Genere: AU, romance, eros, introspettivo, ironico, grottesco
martedì 26 febbraio 2013
L'amore è blu, 11
Titolo: L’amore è
blu
Autore: giusipoo
Pairing: Diego
Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU, romance, eros, introspettivo, ironico, grottesco
Genere: AU, romance, eros, introspettivo, ironico, grottesco
Story line: Fine anni ‘90
Rating: slash, rigorosamente NC 17
Disclaimer: come
sempre è tutto frutto di fantasia e non si vuole in alcun modi ledere
all’immagine dei protagonisti e insinuare qualcosa
Complice l’esame
di Tatiana e la settimana di ferie arretrata di Diego, ai due neoinnamorati fu
servita su di un piatto d’argento la possibilità di analizzare meglio quello
che stava loro succedendo. E come una potente auto lanciata a duecentoventi
all’ora, non erano in grado di frenare quella folle corsa. L’urgenza di
consumare, di sperimentare, o semplicemente di stare insieme senza farsi
domande, né reciproche né a loro stessi, prese il sopravvento in quei primi
giorni.
Non lavorando
affatto quel week-end, a Michele venne naturale il sabato sera che Diego era di
nuovo a casa sua, tra le sue braccia, chiedergli di passare l’intero giorno di
festa per eccellenza insieme. Era già luglio da poco e i torinesi aveva
iniziato a spostarsi vero i laghi e i monti. Invece Diego e Michele, a bordo della
Micra guidata però dal commesso del pornoshop, scelsero un pic-nic sul fiume. Ufficialmente
Diego era in giro per musei da solo. L’unico famigliare che sembrava aver
capito qualcosa era sua nonna, oltre i sospetti di Tatiana, per niente propensa
a rassegnarsi che il suo decennale fidanzato sembrasse così sereno, addirittura
entusiasta di non stare con lei.
Accompagnati dai
Manhattan trasfert, Diego e Michele chiacchieravano amabilmente, Diego con i
piedi appoggiati al cruscotto e la testa che ciondolava al ritmo di musica.
Imboccarono l’autostrada Milano – Torino in perfetta serenità. Ogni tanto Diego
si piegava per dare un bacino sulla guancia a Michele. E ciascuno fingeva di
lamentarsi per il pizzicore del pizzetto dell’uno e della leggera ricrescita
dell’altro. “Diego, se non ti radi perfettamente con tanto di crema dopo,
questo pizzicore mi ricorderà sempre che sei un uomo” scherzò Michele cambiando
marcia e apprestandosi a superare un tir. “Perché? Ti dà tanto fastidio che
sono un maschio? A me per niente. Mi ci sono abituato subito appena nato”
“Ah, che
spiritosone” Michele scherzava ma Diego si stranì un po’ lo stesso. Se Michele giocando
il più delle volte diceva la verità, forse significava che sotto sotto aveva
ancora dei problemi ad essersi imbarcato in quella relazione omosessuale.
Eppure, Diego cercava di rammentarselo, quando erano nel retrobottega
dell’Havana, o nel suo letto, si mostrava estremamente fantasioso, ansioso di
sperimentare, di capire, di fare sue le varie possibilità che erano loro
concesse. Non vi erano dubbi che dal punto vista fisico si erano trovati alla
grande, allora c’era forse qualcosa al di fuori del sesso che poteva non
funzionare? Che Michele non fosse solo il classico uomo del sud a cui piace
ostentare il suo lato burbero, cavernicolo, forse lo era davvero. Anche se
quando lo baciava con dolcezza, quando gli prendeva il viso tra i palmi dopo
avergli strofinato il grosso naso sul suo più piccolo e sussurrato: sei la fine del mondo bel ragazzo, sei il
mio bel ragazzo... ecco, in momenti come quelli, Diego non aveva dubbi del fatto
che si sarebbero amati così fino alla fine. Michele finse di non badare che il
compagno si era accigliato e continuò a raccontare aneddoti sul luogo dove si
stavano dirigendo, per lo più buffi e surreali.
Arrivarono dalle
parti del torrente Orco, dove, dato l’orario, già alcune macchine si erano
fermate per villeggiare. “Davvero ci sono i nudisti qui?” Diego guardava come spiritato
attorno a sé, ma per ora riusciva a scorgere solo famiglie con bambini piccoli.
“Parcheggiamo qui e continuiamo lungo il fiume a piedi Diego” lo spronò
prendendolo per mano. Diego la strinse. Senza preoccuparsi di essere giudicati,
passarono accanto ad una famiglia di ucraini che non finsero di non badare a
loro, non vi badarono sul serio, occupati com’erano con il barbecue.
“Senti che
odorino Michi... la prossima volta niente panini, ci organizziamo per bene”
“Certo rospetto,
sono le undici e già ho una fame, appena troviamo un posticino tranquillo ci
spariamo un aperitivo, ci stai?”
“Sì! Accidenti
se ci sto, ho fatto colazione alle sette e mezzo e ora ho una pozzo di sei
metri nello stomaco!” S’incamminarono per un po’ fino a trovare effettivamente
sulla loro strada uomini nudi, per lo più di mezza età. Uno di questi, un
sessantenne eccentrico con un buffo cagnolino infiocchettato che gli ronzava
intorno e i capelli canuti trattenuti da un codino, li salutò calorosamente.
“Michele, da
queste parti, tu?” il tono ironico.
“Ciao Gino, beh
mi hai parlato così bene del torrente Orco, prima o poi dovevo venirci”
“Non lo avrei
mai detto, e di solito non sbaglio” malignò. Diego notò i modi effeminati e
capì. Forse Michele lo stava provocando, mettendolo alla prova.
“E questo bel
ragazzino con te? Così giovane, e carino...” ammiccò verso Diego. Come colto da
un dubbio subitaneo, inforcò gli occhiali da vista infilati in una borsa
stravagante. “Ma tu sei una faccia conosciuta ragazzo, frequentavi il
Paradise?” Si trattava di un bagno turco in cui effettivamente Diego era stato
qualche volta, durante la sua vita oscura.
Ma non si poteva certo definire un frequentatore abituale.
“Non credo di
sapere cosa sia” rispose prontamente: “Una discoteca, un bar?”
“Ma no, ma
raramente sbaglio. Ma forse ti confondo con un altro, uno più alto. Chissà...
piacere di averti incontrato Michele”
“Piacer mio” e
la coppietta si allontanò a passo veloce dal gruppetto di pervertiti.
“Gino ha detto
qualcosa che ti ha infastidito? Dimmelo se è così...” Michele gli appoggiò il
braccio sulle spalle per abbracciarlo ma lo sentì freddo. “No, macché. Solo che
non capisco... non capisco ecco, perché mi hai portato qui Michele?” si bloccò
a fissarlo con i grandi fari sgranati.
“Non si capisce?
Questo è un posto carino dove possiamo fare quello che ci pare senza che
nessuno ci rompa le palle, no? Non intendo dove sta Gino, più avanti, ci sono
altre spiaggette dove prendere il sole integrale. Non volevi?” Michele sembrò desolato.
Si disse che aveva toppato alla grande.
“Io non l’ho mai
preso il sole integrale, non sono mai stato in una spiaggia nudista e credo di
non avere poi tutta questa voglia di spogliarmi, ma soprattutto non mi
piacciono le persone come quel Gino là” Diego si liberò di quel peso con il
tono un tantino isterico. A Michele continuava a fare pena e lui a sentirsi in
colpa. Gli accarezzò la guancia spruzzata di barba: “Dai ragazzino, che fa!
Gino è solo una vecchia checca che viene a noleggiare all’Havana. È lui che mi
ha decantato le bellezze del torrente Orco. Oggi ci ho pensato eh...”
“Certo, lo so
cosa hai pensato: chissà come si sentirà a suo agio quella checca di Diego in
mezzo agli altri finocchi come lui, giusto?”
“No, perché non
ho intenzione di stare in mezzo a finocchi, in realtà in mezzo ad altri, voglio
stare solo con te, ed è quello che faremo. Andiamo” senza badare se gli
facevamo o meno male, lo prese per un braccio e lo trascinò via costringendolo
a camminare. Diego si arrese ai modi spicci ma continuava a nutrire dubbi,
anche se il temperamento deciso di Michele aveva svegliato in lui certi
campanelli che ora non la smettevano di suonare.
Arrivati in un
breve tratto di spiaggia formata più che altro da sassi e bastoni, Michele
appoggiò gli zaini con le provviste in terra. “Se non vuoi spogliarti fai pure,
io oggi ho scelto di fare il naturista e farò il naturista, tanto mi hai già
visto nudo no?” lo provocò. Diego restò a fissarlo mentre si spogliava,
improvvisamente la fame era scomparsa, trasformandosi in un altro tipo di
appetito. Come mi piaci Michi... come
vorrei imprimerti per sempre in un foglio. Così come sei amore, bello come sei;
per poterti guardare tutte le volte che mi va... avvampò.
“Io provo
l’acqua, non sembra tanto fredda” la voce interruppe quel monologo mentale. Michele
infilò cauto la punta del piede: “Scherzavo, porco diavolo se è fredda”
“Dai, fa
provare, fai tanto il duro ma non hai mica il fisico temprato per fare il bagno
in torrenti come questi” Diego si spogliò rimanendo però con il costume. Anche
Michele ammirò il fisico magro ma tornito nei punti giusti. E quando Diego lo
schizzò colpendogli la pancia, partì con una serie di imprecazioni in dialetto
stretto che suscitarono ilarità. Era finito già il loro primo bisticcio da
innamorati. Erano felici, era domenica e mancava poco all’ora di pranzo.
Dopo il bagno si
asciugarono con i teli che si erano portati da casa e assaltarono le libagioni.
Una volta sazi si stesero a prendere il sole uno accanto all’altro. Le braccia
attaccate: “Prendere il sole mi eccita sai? Poi così nudo, con te vicino quasi
nudo” Michele soffiò sul suo orecchio. “Dai una controllatina Diego?” gli prese
la mano e se la portò sulle parti basse. Subito Diego la ritirò scandalizzato:
“Ma Michi, che pensi di fare? Siamo in mezzo alla strada! Lo senti questo
viavai di macchine? È l’autostrada cazzo! Mica vorrai farci beccare”
“Uffa quanto sei
bravo ragazzo oggi! Ma che è! Scatenati in po’, ti apro un’altra lattina?”
“Non è che
facendomi bere mi convincerai. Anche perché per ubriacarti con quel tipo di
birra là ne dovresti bere una cassa e io non intendo passare il resto del
giorno a pisciare”
“Uh, peccato. Ti
avrei accompagnato volentieri tra i roghi”
“Roghi?” Diego
si voltò verso la fitta vegetazione. Non era proprio un bosco ma c’erano
sufficienti arbusti per fare una cosetta al riparo da occhi indiscreti. “Dici
che la devo provare anch’io l’ebbrezza di prendere il sole nudo?” Diego lo
fissò con intensità e più di un pizzico di civetteria.
“Oh sì.. oh sì
che devi”.
Un po’
imbarazzato a dire il vero mentre si spogliava, Diego lasciò scivolare con
rapidità l’ultimo pezzo, sotto lo sguardo adorante di Michele. “Tanto non c’è
molto da mostrare” sussurrò mettendosi di fianco in posizione fetale. “Per
adesso” Michele prese ad accarezzargli la schiena con la punta delle dita,
piccoli cerchi che formavano figure immaginarie su tutta la schiena. “Che
favola Michi... è una giornata così perfetta. Il sole che scalda davvero, questo
venticello che ti solletica la pelle e le tue carezze” mugugnando si mise a
pancia in sotto.
“E no, così però
sei una vera tentazione” Michele, guardando le natiche perfette, perse la voce.
Si abbassò per un rapido bacio tra i buchetti all’altezza dei lombi, risalendo
poi piano fino alle scapole e poi verso la nuca. “Andiamo?” lo pungolò con voce
libidinosa mentre le dita accarezzavano la curva che precedeva le natiche. “Sei
un tormento” rispose Diego ma ridendo, anche lui aveva voglia di appartarsi, e
neanche poca. Aggirandosi nudi come novelli Adamo e Adamo nell’improprio paradiso terrestre, raggiunsero un sentiero
tra i pochi arbusti e i famosi roghi di Michele. Quando giunsero in un posto
che ritennero sufficientemente appartato, si abbracciarono stretti per poi
lasciarsi andare ad un bacio intenso. La passione scoppiò all’istante e non
sarebbero serviti preliminari, se non fosse che Diego, rispondendo ad un
bisogno atavico e osceno, decise di inginocchiarsi e regalargli uno dei
migliori lavoretti di bocca che l’altro avesse mai ricevuto. “Basta, non farmi
venire” ansimante, Michele lo tirò su per le braccia. Un momento dopo Diego si
ritrovò addossato ad un gruppetto di alberelli. “Non ti appoggiare troppo però
che se mi appoggio pure io cadiamo”. Diego rimpianse per qualche secondo di non
essere nel retrobottega: là, qualsiasi muro era utile per farcisi sbattere o
per appoggiarcisi. “Ok amore, starò attento, tu fai presto però” lo incitò.
Fecero l’amore febbrilmente venendo presto entrambi. Poi, spossati e umidi,
tornarono con passo insicuro ai teli e agli zaini. Diego si sdraiò di nuovo
pancia in sotto, questa volta però un telo gli copriva i glutei. Michele gli si
buttò a fianco, non preoccupandosi di coprirsi.
“Già stanco al
primo round? È domenica ragazzo mio, siamo liberi fino a stasera, ci dobbiamo
dar da fare”
“Oh, dammi
tregua, ero scomodissimo”
“Quando sei
tutto sudato e scapigliato, acquisti Diego, sei ancora più stuzzicante” lo
baciò e dimentico della stanchezza, anche Diego rispose al bacio. Ormai il
pensiero di essere scoperti non lo toccava più. Erano in paradiso quel giorno,
erano solo loro due. “A proposito di cena, dove mi porterai a mangiare
stasera?”
“Visto che siamo
in vena di fiume, mi rovino! Stasera cena sul Po! Vista Ponte Isabella illuminato.
Ci stai?”
“Ci sto, basta
che sono con te e che si mangia bene” Diego si sorprendeva sempre di come Michele,
che a differenza sua non era cresciuto a Torino, e ci abitava solo da pochi
anni, conoscesse la città così bene; persino meglio di lui. Forse perché la girava
in bici, o solo in quanto più attento ai dettagli rispetto a lui, sia se si
trattava di qualche ponte o chiesa, oppure un ristorante, una birreria o anche
un comune bar.
Trascorsero
resto della domenica sulle rive del torrente Orco in perfetta comunione con la
natura e con il loro amore nascente che aumentava, in perfetta sintonia con lo
stato d’animo.
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Che bello questo scenario. Quasi come se fossero da soli in un paradiso liberi di essere loro stessi, di amarsi e di concedersi anche qualche libertà in più senza temere di essere sorpresi da nessuno. Diego è restio a lasciarsi andare, ma Michele riesce con i suoi baci a farlo rilassare e a rendere indimenticabile quella giornata al lago. Inutile dire che la scena d'amore tra i roghi è di un sexy esagerato. Altro che vampe qui.
RispondiEliminaLago?
EliminaOh là! Qui si che si sono liberati gli ormoni! Anche troppo per me visto che mi hanno letteralmente... steso!
RispondiEliminaNiente è meglio di una giornata tra la natura selvatica di un fiume per liberare i sensi, l'ho sempre detto! E anche loro non sono immuni al fascino, e almeno sul piano fisico hanno mollato gli ormeggi.
D'altra parte, mentre Michele sembra aver accettato tranquillamente di essersi innamorato del compagno, Diego è ancora posseduto da troppo paure, la più grande forse quella di essere per lui solo un divertimento momentaneo.
Ma intanto, lasciamoli a godersi la domenica, i dubbi lasciamoli per il lunedì...
meno male che qualcuno si è accorto che si tratta di un fiume, non di mare o lago... XD
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