Genere: Real person slash
giovedì 27 dicembre 2012
Tante piccole onde... (nella notte della taranta)
Titolo: Tante piccole onde... (nella
notte della taranta)
Autore: giusipoo
Pairing: Diego
Perrone/Michele Salvemini (Caparezza)
Genere: Real person slash
Genere: Real person slash
Story line: La notte della
taranta (Melpignano, Agosto 2008)
Rating: nessuno
Disclaimer: come
sempre è tutto frutto di fantasia.
Mentre camminano fianco a fianco
verso Melpignano
tra una fiume di persone che Diego tutte insieme non ha mai visto, Michele gli
indica un’abbazia del quattrocento. Il suo sguardo è scintillante sotto le
lenti degli occhialetti dalla montatura rossa. I capelloni trattenuti da una
fascetta dello stesso colore degli occhiali. Anche Diego ha un cerchietto per
tenersi i capelli. Fa caldo ma non è il clima, quanto tutta quella gente che
spinge mentre cammina, la maggior parte inconsapevole che si trovi fianco a
fianco a due dei protagonisti dello spettacolo che si apprestavano a seguire.
In verità in molti hanno già fermato Caparezza per autografo e foto. Diego,
diligentemente, ha atteso con pazienza da una parte. Quando gli ultimi fan se
ne vanno, Michele torna ad impossessarsi di Diego. Lo tiene allacciato a sé con
un braccio sulle spalle. Non si capisce se fa solo perché gli va, perché sono insieme
in quella cosa grandiosa, o perché Michele teme di perderlo tra il casino e lo
stesso Diego è timoroso di perdersi Michele. Allacciato così al suo fianco,
pensa al privilegio che ha. Il palco della festa della taranta, per cantare Vieni a ballare in Puglia... no, in
verità non è a quello di privilegio a cui pensa abbracciato a Michele. Ma a
quello di essere così uniti, così complici da fare anche questa cosa insieme. O
solo il privilegio di essere suo amico così, di essere tra le sue grinfie e
tutto secondo lui è perfettamente simmetrico e stupendo. Chiacchierano di
quello che succederà a momenti, o di quello han fatto in passato. Perché
Michele è capace di stare ore a raccontare aneddoti ma anche ad ascoltarli,
senza battere ciglio. E quando mai
qualcuno mi è stato a sentire in trentadue anni? Di certo non i suoi amici,
e nemmeno le sue ex. Saper ascoltare, dopotutto, è una qualità che hanno in pochi,
e conoscere qualcuno di questi pochi è un’enorme fortuna, pensa.
Il cammino continua, mentre il sole tramonta
come sempre. L’abbazia ora è lontana, un puntino dietro le loro spalle. Invece Melpignano
sempre più vicina. La confusione. Nessuna macchina tranne quelle della polizia
municipale. Un attimo dopo Diego si china. Nessun problema, deve solo
allacciarsi la scarpa. Ma basta quell’attimo staccati che Michele lo perde. Il
pugliese si volta per capire dove è finito il collega. Cazzo... e dove lo trovo in mezzo a tutta questa gente? ok lo chiamo
sul cell... no! Gli ho detto di lasciarlo in albergo!
“Diego, Diego!” pensa che forse urlando lo
senta. Che cretino, no mi sentirà mai. Una
certa ansia si impadronisce di lui. Cerca di mantenersi freddo ma in mezzo a
tutta quella gente non ce la fa. Poi lui
è piccolo, cavolo... Ora Michele è l’unico che cammina al contrario ma dopo
pochi passi si rende conto che potrebbe sbagliarsi, che magari Diego ha
proseguito verso il concerto. Tanto non è
un bambino che si perde, lo troverò là. Ma se è successo qualcosa? Se si è
sentito male? Pensieri sinistri lo attanagliano, e malgrado questo è di
nuovo costretto a sorridere ad una fotocamera per l’ennesima foto con due fans:
uno a destra e uno a sinistra. E lui fermo, a guardarsi attorno con gli occhi. Devo andare, che è già tanto tardi. Il
sole è tramontato e lui è ancora tra quelli che stanno arrivando... sta per
ripartire verso il centro di Melpignano quando una voce lo blocca: “Caparezza,
ci facciamo una foto?” di scatto si volta ed è Diego. “Mi dici dove cazzo eri
finito?” la voce è incazzata. “Mi sono fermato un attimo ad allacciarmi una
scarpa e non eri più accanto a me. Devono averci divisi. Per fortuna che alto
come sei non ti ho mai perso di vista!” Michele sbuffa: “Cazzo Diego! Pensavo
di averti perso in mezzo a ‘sto casino!” gli mette una mano sulla spalla e
Diego si avvicina. “Michi, sono passati solo cinque minuti! Forse anche meno!
Ti sei messo tutta ‘sta paura per cinque minuti? Sei impallidito!” Michele si
sente in imbarazzo mentre si dice che la sua apprensione è stata davvero immotivata.
Ma quell’apprensione immotivata crea una certa soddisfazione nell’altro, che
dolcemente si avvicina lo abbraccia. “Michele, scusa... Scusami Michele, non ti
lascio più” ridacchia aggrappandosi a lui, la testa infilata tra la spalla e la
chioma. Non trattenendo un respiro di sollievo, Michele ricambia la stretta.
“Non ci perdiamo più. Che poi è tardi. Stasera siamo le star io e te Diegone!”
“Ho una paura fottuta...” rivela dopo qualche
secondo. Michele gli accarezza la fronte. “Macché. Non averne. Solo perché devi
aprire Vieni a ballare in Puglia
davanti ad oltre centomila persone? Non ti preoccupare, ci sarò io vicino a te”.
No, quella frase non aiuta per niente Diego, prima
cercava di non pensare a quella miriade di persone tutte insieme, ora le sta
ben figurando davanti. Sono tante, sono davvero troppe. Ci pensa mentre ora
sono nel backstage, e manca poco... Diego è colto dal panico, una sensazione
che è sicuro, questa volta gli toglierà la voce e la solita aria scantonata.
Prende Michele da una parte: “Michele.. cazzo... mi sa che non ce la faccio!”
il labbro inferiore trema. Due medie tutte d’un sorso, vanno giù come l’acqua. Bere,
bere e bere ancora non lo sta aiutando. “Calmati Diego!” “No Michele, non ce la
faccio ti dico! Sono tantissimi, io penso che svengo, avrò un arresto cardiaco
ora se vado su quel palco” “Ma non che non ce lo avrai.. senti Diego...”
Michele lo prende di nuovo tra le sue braccia, proprio come quando venivano giù
da tre paesi prima, verso Melpignano. Il visetto tra i suoi palmi. Gli occhi dell’uno
in quelli dell’altro. “Ascoltami bene Diego: non guardare il pubblico. Cioè
tieni il viso verso di loro ma non guardarli come se fossero persone. Pensa che
siano piccole onde, pensa che stai cantando al mare, ok?” “Michi... che dici, sei
pazzo? Cos’è ‘sta roba, una tecnica di rilassamento zen?” Diego è abbastanza
sorpreso ma Michele torna a rassicurarlo con voce calma: “Hai fatto altri
concerti con tanta gente. Non cambia se sono tremila o centocinquanta mila. Tu
vedi loro come onde, tante piccole onde nel mare e non sentirai più la paura.
Io faccio così...” ammette alla fine. “Io ogni volta impazzisco quando penso che
quella gente è venuta solo per me, capisci? Per questo immagino che non siano
persone, ok? Fai così e ti passerà, ok? Stai meglio Diego?”
Sorridendo Diego annuisce con un visetto così
dolce e arrendevole e Michele, il quale condivide la sua stessa agitazione ma non
lo ammetterebbe di fronte a lui, si scioglie un po’. Mentre pensano che insieme
ce la possono fare a non morire di paura e di vergogna. Come a suggellare
quella ritrovata armonia, Michele gli accarezza il ciuffo che da dietro
l’orecchio vorrebbe sconfinare davanti all’occhio. Glielo sistema meglio e dopo
averlo incoraggiato con altre parole che inducono a rilassarsi, gli dà un
bacino sulla fronte.
Ora è tutto notte intorno a loro, là, fuori dal
backstage. Poco prima di salire sul palco, Michele guarda Diego per un ultimo
avviso: “Se proprio non ce la fai a pensare che canti di fronte al mare,
guardami negli occhi Diego, cerca il coraggio in me” “Come sempre Michele” si
tengono la mano. Poi una voce li chiama. E sono catapultati di fronte a tante
piccole onde che si perdono a vista d’occhio.
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Un piccolo capolavoro questa fic. rende davvero l'idea di quello che hanno provato entrambi ad esibirsi davanti ad un pubblico come quello della Notte della taranta. Stare allacciati, parlarsi e guardarsi negli occhi li ha aiutati a superare il nervosismo e la paura di quell'esibizione così importante. Davvero bella questa immagine che hai saputo regalarci, bravissima
RispondiEliminaOddio che brividi! Tutto questo sentimento... così bello che ci si lascia avvolgere dalla magia! E' così che li immaginiamo, è così l'alchimia fra loro.
RispondiEliminaE con questi brividi che sento e queste 2 lacrimucce che vorrebbero scendere... io me lo rileggo! Grazie Giusi! Un bacio te lo meriti!
Grazie raga... :*
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