giovedì 24 gennaio 2013
Baci al miele in paradiso, quarto capitolo
Titolo: Baci al miele in paradiso
Autori: Annina
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo
Rating: PG, slash,
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, ho preso in prestito i nomi solo per ispirazione artistica.
CAPITOLO IV
Il giorno dopo il mare è una tavola ma dalle
colline arrivano nuvole scure.
“Nuvole dalle colline, oggi pioverà. Meglio così
ho le conserve da preparare lo farò nel pomeriggio” Michele apre comunque il bar ma ci sono
pochissime persone: è la spiaggia dei locali quella e loro sanno come funziona
il tempo.
“Farei un bagno allora finchè posso. La Roberta
non viene oggi? Sennò tu non puoi accompagnarmi” Diego intanto si toglie la
maglietta e lo guarda interrogativo.
“Dovrebbe arrivare. Se ce la faccio ti raggiungo
dopo. Stai attento mi raccomando”.
“Beh oggi il mare è praticamente fermo, sarei
proprio un idiota a mettermi in pericolo. Comunque tu controlla la situazione
ogni tanto” Diego sorride guardandolo.
“E chi ti perde d’occhio?” Michele contraccambia
lo sguardo e gli arruffa i capelli, indugiando poi con la mano sulla nuca e
dandogli una lieve spinta “vai Diego, vai”.
Mentre Diego si allontana verso il mare Michele si
siede su uno sgabello, pensieroso. Lo vede che si gira e lo saluta con la mano
prima di tuffarsi. Michele lo saluta a sua volta e lo osserva: piccolo e magro,
proporzionato, già un po’ abbronzato. Un bel viso dolce e due occhi e un
sorriso meravigliosi. Ma… Ma è la prima
volta che provo qualcosa per un uomo. Michele è più che perplesso e si chiede
come andrà a finire questa storia. Non ha mai avuto niente contro le coppie omo
e anzi ha anche partecipato a un paio di gay-pride, perché sa che l’amore è
amore e basta e crede nei diritti delle persone. Però a lui non era mai
capitato di sentire un’attrazione così forte verso un altro uomo, non sa come
comportarsi.
Così perso nei suoi pensieri non sente arrivare
Roberta e sobbalza quando lei lo
abbraccia da dietro.
“Michele come sei assorto! Hai dei pensieri? Belli
o brutti?” si siede accanto a lui e gli porge la ciotola delle arachidi
“vuoi?”.
Michele ne pesca una manciata e inizia a
sgranocchiare “Pensieri né belli né brutti. Strani” risponde.
“E riguardano il nostro Diego?” Roberta lo guarda
con arguzia.
Michele pesca ancora dalla ciotola prima di
rispondere “Sempre sveglia tu! Sì riguardano Diego” la guarda e prendendole la
mano le rivolge la domanda che lo tormenta da un po’ “tu credi che sia
possibile che io sia attratto da lui? Io non sono omosessuale non ho mai avuto
prima d’ora di questi pensieri. Ora tu lo sai come la penso in proposito, solo
non vorrei sbagliarmi, non voglio fare del male né a lui se mai potrà prendere
in considerazione una mia proposta, e nemmeno a me stesso però. Non so come
fare” sospira Michele mentre si gira a guardare Diego che nuota e subito gli
spunta un sorriso “gli ho promesso di non perderlo di vista”.
Roberta lo accarezza con dolcezza “Michele non
pensarci troppo su. Li abbiamo sempre fatti questi discorsi no? L’amore è amore,
non importa da chi e per chi arriva. Se ti sei innamorato di Diego diglielo. Mi
sembra che anche lui comunque non sia rimasto indifferente al tuo fascino! Non
siamo mai stati bigotti e ai gay-pride ci saremo andati per qualcosa no? Che
sia per una donna o per un uomo cosa importa? Forse hanno ragione quando dicono
che siamo tutti bisex: accettalo e lasciati andare Michele ”
Michele annuisce: “Grazie Rò sapevo di poter
contare sul tuo aiuto psicologico! Sei meravigliosa. Sono felice che siamo
riusciti a rimanere così amici dopo che ci siamo lasciati. Mi sento meglio ora
che ho parlato con te e farò come hai detto, seguirò la corrente, seguirò il
mio cuore” si alza e la abbraccia con tenerezza.
“Anche tu sei meraviglioso Michele e sono felice
anch’io che il nostro amore sia sfociato in questa bella amicizia. Ora vai a
fare compagnia a Diego, tanto qui oggi non si fa nulla”.
Michele non se lo fa ripetere e di corsa raggiunge
la riva e si tuffa, quindi con forti bracciate raggiunge Diego che sta facendo
“il morto” vicino alla boa.
“Serve aiuto signore?” grida Michele al suo
indirizzo ma lui non lo sente perché ha le orecchie sotto il pelo dell’acqua.
Quando gli arriva vicino vede che ha gli occhi chiusi e senza pensarci lo
chiama battendogli una mano sulla spalla.
Diego, immerso nei suoi pensieri, si spaventa
tantissimo e cercando di mettersi in piedi sprofonda nell’acqua.
Michele lo piglia per la mano e lo tira fuori ridendo
fragorosamente “ma non ti si può perdere davvero di vista Diego, stai sempre ad
affogare!”.
“Mi hai fatto prendere un colpo! Ero certo di
essere qui da solo quando mi hai toccato ho pensato di tutto, persino a uno
squalo! Non farlo mai più! E smettila di ridere, senti qui che tachicardia!”
Diego prende una mano di Michele e se la porta al
petto.
Michele gradatamente smette di ridere, e la sua
mano sale dal petto al collo di Diego per finire ad accarezzare il piercing che
ha sulla bocca.
Diego non si tira indietro e posa su di lui uno
sguardo indecifrabile, la mano torna sul petto dove il cuore sembra voler
volare via. Se mi bacia non riuscirò a
mandarlo via, se mi bacia… fa che mi baci…
Inopportuno un tuono risuona all’improvviso sopra
di loro e le prime gocce d’acqua cominciano a cadere.
Non si erano nemmeno accorti che si fosse fatto
così buio.
Continuando a guardarsi negli occhi si staccano,
poi Michele sembra riprendere in pugno la situazione “presto fuori,
con il temporale è pericoloso rimanere a mollo”.
La spiaggia è lontana e si mettono a nuotare
veloci mentre la pioggia cade sempre più forte.
Finalmente escono dall’acqua e corrono verso il
bar, dove Roberta ha già sistemato tutto, rimane solo da chiudere la porta
Si asciugano e si rivestono velocemente e poi si
precipitano tutti e tre attraverso la pineta per tornare a casa, ma basta un
attimo per essere bagnati più di prima.
Salutano Roberta
e Michele si siede alla guida e si toglie la maglietta fradicia
lanciandola sul sedile posteriore “non mi va di tenermi addosso sta roba
bagnata” si gira verso Diego “e tu? Oh…” Michele perde la parola guardando
Diego: la maglietta bagnata gli aderisce come una seconda pelle, le gocce gli
scendono dai capelli lungo il viso che in quel momento ha un’espressione
dolcissima mentre lo guarda con i grandi occhi nocciola.
“Diego posso dirti che così sei una tentazione?”
Michele glielo sussurra mentre con un dito gli toglie le gocce di pioggia dalle
guance e scende ancora una volta ad accarezzargli il collo e le spalle,
fermandosi a fatica dallo scendere più giù. Lo lascia e si schiarisce la voce
più volte prima di esalare: “meglio che andiamo” mettendo in moto e sgommando
via.
Diego non fiata e si allaccia la cintura di
sicurezza. Al cervello dovrei metterla
una cintura. Eppure anche lui ha voglia di toccare Michele, così bello
seminudo e bagnato di pioggia. Devo decidermi,
devo pensare, devo fare qualcosa.
Arrivano a casa in silenzio, la tensione fra di
loro è palpabile. Poi Michele ritrova la parola: “Allora, ci facciamo una
doccia e poi mangiamo qualcosa. Hai voglia di aiutarmi a fare le conserve oggi?
Tanto non smetterà di piovere tanto presto, per oggi la giornata è persa. E per
fortuna ti avevo detto che non piove mai!”.
“Certo che ti aiuto. Per me va bene anche un
panino se vuoi, poi mi spieghi cosa fare”.
“No ci facciamo una pasta; intanto che preparo il
sugo vai pure a sistemarti Diego che sei fradicio”.
Mentre Diego corre di sopra a farsi una doccia
Michele sbatte le uova con la panna e prepara la pancetta per la carbonara,
mette l’acqua sul fuoco e continua a pensare a Diego, a quanto gli piace,
quanto gli vuole già bene. Ma pensa anche che Diego non vuole, non vorrà e lo
capisce, e tristemente sale in camera sua.
Diego si lava e si riveste velocemente quasi con
frenesia, vuole tornare subito in cucina con Michele, vuole… si blocca e si
siede sul letto. Diego adesso ti fermi e
rifletti, pensa bene a quello che stai facendo. Vorrebbe parlare con
qualcuno ma non sa chi chiamare. I suoi amici? Ma li metterebbe in imbarazzo e
probabilmente non saprebbero come aiutarlo. Lucia? Non gli sembra proprio il
caso vista la situazione. Diego si sente abbandonato a sé stesso. Innamorato? Mi sto innamorando di un uomo?
Sono già innamorato? Dovrei andare via. Dovrò andare via. Cazzo faccio?
Diego si alza, va verso il cassettone e si guarda
nello specchio parlandosi a voce bassa “allora Diego, devi contare solo su te
stesso, devi decidere da solo cosa vuoi fare. Michele ti piace, e tanto. Il
problema qual è? Che è un uomo. Non sei mai stato con un uomo in vita tua. Non
ti è mai piaciuto un uomo fin'ora. Che facciamo?” continuando a guardarsi Diego
si mette a ridere. Sto impazzendo, parlo anche da solo adesso. “Allora se
non vuoi venire meno alle tue idee, ai tuoi principi, hai sempre predicato che
uomo o donna non conta, quel che conta è l’amore. Certo quando poi ci sei
dentro tu, la musica cambia…”. Si fa una smorfia e torna a ridere. Andiamo giù e quel che sarà sarà. Scende
di corsa le scale e arriva in cucina mentre Michele sta condendo gli spaghetti;
annusa l’aria “Carbonara? Divino Michele! Io adoro la carbonara” lo guarda e vede
un’ombra di tristezza negli occhi neri dell’amico. Gli si avvicina e lo
accarezza in viso facendo una buffa smorfia
e stringendosi nelle spalle gli sorride.
Michele lo guarda e capisce cosa vuol dire:
significa dammi tempo, fammi pensare, solo un attimo di respiro.
Annuisce e
risponde al sorriso.
“Forza Diego passa il piatto che è buona calda!”
serve tutti e due e si siedono al grande tavolo.
Diego fa per divorare il primo boccone ma si
blocca e guarda Michele “Quanto peperoncino ci hai messo?”. Lui ride “niente
peperoncino mio dolcissimo amico, solo un po’ di pepe”.
“Bene allora” e Diego attacca il suo piatto con
appetito
Dopo pranzo mentre fuori la pioggia continua a
cadere, Michele spiega a Diego quello che devono preparare, e mentre
quest’ultimo inizia a pelare e tagliare zucchine e melanzane, Michele le cuoce
in aceto e vino bianco; alla fine insieme riempiono decine di vasetti di
verdure alternandole ad aglio e spezie e coprendole di olio. Ormai è ora di
cena quando finiscono anche l’ultimo vaso. Michele è felice “abbiamo lavorato
benissimo, ci avrei messo tre giorni da solo! Sono fiero di noi”.
“Senti Michele io ho una ricetta di giardiniera,
la fa mia mamma, magari la prossima volta proviamo, se ti va. Fa freddino però
non trovi? E’ sempre così quando piove?”
“Sì scende subito la temperatura; senti di là
nella saletta da lettura o tv o come di pare c’è il camino; lo accendiamo e
ceniamo lì davanti. Cosa ci prepariamo?”.
“Bello! Niente dai prendiamo un po’ di formaggio e
salume, una roba spiccia, abbiamo cucinato tutto il giorno! Io apro il frigo,
tu accendi dai” Diego prepara un vassoio mentre Michele passa nella sala e accende l’imponente camino che occupa
quasi un’intera parete.
Si sistemano a terra sul tappeto con la schiena
appoggiata al divano e il vassoio posato a terra fra loro.
La tv nell’angolo rimane spenta ma Michele si alza
a mettere un cd nello stereo. “Ti spiace se metto Branduardi? Mi piace un
casino, poi ha una musica adatta alla situazione non trovi?”.
Diego si mette a ridere “avete anche la stessa
capigliatura! Dai, vieni a mangiare
Michi; ma senti anche il miele lo fai tu?” chiede Diego mentre ne cosparge
abbondantemente una fetta di formaggio.
Michele ride: “veramente lo fanno le mie
api! Ho un paio di arnie, non le hai viste stamattina? Però lo toglie il
vicino, ho ancora un po’ paura, poi lo lavoro e lo preparo io”.
Diego ride a sua volta “non volevo certo dire che
lo producevi tu direttamente. Comunque è davvero buono” sposta il vassoio ormai
vuoto e passa la bottiglia di birra a
Michele, spostandosi più vicino a lui.
“Senti come piove forte. È bello sentire il
rumore della pioggia seduto davanti a un camino acceso” Diego appoggia la testa all’indietro sul
divano e si lascia scappare un grosso sospiro.
Michele si gira verso di lui e lo guarda: è
bellissimo Diego così rilassato, con gli occhi resi dorati dalle fiamme che vi
si specchiano. Anche Diego lo guarda. Michele si abbassa lentamente verso la
sua bocca e questa volta Diego non si sposta. Lo bacia dolcemente sulle labbra
e chiude gli occhi, sentendo divampare dentro di sé un fuoco più incandescente
di quello del camino. “Sai di miele bimbo” gli sussurra sulla bocca. Allora
Diego sente che non può più opporre resistenza; circonda con le braccia il
collo di Michele e lo bacia tra i capelli, in fronte su tutto il viso arrivando
infine alla sua bocca. Anche Michele lo stringe e finalmente si baciano con
passione e sentimento, e ognuno pensa che non potrà mai più fare a meno
dell’altro.
La pioggia fuori continua a cadere.
Appena si staccano per riprendere respiro, Michele
fissa gli occhi di Diego: “Non sai quanto ho aspettato questo momento, quanto…
Non volevo forzarti, avevo paura che tu scappassi. Dio che occhi hai Diego,
sono così belli”.
Diego si appoggia al suo petto e lo accarezza.
“Michi l’ho aspettato anch’io questo momento, e tanto avevo voglia che
accadesse, tanto ne avevo paura. E ho ancora paura. Non so cosa sto facendo,
non capisco e…forse non mi importa di capire. Tienimi stretto”.
Michele non chiede di meglio e lo abbraccia forte
accarezzandogli i capelli.
Rimangono così per un po’ paghi di sentire il
respiro, il calore, l’amore l’uno dell’altro.
“Ci conosciamo solo da tre giorni e mi sembra di
conoscerti da sempre, come se non avessi aspettato altro che te. È bello. È
strano e bello” Diego alza il viso e gli rivolge uno dei suoi sorrisi:
Michele sente il cuore sciogliersi.
“Sei davvero dolce tu e hai ragione, è strano e
bello tutto questo. Non eravamo preparati vero? Ma ti voglio un gran bene,
grande”.
“Grande come il mondo?” ride Diego e
allacciandogli il collo con le braccia lo tira verso di sé e lo bacia ancora, e
ancora, e ancora…
Non sanno quanto tempo restano a baciarsi ma
quando si separano il fuoco del camino è ormai spento. “Senti Michi non piove
più. È tardi, dobbiamo andare a dormire, domani c’è da lavorare”.
“Sei un ometto saggio! Hai ragione è meglio
andare” si alza dal tappeto e tende la mano a Diego per farlo rialzare.
Abbracciati salgono le scale e una volta davanti
alle porte delle camere si guardano. Michele capisce dal piglio smarrito di
Diego che per quella notte è meglio se si dividono. Anche lui non sa bene come
comportarsi e non vuole che succeda nulla che non abbiano deciso assieme.
Si danno un ultimo bacio, ma non riescono a
separarsi, si tengono stretti come due bambini impauriti. Ed è Michele a
spingere Diego nella stanza “Vai, dormi bene ragazzo mio” un ultimo bacio sulla
fronte e si separano.
Una volta a letto Michele rimane a guardare il
soffitto chiedendosi se non dovrebbe correre nella stanza di fronte e lasciare
che succeda quel che deve succedere.
Diego a sua volta è pentito, vorrebbe Michele
accanto a sè, anche solo per restare abbracciati. Ma poi? Non si sente pronto,
anzi sì, si sente pronto, vuole far l’amor con lui, ma… Santo cielo Diego la prima volta con una donna non ti sei fatto tante
domande no? E allora? Cosa c’è di diverso?
Poi si dice che altrochè se è diverso stavolta. Si
alza e apre la finestra. La luna splende nel cielo e le nubi se ne sono andate.
Pensa a Michele, pensa ai suoi baci e sorride. Guarda la luna e chiede sottovoce “cosa devo fare?”. Gli
risponde solo il canto di una civetta. Diego ride e richiude la finestra, si
butta nel letto e pensando alle labbra di Michele finalmente si addormenta.
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Mica ti posso fare un commento con solo aggettivi, tutti che finirebbero con "oso" tipo: meraviglioso, favoloso, gustoso, godurioso... no dai, faccio la seria. La cintura di sicurezza al cervello non la mette, ma soprattutto non la mette al cuore, e per fortuna. Senza filtri, si lascia scivolare ma non senza prima averci riflettutto un attimo. No, è davvero magico quello che succede tra i due ragazzi, tra le tenui onde prima della tempesta, tra gli sguardi che si danno mentre uno controlla e l'altro si gira a salutare, con una complicità perfetta, una tempistica perfetta. E i ragionamenti di Michele, che poi sono gli stessi di Diego, così come i propositi, ci riportano alle parole di un famoso pezzo del momento che dice: "L'amore è una cosa semplice", e sì che lo è! E mi sembra che il lasciare che sia, come dicevano invece i Beatles, tanto per continuare le citazioni musicali, gli riesca molto bene. Bravi. Finalmente sono arrivati i baci al miele. Ora posso dirtelo che sei brava? Ti ho fatto giusto un pizzico di editing perché sono una rompicoglioni patentata, come sai. Grande Civa, però la prossima volta che posti dimmelo, mi fai schezetti... ;)
RispondiEliminaHo i brividi. La scena davanti al camino è spettacolare, così coinvolgente che sembra di essere li con loro tanto da temere di disturbare la loro intimità. Quando si baciano riesco a sentire tutto il loro amore, i sentimenti sopiti che finalmente escono fuori e li sommergono quasi. La cosa che mi piace è che è un sentimento puro, bello, non solo dettato da una passione fisica, è come se fossero connessi anche mentalmente, un tutt'uno. Non è attrazione sessuale, ma è qualcosa che scava dentro, molto più profondo
RispondiEliminaWow!!! lo volevo dire io, preciso!
EliminaMi sa che abbiamo commentato nello stesso istante quando ho cominciato il tuo non c'era ancora. AHahahah che tempistica
RispondiEliminaMi fate arrossire! Sono contenta che vi piaccia e soprattutto sono contenta che la stiate leggendo proprio come volevo io: non è una storia facile da portare avanti per i due ragazzi, perchè la situazione è nuova anche per loro, e se si trattasse solo di sesso potrebbe essere più facile. Invece il sentimento è molto denso, se vogliamo dirla con Battisti, ma pare che loro si lascino avvolgere volentieri, finalmente. Grazie davvero! Ally, credevo di avertelo detto che postavo, ma ogni tanto la mente mi va in stand-by... porta pazienza! :o)
RispondiEliminaSì lo so che bisogna avere pazienza con le Civette, poi il periodo è strano... sono tempi strani... ;)
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