martedì 16 aprile 2013
Dalle Puglie alle Alpi, decima puntata
Titolo: Dalle Puglie alle Alpi
Autori: Annina
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo
Rating: PG, slash, NC 13
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, ho preso in prestito i nomi solo per ispirazione artistica.
X CAPITOLO
Chiacchierando allegramente
tornano verso casa, entrando in cucina nello stesso momento in cui entra il
signor Salvemini.
“Non vi spiace se
mangiamo qui invece che in sala da pranzo? Dico soprattutto per te Diego, noi
pranziamo sempre qui, ma tu sei l’ospite” Mariella intanto toglie dal forno una
grande teglia di pasta. “No anzi mi piace molto qui, è una stanza bellissima”
si siede come al mattino tra le due ragazze mentre il padre di Michele lo
osserva senza parere.
“Ma voi vi chiamate
tutti con la emme? Cioè i vostri nomi iniziano tutti con la emme? E’ bella
questa cosa, un filo che vi unisce tutti no?”.
“Sì è così, io mi
chiamo Mario infatti. Ma dimmi tu che lavoro fai?” il tentativo di conversazione
del signor Salvemini riceve un cenno soddisfatto della moglie. Diego risponde
lanciandosi nella descrizione del proprio lavoro con dovizia di particolari.
Mario annuisce: “Sembra che ti piaccia davvero. Beh, ti capisco, io lavoro la
terra, credo che Michele te l’abbia detto, e so cosa vuol dire la soddisfazione
di veder crescere qualcosa che hai piantato tu, che hai curato”.
Diego non sapeva nulla
del suo lavoro, ma finge il contrario, e continua a parlare delle sue piante,
dei giardini progettati, della soddisfazione di lavorare all’aria aperta, anche
se il freddo ti entra nelle ossa. Mario concorda, spiega a sua volta. Sembra
andare tutto bene e tutti fanno onore ai piatti che Mariella serve, dalla pasta
al forno agli arrosti.
“Mamma hai cucinato per
un esercito. Vero che quando c’è Diego a tavola, si salva poca roba”.
All’uscita di Michele
Diego arrossisce, ma ridacchia: “Cosa volete che vi dica? Io brucio molto, ho
bisogno di mangiare evidentemente! Poi è tutto così buono, non posso proprio fare
a meno di assaggiare tutto!”.
Purtroppo arrivati alla
fine, quando ormai Diego aveva tirato un sospiro di sollievo, Mirella gli si rivolge, dicendogli che ha appoggiato
lei il suo zaino nella stanza di Michele, dove dormiranno stanotte. A quell’uscita
Mario arrossisce e reagisce quasi con violenza: “No! Nello stesso letto a casa
mia no! Mi dispiace ma no!”.
“Ma Mario…” la mamma
tenta di fermare la sua rabbia, ma lui va avanti per la sua strada. Michele a
questo punto si arrabbia davvero: “Papà ma cosa ti cambia? Lo sai che stiamo
insieme, lo sai che viviamo insieme, cosa c’è di strano se dormiamo insieme
anche qui! Dai ma è…” Michele si blocca vedendo lo sguardo di Diego su di lui,
che lo implora silenziosamente di smetterla. Rosso in viso dalla rabbia, si
azzittisce, e Diego annuisce: “Non è un problema davvero, dormo da qualsiasi
parte io, anche un divano mi va bene, non voglio che ci siano problemi, non
voglio che litighiate” la voce è ferma ma gli tremano le mani e Michele può
vedere il cuore battere forte sotto la maglietta.
“Va bene, facciamo così
allora, Diè tu dormi nella mia stanza e io sto sul divano in camera di Marta e
Monica se per loro va bene”. Le sorelle
annuiscono intristite mentre stringono le mani di Diego sotto al tavolo.
Il padre se ne va e
Michele si alza e si avvicina a Diego, mettendogli le mani sulle spalle: “Scusa
Diego, lo so che non sopporti le discussioni, e meno che mai in questo caso, ma
mi dà fastidio e non riesco a tacere, lo sai che non ci riesco”.
“Lo so non preoccuparti
è a posto” ma il suo cuore è ancora accelerato, Michele lo sente; lo prende per
mano e lo fa alzare: “Vieni dai, andiamo a sistemare la tua roba, poi torniamo
a chiacchierare un po’ mà, va bene?”
Entrano nella camera e
non appena la porta è chiusa Michele lo prende tra le braccia: “Vieni qui
cucciolo, perdonami” Diego lo abbraccia stretto e si baciano quasi con
disperazione. “E’ difficile Diego, è tutto difficile. Eppure è stato facile
volerci bene no? Senti il tuo cuore come corre…”.
“Ma adesso corre per
te, perché sono qui con te” il sorriso di Diego, i suoi occhi dolci riempiono Michele di tenerezza per quel suo
ragazzo. “Sistemeremo tutto; comunque l’importante è che noi ci amiamo, tutto
il resto non conta. Andiamo un po’ con mia mamma? C’è rimasta male anche lei
poverina. Poi ti porto a fare un giro in paese e stasera ceniamo fuori”.
Tornano in cucina e
passano un paio d’ore a chiacchierare amabilmente con Mirella, che si rivela
una persona con un cuore grande. Diego capisce che la somiglianza col figlio
non è solo fisica, sono uguali nell’animo, coraggiosi e combattenti, ma dotati di una grande sensibilità.
“Mamma, ora porto un
po’ Diego a visitare il paese, poi restiamo fuori a cena. Era già previsto, non
è una ripicca verso il papà; però comunque tu capisci vero? Vengono anche le bambine”.
“Le bambine” la mamma
sorride “le chiami così da quando sono nate, accomunate sempre e comunque. Solo
undici mesi di differenza in effetti, praticamente gemelle… prendi le chiavi
Michele e divertitevi”.
Michele raggiunge gli
altri che lo stanno già aspettando fuori e presa l’auto si dirigono verso il
paese.
Nelle ore successive Michele
e le sorelle si prodigano per far vedere a Diego tutto quello che di bello c’è
nel loro paese. Lui è il turista perfetto, i grandi occhi registrano tutto
quanto, chiede, vuol sapere, si esalta davanti ai monumenti e lo studente d’arte
che è in lui tira fuori tutte le rimembranze scolastiche, ricordando gli stili
e le epoche. Sono passate le otto quando i Salvemini si arrendono alla
stanchezza, mentre Diego potrebbe ancora continuare all’infinito.
“Ma chi te la dà tutta
quella carica Diè? Sei inesauribile!". Michele si appoggia al parapetto che
circonda il porto, ultima tappa del giro turistico.
“Eh, lo sai che sono
uno attivo io! Tu piuttosto? Non è da te
tutta questa stanchezza; quando ti feci visitare Torino girammo per intere
giornate in bici e a piedi: avrà mica ragione la tua mamma? Sei sicuro di stare
bene Michi?” Diego lo scruta in viso e lui si scosta, seccato. “Vediamo di
piantarla vero? Cos’è sta mania di volermi ammalato ora?”.
“Va bene, va bene. Dove
mi portate a mangiare? Perché sento un languorino” Diego dribbla abilmente il
discorso per non fare arrabbiare davvero il compagno, ma sotto sotto è un po’
preoccupato. Lo guarda di sottecchi ma Michele che se lo aspettava gli pianta
in viso gli occhi neri e furibondi. Diego gli fa un bel sorriso e si alza in
punta di piedi scoccandogli un bacio in fronte. Le sorelle scoppiano a ridere e
anche Michele si rassegna: “Come faccio? Non posso arrabbiarmi con lui, è
disarmante!”.
Più tardi davanti a un
bel piatto di riso, cozze e patate, Michele dietro pressante richiesta delle
sorelle, spiega come si sono incontrati la prima volta . Il particolare del glitter sugli occhi di
Diego le incuriosisce particolarmente.
“Ma perchè ti trucchi?”
Monica lo chiede a Diego mentre Michele scoppia a ridere al ricordo di quel che
aveva pensato quella notte: “No, scusa Diego, non credo di avertelo detto, ma
io mi ero convinto che tu facessi la Drag Queen! Oh, un pensiero che è durato
proprio un attimo, in effetti non ti ci vedevo molto in quella parte!”.
Anche Diego scoppia a
ridere: “Non ci posso pensare! Ma mi ci vedi? Non ho proprio il fisico! Mi fai
assaggiare?” puntando il piatto del compagno si prende un paio di forchettate
di riso: “Buonissimo. Se sapevo… no, son buonissime anche le orecchiette,
però... posso solo una ancora?” Michele alza gli occhi e da’ il suo piatto a
Diego, prendendosi in cambio il suo con una ormai esigua porzione di
orecchiette: “Il secondo l’abbiamo preso uguale vero Diè? Io con te rischio
sempre di morire di fame”.
Le sorelle ridono:
“Siete buffi voi due insieme; così affiatati poi, si vede, si sente che siete
due anime gemelle! Ma non ci avete ancora spiegato però cosa ci faceva Diego
truccato! Non sarà un mistero?”.
“Ma che mistero! Il mio
gemello qui è una personcina impegnata, e tra tutte le altre cose che fa, ci ha
infilato anche ‘sta cosa che recita per i bambini malati dell’ospedale; fa
parte di un’ associazione, vanno in reparto si truccano, recitano, poi vanno a
trovare i bambini che non possono alzarsi... E’ una cosa talmente bella che sto
pensando anch’io di entrare a farne parte”.
Marta e Monica guardano
Diego ammirate: “Sei proprio bravo, non so se riuscirei a fare una cosa del
genere, ci vuole coraggio penso” commenta la prima.
“Vedere tutti quei
bambini che ti vogliono abbracciare, tutti contenti perché per un po’ si sono
scordati di dove sono, ti fa sentire bene. Ma io la faccio anche per motivi
egoistici sai? Spero che serva per togliermi questo terrore dell’ospedale che
ho. Mi sento male quando sto là dentro, i camici mi fanno paura e vorrei sempre
scappare via a gambe levate. Però so che sto facendo qualcosa di buono, e spero
che questa paura se ne vada prima o poi”.
“E’ vero, ne esce
sempre con gli occhi dilatati e il cuore che va a mille all’ora; ma forse ha
ragione, è una terapia d’urto; e poi questa fobia dovrà passare prima o poi; se
dovessi finire in ospedale, non verresti nemmeno a trovarmi, sono sicuro!”.
“Piantala!” Diego
glielo dice seccamente, con espressione seria.
“Oh Diego era una
battuta, rilassati” glielo dice sorridendo Michele, ma Diego non vuole sentir
ragioni: “Beh, non mi ha fatto ridere, non si scherza su queste cose, non lo
fare più”.
Con una smorfia Michele
si stringe nelle spalle, poi prende una patatina fritta dal piatto che il
cameriere ha appena portato, e la mette davanti alla bocca del compagno:
“Pace?”.
Diego lo guarda un po’
sostenuto, poi finalmente sorride e accetta l’assaggio.
Marta cambia discorso:
“Ma non hai sentito nessuno dei tuoi amici Michè? Nemmeno Gaetano?”.
“Si Marta, Gaetano l’ho
sentito ma stasera andava via, e gli altri ho pensato di non avvisarli perché
tanto domattina si riparte, non avremmo nemmeno avuto il tempo di vederci;
appena verrò giù per qualche giorno allora sì che li chiamerò. Senti Diego, ma
se noi andassimo a dormire a casa mia stanotte? Anche se è rimasto spento il
riscaldamento per tanto tempo, non moriremo proprio di freddo no?”.
“Lascia stare dai,
faresti stare solo male tua mamma che è già abbastanza tesa poverina. E’ una
notte Michi”.
“Michi? Lo chiami
Michi? E’ buffo! Non ha la faccia giusta! E’ un nome dolce, e lui invece è un
orso, guardalo!”.
“No, non è vero, è
dolce lui” Diego arrossisce, non voleva dirlo così, davanti alle sorelle, gli è
proprio scappato e guarda Michele, come temendo di averlo infastidito, ma lui
non se l’è presa, anzi scompigliando il ciuffo del compagno ride: “Mai come te,
però!”.
Dopo cena tornano a
casa e mentre le due ragazze rientrano, Michele e Diego vanno a fare una
passeggiata notturna sulla spiaggia.
Abbracciati camminano
sulla riva, sotto un cielo terso e una luna quasi piena che illumina il mare.
Arrivati in una caletta si fermano ad ammirare l’orizzonte e Michele bacia il
suo compagno sui capelli. “Che incanto vero? Davanti al mare mi sento sempre
più libero, come se non ci fossero mai ostacoli. E tu Diè? Non dici niente?” lo
guarda e capisce: “vedo, sei il mio solito ragazzo sensibile. Però adesso fai
commuovere anche me” si stringono in silenzio, sentono che quella sera il loro amore è parte di tutta quella
meraviglia che li circonda. Quando si lasciano Michele gli mette una mano sul
petto: “Questo cuore prima o poi volerà via sai? Senti come va veloce!”.
“Ti amo Michi. E anche
il tuo di cuore batte forte”. Ride Michele: “E’ perché ti amo anch’io”.
Un ultimo bacio e si
avviano verso casa. Lo accompagna nella sua stanza ma non si decide a lasciarlo
solo. “Sono così arrabbiato per questa cosa, sono sicuro che non ci dormirò
stanotte. Ciao Diè, dormi bene. Ah, per stasera è andata così, ho fatto un pò
il romantico, ma sappi che quest’estate quando saremo qui in vacanza non mi
limiterò a baciarti nella caletta, ma ci faremo delle scopate galattiche!”.
“Prometti!” Diego gli
salta al collo felice: “Promesso!” un ultimo bacio e Michele se ne va lasciando Diego seduto all’indiana
in mezzo al letto.
Nella stanza delle
sorelle si mette a camminare avanti e indietro come un leone in gabbia.
“Non avete idea di come
mi dispiaccia saperlo di là da solo! Ma vi pare? E’ il mio compagno e deve
stare di là solo perché nostro padre si è riscoperto legato alle tradizioni?
Poi era lì da solo, in quel letto così grande… lui piccolino…”.
“Un attacco di
romanticismo fratello? Stasera scopro lati di te che mi erano sconosciuti. E ne
sono felice!” Marta già in pigiama come la sorella scambia con lei un’occhiata,
schiocca un bacio al fratello passandogli accanto ed esce dalla stanza.
“Ma dove va?” chiede
Michele distratto cominciando a spogliarsi. Immediatamente la porta si riapre e
Marta rientra tenendo per mano un Diego un po’ impacciato.
“Il papà non entrerà
mai nella tua stanza sapendo che ci dorme un ospite, e non entrerà mai nemmeno
da noi, entra solo mamma qui. Comunque abbiamo chiuso a chiave tutte e due le
porte. I nostri sono letti grandi, e ci abbiamo già dormito insieme. Voi vi
mettete nel mio e io e Monica ci dividiamo il suo. E siamo tutti contenti.
Sembra quasi un pigiama party!”.
“Oh, peccato che non ho
portato i miei trucchi accidenti!” all’uscita di Diego ridono tutti; vanno
avanti a chiacchierare per un po’, poi si arrendono al sonno.
La mattina dopo la
prima a svegliarsi è Marta che allunga lo sguardo sul letto vicino e rimane a
guardare il fratello addormentato con Diego sul petto, abbracciati. Chiama la
sorella che si incanta anche lei a guardarli. “Beh, ti dirò, preferisco mille
volte Diego a Fiorenza”.
“Anch’io. Diego è così
carino. E Michele è migliorato da quando sta con lui. E poi si vede che è felice, con Fiorenza non
era mai così contento” bisbiglia Monica.
La voce di Michele le
spaventa: “Cosa avete da spettegolare voi due?”.
“Ma siete svegli?” le
due sorelle di corsa saltano sul letto del fratello: “stavamo dicendo che vi
vogliamo bene!” Diego che dormiva ancora spalanca gli occhi spaventato, ma si
rilassa subito e come prima cosa dà un bacino a Michele sulla guancia “E’ un
rito mattutino, non posso saltarlo” poi si lascia abbracciare e baciare dalle
sorelle di Michele, in un groviglio di braccia e gambe. Michele sbuffa “fate un
casino infernale, arriveranno anche i vicini non solo papà” ma anche lui è
contento di farsi coccolare dalle sorelle: “Vi voglio un sacco di bene anch’io
bambine”.
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Terribilmente intenso questo capitolo. Diego è in perenne ansia e quando Michele litiga con il padre il cuore sembra volersene galoppare via. Ogni passo trovano difficoltà, ma questo non fa che rafforzare il loro amore. Bellissimo il pezzo in riva al mare con un Michele super romantico. Non so perchè ma mi aspetto sempre che accada qualcosa a guastare l'armonia che si è creata tra loro. Spero proprio di sbagliarmi
RispondiEliminaE se ti sbagliassi le storie non esisterebbero. No? La cosa principale che mi preme dire su questo capito è che ti arriva tutto: lo sgomento di Diego quando ci resta male per l'incazzatura del padre, l'emozione che prova di fronte a quei posti o semplicemente camminando con il suo amore in riva al mare. Arriva il bene che le sorelle vogliono a Michele e lui per loro. Arriva tutto, mi arrivano sopratutto le parole di Michele riguardo la fobia del suo innamorato per gli ospedali. Con il senno di poi scaturisce emozione anche in me che già sto male. Ma sempre più convinta che questa storia è bellissima e meritevole.
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