martedì 11 settembre 2012

La lunga estate caldissima, capitolo 13

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Titolo: La lunga estate caldissima


Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini (Caparezza)

Genere: AU/Comedy/Romantico/Introspettivo

Rating: NC 13 slash

Disclaimer: I personaggi mi appartengono, ho solo preso in prestito i nomi, e questa opera non ha scopo di lucro ma è per diletto

Note dell’autore: il titolo di questa fiction è stato ispirato dal pezzo degli 883, che faranno da colonna sonora all’opera penso. Spero di riuscire a far assomigliare i personaggi il più possibile agli originali.


Un grazie speciale ad Alex G che con il suo commento nel precedente capitolo, ha ispirato una scena che leggerete... <3


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Capitolo 13

  

Perfetto. Ogni giorno da quel giorno è perfetto, secondo Diego e anche secondo il parere di Michele. Dallo spettacolo serale, che come sempre vive di aneddoti, di improvvisazioni, di sbagli recuperati, divertimento e provocazione. E che li vede sempre più vicini, al limite dell’omoerotico. A occhio attento non sfuggirebbe che Caparezza e Ilaria si amano da morire, così come l’eclettico mattatore è innamorato del resto del repertorio di personaggi che Diego snocciola, una sera dopo l’altra. Noterebbe altresì che quando Diego canta le sue canzoni d’amore, da quelle banali a quelle più impegnate, guarda sempre dalla parte del suo collega comico. Poi solo la luna, ogni tanto, a spiare i loro amplessi di notte, dalla finestra della camera 237. Per non destare sospetti, Michele prima di recarsi in cucina, va nella sua e disfa il letto. Verso le otto e mezzo, quando il sole è già tutto bello e arzillo nel cielo, Diego e Michele si svegliano abbracciati; quasi sempre Diego è con la testa sul suo petto. Il braccio intorno alla sua vita e la gamba attorno ai fianchi. E quando apre gli occhi, quasi ogni mattina, deve fare uno due e tre per rendersi conto che non lo ha sognato, che è tutto vero. E lo stesso succede a Michele, che è così felice di tutto, anche del fatto che dorme poco. Pensa che è così difficile dormire con Diego accanto. Un po’ perché dopo che hanno finito di fare l’amore, passano mezz’ora a limonare e poi torna loro voglia di ricominciare. E sono le quattro del mattino e anche quando provano a dormire scoprono che dovevano dirsi qualcosa. Che sia un aneddoto dell’infanzia, la sigla di cartoni preferita, il gusto di gelato confezionato prediletto o il colore, poco importa, devono parlare per tenersi svegli, per non permettere al resto di entrare nel loro microcosmo, nell’alcova, nella loro intimità, nella casa dell’amore. Michele considera estranei persino i sogni, forse perché di solito sogna di trovarsi a casa sua, che ora gli sembra tanto lontana. No, nemmeno nei sogni vuole stare lontano da quel ragazzo che per la prima volta in vita sua gli ha dimostrato di essere vivo. E che non si trova in un reality come il The Truman show.
Dopo appena quattro ore di sonno si svegliano, ma non scendono dal letto prima di essersi ricordati a vicenda che il sogno è tutto vero, che non si sono ancora svegliati.


Michele è tornato da quella che dovrebbe essere la sua camera, giusto in tempo per sprimacciare il letto e sporcare in bagno. Ma la toletta se la fa nel bagno di Diego. Dio non voglia che si svegli senza di lui vicino! Ma quella mattina, è passata già una settimana da quando stanno insieme, Michele lo lascia dormire. Dopo cinque minuti Diego si sveglia. Michele è in boxer davanti allo specchio che si aggiusta il pizzetto con delle forbicine. Diego, come mamma lo ha fatto, giunge alle sue spalle e lo abbraccia. Lo stringe forte a sé. Non occorrono a Michele parole per sapere che vuole accertarsi che lui è ancora nel suo mondo. Fanno parte ancora dello stesso emisfero. Lascia stare un attimo il pizzo e gli accarezza le mani. “Ti amo tanto... ” gli sente enunciare con la bocca sul collo che lo sfiora appena. “Ti amo tantissimo... così tantissimo...”
“Ti amo tantissimo anch’io, di più di tantissimo, troppo... troppissimimo!” Michele si gira e lo bacia.
Quella mattina Diego e Michele sono al mare con gli altri del gruppo. Riccardo dispiega una tavola da windsurf attirando la fantasia del piemontese. “Mi fai provare?”
Ma lo sportivo reagisce sbeffeggiandolo: “Con queste belle onde te lo faccio provare a te, che sei di una città senza mare. Ma va... ”
“Che vuol dire, io sono bravo!” Diego è piccato e punta i piedi. Michele segue in silenzio, pensando a quando sarà il caso di intervenire. “Ora esco io. E poi, se ci resta tempo e non ci sono ospiti amanti dell’onda, provi tu, Torino, ok?” E si allontana con l’attrezzatura.
“Mi dispiace” Michele lo affianca mettendogli un braccio sulle spalle. Diego piega la testa verso la sua di spalla. “Che testa di cazzo, spero si ribalti alla prima onda!” manco a dirlo, appena Riccardo sale sul windsurf, inanella una figuraccia dietro l’altra, innescando le risatine degli altri animatori. Forse le onde sono davvero troppo alte per lui, in quel lembo di mare di solito mai troppo mosso.
Stanco e provato, Riccardo torna e lascia la tavola nelle mani di Diego. Questi gli regala uno sguardo truce ruminando anche: “Torino! Insetto!”. Ha tutte le intenzione di uscire per mare ma Michele lo affianca in ansia: “Sei capace davvero? Non sarà pericoloso?”
Diego lo conforta: “Primo non siamo a Venice beach, non è l’oceano Pacifico e questo non è un surf ma uno squallido windsurf. Non sai che darei per farmi una tirata in surf vera. Però qui non si sta in piedi manco con questo. Il vento però oggi è buono”
“Ma...”
“E poi vieni con me” conclude Diego sogghignando.
“E che vengo a fare?”
“Sai nuotare?”
“Ovviamente”.
Diego non risponde, ma gli fa l’occhiolino e lo trascina via per un braccio. Camminando e poi nuotando si allontanano fino a mare aperto, distanti dall’ombrellone e dai bagnanti. Gli arriva a malapena il vociare allegro della gente e il rumore del mare.
“Tutto ok?” Diego lo urla per superare il frastuono. Michele sembra infreddolito, mentre lotta per restare a galla, i capelli folti ogni tanto spariscono dalle onde e Diego lo chiama per sincerarsi che vada davvero tutto bene. A quel punto innalza la vela e parte. Gli ci vogliono tre onde per trovare quella giusta. Dalla battigia si becca anche un applauso. Michele gli sorride. “C’è qualcosa che non sai fare?” gli domanda tutto sorridente.
“Ce ne sono troppe!” si sente rispondere. Tornato in acqua accanto a lui si abbracciano e si baciano senza temere di essere visti. In fin dei conti la distanza è proibitiva e tra la schiuma e le onde tutto sembra loro, magico. Non siamo ancora usciti dalla casa dell’amore.
“Ti va di provare amore?” Diego glielo domanda aggrappato a lui come un koala all’albero.
“Scherzi? Non sarei mai capace di stare in piedi su quel coso... non fa per me. Tu piuttosto dove hai imparato?”
“In vacanza, da bambino. Io volevo provare tutto, ho sempre voluto provare tutto, sono fatto così”
“Capisco” Michele gli ruba un ennesimo bacetto.
“Mi piace che ci provi, dai. È una sensazione stupenda Michy! Quando cavalchi l’onda hai la sensazione di dominare il mondo!”
“È quello che vuoi? Dominare il mondo?” Michele lo domanda a bruciapelo. Sa che il sogno di Diego è diventare una rockstar. Anche se sembra sempre così tormentato quando ne parla, ma sotto sotto... il fuoco arde.
“Forse una volta, ora... boh” poi lo guarda e lascia che i nasi si sfiorino, le onde li sbattono l’uno addosso all’altro. “Ora mi piacerebbe dominare te” confida con malizia.
“Programmino per la notte?” Il viso di Michele è illuminato da un’espressione maliarda.
“Forse... però mi dispiace che non vuoi che ti insegni a surfare” fa il broncio. Michele gli accarezza la nuca, poi con un sorriso etereo ammette: “Hai fatto molto di più Diego. Mi hai insegnato a restare a galla, a non venire sommerso dalle emozioni, a lasciarmi andare”
“Oh... che cosa dolce hai detto” Diego lo sussurra, è emozionato, ma di quel tipo di emozioni che poi
finiscono per rattristarlo: “Mi fai sentire quasi importante. Come se fossi davvero capace a fare qualcosa, oltre a piantare grane” si acciglia. Michele capisce che è di nuovo piombato nel territorio proibito, quello dei suoi demoni, quelli che fanno paura e che non è ancora pronto ad accogliere nella casa dell’amore.

5 commenti:

  1. Grazie tesoro, ma che onore mi hai dato. Sono troppo contenta di averti ispirato tanto. La scena che Diego fa surf è terribilmente dolce soprattutto quando insiste con Michele che lui provi. A me è piaciuto di più il pezzo iniziale quando sono in camera di Diego e Michele dice che quello è il loro mondo. E' come se fossero in una bolla nella quale il mondo esterno non può non solo entrare ma neanche vederli. Si sentono come due pionieri stesi in quel letto stretti uno all'altro con la voglia di parlare, di non chiudere neanche un attimo gli occhi per paura di perdere del tempo prezioso. Adoro ogni capitolo più del precedente.

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  2. La casa dell'amore: che bella definizione per il mondo privato e intimo che si sono creati! Chissà se Diego lascerà che Michele venga a conoscenza dei suoi demoni! Sono sempre più curiosa!!!

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  3. Grazie principesse, mi fate sentire persino brava..... sigh!

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  4. Grazie Steph, tu sei dolcissima :) Spero di riuscire a finire il 14 entro oggi...

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