sabato 8 settembre 2012

La lunga estate caldissima, capitolo 11


Titolo: La lunga estate caldissima
Genere: AU

Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini (Caparezza)

Genere: Comedy/Romantico/Introspettivo

Rating: NC 13

Disclaimer: I personaggi mi appartengono, ho solo preso in prestito i nomi


Note dell’autore: il titolo di questa fiction è stato ispirato dal pezzo degli 883, che faranno da colonna sonora all’opera penso. Spero di riuscire a far assomigliare i personaggi il più possibile agli originali.




Capitolo 11





Michele ha sempre sentito il bisogno di qualcosa e di qualcuno, ma orgoglioso e testardo com’è, non ha dato a se stesso la possibilità di essere un uomo, se amare significa essere uomini, nel senso di umani. Lui non era stato di certo umano verso se stesso, riflette quella notte, intanto che aspetta l’alba. Non si accorge nemmeno di essersi addormentato un attimo, appoggiato alla sdraio sulla verandina. Dall’altro balcone gli arriva lo strimpellare cauto della causa di tutti i suoi guai. E la sua voce:


...non so chi l’ha deciso, m’hai preso sempre più
una quotidiana guerra con la razionalità
ma va bene pur che serva
per farmi uscire
Come mai, ma chi sarai per fare questo a me
notti intere ad aspettarti
ad aspettare te
dimmi come mai, ma chi sarai per farmi stare qui
qui seduto in una stanza pregando per un sì


A quelle parole, a saperlo ancora sveglio, ad immaginare che anche lui ha passato quella notte d’inferno, tutti i dubbi di Michele s’infrangono. Tutte le paure, le misteriose e ataviche paure che lo tengono alla larga dallo sconfinato mondo dei cretini innamorati, si dissolvono attorno a quella misteriosa nebbiolina estiva che tiene ancora il sole incatenato. Con gesto irrazionale e compulsivo, Michele, probabilmente entrano nei panni di Caparezza senza accorgersene, compie un balzo degno di un topo d’appartamento e, oltrepassato il muretto divisorio, si ritrova nel terrazzo a fianco. Un fracasso come di vasi rotti, fa alzare a Diego la testa. È seduto ai piedi del letto, la faccia pallida pallida, che diventa rossa quando Michele oltrepassa la finestra, frapponendosi alla luce del quasi giorno. L’invasore non gli dà nemmeno il tempo di pronunciare mezza sillaba, che tolta tra loro la chitarra, lo sovrasta. Diego allarga le braccia per farlo entrare, per farsi baciare. Questa volta però senza parrucca, senza maschere, senza fingere di essere qualcuno che non c’è. Senza freni inibitori.
“Cazzo... cazzo se ti voglio” sente dire a Michele mentre gli strappa via la maglietta. Con i pantaloni trova qualche difficoltà in più. Sembrano sigillati. “Dovevi per forza andare a dormire vestito?” gli sussurra facendolo ridere. “Lasciami fare” Diego corre in suo soccorso. E quando è nudo, completamente nudo, tra le sue mani, Michele ritorna prepotentemente schiavo dei suoi panici, della sua vigliaccheria.
“Sei troppo bello... mi sa che non ce la faccio” borbotta accigliato. Che figuraccia, pensa sentendosi il più patetico dei patetici. Diego non è d’accordo e lo invita a sedersi accanto a lui.
“Voglio anch’io fare l’amore con te” il musicista lo ammette con un po’ di impaccio, ma la carta della sincerità è sempre quella vincente: “Però quello che hai detto ieri sera...” fa il broncio.
“E tu? Pensavo non significassi niente... ”
Diego oscilla la testa: “Ha parlato l’orgoglio. Pensavo non mi volessi davvero” poi sospira: “Ti voglio da morire Michy...”
Si sente interrompere dalla voce del pugliese: “Non l’ho mai fatto...”
“Con un uomo?” aggrotta le sopracciglia.
“Con nessuno...”
“Con nessuno?! Mi prendi per culo dai” a Diego scappa un sorrisetto che poi reprime subito dopo.
E lo lascia parlare: “Non te so spiegare, non è una cosa che si può spiegare. A me non è successo, punto. In verità pure il bacio di ieri per me, è stata un po’ una novità”
“Non hai nemmeno mai baciato nessuno?” Diego non ci può credere e ascolta in silenzio il verdetto.
“Sì, sono stato baciato una volta, la prima e unica volta. E se vuoi saperlo era pure carina. Avevo tredici anni o giù di lì. E vuoi sapere perché mi ha baciato?”
Diego oscilla la testa, che ha già in mano la risposta. “No te lo dico invece, per scommessa. Ovviamente persa! E mi ha fatto così schifo, non lo so. È stato orrendo. Tutti ridevano. Rotolavano dalle risate, e io volevo solo morire. Ti giuro ci ho pensato per giorni...” fa un lungo sospiro: “Dovevo proprio essere brutto. Non che ora...”
“Ci sono motivi più validi per togliersi la vita Miche’” Diego guarda oltre la sua spalla. Ormai il sole è completamente sorto, la nebbia sciolta.
“Comunque non è capitato, non lo so. Non so perché non è capito come non so perché mi piaci così tanto... non mi era mai successo. Donna o uomo che sia... mai”
Diego gli accarezza la guancia con dolcezza: “Madonna se anche tu mi piaci Michele...” poi non riescono a dirsi più niente ma a baciarsi sì, quello sì. Come due adolescenti ai primissimi approcci, si baciano cautamente. Solo piccoli baci sulle labbra, mentre Diego pensa che dovrà insegnargli tutto, partire da zero. Pure che dovrà insegnarlo un po’ a se stesso e che magari dovranno insegnarselo anche un po’ a vicenda.

3 commenti:

  1. Michele, amore!!! Che tenero... e che bel momento di rivelazione tutto questo capitolo! Questa storia va di bene in meglio ogni capitolo di più!!!

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  2. Questo capitolo è così dolce ed introspettivo. Vengono fuori tutte le insicurezze di Michele e le sue paure. Per fortuna che ha trovato Diego che ora sarà il suo insegnante di surf. Con lui imparerà a restare a galla, a non venire sommerso dalle emozioni e da lasciarsi andare. Attendo con ansia il capitolo in cui finalmente si ameranno per la prima volta.

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  3. Grazie, siete meravigliose.... Ale mi permetto di rubacchiarti la cosa del surf perché è magnifica..... *__*

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