lunedì 10 settembre 2012

La lunga estate caldissima, capitolo 12








Titolo: La lunga estate caldissima

Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini (Caparezza)

Genere: AU Comedy/Romantico/Introspettivo

Rating: slash, NC 17

Disclaimer: I personaggi  mi appartengono, ho preso in prestito i nomi e questa opera non ha scopo di lucro.

Note dell’autore: il titolo di questa fiction è stato ispirato dal pezzo degli 883, che faranno da colonna sonora all’opera penso. Spero di riuscire a far assomigliare i personaggi il più possibile agli originali. 

*****

Capitolo 12





Alle undici e dieci Giovannino inizia a preoccuparsi. Che Michele manchi per colazione ci sta, visto che lavora fino a tardi la sera. Ma che non venga a supervisionare il pranzo è strano. Non è decisamente da lui. Poi sa che non si fida del suo sostituto per il turno giornaliero, un mezzo tirolese con la puzza sotto il naso. Stranito, con passo veloce raggiunge la camera a lui destinata. Bussa forte quattro volte fino a che con un trambusto non si apre la porta di fianco, la camera 237! Giovannino piega la testa da un lato: “Hai cambiato stanza?” e poi lo squadra interdetto: lo copre solo un telo raccattato, appuntato ai fianchi. I capelli sono a dir poco indisciplinati e gli occhi rossi, velati.
“Stavi dormendo?”
“No, ma mica!” Michele da una parte avrebbe voglia di prenderlo a cazzotti per aver inquinato il risveglio più bello da quando è nato. Dall’altra pensa che debba scusarsi: “Arrivo tra mezz’ora, ok? Non fate casino” e gli chiude la porta in faccia. Ritornato all’interno della stanza di Diego, Michele si gode il calore quasi magico che l’avvolge. Il compagno della notte-mattinata appena trascorsa, dorme su di un fianco, sopra il materasso. Lenzuola e copriletto sono finiti appallottolati per terra. Sembrano delle funi. E le funi per scappare lui gliel’ha davvero offerte.
Cautamente gli siede accanto. Scopre di non essere più arrabbiato con Giovanni perché lo ha svegliato mentre dormiva tra le braccia di Diego. Sì perché ora almeno ha la possibilità di guardarlo mentre dorme, e scopre che non farebbe altro per il resto del giorno e probabilmente della vita. Ora che Diego dorme esausto per tutto, Michele capisce per la prima volta che forse tutto quel soffrire non è stato inutile. La sua vita, dopotutto, è ancora quella di un uomo con un futuro. E ora che si sente completo e appagato, vuole solo godersi quel momento, quella speranza. Anche se forse si rivelerà un sogno, e, alla fine dell’estate, il risveglio sarà dolorosissimo. Ecco che sta già pensando a domani. Voglio godermi oggi, ogni momento, ogni secondo. Solo ora... si ripete. Non vorrebbe svegliare Diego perché ha paura di non essere all’altezza, o presentabile. Così decide di darsi una rinfrescata. Scappa in bagno e dopo essersi lavato alla peggio, si appiattisce, o tenta di farlo, i capelli con l’acqua. Guardando sconsolato il risultato, sbuffa e poi torna in camera. Trova Diego sveglio, seduto al centro del letto, i capelli a sua volta arruffatissimi formano un funghetto atomico sopra la testa. Sulle guance un accenno di barba. “Che casino qui” le sue primissime parole mentre si guarda intorno sorridendo poi si rivolge a Michele. “Vieni” gli fa cenno con la mano. Michele quasi arrossisce ancora, malgrado tutto quello che è accaduto tra loro, mentre si piega tra le sue braccia lasciandosi abbracciare, accarezzare i capelli, sdraiare spalle al materasso. Diego gli bacia il torace e Michele non se lo sognerebbe mai di interromperlo ma il pensiero delle addette alle pulizie che hanno già bussato due volte quella mattina, lo agita. Ma quando viene per merito della bocca, della dedizione e del talento del suo innamorato, è ben felice di non averlo interrotto.


Come Giovannino attendeva Michele, anche il resto dei ragazzi dell’allegra brigata del Sarabanda Club è sorpreso dal non vedere in giro Diego. Malgrado tutto, è sempre stato un capo animatore puntuale durante quelle due settimane, quasi venti giorni ormai. E quando finalmente lo scorgono arrivare a passo malfermo verso di loro, i capelli schiacciati da un cerchietto rosso, gli occhiali da sole a coprire chissà quali pecche, i soliti pantaloni al ginocchio e le scarpe da ginnastica, Susanna gli fa un sorrisetto stranita.
“Ti sei svegliato ora?” lo affianca, il sesto senso femminile le dice che non è stata una sbronza, o un indisposizione. E un segno sotto il collo le conferma che ha avuto un rapporto sessuale. O più di uno...
“Diegone s’è fatto la tipa!” Lo prende in giro Fabio.
“La conosciamo?” chiede Riccardo. Nessuno di loro è sorpreso, dopotutto gli animatori riscuotono sempre successo con le donne, e Diego è un bel ragazzo, oltre che un bravo cantante e un simpatico cabarettista. Ma il diretto interessato si schermisce, fa spallucce e chiarisce con loro solo di essere affamato. Cosa normale dato che è quasi l’ora di pranzo e ha saltato la colazione, dopo aver consumato un’abbondante numero di calorie durante la ginnastica mattutina. È proprio a quello sta pensando mentre prende posto al bar per consumare un tramezzino. L’ho fatto con un uomo... l’ho fatto con Michele, anzi: lo abbiamo fatto... Ogni tanto arrossisce, quando lo colgono le immagini di loro insieme, di quello che hanno combinato, tra una risatina timida, un sospiro, un discorso. Ha dei flash di una dolcezza disarmante: Michele che lo abbraccia stretto da dietro, che gli domanda: “Ti faccio male così?” Poi ripiomba bruscamente alla realtà quando un ospite dell’albergo viene a chiedergli delle informazioni e poi si congratula con lui e con Caparezza. Che proprio in quel momento, questa volta con il camice e i capelli annodati dalla solita bandana multicolore da cuoco, compare da dietro un gruppetto di sessantenni. Ha un tonfo al cuore Diego mentre si domanda se sarà sempre così d’ora in poi. Se si sentirà così perso ogni volta che lo rivedrà.
Durante il pranzo si guardano di soppiatto: Michele è occupato ed entra ed esce dalla cucina mentre i colleghi di Diego non smettono di fare domande e battute sulla presunta fiamma, lanciando pronostici tra una o l’altra ragazza. Fabio e Riccardo arrivano persino a scommettersi una birra. Ma se fossero stati attenti, avrebbero notato che Diego guarda sempre dalla parte della cucina...
È così annoiato (e assonnato) Diego quel primo pomeriggio dopo che ha fatto l’amore con Michele, non riesce a tollerare nulla del suo impiego come animatore. Tutti gli sembrano noiosi, dai clienti, a Porcelli che ogni tanto viene a dare un’occhiata. E le sedici, quando sarà finalmente raggiunto dal suo collega più vicino, gli sembrano troppo lontane. Anche se mancano solo due ore scarse. Così abbandona il caffè corretto e se ne torna in camera.
Ora che è tutto ordinato, le lenzuola pulite, il letto rifatto, nell’aria odore di fresco, di detersivo per pavimenti, si sente salire da dentro come un turbamento. Come se le pulizie avessero intaccato la sacralità della sua prima volta con Michele. Dove è il nostro odore? Di sesso, di passione, di noi due insieme, un solo corpo... Un odore che nessun chimico avrebbe potuto creare, anche offrendogli tutti i soldi di Bill Gates! Confuso e arrabbiato, inizia a strimpellare fino a quando, alle tre meno dieci non sente la porta del suo vicino sbattere. Poggia la chitarra accanto a sé e scatta fuori nel corridoio. Non ha nemmeno bisogno di bussare, perché Michele ha lasciato la porta aperta. Diego entra di soppiatto come un gatto. Trova Michele nudo dalla cintola in su che si sta cambiando. “Hey, sei qui” gli fa arrossendo. Arrossisce anche Diego per poi chiudere il resto del mondo fuori. “Mi cambio e scendiamo insieme?” domanda il cuoco sforzandosi di sentirsi normale. Ma è tutt’altro che normale, dopo quanto successo non riesce a ponderare le emozioni che gli crea guardare Diego. Dopo quanto successo... Diego lo raggiunge per abbracciarlo stretto. Turbato, straziato, innamorato. Michele, da prima tituba due secondi per la sorpresa, poi ricambia l’abbraccio tirandolo a sé.
“Sai di cosa avevo paura?” confida Diego in punta di piedi, con il mento sulla spalla del compagno.
“Di cosa... ”
“Che ce l’avessi con me per qualcosa, non so... che ti fossi pentito...”
Michele sorride estasiato: “Tutto il contrario, speravo mi facessi questa improvvisata. Non faccio altro che pensare a stanotte, anzi a stamattina. Insomma... a noi” gli infila una mano tra la chioma folta togliendogli il cerchietto che finisce in terra.
“Pure io, però non so... poi ti ho visto che stavi in cucina ed eri preso per i cazzi tuoi. Ho avuto paura che non poteva essere vero. Che quel bel tipo così affascinate e carismatico, ha fatto l’amore con me? Devo essermelo sognato...”
Michele spalanca la bocca: “Addirittura carismatico!” lo dice con la voce nasale e acuta di Caparezza e Diego ride intimidito e commosso.
“Oddio che scemo, vero? Penserai che sono una ragazzina piena di seghe mentali” Diego tira su con il naso, che una lacrimuccia gli è scappata sul serio.
“Ne ho tante di seghe mentali io” Michele si scansa e lo allontana poco da se, sempre però tenendolo stretto a sé per i fianchi; gli inguini attaccati. Un tipo di intimità che non ha mai conosciuto ma che improvvisamente gli sembra famigliare. Come sé non avesse altro fatto nella vita. Come sé Diego fosse stato sempre parte della sua vita. “Fatti guardare... Nah... sei uno splendore” gli dice accarezzando i capelli e regalandogli un intenso sguardo innamorato che allarga in Diego le maglie degli argini, che racchiudono la gioia più pura.
“Baciami Michy... baciamoci... ora... ti amo...” gli scappa. Studia un attimo la reazione di Michele, che però non dice ti amo anch’io, però lo bacia...

2 commenti:

  1. Sempre più dolci, Michele e Diego, e sempre più innamorati! E quel "ti amo" ne è la dimostrazione! Che batticuore mi ha messo questo capitolo, così "vero" nei sentimenti e nelle paure che dipinge! <3

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  2. Che dolce questo capitolo. Michele finalmente si è lasciato andare a questo sentimento che prova per Diego il quale gli confessa tutte le sue paure. Temeva che Michele si fosse pentito, che fosse solo un capriccio o un colpo di testa. Mi piace Diego intimidito e pieno di seghe mentali. Ha l'aria da cucciolo. Bravissima, davvero.

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