lunedì 5 novembre 2012

Pregiudizio


Titolo: Pregiudizio
Parring: Diego/Michele (Caparezza)
Genere: Real person slash
Storyline: Prove del tour habemus capa
Disclaimer: è tutto frutto di fantasia, come sempre e niente è fatto a scopo di lucro


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Erano seduti uno fianco all’altro, come succedeva spesso. Soprattutto negli ultimi tempi. Doveva prima o poi diventare una cosa normale per Michele averlo tra i piedi, visto che da qualche anno, per motivi lavorativi quasi sempre, Diego scendeva a Molfetta. Eppure, durante quelle prove dell’Habemus capa a Trani, il fatto che lui fosse là, a dividere il palco, il microfono e le battute, gli risultata curioso, piacevolmente curioso. In quel momento però non si trovavano alle prove ma facevano anticamera dal tipografo. Aspettavano che fossero pronte le locandine del tour. Michele aveva chiesto a Diego di accompagnarlo in quell’incombenza mentre tutti gli altri erano tornati a pranzo nelle rispettive case. Ma Diego non aveva nessuno da cui tornare, e non conosceva ancora bene i suoi compagni di tour. Fin dall’inizio, dal duemila, era stato sempre e solo una cosa tra lui e Michele Salvemini. E anche se trovava simpatici e accomodanti gli altri ragazzi, con una predilezione per il tranquillo Giovanni, era sempre nei pressi di Michele che si rifugiava, come per avere protezione. E Michele trovava normale occuparsi di lui, sostenerlo e guidarlo.
Diego piegò la testa verso la spalla di Michele percependo la montagna di capelli fargli ombra sulla testa. Al contatto, Michele s’irrigidì un po’: “Sei stanco? Vedrai che avrà quasi finito”
“Ho un po’ sonno” Diego si lasciò andare completamente sulla spalla del collega e questi, istintivamente, gli circondò le spalle abbracciandolo e accostandolo di più a sé. A quel punto l’altro si sistemò ancor meglio in quel comodo cantuccio. Una coppia di pensionati entrati per ritirare qualcosa, li guardò tra il risentito e il curioso. Ma non accadde niente. Quando però, poco dopo entrò una signora sui sessanta con un bambino di otto anni per mano, e li fulminò con un sguardo gelido e severo, qualcosa nei due cantanti scattò. Michele la fulminò a sua volta con gli occhi intensamente scuri, arrabbiati e Diego si aggrappò ancora più a lui, facendogli percepire la stretta forte, nonostante il corpo minuto. “Cosa tocca vedere davanti ai bambini!” cianciò la tizia alla donna dietro il bancone che si voltò dalla parte di Caparezza e Diego. Ma il suo sguardo non rivelò che imbarazzo.
“Ai bambini non danno certo noia due innamorati. Sono le persone piene di pregiudizio come lei a trovare da ridire” pontificò Michele sicuro di sé e, per corroborare il concetto, Diego si piegò a baciargli la guancia spruzzata di barba. L’altro rabbrividì per via dell’anellino al labbro. La donna scattò a coprire gli occhi del bambino, il quale non solo non si scandalizzò per nulla ma riconobbe il suo idolo: “Nonna è Caparezza!” di lì a poco il piccolo pretese l’autografo sotto gli occhi sconsolati della nonna, alla quale non restò che andarsene con la coda tra le gambe.
“Non ci faccia caso signor Salvemini, la gente di queste parti è ignorate marcia” sorridendo maliziosa aggiunse: “Lo sappiamo tutti che non ha quel problema là signor Salvemini... ricordo bene la bellissima ragazza con la quale si presentò l’ultima volta”
“Ehm... ci siamo lasciati” la corresse facendola diventare di mille colori. Michele prese finalmente il pacco di locandine e, affiancato da Diego, si avviò verso la sua utilitaria.

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Una volta tornati al teatro, tra i due aleggiava un po’ di imbarazzo. Diego si chiese se fosse il caso di parlarne, così da stemperare l’aria oppure attendere che lo facesse l’altro, sperando però che la cosa cadesse nel dimenticatoio. Era turbato e non si trattava di un turbamento negativo, tutt’altro. Come se il suo cuore avesse iniziato a battere in maniera strana e fosse intenzionato ad andare avanti in quel modo a lungo. Almeno finché non fosse successo qualcosa di diverso.
E lo disse tutto d’un fiato senza nemmeno accorgersene: “Ti scoccia che hanno pensato che fossi il tuo ragazzo?”
“Perché, non lo sei?” Michele rispose con una battuta ma si capiva che era a sua volta sulle spine. “Io no comunque, e tu ti sei offeso Diego?”
Abbassando la testa e arrossendo un bel po’, replicò sincero: “Tutt’altro che offeso, per me è stato un onore. Mi ha fatto sentire importante”
A diventare ancor più rosso fu Michele: “Importante? Esagerato!” Non sapeva più cosa dire o dove mettere le mani.  Si sentiva ingombrante. Come se ogni sua parte del corpo fosse inopportuna. E gli occhi grandi e luminosi di Diego che lo guardavano tanto intensamente, lo facevano sentire nudo come un serpente che ha perso la muta. “Invece è stata una bella sensazione” Diego si guardò la punta dei piedi cercando di respirare normalmente. Non voleva che Michele si accorgesse che arrancava per trovare aria. “Ma non lo farò più se ti dà noia” e con piglio serio precisò: “Non ti abbraccerò più così davanti a tutti, soprattutto da queste parti, con le mentalità meno aper..” a Diego fu impedito di terminare la frase perché Michele gli fu addosso, i visi ad un niente.
“Non esiste! Tu puoi abbracciarmi quanto e come ti pare, ovunque, qui e in qualsiasi altro posto, ok?” e senza preavviso gli pose le sue lunghe braccia intorno ai fianchi. A Diego, dopo un attimo di irrigidimento per via della sorpresa, venne naturale mettersi sulle punte ed abbracciarlo a sua volta. Forte, deciso. Stretto, stretto. Restarono in quella posizione così a lungo che non si accorsero della porta che si apriva e del resto della band che faceva ritorno.
“Se disturbiamo torniamo dopo eh” si sentì tra i commenti. Diego e Michele, sogghignando, tornarono ognuno per conto proprio. Ma in verità nessuno dei due avrebbe voluto privarsi così presto di quel calore.

3 commenti:

  1. Amoreee! Ma che bello! Diego che si lascia andare sulla spalla di Michele... non so, mi mette proprio felicità questo racconto! Poi quando sono così "cucciolosi" e timidi uno con l'altro, mi fanno impazzire. Non parlerò dei pregiudizi, non ne ho voglia, mi innervosiscono anche nei racconti. Grazie cara! <3 <3 <3

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    1. Sì, infatti è bello rimarcare che entrambe le donne, tanto la tipa della tipografia quanto la nonna, siano piene di pregiudizi. La vecchia per ovvi motivi, l'altra perché gli basta vedere (come a tutti) un uomo con una barba e magari une bella ragazza accanto, per escludere che sia "uno di quelli là". Ecco che in primo piano vanno le cose piacevoli, e super cucciolose... <3

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  2. Ma come ti vengono, tesoro! Sei la mia dea, piena di talento e idee!
    Bellissima la rappresentazione del pregiudizio meridionale attraverso le comparse! E dolcissimi loro tutti accoccolati... e quell'abbraccio finale... stupendo! <3

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