Titolo: A place to remember
Autore: Alex G
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini (Caparezza)
Genere: Real person slash
Story line: Eretico tour L'Estinzione
Rating: nessuno
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia... I personaggi non mi appartengono. Questa storia non è scritta a scopo di lucro
Quel
pomeriggio, dopo aver vagato senza una meta per le viuzze di Cerveteri, Diego
cerca un riparo dal caldo torrido sotto un albero. Siede pensieroso, le gambe
piegate davanti a lui, le braccia sulle ginocchia e lo sguardo fisso davanti a
sé. in lontananza s’intravedono i tumuli sepolcrali e Diego si ritrova a
pensare a quanto sia intrigante e magico quel luogo. In ogni città o paesino in
cui si fermano per il tour lui cerca un posto che sia solo suo per riflettere e
a volte, anche per comporre qualche verso. Ma quel giorno c’è un pensiero fisso
che gli occupa la mente: cosa sarebbe accaduto una volta terminata la tournee.
Mancano solo poche date e presto tutti sarebbero ritornati a casa, dalle loro
famiglie, fidanzate e occupazioni. E lui? Si domandò cosa avrebbe fatto una
volta a casa, nella sua Torino, tra gli amici di sempre, la sua ragazza. Certo.
Avrebbe dedicato il suo tempo alla sua carriera da solista, alla promozione del
cd, a dei concerti. Quel pensiero lo pervade di una strana elettricità. Nonostante
tutto è triste. Dopo tutti quei mesi trascorsi a stretto contatto con Michele,
coi ragazzi della band, le continue prove, i cazzeggi, si ritroverà solo. Sa
che gli mancherà tutto, ma che soprattutto gli mancherà Michele, le ore
trascorse in albergo a parlare, le notti insonni. Soprattutto gli mancherà il
suo sorriso e il modo in cui lo guarda, quasi come se lui fosse tutto il suo mondo. Diego sente di
non avergli mai detto a sufficienza quanto sia importante la sua amicizia, il
loro continuo confrontarsi e quanto il suo supporto anche durante i concerti
sia fondamentale per la sua crescita non solo professionale ma umana. Ogni
volta che pensa a Michele si sente invadere da una felicità improvvisa e il suo
cuore fa le bizze quasi come un cavallo indomabile e selvaggio. I suoi
occhi scuri riescono a confonderlo, a scuotere il suo animo. È ancora immerso
nelle sue considerazioni quando il cellulare vibra nella tasca. ancora prima di
rispondere sa di chi si tratta. Senza leggere il nome sul display, pigia il
pulsante verde.
“Michi”
mormora, la testa poggiata sul tronco dell’albero.
“SI
può sapere che fine hai fatto?” la voce del compagno è seccata.
“Arrivo!”
scatta in piedi.
“Diegone,
dove sei? Qui siamo tutti pronti, manchi solo tu!”
“Ho
fatto un giro, che c’è ti mancavo?” si tormenta il piercing con le dita.
“Sì,
mi manca la mia seconda voce. Dai, tra poco si comincia”
“Okay,
corro!” e dopo aver infilato il cellulare nella tasca posteriore, si precipita
lungo il sentiero.
Durante
il tragitto, non riesce a non pensare a Michele e a quello che ha provato. Cavolo, sono proprio fritto.
In
pochi minuti raggiunge il cancello posteriore. Da lontano intravede la folta
capigliatura di Michele e sorride felice. Quando gli occhi dell’amico
incontrano i suoi, Diego si sente come se avesse un frullatore acceso nello
stomaco. Imprecando mentalmente, lo raggiunge tutto scombussolato.
“Eccoti,
ma dove cazzo eri? Sei sparito ore fa!” Michele è però più sollevato.
“Ho
fatto una passeggiata” risponde, le mani affondate nelle tasche e l’espressione
da cucciolo, ma Diego dentro di se è contento della sua apprensione.
“Sempre
a girovagare. Si può sapere dove te ne vai ogni volta?” avanza verso di lui,
poi gli mette una mano sulla testa rasata. Non si è ancora abituato del suo
nuovo look.
Diego
è scosso da un leggero tremito. Gli sembra quasi come se Michele sia geloso di
quei momenti in cui lui non è incluso: “Poi ti ci porto, è davvero magico!”
“Magico?
Caspita, devo proprio vederlo, allora” sorride, il respiro diventa affannoso.
Per un attimo entrambi dimenticano che non sono soli. Gli altri del gruppo li
osservano in silenzio per poi entrare nel piccolo furgone rosso.
Diego
si perde nel nero degli occhi di Michele, senza riuscire a guardare altrove: “Sì, ti ci devo portar, magari domani”
“O
dopo il concerto. Sarà più bello con la luna a farci compagnia” propone l’altro
con un sorrisetto malandrino.
Sorpreso
ed anche emozionato, non riesce a fare altro che annuire.
“Ehi, la volete fare finita? È tardi?” Rino fa
capolino dalla portiera richiamandoli all’ordine.
Entrambi
si riscuotono e imbarazzati, li raggiungono. Per tutto il tragitto fino al
palco, Diego resta in silenzio, scoccando delle occhiate fugaci a Michele e fantasticando
sul momento in cui sarà di nuovo sotto quell’albero. Questa volta però, insieme
a lui.
L'idea di base è carina, sai? Però non succede niente, cioè è forse un po' troppo introspettiva, non so. Ecco, la foto vale molto di più, è proprio vero che non si dovrebbe mai giudicare un libro dalla copertina... ritenta!
RispondiEliminaMica è finita. Questa era solo un assaggio. Diego ci torna con Michi sotto l'albero.
RispondiEliminaforse andava specificato, no?
EliminaOddio ma la seconda parte?
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