martedì 22 gennaio 2013
2 Pianeti, Sesta parte (2)
Titolo: 2 Pianeti
Sottotitoli:2 Destini (2)
Autori: Annina
e Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo
Rating: PG, slash,
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia.
I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi per ispirazione
artistica e non per insinuare qualcosa!
“Ma’
muoviti, tra dieci minuti dobbiamo essere di là nello studio” Barbara finisce
di sistemarsi e va vicino a Santina. È agitatissima, non sa dove tenere le mani
e gira avanti e indietro nel camerino a sistemare cose che non hanno nessun
bisogno di essere sistemate, davanti agli occhi perplessi di una mezza dozzina
di persone. Addetti studio, truccatrici, autori. “Io non lo so se ce la faccio
ad affrontare questa cosa Barbara, vai tu da sola è meglio” Santina inizia a
torcersi le dita.
“Ma
mamma, se abbiamo fatto Chi l’ha visto,
possiamo fare anche questo no? È sempre per ritrovare Diego che siamo qua, devi
ricordartelo e andare avanti. Lo so che non è il nostro mestiere stare davanti
alle telecamere ma dobbiamo farlo”.
“Lo so
ma ho paura! E poi non ci posso pensare a quel povero figlio mio chiuso in
camera in albergo e non guarderà la televisione, sai lui come odia questi
programmi no? Eppure è stato d’accordo riguardo la nostra partecipazione. Lo
facciamo per noi ma soprattutto per lui. Michelino sta malissimo e non possiamo
andare avanti così. Se penso a quanto è dimagrito, soffre così tanto che non
mangia quasi più. Lui che è sempre stato un lupo affamato” Santina si toglie
una lacrima. “Ma sì, hai ragione figlia mia, dobbiamo farlo ma tutte quelle
telecamere, il pubblico, le luci... come si fa… va bene, va bene, ora andiamo.
Lo dobbiamo fare per Michele, non ce la faccio a vederlo soffrire così, ma
anche per quel piccolino che chissà dove si è nascosto, se sta bene. Ma non può
star bene, poi diceva che lui senza Michele non era nessuno, ti ricordi? No, tu
non ti ricordi perché non ci stavi mai quando c’era lui. No, no non voglio
farti una predica figlia, tranquilla tutto passato ma…”.
“Mamma
basta! Adesso sta’ zitta e andiamo che hanno appena chiamato, dobbiamo
muoverci” e accompagnate da uno dei tecnici, le due donne si avviano verso lo
studio dove le attende Mara Venier con i suoi ospiti. Al termine di una breve
presentazione, vengono fatte accomodare su di un divanetto e dopo le
presentazioni di rito parte il servizio da Torino. Viene di nuovo riassunto chi
è Diego Perrone, con la sua famiglia ricca, i sui trascorsi un po’ difficili
col la giustizia. Passano le sue foto, qua e là i posti da lui frequentati, poi
si passa alla diretta. Davanti al bar dove i ragazzi della band sono soliti trascorrere
il giorno e le serate, aspettano di parlare gli amici di Diego. Tutti si
dichiarano preoccupati perché Diego, dopo la breve apparizione a Torino
avvenuta poche settimana prima, non si è più fatto vedere né sentire da
nessuno.
“Il telefono risulta sempre
spento, probabilmente lo ha buttato o se lo sarà venduto, non so; noi proviamo
a chiamarlo tutti i giorni ma niente da fare”. Sandro è pallido, da ogni suo
gesto traspare ansia e anche imbarazzo all’idea che sta parlando alla tv. Toccandosi
i capelli, continua: “Lui è sempre stato un tipo particolare, però sparire così
senza lasciare tracce non mi sembra da lui ecco, poi è il nostro cantante oltre
che il secondo chitarrista della band, stavamo terminando un Cd nuovo ed era
entusiasta dei risultati, non ci avrebbe mollati così, non ci credo”.
Zen, al suo fianco, annuisce: “Il
giorno che è tornato a Torino per vendersi tutto abbiamo scambiato due parole;
aveva bisogno di una chitarra, la voleva a tutti i costi… gli ho dato la mia in
prestito, pare che la sua fosse rimasta a casa del suo…sì del suo compagno no?
Che lui lo aveva lasciato… insomma, ha detto che me l’avrebbe restituita appena
fosse riuscito a comprarsene una, e lui in questo è uno preciso, non uno che
frega gli amici” Zen si interrompe e si sposta più in là, mentre pensa che loro
sono sempre stati molto meno carini con lui. Che forse c’è più rispetto e
affetto ora che è sparito. Ora che è nei guai. Sempre a prendere e mai a
restituire. Ma sembrava normale, lui aveva tanto. Però gli vuole bene, sia
prima che adesso. Quando pensa di aver finito, si ritrova al centro
dell’attenzione. Il microfono di nuovo sotto il naso mentre il giornalista in
un crescendo di agitazione gli chiede: “Lei ha detto che il compagno lo aveva
lasciato. Intende Michele Salvemini, il figlio del proprietario del Verde Luna,
no? Noi sapevamo che se ne era andato per una lite sulla gestione dell’hotel
che aveva acquistato in Puglia e poi ceduto ai Salvemini, vuole spiegarci
meglio, ci dica…” ma Zen, pentito di essersi lasciato sfuggire quelle parole,
si allontana velocemente.
Nello studio intanto Barbara e
Santina sono gelate, evitano persino di guardarsi in faccia: Michele non voleva
che uscisse la sua storia con Diego, non sanno come reagirà ora, e temono il
momento in cui cominceranno loro a subire l’intervista. Mara Venier però non fa
commenti. Si rende conto che non è certo l’orario per trattare i dettagli di un
torbido intrigo omosessuale, o quello che è. E poi davanti a lei è seduta la
madre di Michele Salvemini. Mara, da madre, istintivamente sente di doverle
rispetto. A quel punto parte un filmato dove il portavoce della famiglia
Perrone rilascia un brevissimo comunicato dichiarando che data la mancanza di
rapporti con il figlio che se n’è andato da tempo da casa, non hanno nulla da
dire ai media e chiedono di non essere più disturbati.
Ma se la presentatrice è clemente
per quanto riguarda le provocazioni, gli opinionisti sono di ben altro avviso e
dopo il fitto fuoco di domande insidiose cui sono sottoposte le due donne e
alle quali a dire il vero fanno fronte in modo egregio, dopo quaranta minuti,
Barbara e Santina possono allontanarsi dagli studi di Rai1. A bordo del taxi
che le riporta in hotel non si scambiano nemmeno una parola, ma una volta
arrivate nella stanza dove le aspetta Michele, Santina si lascia andare a una
serie di insulti in barese all’indirizzo di tutta la produzione del programma.
Michele, seduto a terra, è grigio in
volto, la testa appoggiata alla poltrona, come si sedeva sempre Diego
abbracciandosi le gambe, stringendosi in se stesso.
“Durante il collegamento uno dei
ragazzi, ha detto…”
Michele interrompe la sorella: “Lo
so, ho seguito la trasmissione, ho sentito tutto, ma non m’importa anzi, voglio
che lo sappiano tutti che io e Diego stiamo assieme”. Stavamo insieme. “Comunque sono stati meschini con quell’interesse,
quelle domande striscianti: non gliene frega niente di Diego che è scomparso, a
loro interessa solo trovare qualcosa di morboso, di torbido in tutta questa
storia. E invece non c’è niente da trovare, niente da scoprire. Era una storia
bellissima e io l’ho distrutta. Ma guarda mamma, sarei solo contento di sapere
che Diego sta bene, solo quello, che non gli sia successo niente. Poi, anche se
non volesse tornare con me, ci morirei, ma non… io voglio solo che stia bene”.
Michele riappoggia la testa sulle ginocchia e Santina prende posto sulla poltrona
vicino a lui e gli accarezza i capelli in silenzio. Barbara piange.
Il giorno dopo la famiglia Salvemini
viene a scoprire un altro lato meschino della stirpe umana. Ricevono una
telefonata nella quale qualcuno dichiara di aver rapito Diego, che verrà
rilasciato solo in cambio di una cifra sostanziosa. Oppure farà una brutta
fine... Giuseppe mette il telefono in vivavoce, cosicché anche Michele possa
ascoltare insieme a lui quel terribile ricatto. Si rendono conto che
probabilmente è solo un maniaco, ma avvisano lo stesso i Carabinieri che
arrivano poco dopo, con a seguito un paio di giornalisti, e dopo aver raccolto
le testimonianze concordano che sicuramente si tratta di uno sciacallo. Dopo
aver raccomandato di avvisare se dovessero arrivarne altre, se ne vanno.
E il povero Michele, pur cercando di
convincersi che è solo uno scherzo di cattivo gusto, sente comunque il terrore
strisciargli dentro: un gelo nello stomaco e nelle vene. E se davvero…?
Ma no, impossibile, Diego se n’è
andato via da solo perché lui lo ha cacciato trattandolo come l’ultimo degli
stronzi. L’unica speranza è che non gli sia successo niente, o che non abbia
tentato un gesto estremo; lui che è così esageratamente sensibile, con quegli
alti e bassi, quei picchi sia nella gioia sia nella tristezza.
Qualche giorno dopo i Salvemini
vengono contattati da Chi l’ha visto:
pare che ci sia una novità, qualcuno ha visto Diego su un filmato dicono,
Barbara non capisce bene. Vogliono andare nello studio o preferiscono che vada
ancora De Rienzo a casa loro? Si sentono chiedere. Rispondono che preferiscono
restare a casa e concordano la diretta per il giorno dopo.
Quella notte a casa dei Salvemini
sembra interminabile, e il giorno successivo quello più lungo che abbiano mai
vissuto.
Finalmente arriva De Rienzo che li
mette al corrente della nuova situazione: hanno chiamato in diversi parlando di
Figline Valdarno, un paesino toscano, lo conoscono? C’è qualcosa che li
ricollega a quel posto?
Michele sente drizzarsi i peli sul
braccio: “Ci siamo conosciuti là” sussurra intimidito, come se rivelarlo a
quella gente equivalesse a sporcare la perfezione del loro amore. “All’autogrill”.
Santina lo guarda sconvolta: “Ma non
era figlio di un tuo collega, il concorso... ”
“Mamma’, ancora?” la rimbecca. Madre
e figlia capiscono che fino alla fine Michele ha mantenuto i suoi segreti. Se di fine si tratta... De Rienzo lo
guarda senza fare domande, ma Michele capisce che ormai deve dare la versione
giusta di tutta la storia. Racconta a grandi linee quello che è successo,
chiedendogli però di non parlarne in trasmissione, non vuole alimentare la
morbosità della gente, vuole solo ritrovare il suo compagno in buono stato.
De Rienzo annuisce quindi continua
spiegando che sempre stando alle voci giunte in redazione Diego è stato visto
appunto in un autogrill a pochi chilometri da Figline, dove passerebbe la
giornata vagabondando, cantando, accompagnandosi con una chitarra. Una di
queste esibizioni è stata filmata da una coppia di fidanzati che si era fermata
ad ascoltare con altre persone. Pare si tratti di una canzone, che i due
giovani reputano bellissima, una canzone d’amore mai sentita prima; la
performance è piaciuta talmente tanto che l’hanno pubblicata su Youtube.
Il viso di Michele passa dal rosso,
al bianco, ma ora è grigio: “Ce l’avete? Ce l’avete qui il filmato? Lo posso
vedere? Barbara prendi il portatile!” Si alza agitato. È lui, sì, non può essere che lui. Figline, la canzone d’amore.
Barbara torna con il computer in mano. Una volta su Youtube, Michele si rivolge
a De Rienzo: “Come l’han chiamata, mi dica!”
Ma è ora delle riprese: l’inviato lo
calma e gli dice che a momenti vedranno le interviste e il video passerà nel
programma. Inizia il collegamento.
Sono diverse le persone che
dichiarano di aver notato qualcuno che ricorda Diego Perrone girare per
Figline, e anche i baristi dell’autogrill l’hanno visto scorrazzare nel
parcheggio dei camion, sempre con la chitarra a tracolla, e tutte le sere
esibirsi davanti le scalette che conducono all’autogrill.
A quel punto parte finalmente il
filmato di Youtube. Michele lo vede e si sente morire: è lui! È il suo Diego quello che canta. Amore mio, amore mio sei vivo, solo quello volevo sapere... ma non
gli basta più, ora che lo ha visto. Si poggia i palmi sopra gli occhi. Ma deve
guardare, anche se quello che vede lo spaventa, peggio: lo atterrisce. Diego è
dimagrito, i bermuda scendono dai fianchi, e Michele, per una frazione di
secondo, riconosce i boxer Intimissimi spuntare fuori dai pantaloni. Un colpo
al cuore, i ricordi che arrivano impietosi fanno male. Se non bastasse
l’aspetto disordinato e le ossa esposte, Diego ora ha i capelli completamente
rasati, e il suo visetto carino gli sembra ancora più dolce, se possibile.
Mentre canta i suoi occhi guardano lontano, i suoi begli occhioni nocciola,
così teneri, così malinconici, così vivi quando guardavano lui. Diego, Diego mio arrivo, vengo a prenderti e
staremo sempre insieme, mi farò perdonare vedrai. La canzone è bellissima,
una splendida canzone d’amore, proprio come scrivono le decine di commenti.
Michele
scoppia in singhiozzi, riesce a malapena a parlare tra le lacrime. “È lui, è
Diego cazzo, è Diego. Mamma! È Diego guarda! Sta bene. Cioè è vivo, se sta bene
non lo so, ma è vivo. Vado. Vado a riprenderlo”. Nel vedere Diego che
accattona, così solo e triste mentre canta, così dimagrito, così tenero, piangono
tutti in casa Salvemini. Santina abbraccia suo figlio stretto. “Ce l’abbiamo
fatta Miche’, ce l’abbiamo fatta, ora lo riportiamo a casa, non piangere, lo
riportiamo in famiglia”.
Quando
De Rienzo dice loro che è stata una delle puntate più esaltanti a cui abbia
partecipato, Michele non lo ascolta nemmeno. È già a bordo della sua Focus, e
poco gli importa che lo aspettano trecento chilometri o se la polizia, i
giornalisti, i curiosi faranno prima di lui. Sa che Diego è vivo, che fino a
pochi giorni prima era a Figline, all’autogrill dove si sono conosciuti. Guida
e piange, mentre le note della canzone di Diego lo accompagnano per tutto il
tempo nella sua testa.
Chilometro
dopo chilometro, pensa che è stanco, che siccome è così debilitato potrebbe
svenire di nuovo, magari impalarsi sul guardrail. Devo stare bene, non posso permettermi di morire adesso! E l’etica
la vince. Dalle parti di Frosinone si ferma. Non riesce a prendere sonno ma
almeno per un’ora le sue stanche membra si riposano. È quasi l’alba di un
quindici giugno qualsiasi. È un giovedì qualsiasi in cui la gente va a
lavorare, i più fortunati vanno al mare, quando arriva allo stesso Autogrill di
Figline dove ha raccattato Diego Perrone per terra, tra i trifogli. Non è
assediato dai giornalisti. Ma la pantera della polizia la riconosce bene, gli
sembra la stessa che vide quel ventotto Gennaio di quasi sei mesi prima. Ma non
può essere la stessa. La polizia dunque lo riconosce. Il capellone frocio che sta con quello che non trovano e stava qui a
cantare, immagina Michele si stiano dicendo mentre si avvicina:
“Sappiamo chi è lei. Ma dello scomparso non c’è traccia” il responso è
essenziale. Michele sente che non ce la fa, non ce la fa, no, non ce la può
fare. Gli urla contro: “Ma cazzo! È stato qui per settimane a sentire la gente,
ora dove sta! Dove cazzo sta!” Si aggrappa alla giacchetta dell’agente, il quale
gli intima subito di calmarsi. Ma Michele non ci riesce. Troppi chilometri,
troppe ore senza dormire e senza mangiare. Vorrebbe abbatterlo quel poliziotto,
cibarsi di lui! “Diego era qui fino a poche ore fa, stanno all’ultima
segnalazione. Prima che partissi, un mio collega m’ha chiamato per dirmi che
l’ha visto. Sì, Antonio lo ha visto giusto ieri, com’è che non c’è!” urla. È
vero, il suo ex collega lo ha chiamato dopo la trasmissione per confermargli di
aver notato anche lui un ragazzetto mal vestito che si aggirava tra i camion
cantando con la chitarra. “Comunque stia calmo signor Salvemini, sennò ci vede
costretti a portarla in centrale” a Michele non importa. Anche se lo
sbattessero in prigione. Ma poi si ricorda che non lo ha ancora trovato Diego.
È stato un tanto così dal riacciuffarlo, dal portarlo a casa di nuovo. Ma ora
non c’è più e la ricerca continua. Non sa davvero dove troverà le energie per
ricominciare quella ricerca. Così, dopo aver dato un’occhiata in giro, quasi
come se non si fidasse della polizia, arriva all’angolino dove quella volta si
fermò a fare i bisogni. Gli sembra tutto uguale a quella volta, i trifogli, gli
uccelli che cinguettano, ma il clima ora è del tutto diverso e c’è un’allodola
che canta, come quella volta c’era un gufo, prima che andasse a dormire nella
sua cuccetta. Arriva sotto l’albero dove ha raccolto Diego, tra l’erba. Ma
Diego non c’è. Si piega e comincia a piangere disperato. Lo avrebbe raccolto
volentieri anche stavolta, ma lui non c’è, non c’è più. La polizia lo raggiunge,
con loro c’è anche il direttore dell’autogrill: “Hanno trovato queste cose
proprio ora” i due poliziotti mostrano a Michele un sacco a pelo e una tenda
spiegazzata, chiusa di fretta, il tutto recuperato all’interno dello stanzino
delle scope. “Perché li ha lasciati” chiede Michele come se loro potessero
avere una risposta. Ovviamente non ce l’hanno. Si ricomincia da capo, e questa
volta gli indizi sono ancora meno.
“Qualcuno
deve avergli dato un passaggio Michele, stai calmo. Vedrai che qualcuno ci dirà
cos’è successo!” lo rincuora la madre al telefono. Michele non riesce a tornare
con la sua macchina a casa. Si fa accompagnare alla stazione dagli agenti, che
poi scopre non essere così malvagi come pensava. L’automobile tornerà a
prenderla tra qualche giorno, pensa, seduto sul sedile guardando fuori dal
finestrino, il treno lasciare la stazione.
Etichette:
2 pianeti,
AU,
Diego Perrone,
fanfiction,
slash fanfic,
storie a capitoli
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ho trattenuto il fiato quando Michele ha guardato il video riconoscendo il suo Diego. Si è finalmente sentito rinato, anche solo a sapere che non è in una fossa morto, ma vivo anche se in condizioni disastrose. Non ti nascondo la mia delusione quando Michele arrivato all'autogril scopre che il fuggitivo è già andato via. Speravo che si sarebbero rivisti, che avrebbero potuto risolvere le cose ma a quanto pare il momento in cui i due pianeti si riavvicineranno l'uno all'altro non è ancora arrivato.
RispondiElimina