lunedì 5 novembre 2012

Un amico da amare




Titolo: Un amico da amare
Parring: Diego/Caparezza
Genere: real person slash
Warning: NC 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia, e come sempre niente è fatto a scopo di lucro
*****


Diego prende il telefono e schiaccia il tasto ripetizione.
“Che c’è Diego?” fa Michele all’altro capo, con voce paziente.
“Cosa stai facendo?”.
“Sto cercando di scrivere qualcosa di buono, ma chissà perché non ci riesco!” fa Capa, ironico.
“Non riesci a concentrarti eh?  Magari sei stanco…” risponde Diego.
“Diego, sai che ore sono? Mezzogiorno. Sai quante volte mi hai chiamato da stamattina? Questa è la quarta!” .
“Mi spiace Michi. Ti ho disturbato io, allora…” fa Diego, con voce contrita.
“No, no Diego tranquillo, sono io che non mi sto impegnando come dovrei” non ce la fa proprio a prendersela col suo amico, Michele.
Sorride, e se lo vede davanti: piccoletto, col ciuffo che sta riprendendo forma dopo il drastico taglio estivo, gli occhioni dolci e malinconici, e quella vitalità a volte esasperante, quel suo non essere mai fermo, sempre in fermento.
“Tu piuttosto, c’è qualcosa che non va? Non dovresti cominciare la registrazione del nuovo cd?” chiede Michele.
“E’ tutto pronto, ma la registrazione è slittata per problemi con la sala di registrazione. Comunque niente, dai, ti lascio lavorare. Ci sentiamo Michi, ciao”.
A Michele sembra di sentire una venatura di tristezza nella voce dell’amico. “Forse è solo noia” pensa.
Niente, oggi non c’è modo di concentrarsi, e il pensiero dell’amico lo distoglie del tutto dal suo lavoro.
“Quel folletto mi manca, accidenti. Farlo entrare nella band è stata la mia migliore idea. Quanto ci siamo divertiti in questi anni? I concerti con lui hanno tutto un altro spessore, e l’ultimo  tour poi, è stato veramente indimenticabile”.
“E’ incredibile l’ironia di cui è dotato Diego. Con lui si può osare veramente tutto. E’ speciale quel ragazzo, sono stato fortunato ad incontrarlo, e a diventare il suo migliore amico”.
Anche qualcosa di più di amico, veramente. Quel che all’inizio era stato una soluzione momentanea, il dormire nello stesso letto una notte in cui l’albergo aveva sbagliato la prenotazione, era diventata poi una piacevole abitudine.  La notte passata a chiacchierare, a progettare, a prendersi a cuscinate e a ridere insieme come due ragazzini era stata troppo divertente, troppo bella per non desiderare che accadesse ancora.
E poi era accaduto anche qualcos’altro. Già. Michele sorride al pensiero.
Era stata una serata pesante, c’era freddo e Diego non si sentiva bene. Il concerto era stato un successo come sempre, ma alla fine della serata, invece di andare a mangiare con  gli altri, Diego era salito in camera subito, desiderando  solo  farsi una doccia calda e infilarsi a letto, i brividi che lo scuotevano, le occhiaie che gli segnavano il viso pallido.
Michele preoccupato, finì in fretta la cena, si fece dare della tachipirina alla reception dell’albergo e salì in camera.
Trovò Diego  acciambellato sotto le coperte, sveglio e febbricitante. Gli diede una pastiglia con un bicchiere d’acqua  e andò a farsi una doccia veloce.
Di ritorno, si infilò a letto accanto all’amico: anche con la febbre, Diego si coricava  con i soli boxer. Gli accarezzò  la testa affettuosamente, chiedendogli se andava un po’ meglio. Diego era come i bambini, non sopportava di essere malato, e si lamentò “no, non va meglio, non riesco a dormire e mi dà fastidio la testa, non so come mettermi…” gli occhi lucidi a fissare Michele.
“Dai, vieni qui, girati e mettiti in braccio a me, appoggiati alle mie gambe e stai tranquillo, ora passa” e piegando le gambe, si prese Diego in braccio, massaggiandolo  dolcemente.
Chiudendo gli occhi Diego sospirò, lasciandosi coccolare dall’amico;  i brividi  presto  sparirono  e si addormentò.  Michele sorrise “è proprio un cucciolone” pensò.  Appoggiato alla  sua schiena, cercò di addormentarsi a sua volta, ma niente da fare, le ore passavano ma il sonno non arrivava. Al contrario, si sentiva prendere sempre più dall’agitazione. Con suo immenso stupore, si accorse di essere eccitato. “Oddio, che se si sveglia Diego, mi uccide” cercando  di darsi una spiegazione  per quella situazione: alla fine si sa, gli uomini di notte hanno sempre un’erezione, è normale, non è perché…
Diego si svegliò “Michi…” disse piano, girandosi verso di lui “senti, io…” 
“Non è niente Diego, stai tranquillo, adesso ci addormentiamo tutti e due, va bene?” cercando di allontanarsi, temendo che l’amico avesse sentito quello che non doveva assolutamente sentire!
“Michi… mi abbracci ancora?” la voce assonnata, gli occhioni sognanti, Diego lo guardava tremando.
“Ma Diego, dai, dobbiamo dormire, è tardi…” si interruppe inorridito mentre Diego lo accarezzava proprio lì… proprio lì santo cielo! Ma cosa succede stanotte?
Guardando il visino di Diego, non poté fare a meno di dargli un bacio in fronte: beh, almeno era fresco ora, la febbre era scesa. Ma allora, quel tremito?
Muovendosi piano, come un gatto, Diego gli si avvicinò abbracciandolo, e sorprendendolo lo baciò sulla bocca, stringendosi contro di lui. “Oddio, anche lui…” Michele sentì l’eccitazione di Diego contro di sé.
“Diego cosa stiamo facendo? Io non capisco, e quando non capisco vado in paranoia…” sussurrò Michele contro la bocca di Diego.
“Rilassati Michi, le cose capitano…”.
Michele si riscosse: inutile starsene seduto ancora alle tastiere, quando nella testa frullavano certi pensieri. Nessuna nuova canzone sarebbe nata, oggi.
Sorridendo andò a farsi un caffè, continuando a pensare a Diegone: da quel giorno  era capitato tante volte.
Quasi quasi parto e gli faccio una sorpresa. Voglio vedere la faccia che farà, aprendo la porta!
Il telefono: guardò il numero sul display e rise di gusto. Chi poteva essere se non Diego?

*****
Oggi proprio non va. Diego butta un occhio alla tv, ma non c’è niente che lo interessi.
Guarda dalla finestra il cielo bigio: la prima nevicata in città non si farà attendere ancora per molto, le montagne sono già imbiancate, la stagione sciistica è aperta.
Diego sente freddo, ma non è un freddo che ha a che fare col clima. Sente freddo dentro, sente che gli manca qualcosa, e questo lo rende nervoso. Si aggira per casa come un leone in gabbia, poi afferra il telefono. Lo posa sospirando. Ha già chiamato Michele tante di quelle volte! Solo un amico come lui poteva ascoltarlo paziente, senza mandarlo  al diavolo.
Comunque ha capito ormai. Gli manca Michele. Gli manca una di quelle belle serate passate a disfare il mondo e a ricostruirlo. Con nessun altro si trova così bene, e nessun’altro  lo sa capire come lui.
Forse una bella birra è quello che ci vuole. Davanti al frigorifero, la bottiglia in mano, sente che non ne ha più voglia e la mette via. “Diego, sei un isterico!” si dice e scoppia a ridere. Cioccolato, ci vuole del cioccolato.
Presa la tavoletta, finalmente torna a sedersi sul divano, le gambe strette al petto, in quella posizione che gli è così congeniale. “Ho bisogno di affetto” pensa mordendo il cioccolato con convinzione “ho bisogno di Michi, che poi è la stessa cosa”.
La testa appoggiata al cuscino, lo sguardo al soffitto, Diego ripercorre le tappe degli ultimi anni della sua vita, i migliori a ben vedere.
Una fortuna essere entrambi con la stessa casa discografica quell’anno. A partire dalla collaborazione di Michele nel Mio Gatto, erano diventati inseparabili. Al punto che  dopo la sua ospitata in “Io vengo dalla Luna” Michele gli aveva offerto di far parte della band.
Il loro rapporto era andato arricchendosi  sempre di più, fino al giorno in cui… Diego sogghignò ricordando…
Stava così male quel giorno, che a malapena era riuscito ad arrivare alla fine del concerto.
Quando più tardi a letto, Michele lo aveva preso tra le braccia, si era sentito così bene; aveva capito che era quello che voleva da tanto tempo, ma non sapeva come l’amico avrebbe reagito a una sua eventuale proposta.
Solo quando sentì  contro di lui l’eccitazione di Michele  capì che anche lui provava la stessa emozione;  si girò immediatamente, felice. Michele esitava però, lui è sempre così razionale! “Fortunatamente io sono un impulsivo, altrimenti non sarebbe successo niente quella notte”.
Michele oppose un po’ di resistenza, ma Diego lo abbracciò,  gli restituì tutte le carezze che lui gli aveva fatto per calmarlo, lo baciò dapprima dolcemente, poi sempre più appassionatamente, le mani che percorrevano il suo corpo,  finché Michele si rassegnò all’inevitabile.
“Se dev’essere, sia, ma lascia che anch’io partecipi alla festa a modo mio!” disse bloccando Diego con le mani sul cuscino e salendo a cavalcioni su di lui; prese a percorrergli il corpo con la bocca, dandogli piccoli morsi, il corpo minuto che si arcuava sotto di lui, chiamando il suo nome…
Fu così bello…  Ripensando a quei momenti, Diego si sente eccitato anche adesso.
“Doveva abitare fino in Puglia? Siamo ai due estremi dell’Italia, cazzo!”.
Suona il telefono. “Michele” pensa Diego felice, ma rimane deluso vedendo il numero. No, non è Michele, ma forse la proposta che riceve può essere una buona soluzione al suo problema. E’ un amico d’infanzia che ha aperto un agriturismo in montagna, e lo invita per il fine settimana. “Dai Diegone, prendi su la tavola e vieni qui. Tre giorni sulle piste, la neve è ideale per lo snowboard. Ti aspetto domani, va bene? Fino a domenica sarai mio ospite”.
Perché no? Sempre meglio che stare lì in casa a intristirsi “Va bene dai, ci sto. Vado a preparare la tavola! Grazie, a domani”.
Diego va, prepara lo zaino, poi si avvia in garage: deve preparare la tavola, stendere la sciolina, spatolare, tirare, lisciare… un buon metodo per sfinirsi, e smetterla di pensare.

*****
L’indomani mattina, Diego è pronto per partire. Zaino in spalla e tavola sottobraccio, apre la porta e si trova davanti Michele, in procinto di suonare il campanello. “Michele? “ Diego rimane a bocca aperta a guardarlo, quindi  molla armi e bagagli e vola ad abbracciare il suo amico.
Se Michele aveva avuto qualche dubbio sull’accoglienza che avrebbe avuto presentandosi così senza preavviso, gli passò presto. Diego aveva un’espressione radiosa, lo attirò in casa e gli stampò due baci sulle guance.
“Questa sì che è una sorpresa, accidenti, non potevi farmi sorpresa più bella Michi!”.
“Si, ma tu stavi partendo, mi dispiace, ti son capitato fra capo e collo” rispose Michele.
“Ma no, ma no figurati. Stavo andando a fare un giro in montagna, mi ha invitato un amico… senti, e se ci andassimo insieme? Se ti va. Non te ne vai subito no? Però se non ne hai voglia restiamo qui, non mi importa di andare, era solo per distrarmi un po’, ma ora che ci sei tu, possiamo anche rimanere a casa, davvero’” Diego è in piena paranoia.
“No, non me ne vado subito, non ho fatto mille chilometri per ripartire nel pomeriggio, tranquillo Diegone!” ride Michele “Per me va bene andare in montagna, ma non so se sono attrezzato per il freddo e la neve”.
Diego lo guarda “beh, per il freddo sicuramente, hai una giacca a vento polare, cuffia, sciarpone e guanti col pelo!”.
“Ma vanno bene qui, dove non c’è neve. Hai presente che freddo fa nella tua città?” risponde piccato Michele.
“Ma ci vai in Alaska conciato così! Potrei vedere di prestarti i doposci magari…”
Michele lo guarda con espressione ironica.
“No, in effetti non abbiamo proprio la stessa taglia, eh? Dai, andiamo, i doposci li compriamo lassù, e gli sci li puoi noleggiare”.
“Diego, non ho mai messo uno sci in vita mia, e non intendo certo incominciare oggi. Io vengo volentieri perché sono qui per stare con te, ma non certo per rimetterci qualche pezzo. Già il ginocchio è ancora malandato. Non preoccuparti, andiamo dai così tu fai in tempo a farti una discesa”.
“Va bene… va bene, andiamo dai!” Diego lo guarda, ancora incredulo che Michele sia lì con lui, poi chiude la porta, lo prende sottobraccio e salgono in macchina.
In poco più di un’ora, raggiungono la meta. L’accoglienza alla baita è festosa, Michele è certo di essere il benvenuto anche lì.
Diego sale in camera a cambiarsi: vuole far vedere a Michele qualche prodezza con la tavola!
Michele lo aspetta di sotto, mentre si mette i doposci che gli hanno messo a disposizione.
Diego ritorna chiuso in una tuta dai colori acidi, e si avviano verso la pista in compagnia del gestore della baita. Diego sale mentre loro due si accomodano su due sdraio, proprio in fondo alla pista, pronti a vedere le prodezze dell’amico.
Quando Michele lo vede scendere, è praticamente sicuro che non rivedrà mai più Diego tutto intero!
“Ma è normale? No che non lo è! Ma si ammazzerà!” rivolgendo uno sguardo terrorizzato al suo accompagnatore.
“Ma no, Diego è un mago in questo sport.  Come surfa lui, nessuno! Guarda, scommetto che adesso ti farà vedere un flip…”
“No, io non lo voglio proprio vedere un flip, qualsiasi cosa sia” Michele è davvero preoccupato, quel ragazzo è un pazzo scatenato.
“Eccolo, visto? Lo sapevo che lo faceva! E’ un grande Diegone!” girandosi a guardare Michele.
Questi è pallido come un cencio: quello era un salto mortale!
Finalmente Diego sta arrivando alla fine della pista; si dirige a tutta velocità verso di loro e blocca la sua tavola, sollevando una nuvola di neve fresca.  Togliendosi occhiali e casco, guarda Michele con occhi scintillanti: “Visto? Che ne dici?”.
“Dico che non sei normale, prima o poi ti ammazzerai così!”.
Diego ride soddisfatto: “Andiamo a mangiare qualcosa dai, ho una fame da lupo!”.
La sera volge al termine, e i due amici si avviano verso la camera da letto.
“Mi spiace che dovrete dividere lo stesso letto, ma purtroppo le altre camere sono occupate e…” Diego e Michele si guardano sogghignando.
“Tranquillo, non è un problema, abbiamo già diviso tanti letti!” fa Michele. Diego lo guarda con un sorriso luminoso “andiamo, che hai viaggiato tutta notte, sarai stanco”.
La camera è spartana, ma un grande camino è acceso sulla parete di fronte al letto.
“Chi fa la doccia per primo?” fa Diego. “Io, che sono il più anziano e sono stanco dopo una notte trascorsa in viaggio!” risponde Michele guardando Diego in cagnesco.
Dopo la doccia, Michele attende Diego seduto sul tappeto davanti al camino. Finalmente un po’ di calore in quella landa desolata e piena di neve, lui che è abituato al caldo della sua Puglia!
Sentendo un rumore alle sue spalle, Michele si gira e scoppia a ridere di gusto. Diego si è portato il pigiamone di scena, quando cantano Ilaria condizionata, e stringendo l’orsetto si dondola, guardandolo.
“Diego, quanto mi sei mancato? Non dobbiamo più stare tanto tempo senza vederci!”  Michele lo acchiappa e lo fa sedere vicino a lui.
“Mai quanto tu sei mancato a me, Michi. Non ce la facevo proprio più a starti lontano, avevo bisogno di parlare con te, di stare con te”.
“Vuoi passare la serata chiacchierando o…” Michele lo guarda con occhio sadico, quindi gli toglie il pigiama “questo proprio non ci serve, vero Diegone?” dice con la voce nasale.
Diego rimane nudo davanti a lui, lo guarda con occhi adoranti, già eccitato. In ginocchio, gli toglie la tuta “tanto adesso non hai freddo, vero Michi?”.
“No, non ho freddo”.
Diego lo bacia tra i capelli, ne aspira il profumo di neve e legna, sospirando. Accarezzandogli il viso lo bacia, teneramente, la lingua a sfiorare le labbra di Michele, facendosi spazio poi per un bacio più profondo.
Michele lo prende per i fianchi, lo fa sedere in braccio a lui, erezione contro erezione, bocca contro bocca. Dopo un po’ Diego si stacca, riprende fiato, quindi spinge Michele a coricarsi; torna a baciare l’amico, senza dimenticare un solo centimetro di pelle: la mano all’inguine  accarezza, la bocca bacia…
“Diego fermati…” Michele a fatica si riprende, si siede, prende Diego fra le braccia, riprende a baciarlo sulla bocca, lo rovescia  sul tappeto: le mani forti a tenergli  i polsi,  “stai un po’ tranquillo adesso, tranquillo” .  Diego guarda i suoi occhi, così scuri, foschi, dove si specchiano le fiamme, e si sente sciogliere.
 “Buono, lasciati guardare, lasciami fare ora” Michele si china su di lui,  la lingua scivola sul suo corpo, lasciando scie più roventi del fuoco del camino. Diego tenta di liberarsi dalla presa di Michele, si inarca,  ma lui non lo lascia “stai buono Diego, o dovrò legarti” lo minaccia.
Diego si blocca, lo lascia fare; Michele esplora il suo corpo instancabile, finché non lo sente implorare. “Ti prego, Michi, ti prego…”; solo allora si spinge in lui, piano, non vuole fargli male, e  continuando ad accarezzarlo, lo porta all’orgasmo, lasciandosi andare anche lui subito dopo, le mani di Diego aggrappate alle sue spalle,
Guarda l’amico, vede una lacrima solcare il suo bel viso “Che c’è Diego? Che succede…”. “Va tutto bene Michele, va tutto bene, sono felice”.
“Anch’io sono felice”.
 Diego guardando il fuoco del camino chiede “Michi, noi siamo amici, dico amici veri”. “Certo Diegone, la nostra è un’amicizia che non avrà mai fine”.
“Si” fa Diego, azzittendosi subito dopo. Michele lo guarda, sorride, sa cosa vuole chiedergli, ma lo lascia sulle spine. Diego è un romantico in fondo, lo sa.  Lo guarda, occhi negli occhi “siamo due amici che si amano. Non è fantastico?”.
Diego sorride, guarda il suo Michele coi grandi occhi nocciola e risponde “si, è bellissimo avere un amico come te da amare!”.
“Senti Michele, domattina vieni con me sulle piste, ti faccio provare la tavola!”.
 “Non pensarci nemmeno, non mi coinvolgerai nella tua follia!”.
“Dai Michi, vedrai che poi ti diverti! Ti insegno io”  Michele alza gli occhi al cielo: la prossima volta, mare! 

3 commenti:

  1. Fantasia, pienezza, profondità e romanticismo non mancano in questa storia che si snoda tra presente e passato. Che grande senso artistico hai Annina e che spettacolo come rispetti la psicologia dei personaggi! Qualsiasi essa sia, nelle tue storie sei sempre coerente. Le tue trame sono sì avventurose, (Michele che sale fino a Torino per Diego.. magari!!) ma un surfista tra la neve, soprattutto pensando alla tuta che ne delinea le curve, mi ha letteralmente stesa! Viva gli scenari romantici, la baita e la neve, l’erotismo soft ma tutto sommato pure hard.. Ma sapessi quanto mi è piaciuta la scena in albergo, la febbre e la prima consumazio ihihihihi (faccia diabolique) come si riesce bene a trovarsi sotto le coltre eh? Grandissima performance mia cara.

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  2. Ma chissà poi se qualche volta Michele non è corso davvero dal suo amico Diego. A me piace pensare che sia così!
    Sono felice che i miei sogni a occhi aperti ti stendano! Hahaha!!! <3

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  3. Aw, ma che fic carina, dolce... e anche hot (nonostante la neve)!!! <333
    Belli loro che non riescono a stare lontani l'uno dall'altro! E il concetto dell'"amico da amare" è così romantico! <333

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