venerdì 7 dicembre 2012
Diventare grandi Epilogo
Titolo: Diventare grandi
Pairing: Diego - Michele
Rating: PG
Disclaimer: I personaggi mi appartengono. Ho preso solo in prestito i nomi. Questa fic non è scritta a scopo di lucro ma solo per divertimento
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L’autunno
tarda ad arrivare. L’eccezionale caldo costringe ancora ad indossare capi
leggeri. È quasi novembre ma sembra di essere ancora in estate tanto che alcuni
studenti della facoltà, invogliati dal sole, sostano sugli scalini più del
dovuto. Appoggiato al muro, con la testa china su un quaderno e la penna in
bocca, Diego rilegge quello che ha scritto pochi minuti prima. Sono passati
alcuni mesi dagli avvenimenti di Milano e tante cose sono succede da allora. Ha
lasciato definitivamente Torino, la sua famiglia e tutto quello che gli
ricordava la sua vita passata. Da qualche mese si è trasferito a Roma dalla
zia, diventata il suo tutore fino al raggiungimento della maggiore età.
Suo
padre, nonostante non sia mai venuto al corrente della relazione tra Diego e
Michele, si è mostrato fin troppo sollevato di non doversi più preoccupare di
quel figlio così scapestrato.
Diego
non ha voluto ricucire il rapporto con Dado, troppe le differenze ed
incomprensioni. Una volta a Roma si è dedicato con tutto sé stesso alla
scrittura e grazie anche alla zia, insegnante di latino, è riuscito a prendere
il diploma. E ora eccolo lì, fuori l’Università, dopo aver preso gli orari
delle lezioni.
Per
quanto riguarda Michele… beh, lui fa ancora parte nella sua vita. Come potrebbero
non stare ancora insieme dopo tutti gli ostacoli e i pericoli affrontati per
stare insieme?
È
proprio a Michele che il giovane Diego pensa, lo sguardo fisso sul foglio e i
denti a masticare il tappo della penna. Scrive di lui, dei giorni insieme,
soprattutto della prima volta che lo ha incontrato. Un sorrisetto gli illumina
il viso.
“Il
mio Burroughs*” fa d’improvviso una voce maschile. “Sempre con la testa sepolta
in quel taccuino”
Diego
alza la testa, anche se sole gli impedisce di vedere il viso del suo
interlocutore, sa benissimo di chi si tratta. “Ciao” il sorriso si allarga
ancora di più.
“Scrivi
di me?” Michele si fa più vicino perché nessuno li ascolti.
“Non
sei così interessante” ripone il quadernetto di pelle nella tasca posteriore
dei pantaloni. Diego vorrebbe saltargli al collo e salutarlo come merita, ma rischierebbe
di essere buttato fuori dall’Università ancora prima di cominciare a
frequentarla. “E poi, il mondo non gira intorno a te, mio caro compagno
Michele!” lo prende in giro
“Non
sono io quello che si crede il nuovo Kerouac” continua sempre più divertito.
Diego
mette su un broncio talmente adorabile che Michele deve usare tutto il suo
autocontrollo per non baciarlo lì davanti a tutti. “E va bene, scrivo di te”
confessa infine.
“E
cosa?”
“Smettila,
tanto non ti dico niente” replica Diego misterioso.
“Non
sei capace di mantenere un segreto e lo sai” ridacchia Michele.
Diego
gli fa una linguaccia, poi lo stomaco protesta brontolando. “Che fame” si
mantiene la pancia.
Michele
gli circonda le spalle con un braccio: “Vieni, peste, ti offro il pranzo”
Si
buttano nel primo ristorantino che trovano. Seduti ad un tavolo un po’
appartato, davanti ad un piatto di spaghetti cacio e pepe, Michele tempesta il
ragazzo di mille domande sui corsi che dovrà seguire, sugli insegnanti, ma
soprattutto sul racconto che ha appena finito. Sono felici e spensierati quasi
come se l’irruzione nella facoltà, il ferimento di Diego, l’arresto e anche la
marcia di Milano, siano lontani anni luce. Ormai tutto quello non fa più parte
del loro mondo. Da quando è a Roma, Michele non frequenta più i centri sociali
e non partecipa più a marce di protesta. Si è trasferito in un monolocale a San
Lorenzo, dove Diego trascorre la maggior parte del suo tempo. La passione per
la politica e per i problemi della società non è sparita all’improvviso, ma
resta radicata dentro di lui. Rischiare di perdere due volte la persona più
importante lo ha portato a riflettere, a capire cosa è davvero importante:
Diego e l’Architettura. Nonostante l’ambiente universitario sia ancora in pieno
sconvolgimento, nelle intenzioni di Michele la laurea e creare un futuro per
lui e Diego. Sono diventati grandi insieme, hanno capito cosa è davvero
importante
*Autore
della Beat generation
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Intimistica interpretazione. Sicuramente Diego è troppo carino e bello da vedere sulle scale dell'univeristà, così naif. Mi sembra di capire che la passione tra i due abbia nel frattempo raggiunto una sfera più alta di complicità. Sicuramente il fatto che siano insieme a Roma ne è il motivo. Si potrebbe benissimo dire che dopo il temporale c'è sempre l'arcobaleno, e in questo caso taglia in due la statua di Minerva.
RispondiEliminaUn pò mi spiace perdere quel bel Michele rivoluzionario, così impegnato e combattivo! Ma è giusto che diano la priorità al loro amore e alla crescita del loro rapporto e della loro vita.
RispondiEliminaMa un salto a un centro sociale lo possono ancora fare, via!
Sì, la scelta era inevitabile perchè quell'ambiente rischiava di rovinare il loro rapporto oltre che mettere in pericolo le loro vite. Io penso che sì nell'anima Michele resterà sempre un reazionario, ma soprattutto una persona che crede fino in fondo nei propri ideali e che fa di tutto per portare avanti le proprie idee senza farsi mettere i piedi in testa
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