirando una bella boccata dalla
sigaretta.
“Mi hai preso per
Matusalemme? Pensavi che ascoltassi Albano? Certo che li conosco. Fa quel che
ti ho detto”.
Il traffico aumenta e,
ad un certo punto, il tir di Michele inizia a procedere a passo d’uomo. Diego
sbuffa: “Che rottura, minchia. Ma quando si arriva? Sta già scurendo”.
“Quando si arriva,
quando si arriva, è come viaggiare con un bambino. Piuttosto leggi cosa dicono
nell’avviso”.
“Quale?” fa Diego,
guardandosi intorno.
“Ma come quale? Ma sei
rimbambito? Là, sul cartellone delle autostrade, c’è un avviso!”
“Ah, ok. Attenzione,
autostrada chiusa altezza km 561. Uscire Sasso Marconi. Che significa?” chiede
Diego.
“Significa che c’è un
fottutissimo incidente che ci blocca qui!” urla Michele attaccandosi al
baracchino per avere informazioni dai colleghi: “Sì, qui è L’ortica, cosa avete da dirmi sull’incidente a Bologna?”.
“Ciao Ortica, sono
Uragano. Niente incidente, si è scatenata una tempesta di neve e siamo tutti
incolonnati. Penso ci vorranno ore, ti conviene uscire appena puoi”
“Ma ho ancora dodici
chilometri da Cantagallo!” Michele osserva fuori e vede che la neve cade pure
là.
“Dove devi andare
Ortica?”. La voce del collega lo riscuote.
“Dovrei andare a Dresda
e tornare a Bari entro domani perdio. Niente, uscirò a Cantagallo quindi.
Grazie Uragano”.
“Usciamo dall’autostrada?”
chiede Diego tornato composto e silenzioso ma sempre fiero. Lo guarda con i
suoi grandi occhi sgranati.
“Ma che ne so!”
scazzato, una volta completamente bloccati, Michele abbandona il bestione per
scendere e scambiare due parole con gli operai stradali che con l’ausilio di
bandierine, cercano di aiutare i tanti bloccati senza catene. Dopo poco torna
al posto di guida: “No, è inutile, niente Brennero per stasera. Appena si
sblocca la fila ci fermiamo all’autogrill e stanotte dormiremo là. Se vuoi cercarti
un passaggio per Torino, magari lo trovi, ci sarà molta gente con questo casino”
Michele è rassegnato.
“E perché? Io vengo a
Dresda, te l’ho detto, non ci sono mai stato. Dove si dorme, nell’autogrill? Ma
ci sono le stanze?”.
Michele si volta un
attimo a guardarlo con compatimento: “Ma da dove vieni, da Uranio tu? Ma che
stanze, si dorme in cuccetta, qui dietro!” e col pollice indica lo spazio
posteriore del camion.
Diego si gira e salendo
in ginocchio sul sedile, si sporge per scostare la tendina. I jeans a vita
bassa scendono ulteriormente mettendo in evidenza il boxer Intimissimi che
sbuca fuori per un terzo: “Forte! Dormiamo lì? Ci staremo? Tu dormi sempre lì
quindi?”.
“E dove vuoi che dorma,
in Hotel tutte le sere? Si vede che sei abituato bene tu. Comunque ci staremo, io
ci starò e tu dormirai sui sedili”. Sforza il suo cervello di pensare ‘che
piattola’...
“No dai, dormiamo lì
dietro tutti e due. Sarà bellissimo” sospira Diego avvicinando il viso a Michele
e sbattendo le lunghe ciglia. Michele si scosta come se l’avesse punto, e lo
guarda male. Diego scoppia a ridere come un matto: “Che faccia hai fatto!”.
Michele non risponde ma
sbuffa come un toro, anche se sotto sotto (ma molto sotto...) un sorrisino gli
stira la bocca.
Dopo qualche minuto
Diego ricomincia a lagnarsi: “Ho fame e ho freddo. Non si può alzare il
riscaldamento? Non è che si paga di più no, è gratis” Diego si rannicchia sul
sedile coprendosi con il giubbotto.
“Non ho mai conosciuto
un impiastro come te” rimarca Michele. Passano altre due ore così. Ormai è
giunta la sera quando, finalmente, Michele imbocca il passetto dell’autogrill.
“Credevo che sarei morto
di fame” fa Diego mentre pensa che non stato così contento di mangiare come in
quel momento. Michele entra nello spiazzo, parcheggiando nell’area più lontana.
“Visto che dobbiamo restare qui tutta notte, stiamo lontano dal casino, almeno
dormiremo un po’” ormai sfumato il sogno di dormire in un vero letto quella
sera, Michele s’incammina verso il bar seguito da Diego. La neve ha smesso di
scendere ma fa un freddo cane ed entrambi si stringono le braccia al petto.
“Cosa prendi tu? Io mi
farò la solita rustichella” Michele guarda Diego che non sa decidere.
“Allora una birra direi,
e poi un panino qualunque, va bene uguale al tuo”.
“La birra è necessaria?
Visto come stavi stamattina, forse sarebbe meglio dell’acqua” Michele lo guarda
severo.
“Dai Michi, mollami! Ho
detto birra, non una bottiglia di vodka! Che poi, visto il freddo che fa nella
tua cabina, non sarebbe male prenderne una, almeno ci riscalderebbe”.
Michele lo guarda, fa
per parlare poi si rilassa: ma sì, tanto non dovrà guidare per le prossime ore,
può permettersi una birra anche lui.
Una volta fatta la fila,
pagato e ottenute le loro rustichelle, riescono persino a trovare un tavolino
dove consumare. Seduti uno di fronte all’altro, Michele esamina la sua
libagione: “Certo un bel piatto di pasta calda sarebbe stato meglio, ma
dobbiamo accontentarci” Michele mastica il panino senza convinzione.
“Per la miseria, gli
autogrill sono molto tristi, soprattutto di sera. Non trovi Michi?” . Michele lo
guarda e vede un’ombra di tristezza nei grandi occhi del ragazzo, fissi su di
lui.
“Hai ragione. Anche di
giorno comunque non sono meno tristi, soprattutto per chi viaggia da solo”.
Guardandosi prendono il
bicchiere della birra e fanno un brindisi silenzioso.
“Alla solitudine in
autostrada?” domanda Michele terminando il boccone.
“Ai destini che uniscono
le persone” risponde Diego sorprendendolo. Turbato Michele tossicchia, poi fa: “Andiamo
dai, vediamo di riposarci un po’ stanotte” Michele si alza e si incammina verso
il supermercato, uscita obbligatoria in ogni autogrill. Seguendo il sentiero
tra cataste di ogni ben di dio, Diego chiede: “Possiamo prenderne altra di
birra? Così poi dormiamo meglio”.
Michele non risponde
nemmeno, prende una confezione da quattro e si avvia alla cassa. Diego non deve
insistere troppo per pagare lui questa volta.
Questo blog è nato per tutti quelli che amano la coppia Caparezza/Diego Perrone (altresì detta Diegorezza) in odor di slash (slash fanfiction) e per coloro che amano Diego Perrone e il mitico Michele Salvemini come artisti, con un occhio speciale e fantasioso sugli altri musicisti che più o meno ruotano (o hanno ruotato) intorno a questa coppia. Welcome.
ATTENZIONE: tutte le fanfiction presenti nel sito che citano Diego Perrone e Michele Salvemini (Caparezza)e altri personaggi reali, sono da considerare sempre e tassativamente frutto della fantasia e del talento dell'autore. Non c'è niente di reale né è a scopo di lucro. In caso contrario, qualora si racconti un avvenimento "reale" non sarà una fanfction e verrà ben specificato.
Se non vi piace lo slash non leggetelo
Sublimando sul palco................................................................................................................................
-Durante fuori dal tunnel, alla frase: “Mi sento stretto come quando inchiappetto un topolino” (al posto di puffo, per adeguare alla scenetta) mimato un atto omosessuale, nella fattispecie CaparezzaVSDiego.
-Durante Bonobo Power, vengono imitati coiti e Diego, dopo aver tentato Capa al sesso bonobo, si consola prima con il tastierista poi con una banana.
-Durante una nuova versione di Fuori dal tunnel, Caparezza imita un nuovo coito omosex con uno stura lavandini sempre ai danni di Diego.
-Durante il dito medio di galileo, Diego presta il fianco alla famosa frase: “Temono il dito di Galileo tra le chiappe” mettendosi in posa per farsi infilare metaforicamente il dito medio tra le chiappe da Caparezza.
-Durante una delle tante versioni di Abiura di me, Diego dice: “Ti posso cliccare?” e dopo averlo toccato con la freccetta, arriva con un finto dito (tipo sempre mouse del pc) e lo sbatte sui genitali di Capa.
-In un'altra di Abiura, Caparezza impugna il pacman e "mima" di mordere qualcosa che pende dal corpo di Diego, indovina un po' cosa...
-Ancora Abiura di me, Diego fa la principessa del videogioco di Super Mario che amoreggia con Tetris, interpretato da Caparezza.
-Durante Kevin Spacey, Diego Harry Potter, sbatte la bacchetta magica verso il sesso per evocare un sortilegio contro la prostata di Caparezza.
-Durante stango e sbronzo Caparezza prende di petto le dimensioni della scimmietta di Remy (interpretata da Diego) e definisce le dimensioni del suo pene siffrediane.
-Prima di Auditel's family, per parlare del decadimento dei rapporti amorosi, Caparezza imita una telefonata ad una linea erotica e Diego interpreta una centralista hard con tanto di parrucca e movenze.
-Nel live de La fine di gaia, Caparezza spinge nel sedere di Diego la lancia, gesto però non legato ad una scenetta o altro. Così...
-In The auditel family, alla fine Caparezza svende tutto, persino una notte d'amore con Diego. Ma poi si pente e cerca il suo perdono tirandogli un bacio subito ricambiato
Amo sempre di più le dinamiche fra i due! Accidenti però come sono indietro!!! Corro a leggere il seguito!
RispondiEliminaSiete grandi ragazze! <3
Sono curiosa anch'io di sapere cosa ne pensi.... ;)
Elimina