lunedì 29 aprile 2013
La cinquantaduesima volta, ottava parte
Titolo: La cinquantaduesima volta
Autori: Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/ /Romantico/Introspettivo
Rating: PG, slash, NC 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia compresi i nomi
di luoghi, i nomi di attività commerciali, locali, gruppi musicali.
I personaggi sono originali, i nomi
sono stati scelti per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa.
Michele e Diego camminano verso
la moto, ognuno catturato dai propri demoni. Il centauro scopre improvvisamente
un’anomala voglia, per uno della sua pasta, di litigare, di mettere Diego di
fronte ai suoi errori: “Hai ottenuto ciò che volevi” rumina indossando il
casco. “Se volevi essere sicuro che i tuoi amici non capissero che stavamo
insieme... beh! Ci sei riuscito alla grande!”
Diego è ancora intontito da
quello che ha sentito dire da Emma, ma un rigurgito di orgoglio, prima di
salire in sella, replica: “Cazzo, quella ti è stata appiccicata come una piovra
tutta la sera! E tu gliel’hai permesso”
“Sei tu che mi hai detto che non
volevi che i tuoi amici sapessero che eri passato all’altra sponda. E poi te ne
sei andato” mette in moto Michele e, nonostante tutto Diego sale e lo
abbraccia.
“Ad un certo punto mi è venuta
voglia di tirarti i drink in faccia. Sono stato sul punto di fare una cosa
teatrale davanti a tutti. Forse...”
“Forse cosa?”
“Forse avrei fatto meglio a
farlo” mormora tra sé ma ora che sono partiti, con il vento è in faccia e i
caschi, Michele non può sentirlo e il discorso resta così, a diluirsi nel buio di
una Torino calda ed erotica di un luglio ancora tutto da consumare.
A casa, Michele si spoglia e, una
volta in boxer, si butta su letto. Mani dietro la testa, guarda il soffitto in silenzio, mentre immagini della
pessima serata passano davanti a lui, nella sua mente. Nessuno dei due ha sonno
e nemmeno voglia di parlare, di chiarire. Michele ha chiara la situazione: due
fattori hanno scatenato la frattura tra loro, la paura di Diego di essere
scoperto dai suoi amici, la sua passione per i Nevada. Questi elementi hanno
convogliato insieme rivelandosi devastanti. Ma la devastazione può essere
accantonata anche subito. Infatti, senza nemmeno lasciarlo parlare, Michele
decide di far pace a modo suo. Appena gli passa vicino, in maglietta a spalla e
boxer aderenti, agguanta l’amante e lo butta sul letto. Supera agilmente le rimostrante
e nel giro di qualche secondo sono già uniti, ad erodersi in un armistizio
piacevole. Dopo però che lo ha lasciato venire, Michele nota una luce strana
nel suo viso, un’espressione nuova, amara, che non gli ha mai visto. “Eh,
ragazzo, tutto ok?” Gli chiede riavviavandogli i capelli sudati.
“Ti amo Michi” ansima ancora
scosso dalla contrazioni.
“Anch’io, hai una faccia strana”
“Non parliamone più” Michele si
stacca da lui, ponendosi poi al suo fianco. Diego gli sembra sempre bellissimo
in apnea, dopo il sesso ancora più bello che durante. Ma quella luce che ha
visto nel suo volto lo ha spaventato davvero. Chiude gli occhi sperando di non
aver visto fantasmi o che, se proprio ci sono, i fantasmi presto si
dilegueranno.
Diego non ha esami fino alla
sessione autunnale, ma quando le città si svuotano, anche i meccanici hanno meno
da fare. Suo zio glielo spiega quel lunedì sempre bello caldo. “I soldi per
andare in vacanza con i tuoi amici li hai guadagnati, ora ho poco da fare.
Goditi il tempo libero e magari tornerai a settembre”
Diego annuisce. Quasi due mesi di
lavoro con lo zio gli sono bastati. Non per i soldi delle ferie, in vacanza con
Alessio e gli altri non ci andrà. Non gliel’ha ancora detto, infatti ha deciso
che quel pomeriggio passerà da lui. Sa che lo troverà, abita alle case popolari
e i pomeriggi li passa giocando alla play. Ha già avvisato Michele che farà
tardi, che forse per l’ora di cena non ci sarà, perché passerà del tempo con
Alessio, come non fa da un bel po’.
Come previsto, Alessio gli apre
la porta con la consolle ancora in mano. “Entra”
“Hai da bere?” sa che Alessio è
tutto tranne un buon padrone di casa. Non posseggono buone maniere nemmeno i
suoi genitori, che di solito hanno sempre ignorato Diego quando gironzolava per
casa sua praticamente sette giorni su sette. Mai proposta una fetta di pane e
nutella o un bicchiere di coca cola. “Tieni” Alessio gli offre la birra e Diego
si appollaia su una sedia. Fa un sospiro e, dopo aver mentalmente contato fino
a cinque, afferma: “Io non ci vengo a Lloret
de mar con voi. Mio zio mi ha licenziato proprio oggi. No cioè... non
proprio licenziato, mi ha detto che a luglio ha poco lavoro e mi ha chiesto di
tornare in settembre. Vorrei mettere a parte i soldi per farmi la macchina. Mi
sono stufato di dividere la Smart con mia madre” il discorso se l’è quasi
imparato a memoria. Come quando ha un esame con tanta teoria, sperando di
raccapezzarci un voto non troppo scarso.
“Non c’è problema” Alessio alza
le mani, poi prosegue acido: “Scommetto che invece con Michele ci andrai però”.
Diego arrossisce vistosamente,
non se lo aspettava! Non dopo la serataccia di tre giorni prima. “No, ma che
dici... lui torna due settimane in Puglia dai suoi, come tutti gli anni e io
penso che starò qui...” mente. Non è assolutamente vero. Andrà con Michele,
ovvio. Ma dirlo equivarrebbe ad ammettere che stanno insieme. Alessio insiste:
“Non è male, anche se questa cosa che ha fatto ad Emma... ”
Diego si alza scazzato: “Ad Emma
non ha fatto proprio niente!”
“Beh, l’ha tipo messa da parte
dopo averci flirtato tutta la sera. Ma tu non c’eri, tu seguivi i tuoi idoli.
Quei frocetti dei Nevada”
Diego suda: “Smettila. Abbiamo
gusti musicali diversi, e allora? E comunque non mi va di parlare di quello che
è successo o non è successo tra Michele e Emma” poi aggiunge: “Quelle sono
troiette, non le dovevate portare”
“Già, se non c’era Michele me la
sarai fatta io. Ma non fa niente, la figa non mi è mai mancata e comunque ci
esco stasera con Emma”
“A sì?” Diego alza un
sopracciglio gioendo dentro di sé: Alessio non è tipo da ragazza fissa,
preferisce cambiare spesso. E così il capitolo riguardante la sua gelosia nei
confronti di Michele e Emma può definirsi chiuso con successo, pensa.
“Tu piuttosto? Ti ho visto entrare
nel privè con quel capellone. Ma sì, il cantante dei Nevada, come si chiama?”
Diego sbianca e poi rumina:
“Davide”
“Certo, Davide. Quello
dell’incidente. Lo sai che non si è ancora svegliata? La sua ragazza...”
Diego si tortura il piercing
sull’orecchio. Era meglio continuare a
parlare di Michele e Emma!
“Che argomento stuzzicante.
Cazzo, ti vengo a trovare e tu mi parli di ragazze in coma, di incidenti?”
“Va bene, dai! Non te la
prendere. Solo mi ha sorpreso vederti che ti spostavi nel privè con quello là. Perché
poi ci sei andato?”
“Non è un segreto! Volevo solo...
lascia perdere, piuttosto tu non hai intenzione di prepararmi niente per cena e
io ho fame e visto che ti vedi con Emma, tanto vale che torni a casa” Diego fa
per andarsene ma alla fine Alessio riesce a convincerlo a trattenersi ancora un
po’, non hanno nemmeno più giocato, e Diego accetta.
Finiscono per ordinare la pizza a
casa e, alle dieci in punto, escono insieme per recarsi all’appuntamento con
Emma. “Ora vado, non ha tanto senso che mi faccia vedere”
“Ma dai, che fa. Ci andiamo a
bere una cosa tutti e tre e poi te ne vai” Diego è sugli scudi. Non è finita
bene l’altra volta con Emma, si sente pure un po’ in colpa: a causa della sua
gelosia mischiata alla vigliaccheria di non voler far scoprire di Michele ai
suoi amici, ha fatto litigare tutti, ha creato ambiguità. Faccio sempre casini! Alla fine accetta. Manda un messaggio a
Michele cercando di non farsi scoprire dall’amico che tutto sorridente lo
prende a braccetto.
Emma non fa allusioni al sabato
sera mal riuscito. Beve con attenzione, sorride molto a Diego e sussurra
paroline confidenziali all’orecchio di Alessio. Diego è sollevato dall’essere
quello meno bello. Quando erano adolescenti, spesso gli pesava che Alessio e
Simone, i fighetti del gruppo, avessero più successo di lui con le ragazze. Guarda invece come cambiano le cose,
pensa, uno cresce, arriva a ventitré anni
e... Birra, ci vuole altra birra! Scatta in piedi e, appartenente con la
scusa di lasciare i piccioncini da soli, raggiunge il bancone del locale.
Mentre beve tranquillo, si sente picchettare alla spalla. Davide. “Ciao” Diego ci
prova ad essere naturale e dopo il saluto con un triplo bacio sulla guancia, si
sente dire: “Sei diventato un nottambulo anche tu, a bere anche di lunedì”
“No, tranquillo, non sono
diventato alcolista. Non farò tardi” si tocca la nuca imbarazzato. Non si sono
più visti da quel sabato. Sapeva che si sarebbero dovuti rivedere, si sono
divisi con quella promessa, ma Diego non pensava così presto. “In realtà stavo
andando anch’io. Andiamo insieme?” Si sente proporre. Diego è sulle spine. Da
una parte gli fa piacere farsi vedere dagli amici allontanarsi con Davide dei
Nevada, ma dall’altra... “Ok, perché no. Saluto i miei amici e andiamo”.
Emma gli schiocca un sonoro
bacio, Alessio gli fa l’occhietto e poi torna ad occuparsi della sua conquista,
fregandosene dell’amico. È lunedì e per strada non gira nemmeno un cane. Agosto
ormai è alle porte. Diego pensa a Michele anche quando il braccio di Davide gli
circonda le spalle. “Vieni a casa mia. Sarà divertente”
“Ma no, mi aspettano” è di sasso.
Ma la tentazione è tanta. Davide gli ha promesso di mostrargli la sua casa –
studio, dove i Nevada registrano. È lì che nascono quei meravigliosi pezzi che
tanto lo affascinano. “Senti..” tituba ancora qualche attimo, poi Davide gli
prende le guance tra i palmi: “Distraimi Diego, portami via per un po’, portami
da un’altra parte”. È la richiesta di un condannato quella? Diego non lo sa, ma
si scopre ad accettare senza più remore.
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Che si sarebbero incontrati me l'aspettavo, dopo che avevano flirtato tutta sera al concerto. Che Diego accettasse di seguirlo, sapendo che non va per provare il suono di un nuovo synth, forse no, non l'avrei detto. Ma lo capisco, se il tuo idolo ti implora di farlo volare per un po', non puoi non farlo. Spero solo che se succederà, e se tornerà da Michele,tenga per sè i pensieri e i rimorsi, se ne avrà, visto che Michi un paio di fantasmi svolazzare, li ha già notati. Perchè non finisca anche troppo presto.
RispondiEliminaLa solita saccentona che ha capito tutto lei. Detto in affettuosa maniera... ;)
EliminaHahaha! Ah, non alla molfettesa manera? :)
RispondiEliminaehehehe!!!
EliminaCavoli questa non me l'aspettavo. Anche se dopo il continuo scambio di sguardi tra Diego e Davide un incontro era più che prevedibile, solo che mi chiedo. Cosa succederà a casa di Davide? Come dice annina, di certo non l'ha invitato per fargli vedere dove registrano, ma come agirà Diego? E soprattutto, cosa è accaduto nel privé da costringerlo ad arrossire davanti gli amici? Questo capitolo suscita tanto la mia curiosità. Ci sarebbe tanto da dire e da aprire un dibattito. Per ora aspetto di vedere come evolverà il tutto
RispondiElimina;)
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