domenica 16 settembre 2012

Amo il pericolo (Nel backstage)



AMO IL PERICOLO (NEL BACKSTAGE)

Pairing: Diego Perrone – Michele Salvemini (Caparezza)
Storyline: Tour Habemus capa (2006)
Rating: Pg
Fa parte del ciclo “Amo il pericolo” presente su questo blog 
Questa storia non è a fini di lucro e quello che c’è scritto non corrisponde alla realtà, ma solo a creazioni della mia mente. Un grazie a Giusi che come sempre mi da una mano nell'editing.

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È tutto pronto. Mancano solo pochi istanti all’inizio del concerto e dal pubblico si alza un brusio. Come prima di ogni spettacolo nel backstage c’è un gran via vai, tra costumista, tecnico delle luci e altri membri della troupe che i componenti del gruppo quasi devono difendersi per non finire diritti sul palco. Torturandosi la barbetta con le dita Michele borbotta qualcosa di incomprensibile. È emozionato ed agitato. Ma in fondo, lo è sempre prima di esibirsi. Accanto a lui Diego sta terminando di prepararsi, ma gli sembra in difficoltà con le ali che deve indossare per la prima canzone.
“Su, vieni qua!” e attiratolo più vicino, gliele tira su tentando di aggiustarle, ma Diego si agita talmente che è un’impresa. “Vuoi fermarti? Ma che ti ha punto la taranta?” ridacchia Michele.
Quando le ali fittizie sono sistemate sulle spalle minute, Diego sorride e ridacchiando alza dallo scatolone nel quale sono riposti tutti gli oggetti di scena, un altro paio, ma questa volta rosse.  Michele si volta, ma deve abbassarsi per permettere a Diego di sistemargliele dietro la schiena. Le dita sfiorano le scapole, scivolando lungo la colonna vertebrale.
Un fremito di piacere attraversa Michele il quale si gira a guardare l’amico e compagno. Gli occhi castani brillano, le labbra sono atteggiate in una smorfia.
Gaetano con il suo completo scuro e bombetta fa lo spiritoso, si atteggia ripetendo qualche battuta del Padrino facendo ridere tutti. Diego però sembra pensieroso e Michele se ne rende subito conto.
La musica comincia. Si raccolgono intorno al leader infondendosi coraggio a vicenda. Gaetano, Rino, Alfredo e Giovanni  afferrano una piccola pedana con una statua dalle fattezze di Caparezza e si avviano lenti verso il centro del palco. Hanno un’aria così solenne che Michele non riesce a trattenere uno sbuffo di riso, poi si volta verso Diego. Lo trova così tenero con quella lunga veste bianca, un angioletto con i capelli rasati da un lato e un lungo ciuffo che gli ricade davanti agli occhi. In mano un incensiere.  Con i denti si mordicchia il piercing sul labbro, scostandosi il ciuffo ribelle dalla fronte. Gli dà fastidio, anche se quel gesto ormai è quasi un tic per lui. Lo ripete anche durante l’esibizione. Sentendosi osservato, si volta verso Michele e un sorriso gli illumina il viso.
La musica lo avverte che è il momento di salire sul palco, di accontentare finalmente il pubblico.
“Tocca a noi!” esclama il pugliese indicandogli di andare avanti, ma Diego non accenna a muoversi. “Che c’è? Dai, Diego non senti la musica?”
“Aspetta” mormora lui.
Michele vorrebbe chiedergli cosa accade, ma gli basta un suo sguardo per capire. “Sai che non si può!”
Diego lo fronteggia, gli arriva a malapena alla spalla. “Perché?”
“Lo sai il perché!” Michele lo guarda. Diego può leggere il desiderio nei suoi occhi.
Farfalle come impazzite si agitano nello stomaco. Agisce d’istinto. Tutto nella sua vita è segnato dall’istinto. Diego, in amore come anche nella musica si fa guidare dai sentimenti. Accertatosi che non c’è più nessuno nel backstage, lascia l’incensiere che cade per terra con un tonfo e spinge Michele contro un impalcato.
Alzatosi in punta di piedi, gli cerca le labbra e appoggiando le mani sul petto strizzato in una maglietta fin troppo piccola, lo bacia dolcemente. La barba gli pizzica il mento, ma Diego, perso nelle sensazioni e soprattutto nel sapore di Michele, non se ne cura. Il compagno gli circonda la vita con un braccio attirandolo contro di sé. I respiri si fondono, basta un attimo perché tutto sparisca. Esistono solo lui e Michele, come se si trovassero in una bolla ovattata nella quale il mondo esterno non può entrare.
Ansimante Michele si scosta: “Siamo due incoscienti”
“Io amo il pericolo” Le dita del biondino gli solleticano la pelle facendogli rizzare tutti i peli del braccio.
Dopo avergli rubato un altro bacio, si stacca e ripreso l’oggetto di scena, Diego si avvia verso il palco. Smarrito dalla perdita del contatto, ma soprattutto dall’eccitazione che quel bacio gli ha lasciato Michele lo segue. Un’erezione ingombrante lo tormenta e lui, rassegnato a restare in quello stato per tutto il concerto, spera almeno che passi inosservata.


4 commenti:

  1. Non è stato difficile correggere la seconda versione (la prima era acerba) di questa fantastica fic storica, perché ambientata nel 2006. Non c'è che dire, ti sei dilungata in dettagli arricchendo e rendendo la storia ancora più piacevole. E Diego vestito da angioletto, o da chirichetto, è semplicemente una visione.... *___* Bravissima, 7+

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  2. Caspita quanti complimenti. Non me li aspettavo. In realtà, la prima come hai detto tu era acerba, troppo dialogo e meno istintiva. Ho voluto rendere l'attimo che precede la loro entrata in scena indimenticabile.

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  3. Che gran bel momento, dolce e sensuale... sono riuscita a viverlo appieno attraverso le tue parole! (Mia cara, diventi sempre più brava!!! <3)

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  4. ihihihihihihhi le muse non mancano mai di materiale perché ..........

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