Disclaimer: come
sempre è tutto frutto di fantasia e non si vuole in alcun modi ledere
all’immagine dei protagonisti e insinuare qualcosa
Diego lavorò di mattina
e, come previsto, appena staccato scappò al pornoshop. Alle tre meno cinque era
già là davanti. Michele, sempre occupato con la settimana enigmistica, gli
sorrise e poi lo accolse in un lungo abbraccio. “Auguri Diego” gli baciò la
fronte e poi le labbra. Diego le schiuse e si baciarono per qualche secondo.
“Ah, come hai festeggiato fino ad ora?” Michele si toccò la nuca imbarazzato
per quello slancio così tenero e appassionato e, allo stesso tempo, necessario.
Necessario per entrambi.
“Ho portato al
lavoro una torta di mia mamma e una crostata di mia nonna. I mie colleghi mi
hanno regalato una maglietta e un paio di bermuda. Ma non ce li ho qui, li ho
lasciati in macchina”
“Voglio
vederteli, prima o poi rinunci alla manica lunga no?”
Il volto di
Diego si illuminò. “Certo, i lividi si vedono sempre meno ormai” si tirò su le
maniche per darne saggio e quel gesto eccitò parecchio Michele. Gli avambracci
erano magri ma il bicipite che mostrò appena ben definito, da lavoratore. “Come
sei carino Diego” lo prese per le braccia e sbaciuchiandolo lo trascinò nel
retrobottega. “Qui urge cartello torno subito” sussurrò tra un bacio e l’altro.
Diego si stava ubriacando di baci mentre lo palpeggiava con intenzioni
bellicose. “Sono d’accordissimo sai?” rispose con la voce affannata e
un’espressione davvero birichina. Ma quando Michele tornò, dopo aver esposto il
cartello e chiuso a chiave il mondo fuori, mise tra loro un pacchetto. “Questo
è per te” Diego trasecolò. Imbarazzo, sorpresa, emozione: sul suo volto passò
tutto il corollario delle emozioni. “Oh, mi hai fatto persino il regalo”
“Non dovevo?”
“No, sì” Diego
stava già pensando a quale collega avrebbe attribuito il dono di Michele. Lo
scartò frenetico. “Cazzo che belli, occhiali rotondi con le lenti blu”
“Come l’amore
no? L’amore è blu, no?”
“Tu sei un
amore!” Entusiasta Diego tornò ad abbracciarlo con le braccia intorno al suo
collo. Mettendosi in punta di piedi per essere quasi viso a viso, ritornò a
baciarlo e gli occhiali appoggiati distrattamente sopra una pila di scatoloni
che contenevano gli ultimi arrivi.
“Ti amo Michele,
vieni qui” bramoso di dimostrare tutto il suo amore, Diego lo spinse di nuovo
verso il retrobottega che, a quel punto, attendeva solo loro. Attendeva solo di
accogliere i loro amoreggiamenti. Attendeva solo di essere sconsacrato.
Michele si
lasciò spingere sulla poltroncina e per i minuti successivi si sentì come uno
dei tanti protagonisti dei film che diffondeva. Quando...
Quando Diego, in
ginocchio tra le sue gambe, gli alzò la maglietta per baciargli la pancia
appena accennata ma abbastanza tondeggiante da averne di carne da baciare,
nonostante la tanta bici. Quando gli slacciò la cinta senza smettere di usare la
bocca su di lui.
Quando gli prese
il sesso tra le labbra, spedendolo con uno shuttle in paradiso per cinque
minuti.
Diego si tirò su
e lo abbracciò forte con la testa puntata nel suo stomaco. “Michele ti amo
cazzo, ti amo sul serio! Questo è il compleanno più bello della mia vita”
Michele, ancora
frastornato, rispose accarezzandogli la schiena. “Lasciami riprendere un attimo
e poi continuiamo...” tanti anni in quel negozio, quel retrobottega sempre a
disposizione, e non ci aveva fatto mai niente. Controllò l’orologio dall’altra
parte: erano le tre e mezzo in punto, doveva sbrigarsi se voleva ancora fare un
po’ d’amore con Diego. A Diego. Lo tirò da tra le sue gambe per appoggiarlo sulle
sue ginocchia. Con le mani grandi gli accarezzò il viso compiendo disegni
immaginari sulla pelle ancora accaldata.
“Sei tanto
carino Diego, tanto carino... ” gli mormorò e lui sorrise chiudendo gli occhi.
Le dita si spostarono lungo il collo, in una carezza lenta e sensuale. Gli
tolse la maglietta così da lasciarlo a dorso nudo. Lo ammirò un attimo,
continuando a mappare il torace piccolo ma ben fatto, tra i pochi peli chiari
del petto. Tastò lo stomaco magro, il ventre appena accennato, massaggiò lungo
i fianchi, palpò le natiche morbide e aitanti. Infine tornò davanti, a toccare
il pacco, non senza un pizzico d’insicurezza. Diego avrebbe comunque apprezzato
qualsiasi cosa Michele avesse fatto lui. E Michele avanzò un po’ di più verso
l’omosessualità rispetto alla prima notte insieme a Diego.
L’Havana non riaprì
che alle quattro e ventidue. I due amanti non solo si erano trastullati
sessualmente, avevano anche perso tempo in coccole e mangiando biscotti, un
intero pacco di Grisbì. Con la bocca ancora sporca di cioccolato, Diego rimase a
fare compagnia a Michele dietro il bancone fino alle sei passate. Quando però
sua madre chiamò per ricordargli se aveva comprato le bibite per il party
serale, il festeggiato sbuffò annunciando che doveva tornare a casa.
“Michele, perché
deve continuare questa sceneggiata?”.
L’altro rispose
come se fosse una domanda letterale: “Non lo so, dipende da te. Per quanto vuoi
che continui?”
“Lo sai che non
è Tatiana che amo e non ha colpe lei. Anzi: mi fa una pena infinta. E poi non
sono pronto per dire che... capisci?”
“Certo che lo
capisco. Non mi sento pronto nemmeno io” ammise Michele. Per lui era tutto
nuovo, eppure amare Diego, fare l’amore con Diego, sembrava la cosa più
naturale del mondo. Come se fosse venuto al mondo solo per quello; mica per
spacciare pornografia.
Prima che il
ragazzo uscisse dal suo negozio, alcune cose occorrevano essere dette. E
Michele lo prese da parte. “Senti Diego, sono stato bene con te oggi. Sono
stato bene anche l’altra notte... benissimo” lo sguardo di Diego scintillò ma
non lo interruppe. “Sto cercando di dirti che questa cosa è così bella, anche
un bel po’ incasinata, ma bella. Ci sto bene con te. E prenditi il tempo che
vorrai per decidere se continuare con la doppia vita o... non so, ma io ci sono
per te, ci sono sempre e aspetterò”
Diego avanzò di
un passetto per abbracciarlo. “Che amore sei, amore” ripeté sogghignando e
baciandogli il collo. “Ma se io lascio Tatiana poi...” lasciò in sospeso.
Michele terminò la frase saggiamente: “Non devi lasciarla per me ma per te,
Diego. Non devi pensare a me come a un sostituto, roba del genere. Forse io non
sono fatto per l’amore sai? Ma magari se tu mi aiuterai, potrebbe cambiare
qualcosa. L’unica cosa che so ora è che ci sto dentro e voglio continuare con
te. A stare con te, ok?”
“Anch’io amore,
anche io” ripeté Diego abbracciandolo stretto. Dopo un ultimissimo bacio,
riuscì ad andarsene.
Con il muso un
po’ lungo, Diego presiedé alla sua festa del suo ventisettesimo compleanno che
consisté più che altro in una cena tra il parentato e qualche amico della coppietta
di fidanzatini, seguito da un dopo cena con tanti ammazzacaffè, dolcetti e
l’immancabile torta, con la panna e la crema chantilly. Erano stati spostati
tavoli dalla cucina alla sala da pranzo e riesumato vecchie sedie buttate in
garage in attesa di tornare utili in occasioni come quelle. Sotto lo sguardo
attento di Tatiana, che non lo perse d’occhio nemmeno un attimo il suo
fidanzato, nemmeno fosse stata un cecchino di guardia, Diego si tenne lontano
dall’alcol, ma non rinunciò alla birra, limitandosi però a un paio di bicchieri
durante la cena. Il regalo di Tatiana non era un segreto, la famosa vacanza a
Palma de Maiorca. A tenere banco era appunto quel progetto vacanziero, essendo
presenti anche le altre due coppie che sarebbero partite con loro. Diego riuscì
a sopportarlo isolandosi con la mente e tornando al pomeriggio focoso con
Michele. E anche perché sapeva che non sarebbe mai andato a Palma de Maiorca
con loro. Piuttosto avrebbe dato fuoco all’aeroporto.
Finalmente
quella tortura finì e Diego si ritrovò sotto casa con Tatiana per i saluti di
rito. “Volevo farti un regalino extra, perché sei venuto subito qui?” lei si
piegò su di lui come un gatto che fa le fusa. “
Tati è tardissimo”
“Già, è tardi e
tu devi lavorare, lo so. E io da domani sono chiusa in casa per l’esame”. Già,
l’esame. Diritto processuale penale, quello che la Tati aveva rimandato tante
volte, dopo l’insuccesso di qualche mese prima e ora si preparava un tour de
force tra i libri. Un mese dove si sarebbero visti a pezzi e bocconi. All’idea
Diego si rallegrò, tornando quello di sempre. Poteva ancora sopportare che
restasse tutto uguale, almeno fino alla fine di Luglio. Poi, passato l’esame,
si sarebbe inventato qualcosa per non partire. E forse sarebbe riuscito a
lasciarla.
Ma una volta
solo in casa, a Diego crollò tutto il castello. Tatiana era ancora così
innamorata, e loro così maledettamente fidanzati a casa. Come poteva lasciarla
così, di punto in bianco? Troppe trappole li legavano: amici in comune, i
rispettivi genitori che si conoscevano da anni ormai e si rispettavamo meglio
di parenti. Doveva proprio dirgli la verità? Dare in pasto a tutti quella
verità. Magari compresi i dettagli torbidi, quelli delle dark, degli incontri
occasionali? Di Nico, che poi era la parte meno buia del suo passato. Oppure
della sua relazione con Michele. Sì, avrebbe dovuto spiegare che era diventato gay
e ora si vedeva con un uomo. Uno tra l’altro che fino a trentasei anni era
stato etero quanto la sua facciata tarocca. Agitato non riuscì ad addormentarsi
quella notte e al mattino si risvegliò sentendosi ancora più solo, più confuso
e più spossato che mai.
Ma il pomeriggio
seguente, senza colpo ferire e con indosso i bermuda al ginocchio e la
maglietta verde militare che gli avevano regalato i suoi colleghi, il profumo
che gli aveva regalato sua zia, e sul naso gli occhiali blu rotondi che gli
aveva donato Michele, Diego tornò all’Havana. Fecero l’amore quasi subito, nel retrobottega
come il giorno prima, scordandosi persino di mettere il cartello ‘torno subito’.
Ogni problema, ogni questione, ogni paura, fu anestetizzata, sciolta nel
liquido dell’amore come un’aspirina nell’acqua. E tutto passò. Almeno per
qualche minuto.
Michele si staccò dall’abbraccio di Diego, ancora abbarbicato a
lui tipo koala alla pianta di eucalipto, per piegarlo sulla poltroncina.
Storditi e ansimanti, si guardarono e il sorriso reciproco si trasformò in una
bella e rumorosa risata.
“A tu pensi di
poter venire qui quando ti pare e fare i tuoi porci comodi nel mio
retrobottega?” “C’è questa possibilità sì” “Solo perché spaccio pornografia non
puoi sfruttarmi sessualmente Diego”
“Ma io pensavo
di sì, che potevo” “Sì, sì, cazzo se mi fai quello sguardo là certo che puoi,
puoi e puoi e ripuoi” si piegò per baciargli le labbra umide. “Ora smollami che
devo andare a chiudere. Che bella figura ci facciamo se entra qualcuno?” “Diremo
che stavamo provando una posizione di un film” “O che lo stavamo facendo noi un
film, mi sembra più realistico!” Michele si abbottonò i pantaloni tipo cargo* lasciando all’amante il tempo di riprendersi.
Qualche minuto dopo, in perfetta armonia con il mondo, fecero merenda con i
panini del solito bar vicino alla videoteca e una media ciascuno.
Per
il momento Diego aveva di nuovo fatto pace con il mondo, per lo meno il mondo
di quando era solo con Michele, che era solo di Michele e per Michele.
Diego si sente libero e sè stesso solo in compagnia di Michele. Quando è con lui tutto diventa più bello e l'amore per lui lo rende anche coraggioso, ma una volta da solo tutto gli sembra troppo difficile. Una scelta dovrà prenderla però. Non può continuare a vivere due vite parallele perchè prima o poi rischierà di scottarsi e che la verità venga a galla.
Hai ragione. Forse è stata la scena nel retrobottega che mi ha tolto tutte le facoltà. Davvero hot. Michele ormai è completamente in balia dei sentimenti che prova quando è con Diego e si lascia anche andare sperimentando cose nuove. Sembra si senta a suo agio in questa nuova fase della sua vita. Ma come non potrebbe con un ragazzo speciale come Diego al suo fianco?
Eppur si muove! Diego e Michele si muovono, girano intorno all'amore, vi passano anche attraverso e non si bruciano. Michele può permettersi di fare il saggio, per lui è più facile; Diego ha una situazione più fragile, vive perennemente in bilico. Eppure come la terra pur sospesa nell'universo non cade mai, sono sicura che anche loro due rimarranno ben saldi nell'orbita del loro amore. Galileo mi perdonerà le citazioni... ;)
Questo blog è nato per tutti quelli che amano la coppia Caparezza/Diego Perrone (altresì detta Diegorezza) in odor di slash (slash fanfiction) e per coloro che amano Diego Perrone e il mitico Michele Salvemini come artisti, con un occhio speciale e fantasioso sugli altri musicisti che più o meno ruotano (o hanno ruotato) intorno a questa coppia. Welcome.
ATTENZIONE: tutte le fanfiction presenti nel sito che citano Diego Perrone e Michele Salvemini (Caparezza)e altri personaggi reali, sono da considerare sempre e tassativamente frutto della fantasia e del talento dell'autore. Non c'è niente di reale né è a scopo di lucro. In caso contrario, qualora si racconti un avvenimento "reale" non sarà una fanfction e verrà ben specificato.
Se non vi piace lo slash non leggetelo
Sublimando sul palco................................................................................................................................
-Durante fuori dal tunnel, alla frase: “Mi sento stretto come quando inchiappetto un topolino” (al posto di puffo, per adeguare alla scenetta) mimato un atto omosessuale, nella fattispecie CaparezzaVSDiego.
-Durante Bonobo Power, vengono imitati coiti e Diego, dopo aver tentato Capa al sesso bonobo, si consola prima con il tastierista poi con una banana.
-Durante una nuova versione di Fuori dal tunnel, Caparezza imita un nuovo coito omosex con uno stura lavandini sempre ai danni di Diego.
-Durante il dito medio di galileo, Diego presta il fianco alla famosa frase: “Temono il dito di Galileo tra le chiappe” mettendosi in posa per farsi infilare metaforicamente il dito medio tra le chiappe da Caparezza.
-Durante una delle tante versioni di Abiura di me, Diego dice: “Ti posso cliccare?” e dopo averlo toccato con la freccetta, arriva con un finto dito (tipo sempre mouse del pc) e lo sbatte sui genitali di Capa.
-In un'altra di Abiura, Caparezza impugna il pacman e "mima" di mordere qualcosa che pende dal corpo di Diego, indovina un po' cosa...
-Ancora Abiura di me, Diego fa la principessa del videogioco di Super Mario che amoreggia con Tetris, interpretato da Caparezza.
-Durante Kevin Spacey, Diego Harry Potter, sbatte la bacchetta magica verso il sesso per evocare un sortilegio contro la prostata di Caparezza.
-Durante stango e sbronzo Caparezza prende di petto le dimensioni della scimmietta di Remy (interpretata da Diego) e definisce le dimensioni del suo pene siffrediane.
-Prima di Auditel's family, per parlare del decadimento dei rapporti amorosi, Caparezza imita una telefonata ad una linea erotica e Diego interpreta una centralista hard con tanto di parrucca e movenze.
-Nel live de La fine di gaia, Caparezza spinge nel sedere di Diego la lancia, gesto però non legato ad una scenetta o altro. Così...
-In The auditel family, alla fine Caparezza svende tutto, persino una notte d'amore con Diego. Ma poi si pente e cerca il suo perdono tirandogli un bacio subito ricambiato
Diego si sente libero e sè stesso solo in compagnia di Michele. Quando è con lui tutto diventa più bello e l'amore per lui lo rende anche coraggioso, ma una volta da solo tutto gli sembra troppo difficile. Una scelta dovrà prenderla però. Non può continuare a vivere due vite parallele perchè prima o poi rischierà di scottarsi e che la verità venga a galla.
RispondiEliminaammazza che risposta seriosa. Con un capitolo così mi aspettavo un commento un po' più divertente. Esci dal crepuscolo ogni tanto.... XD
EliminaHai ragione. Forse è stata la scena nel retrobottega che mi ha tolto tutte le facoltà. Davvero hot. Michele ormai è completamente in balia dei sentimenti che prova quando è con Diego e si lascia anche andare sperimentando cose nuove. Sembra si senta a suo agio in questa nuova fase della sua vita. Ma come non potrebbe con un ragazzo speciale come Diego al suo fianco?
RispondiEliminaBasta.. ci rinuncio... ormai sei entrata in modalità robotica!!! Sicura che non sei posseduta da un chip?
EliminaEppur si muove! Diego e Michele si muovono, girano intorno all'amore, vi passano anche attraverso e non si bruciano.
RispondiEliminaMichele può permettersi di fare il saggio, per lui è più facile; Diego ha una situazione più fragile, vive perennemente in bilico. Eppure come la terra pur sospesa nell'universo non cade mai, sono sicura che anche loro due rimarranno ben saldi nell'orbita del loro amore. Galileo mi perdonerà le citazioni... ;)
Ah Galileo sicuramente ti perdonerà, io no, ne a te ne a quell'altra, ma insomma... mi sa che ho sbagliato foto... ç___ç
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