lunedì 3 settembre 2012

La lunga estate caldissima, Capitoli 7,8,9

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Titolo: La lunga estate caldissima

Genere: AU

Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini (Caparezza)

Genere: Comedy/Romantico/Introspettivo

Rating: NC 17

Disclaimer: I personaggi mi appartengono e questa opera non ha scopo di lucro.

Note dell’autore: il titolo di questa fiction è stato ispirato dal pezzo degli 883, che faranno da colonna sonora all’opera penso. Spero di riuscire a far assomigliare i personaggi il più possibile agli originali.





Capitolo 7



Per la successiva settimana di spettacoli serali, Caparezza si affida completamente a Diego. Come se dopo essersi sbronzati insieme, da bravi camerati, siano entrati in una sfera di confidenza più alta. Michele, due ore prima dell’inizio, spiega a Diego come deve fungere da spalla e questi lo ascolta affascinato dalla rapidità con cui riesce a creare situazioni divertenti e che, allo stesso tempo, fanno riflettere. Michele invece si sincera dell’enorme potenziale comico del giovane. Tanto che giunti alla quinta sera si convince che il ragazzo non ha solo un futuro promettente come cantante grazie alla voce meravigliosa e al talento, ma anche come attore. Non sono più però tornati alla spiaggia, non hanno più bevuto insieme, non oltre un paio di medie. In diverse occasioni Diego ha bazzicato le cucine dove Michele gli ha fatto assaggiare in anteprima qualche specialità, lasciando interdetti e stupiti Giovannino e Gaetano, consci di come lui detesti avere estranei nel suo regno. Una volta Diego ha insistito per fargli vedere la sua stanza, e Michele, rosso come un tramonto salentino, lo ha seguito e si sono attardati a chiacchierare e Diego gli ha persino strimpellato la base di Rainy baby, il pezzo che composto dopo l’incidente di Manuela, ma che è ancora senza parole. Quando la prima settimana si conclude e gli ospiti se ne vanno tutti soddisfatti, Porcelli si congratula con i due mattatori. Li chiama al rapporto in quello strano sabato pomeriggio, con il condizionatore che fa un brutto rumore e Porcelli si passa un fazzoletto sulla fronte umidiccia. “Non so che dire, bravissimi! Il tuo capo sarà orgoglioso di te, sempre in coma?”
Diego si gratta i capelli: “Stazionario ma sempre in coma, già”
“E tu, Salvemini, o dovrei chiamarti Caparezza” risatona, “dove li tenevi nascosti tutti questi talenti? Relegato a fare il cuoco, ma tu sei sprecato! Dai retta a me” poi gli fa una proposta e Michele diventa paonazzo. “Se resti fisso in Hotel anziché fare su e giù da casa tua, sarà più facile lavorare a stretto giro con il talento qui davanti” indica Diego: “Li ho visti i vostri teatrini, bravi davvero. Avrete bisogno di allenarvi. C’è una stanza proprio accanto alla sua, starai là, ok?” Michele è agitato. Pensa che quella camera è divisa da quella di Diego solo da un muretto. Rabbrividisce mentre l’idea di sua madre che comincerà a tempestarlo di domande sul perché deve dormire in hotel, lo stranisce. Già alla donna non è andato giù il nuovo ruolo da animatore. Ha trovato da ridire e ha persino insinuato che tutta questa storia gli farà perdere il lavoro.
Difatti, due ore dopo circa sta facendo la valigia per trasferirsi in Hotel e sua madre, con l’aria afflitta come se andasse in guerra, gli sciorina tutta una serie di motivazioni per le quali non avrebbe dovuto accettare l’offerta. Si tocca i capelli sale e pepe, si tortura un riccio, parla tutta agitata.
“La finisci? A sentirti pare che sto andando in Afganistan!”
“Scusa se una madre si preoccupa! Quelli finiranno per convincerti e ti porteranno a fare l’animatore in giro per il mondo. Lontano da mamma tua...” piagnucola. “Tutto quello che hai sta qui, perché cerchi altro?”
“A parte il fatto che non cerco proprio niente, eh! Ma mi dici a parte te cosa mi lega a questo posto? Le barche dei pescatori che vanno al mare? La mia tediosa vita dietro i fornelli?”
“Lo senti come parli! Mi diventerai un figlio dei fiori o peggio!”
“A ma’, i figli dei fiori sono della tua generazione, non la mia e ora per piacere vammi a prendere le ultime camice stirate, ok?”
“Come se te le mettessi, invece sempre ‘ste magliettacce” e tutta impennata se ne torna a casa sua, due passi da quella del figlio.
Michele sorride pensandosi un figlio dei fiori con tanto di ghirlande in testa, ma quando con la ghirlanda in testa e magari con una parrucca bionda pensa a Diego, il sorriso gli muore dalle labbra e subito un’ondata di calore che non ha nulla a che fare con la temperatura fuori, lo investe, tanto che deve aggiustarsi l’erezione dentro le mutande. Quel ragazzino mi manderà al manicomio lo so, riflette tra sé. Ormai non c’è più notte che non lo sogni. Gli ha infestato il mondo onirico e lui rischia davvero di andare ai matti. Ogni tanto ripensa a quando gli ha confidato di essere innamorato, dunque ora lui sa che c’è una donna, da qualche parte, che ha il suo cuore. Cosa falsissima. Michele pensa che il suo cuore è libero, impuro ma libero. E che non si è mai sentito così attratto da qualcuno in vita sua.
La prima notte che dorme in hotel, la passa girandosi. Verso le due percepisce la chitarra di Diego arpeggiare le note di una musica che non conosce. Vorrebbe pregarlo di smettere, perché la sola idea delle dita che accarezzano le corde, lo fa arrapare. Vorrebbe che quelle dita accarezzassero il suo corpo, un ammasso di emozioni chiuse in un metro e novanta. E mentre pensa a quelle mani, al sorriso bello, bello sì, malgrado quell’imperfezione, una smorfia involontaria che lo contraddistingue, oppure proprio bello per quella imperfezione. Mentre pensa a Diego, ad ogni dettaglio, compreso il suo corpo che ha avuto modo qualche giorno prima di ammirare in costume per pochi minuti, Michele si passa la mano sullo stomaco e in rapida successione si tocca la pancia, la peluria che precede il sesso. Finalmente il sesso. Si tocca con decisione, non temendo di arrivare troppo presto, anzi: desiderandolo, perché non vuole allungare il dolore che lo ha portato a masturbarsi per un uomo, un piccolo uomo che nemmeno conosce tanto bene ma che sembra così in sintonia con lui. Agogna lo stato di pace che troverà quando sarà venuto, e per pochi secondi gli sembrerà che liberandosi dello sperma, si sia liberato anche dello spettro di Diego Perrone. Vagheggiamento illusorio perché dopo qualche minuto, il demone tornerà a ridere di lui.




Capitolo 8


Ora Michele è in pianta stabile all’Hotel perla dell’Egeo. Il suo capo fiero di lui, i clienti ammaliati dai manicaretti e divertiti dai suoi show. A mezzanotte avviene il rompete le righe e tutti gli animatori possono sentirsi liberi di tornare nelle proprie stanze. Diego e Michele, vicini di camera, ci vanno insieme quasi a braccetto. La spalla del piemontese sbatte di proposito il braccio di Michele.
“Sicuro che non ti scoccia quando la notte mi sveglio e strimpello un po’?” lo domanda prima di essere risucchiato nella propria stanza. Michele, appoggiato allo stipite della porta, lo fissa come incantato. Se fosse stato sincero, avrebbe dovuto rispondergli: “Smettila, mi uccido dalle seghe per colpa tua, non suonare! Voglio le tue dita su di me, non su quella stupida chitarra!” invece da prassi risponde soltanto: “Stanco come sono chi ti sente, dormo tutto un tiro io!”
“Meglio così amico” gli dà un cazzottino sullo stomaco prima di chiudersi la porta dietro.
Quella notte però è Diego a non riuscire a prendere sonno. Che sia per qualcosa che ha mangiato, per una zanzara che non riesce ad ammazzare o per uno strano senso di smania non lo sa. Ma alle tre del mattino, anziché strimpellare per frasi venire sonno, decide di oltrepassare il muretto del patio che lo divide dal giardino, per uscire a fare una passeggiata. Nello scavalcare però si rende conto di fare un po’ di casino. Pesta il selciato a piedi nudi e in boxer raggiunge la piscina deserta e solitaria data l’ora. Unica spettatrice, per ora, un’invitante luna piena. Diego si toglie l’unico indumento e completamente nudo, immerge il bel corpo tra le acque tranquille. Per tre volte copre la distanza della piscina. Con il fiato rotto dalla stanchezza esce fuori. Seduto sul bordo guarda la luna come se le chiedesse consiglio. Ma l’attimo romantico viene surclassato dalla libido. Come un bambino inesperto o un ragazzino in piena tempesta ormonale, si scopre il cappuccio che riveste il sesso. Si guarda, si studia anzi. Testa ciò che prova. Per un attimo però la mente vagheggia e un pensiero lo accalora, più potente del porno più porno che ha visto in vita sua. Michele mi sta guardando, mi sta guardando mentre mi tocco eccitato all’idea che lui mi spii mentre mi tocco. Sorridendo per quella buffa, ma incredibilmente arrapante, considerazione, prende a masturbarsi per bene. Una mano si lavora l’uccello, l’altra fissa sui testicoli. Il medio sfiora lo sfintere amplificando così le sensazioni. Incapace di frenarsi Diego geme senza sosta. Sente vicinissimo il rilascio mentre la sua mente continua a formulare l’immagine di Michele che lo spia da dietro le siepi, a sua volta con l’affare in mano. Quando il seme s’infrange sul petto quasi glabro, ha un mezzo mancamento. Non era stato così forte nemmeno durante l’ultima scopata, risalente ormai a un mese prima. Anzi, non ha un bel ricordo di quell’ultimo amplesso, per questo pensa che quella sega al chiaro di luna, con i polpacci infilati nell’acqua della piscina, alla mercé di qualsiasi occhio indiscreto, lo abbia appagato meglio di tante altre scopate senza senso.


Quando Michele sente lo strepitio fuori, è ancora perfettamente sveglio. Aveva persino acceso la tv, nella speranza che qualche replica di vecchi telefilm lo facesse finalmente crollare tra le braccia di Morfeo. Nemmeno la tequila con la quale ha cercato di stordirsi lo ha arreso al sonno. Come un gatto randagio, in piena notte si è ritrovato a vagare dietro la figura piccola ma ben distinta. Ha seguito Diego fino alla piscina e proprio come nei suoi sogni erotici, Michele si è appollaiato a spiarlo. Per assistere incantato allo streaptese, al bel culetto esposto alle intemperie inesistenti. Mentre si faceva il bagno, ha sbavato su ogni goccia d’acqua che ha solcato il corpo. E ha dovuto rassettare il cervello quando lo ha sentito gemere, capendo così che si stava toccando. Vergognoso e incapace di ragionare lucidamente, Michele non ha potuto che assecondare il bisogno del suo corpo e toccarsi a sua volta, fino al vile appagamento.
Diego non si è avveduto di niente ma Michele era davvero a due passi da lui che si toccava. Per togliersi ogni traccia pensa bene di farsi un altro bagno. Così oltre ad esibizionista osceno, si sente pure un cattivo ragazzo all’idea delle persone che poche ore dopo, sarebbero venute a contatto con il suo DNA. Ma lui se ne frega, tanto pensa che tanto a nessuno interessi dei suoi guai. E recuperati i boxer, se l’infila per tornare nella sua stanza.


Sfinito e con una giornata di lavoro intera davanti, Michele entra in cucina che sono appena passate le sette e trenta. Qualche minuto dopo, la causa dei suoi turbinii sessuali lo raggiunge e si siede davanti a lui. Per colazione la stessa pancetta che ha preparato il cuoco. Non riescono a dirsi niente, entrambi imbarazzati per quanto accaduto poche ore prima. Diego osserva l’amico di sottecchi, cercando uno spiraglio che in qualche modo gli confermi che ha ragione, che Michele si sente attratto da lui. Malgrado ostenti una certa sicurezza di sé, consapevole di essere bello da sempre, Diego non è mai stato sicuro di piacere abbastanza, per via di quella sottile insicurezza che contraddistingue tutte le persone davvero attraenti, differenziandoli dai bellocci fittizi. Dal suo primo amorino in terza media che gli infilò una poesia nell’Invicta, fino all’ultimo. E ora, il ragazzone dei trulli, che lo attrae in una maniera inconsueta e che gli manda segnali imprecisi. Poi pensa a quella sera che ha rivelato di essere innamorato. Forse la sua musa è una certa Ilaria, la tipa di cui parla durante gli spettacoli. Che sta a dieta stretta per entrare in una taglia 38 e in un’altra situazione è un essere fantastico, perché non si lascia corrompere. Diego si rende conto di non avvicinarsi all’ideale di Michele, e non solo per una questione di attributi nelle mutande. Quando fa le sue sparate contro ‘l’uomo qualcuno’, sa di sentirsi preso in causa. Lui si è impegnato per emergere e avrebbe continuato a farlo se il destino non si fosse messo di mezzo. Però poi si dice: che male c’è a voler emergere? A voler guadagnare facendo la cosa che gli riesce meglio. Anche se quell’estate ne ha scoperta un’altra, intrattenere la gente, anche questo gli riesce bene. Entrambi impreparati alla giornata che gli si prospetta davanti, si avviano ai rispettivi lavori, ma prima si danno appuntamento per l’impegno comune: alle quattro per provare.

 

Capitolo 9


Michele ha trovato tra le valige che contengono gli allestimenti scenici, una parrucca bionda e ne è turbato. Per il duetto sta pensando seriamente di chiedere a Diego di indossarla per impersonare Ilaria Condizionata, la ragazza che si fa trascinare da tutto. La tentazione è tanta. Da giorni pensa a cosa dovrà fargli dire e come mettere insieme la scenetta, con i soliti tempi comici perfetti che fanno ridere gli ospiti dell’hotel. Ma teme la propria reazione. Non perché abbia una particolare predilezione per le bionde, piuttosto ha un debole per Diego. E quando questi, puntualissimo come sempre, lo raggiunge, il cuore inizia a galoppare. Diego guarda la parrucca e non ha dubbi, gliela prende di mano e la indossa. “Aiutami, come mi sta? Non sono una gran figa?” muovendo la testa, Diego scimmiotta il birignao di una donna vanitosa.
Michele, a bocca aperta, nemmeno si accorge che sta rispondendo: “Una gran figa sexy, mi fa venire voglia di abusare di te in ogni maniera...” sta ancora cercando di riprendersi dalla rivelazione che gli è sfuggita, ma Diego non ne sembra turbato, anzi... sorride tutto soddisfatto dei complimenti ricevuti, poi più serio domanda: “Ti piaccio più del tuo amore segreto?”
Michele è sbigottito: “Quale amore segreto?”
“Non ti ricordi la nostra sbronza in spiaggia? Hai detto di essere innamorato”
Michele è incredulo perché lui lo ricorda bene, quello che non si sarebbe mai aspettato è che Diego, gonfio d’alcol com’era, se lo ricordi. Perché mai dovrebbe rammentare un dettaglio tanto insignificante, si chiede.
Diego, ancora parruccato si avvicina a lui, i visi a pochi millimetri. “Me lo dici chi è? Una che lavora qui...” poi azzarda: “Sabina? Giovanna... è Sabina, vero?”
“Macché no” Michele prova a fare un passo indietro ma il sedere sbatte sullo scrittoio e si blocca.
“Sono un po’ geloso” Diego torna all’attacco, il tono è tra il serio e il faceto e Michele, conoscendo di quali straordinarie doti artistiche è fornito, si ripete che è una pantomima. Che non c’è niente di vero. Ma quando sente la barba appena accennata solleticargli la parte di collo dove finisce la sua di barba, è scosso da un violento brivido. Che sia tutto vero, assurdamente e piacevolmente vero.
“Facciamo finta che io sia Ilaria e tu Caparezza, come resisterebbe a un pezzo di sirena così... ”
Michele suda freddo per le avance, ma più per l’incredibile eccitazione che lo coglie. Quella voce, quella proposta... “Ilaria non esiste, è solo un concentrato di difetti e qualità dal quale l’uomo mortale si sente irrimediabilmente attratto...”
“Geniale ‘sta roba qui” ridacchia Diego abbracciandolo: “Ma Caparezza è un uomo, no? Come può resistere a una ragazza adorabile come... Ilaria... ” lo sussurra. La mano di Diego si sposta sulla cinta e lentamente da basso. Piano, accarezza l’erezione attraverso il tessuto dei jeans.
“Smettila... Caparezza è un uomo.... ma anche Michele lo è, finiscila di fare il ragazzino Diego!” lo scansa con decisione cercando di tornare in sé. Si volta verso la scrivania dandogli così le terga. Per nulla turbato Diego se la ride contento.
Poi torna alla carica: “Che bel pezzo di maschio pugliese sei, Michele” già il modo in cui pronuncia il suo nome, rischia di far crollare tutte le difese del cuoco. “La natura ti ha fatto proprio bene” gli rivela abbracciandolo da dietro e facendogli percepire che è altrettanto eccitato. Gli bacia il collo, fregandosene che è sudaticcio. Continua a fingere che sia un gioco da ragazzini, un cazzeggio. Sa bene che non lo è e non lo è mai stato. E Michele, ormai in balia dell’ormone, gli agguanta le braccia invitandolo a stringerlo di più, ad abbracciarlo più forte, a tendersi a sé. La voce si trasforma, non più quella di Michele ma del suo alterego: “Che ragazzina impertinente sei Ilaria... ” fa la voce squillante e nasale: “Sempre a puttaneggiare come la più squallida delle lolite... ”
“Voglio solo raggiungere il mio scopo, e il mio scopo è che Caparezza sia in balia di ogni mio desiderio....voluttuoso desiderio!”
“Non posso cedere... non posso... le sirene di Ulisse. La tua voce Ilaria...” sospira: “la tua voce è così bella... ”
“Grazie” Diego - Ilaria sorride deliziato e lentamente fa girare Michele - Caparezza. Un attimo e le bocche si trovano. Dapprima sono solo baci leggeri, timidissimi, ma che infiammano come il sole in una giornata torrida. Poi l’attore più basso schiude le labbra per fare entrare la lingua e l’altro la infila nella bocca piccola. Il bacio incalza lento e cauto. È a quel punto che Michele, ormai solo Michele, sfila dalla testa la parrucca di Ilaria per accarezzare i capelli, là dove sono quasi del tutto rasati. Sentendo dei passi avvicinarsi alla tenda che contiene il proscenio, Michele e Diego si staccano, continuando a guardarsi però con desiderio. “Vado a ripassare la parte di Ilaria in camera col condizionatore a palla, fa troppo caldo qui!” e se ne va rosso quanto un semaforo rosso. Michele sta imprecando mentalmente con la parrucca in mano, che sembra un indiano che ha appena scoiato la propria vittima.

4 commenti:

  1. Wow, ho bisogno di una doccia fredda... tanta hotness in questi capitoli... e poi finalmente quel bacio... non so se ce la faccio ad aspettare i prossimi capitoli!!! Mi verrà un infarto prima!!!

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  2. Wow. Che terzetto di capitoli. Li ho letti come in estasi. La scena della piscina vista da entrambe le prospettive è davvero stupenda e arrapante. Posso immaginare l'espressione estasiata di Diego mentre si tocca pensando al suo bel pugliesone. Michele ormai ha perso la salute da quando consce Diego, vive, respira e sogna Diego. Il bacio è la coronazione di quel desiderio. Purtroppo temo che entrambi penseranno sia stato dettato dai ruoli interpretati e dall'atmosfera romantica quando è palese che si desiderano, che ormai vivono solo quando stanno insieme. Adoro questa storia ogni giorno di più e secondo me potrebbe diventare un romanzo, cambiando i nomi ecc.

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  3. Bisognerebbe cambiare un po' troppo...

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