giovedì 7 febbraio 2013
Baci al miele in paradiso, sesto capitolo
Titolo: Baci al miele in paradiso
Autori: Annina
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo
Rating: NC 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, ho preso in prestito i nomi solo per ispirazione artistica.
CAPITOLO VI
“Io non voglio andare a casa stanotte qui è
bellissimo, si sta troppo bene” Diego non trattiene un brivido e si rannicchia
di più tra le braccia di Michele.
“Per me andrebbe bene, ma il fuoco non durerà
ancora a lungo e tu hai freddo continui a rabbrividire“.
“No adesso mi rivesto ho anche una felpa nello
zaino. Voglio stare qui a parlare con te per tutta la notte. Ti prego” Diego lo
guarda con i grandi occhi spalancati e Michele non resiste, farebbe tutto
quando lo guarda così.
“Va bene facciamo così. Ci rivestiamo e io vado in
pineta a raccogliere un po’ di rami per ravvivare il fuoco e poi usiamo due
salviette per coprirci. Dovevamo portare i sacchi a pelo accidenti, non ci ho
pensato”.
Diego accoccolato sul suo petto gli sussurra “sei
tu il mio sacco a pelo; io non sento per niente freddo”. Michele ride
allegramente all’uscita del ragazzo “dai rivestiti bimbo! Io sarei un sacco a
pelo” scrolla i ricci e rivestendosi velocemente si avvia verso la pineta.
“Aspetta vengo anch’io” Diego per fare veloce si
inceppa nella felpa e non riesce ad uscirne, ed è Michele che lo aiuta “sei
davvero un bimbo non sai nemmeno vestirti. Stai qui vicino al fuoco tu, io torno
in cinque minuti”.
Diego si mette tranquillo ad aspettarlo e poco
dopo Michele ritorna con una bracciata di legna che si affretta a gettare nel
fuoco, poi si risiede vicino a lui e lo riprende fra le braccia “è umida, farà
un po’ di fumo ma dovrebbe bruciare”.
Il mare si è mosso nel frattempo e le onde
arrivano con più fragore sulla riva.
“Certo non avrei mai pensato a tutto questo quando
sono partito qualche giorno fa. Mai avrei immaginato che la mia ragazza mi
avrebbe piantato nel giro di poche ore, e che in altrettanto poco tempo avrei
trovato un nuovo amore”.
“Soprattutto un amore di un metro e novanta e
dotato di barba e baffi Diego” Michele scrolla i ricci “io in questo momento
pensavo a tutto tranne che a trovare qualcuno, con tutti i pensieri che avevo,
che ho per la testa. Ma sei arrivato tu e non so come ma mi hai intrigato da
subito, dal primo caffè che ti ho preparato” gli dà un bacio sui capelli e
continua “non so come sia stato possibile. Nessuno di noi era mai stato con un
uomo, né si era innamorato prima di un uomo no? Eppure eccoci qui”.
“Eccoci qui abbracciati stretti davanti a un falò
dopo aver appena fatto l’amore. E ti dirò che non ci penso, non mi interessa
che sei un uomo, sei il mio amore, punto. Ci sto bene così, non sono mai stato
così bene con qualcuno. Ho avuto tante ragazze, le ho amate, ma con te è
diverso è di più.” Diego lo cinge alla vita e reclama la sua bocca.
Molte chiacchiere dopo Diego cerca di trattenere
uno sbadiglio ma Michele se ne accorge.
“Siamo stanchi Diè facciamoci una dormita. Mettiti
giù vicino al fuoco, vedrai che stiamo al calduccio con le salviette” si
coricano e Diego appoggia la testa al suo petto gli occhi nei suoi occhi “Ti
amo Michele”.
“Anch’io Diego. Dormi tranquillo adesso” e dopo un
ultimo bacio si addormentano felici.
Dopo qualche ora li sveglia l’abbaiare di un cane
vicino a loro; Michele riconosce il cane del ragazzo che pulisce la spiaggia.
“Jerry ciao vieni qui cagnone! Dov’è Ricky dove lo hai lasciato?” il cane
intanto si è accasato in mezzo a loro e si sta facendo coccolare scrollando
allegramente la coda.
Diego dopo un attimo si confusione si ricorda di aver
dormito sulla spiaggia e anche lui si mette ad accarezzare il cane che lo sta
annusando “Che bello che sei!”.
Si sente il frastuono di un trattore che sta
arrivando e Jerry scatta di corsa per raggiungerlo.
Diego e Michele si guardano sorridendo “Sta
arrivando il mezzo che pulisce la spiaggia. Come stai Diego, hai dormito?” gli
alza il mento con la mano e gli dà un bacetto sulla bocca.
“Avrei dormito ancora un po’ ma va bene,
recupererò; cosa facciamo oggi? Vita di mare o vita di campagna? Devi lavorare
a casa?” nel frattempo Diego si è tolto la felpa coricandosi di nuovo con le
braccia incrociate dietro alla testa e Michele gli siede vicino e gli infila
una mano sotto alla maglietta accarezzandolo.
“Meglio vita di mare, a casa ti porterei subito a
letto e ti ci terrei tutto il giorno. Per quanto forse non ti spiacerebbe poi
così tanto…” continuando ad accarezzarlo gli acciuffa il membro e lo sente duro
mentre Diego chiude gli occhi sospirando.
“Mmm… non mi dispiacerebbe per niente” Diego si
solleva e anche lui comincia ad accarezzarlo con tenerezza “ma aspetterò
stasera se vuoi” gli infila le mani tra i ricci “mi piacciono i tuoi capelli, a
guardarli sembrano crespi e invece sono così morbidi”.
Anche Michele lo accarezza sulla nuca e poi scende
sul viso e gli sfiora gli anellini che Diego porta al naso e alla bocca. “E
questi? Come mai li hai messi?”.
Diego si stringe nelle spalle “sono tanti anni
ormai, ne avevo sedici figurati, suonavo in un gruppetto che faceva punk-rock.
Veramente a volte suoniamo ancora nel locale che è rimasto il nostro ritrovo,
un circolo più che altro. Mi piacciono i piercing vedi che ne ho uno anche
all’orecchio?”.
Michele gli tocca anche quello “Vedo sì, e ti
stanno bene. Ma fate cover o canzoni vostre? E che strumento suoni tu?”.
“Io suono la chitarra e canto. Facciamo cover
soprattutto ma ho scritto anche delle canzoni mie, poca roba. E se continui ad
accarezzarmi così ti volerò addosso, fregandomene se siamo su una spiaggia
pubblica in pieno sole il quindici di agosto!”.
“Sì piccolo anch’io sono tentato ma non si può,
potrebbe arrivare qualcuno da un momento all’altro”.
Diego gli si siede in braccio strusciandosi e
dandogli tanti piccoli baci gli sussurra sulla bocca “Dai Michi lo sentiamo se
arriva qualcuno, io ne ho una voglia che non ti immagini… ti prego Michi, ti
prego ti prego!”.
“Smettila e scendimi di dosso scimmia! Subito!”
Michele lo respinge ridendo ma lui non si lascia allontanare tanto facilmente e
torna ad avvinghiarsi al suo collo ricoprendolo di baci ovunque gli capita.
Allora Michele lo spinge a stendersi tenendogli
ferme le mani con le sue e si sdraia sopra di lui “Ti facevo più tranquillo ragazzino,
non provocarmi troppo” e sempre tenendogli le mani si abbassa a baciarlo con
passione, quasi con violenza; smette solo un attimo per toglierli la maglia e
ricomincia a baciarlo mentre Diego con
le mani ormai libere gli si avvinghia alla schiena, accarezzandolo,
graffiandolo. “Michele non resisto io non ce la faccio, oddio non ce la
faccio…”la voce di Diego non è niente più di un sussurro, gli occhi chiusi.
“Nemmeno io: alzati Diego” Michele balza in piedi
e gli tende la mano, cominciando a camminare a grandi passi verso la pineta,
trascinandolo con sé.
Lo spinge in un posto appartato, chiuso alla vista
da grandi dune ricoperte di ginepri e lo appoggia al tronco di un pino. Senza
parlare Michele ricomincia a baciarlo schiacciandolo contro l’albero, e gli
abbassa il costume, subito imitato da Diego.
Si amano con urgenza, bastano pochi minuti per raggiungere il culmine del piacere, poi
si lasciano cadere in ginocchio sulla sabbia sempre tenendosi abbracciati,
senza poter parlare.
Solo quando riprendono un po’ di respiro si
mettono a ridere come ragazzini.
“Io queste cose non le ho mai fatte prima! Dove mi
stai portando ragazzo?” tenendoselo stretto al petto gli accarezza la nuca
dolcemente.
“Non lo so nemmeno io ma mi piace questa strada!”
Diego si lascia coccolare “io non sono mai stato così bene, mi sento proprio in
forma!” e gli schiocca un bacio sonoro sulla bocca.
“Credo che dovremmo fare un bagnetto adesso però.
Dai rivestiti che facciamo un tuffo” si infilano il costume ed escono di corsa
dalla pineta per gettarsi in mare.
Dopo una lunga nuotata tornano al loro
accampamento e si stendono al sole.
“Ho una fame che non so cosa mangerei. C’è ancora
qualcosa nella borsa? Almeno un tramezzino” Diego famelico apre la termica e
fruga. “Due panini, un pacchetto di polentina e tre birre calde. Cosa vuoi di
più dalla vita?” prende un panino e una birra e li porge a Michele, poi apre il
pacchetto di riccioli di mais. Mangiano con appetito quindi si spostano all’ombra
dei pini per far passare le ore più calde del giorno.
La giornata passa in un baleno; chiacchierando e
nuotando in breve vedono che il sole sta scendendo verso il mare.
“Senti ripuliamo tutto e torniamo al bar, ci
facciamo una doccia e andiamo a mangiare alla festa della pallavolo al parco
giù a Donoratico, poi ce ne torniamo a casa tranquilli a contare le stelle
cadenti. Che ne dici?” Michele comincia a raccogliere la loro roba intanto e
Diego si alza a sua volta per portare i resti del falò nel cesto
dell’immondizia.
“Per me va benissimo, anzi non vedo l’ora di
mangiare qualcosa”. In breve mettono in ordine e tornano verso il bar, si danno
una sistemata e partono verso Donoratico.
Dopo una bella cenetta a base di pesce e vino
bianco, fanno una passeggiata per il parco dove ammirano le piante da sughero,
quindi comprano un cono gelato e Diego si siede sull’altalena.
Michele si siede a terra vicino a lui e stanno lì
a guardare il viavai della gente, finchè non inizia la musica sulla pista da
ballo.
A quel punto Michele guarda Diego ridendo:
“Andiamo a farci un giro di danza o torniamo a casa?”.
“Andiamo a casa. Ho ancora un paio di desideri da
esaudire”.
Arrivati all’auto Michele spinge Diego contro la
portiera e lo bacia “Sai di vaniglia. Avevo voglia di baciarti già quando
eravamo a tavola, e sull’altalena poi eri una tentazione mentre mangiavi tutto
attento il tuo gelato. Ma non ho osato farlo e non so se per rispetto a te o
per mancanza di coraggio” lo bacia ancora, lì nel parcheggio buio non può
vederli nessuno.
“Sì ti capisco anch’io ho avuto voglia di
abbracciarti per tutto il tempo, ma non sapevo cosa fare, per i tuoi stessi
motivi credo” fronte contro fronte si guardano negli occhi.
“Non è facile, non sarà facile” mormora Michele
perso negli occhi nocciola del compagno.
“No Michi non è facile. Andiamo a casa, là non
dobbiamo proteggerci da nessuno”. Michele annuisce e salgono in macchina.
“Prendo una
birra? O qualcos’altro? Già che entro a prendere la coperta” .
“No per me niente Michi, sono a posto stasera. Dai
che fa freddo, sbrigati”.
“Agli ordini” ma anche lui ha fretta e torna
immediatamente nel prato. Si avvolgono come al solito nel panno e fanno i
ragionieri delle stelle.
“Quante! E’ una pioggia vera e propria stasera.
Una magia. Penso di non aver mai fatto una vacanza migliore di questa, e devo
ringraziare solo te” Diego accoccolato sulla spalla del compagno lo stringe
alla vita, tanto forte che sembra volersi fondere con lui.
Michele gli bacia la testa ma si è intristito.
Sentirlo parlare di una vacanza gli fa ricordare che gli rimangono solo quattro
giorni prima che sia il momento di andarsene e tornare a Torino.
Cosa deciderà Diego? Tornerà da lui o rimarrà invischiato
nella sua vecchia vita e non lo vedrà più? Queste domande gli girano nel
cervello già da qualche ora, da quando lo guardava dondolarsi piano
sull’altalena, da quando voleva abbracciarlo e baciarlo e non ne aveva il coraggio.
Magari gli mancherà la forza di tornare,
di affrontare la vita insieme a un altro uomo, in un paese che non accetta
ancora le coppie come loro. Le lacrime brillano negli occhi di Michele, ha
paura adesso, ha paura di perderlo, e questo pensiero gli rovina la serata.
“Senti di che colore le vuoi fare le altre tre
camere? Perché già che sono qui potrei dipingerle io. Tu vai al bar e io inizio
i lavori. Se posso suggerirti, io ne farei sicuramente una verde malva e il
resto avorio, una cioccolato e tortora e l’ultima forse viola e lilla chiaro?
Tu che ne dici?”
Michele si riscuote dai suoi pensieri “si, molto
bello ma volevo aspettare a comprare il colore con i proventi delle verdure
sott’olio”.
“No li prendo io, Lucia mi ha mandato un messaggio
oggi che mi rimborsa la mia parte della spesa della stanza, visto che la sta
dividendo con la sua amica, quindi domattina presto andiamo a comprare i
colori, e poi mi metto al lavoro. Se per te va bene naturalmente, non vorrei
sembrarti invadente”.
“Per me va bene Diego, va bene” si schiarisce la
voce, l’angoscia che prova gli chiude la gola.
“Allora andiamo a letto forza. Domani mi aspetta
un sacco di lavoro da fare” Diego si scioglie dall’abbraccio e si alza
tendendogli una mano “dai Michele andiamo?”.
“Io resterei qui ancora un po’, vai pure tu”.
Diego lo guarda mogio “ma io credevo che… insomma
io volevo dividere il mio letto con te stanotte. Tu no Michi? Ho detto qualcosa
che non va vero? Mi sembri arrabbiato adesso. Lo sapevo che diventavo
invadente, scusami e lascia perdere quello che ho detto dai. Però vieni a
dormire con me?” Diego gli si accuccia davanti appoggiando la guancia sulle
gambe di Michele.
Michele ha un brivido, la bocca di Diego è
pericolosamente vicina al suo sesso, che si risveglia deciso. Gli accarezza i
capelli sospirando “No assolutamente amore, non ce l’ho con te, scusami. Mi ero
soltanto immerso nei pensieri di quel che c’è da fare e mi stavo preoccupando. Andiamo
a letto”.
Diego alza la testa e gli sorride contento poi gli
infila le mani sotto la maglietta e
alzandola gli riempie la pancia di baci. Sfiorando con il mento i calzoncini di
Michele si rende conto dell’eccitazione che pervade il compagno e capisce che
c’è un gioco che potrebbe renderlo molto felice. Si rialza e in silenzio gli
tende la mano. Entrano in casa e una volta al piano di sopra cercano di
scherzare “da te o da me?” celia Michele ma Diego si fa subito serio, il respiro
un po’ corto.
Apre la porta della sua stanza e lo trascina
dentro cominciando subito a baciarlo e accarezzarlo nella semioscurità
spingendolo contro alla parete, allontanandosi da lui solo quel tanto che basta
per sfilargli la maglietta e i bermuda; si inginocchia davanti a lui e gli
prende dolcemente il membro fra le labbra.
Michele vacilla, le mani sul viso “no Diego no,
non devi, io non voglio…”.
Diego abbandona solo un attimo il gioco “davvero
non vuoi Michi? Perché io voglio farlo” lo bacia ancora sulla pancia, si
struscia, lo accarezza “io voglio farlo sai?” e glielo riprende questa volta
con meno tenerezza, con più decisione. Le mani di Michele ora sono sulla sua
testa, tra i suoi capelli “sì Diego sì che lo voglio sì che lo voglio” il
pensiero della bocca di Diego lo tortura, i sospiri si fanno gemiti e Michele
finalmente tocca l’apice del piacere.
Barcollando solleva il compagno che è ancora
accovacciato ai suoi piedi e lo stende sul letto. “Diego, mio dolce Diego” lo
bacia accarezzandogli il viso “guardami Diego ti prego, fammi vedere i tuoi
occhi”. Lui li spalanca dritti nei suoi: Michele è incantato da quei grandi
occhi nocciola, e si sente incatenato ad essi, sente che non potrà mai più fare
a meno di quegli occhi che lo guardano, di quella bocca da baciare, non potrà
mai più fare a meno di lui, e che dopo di lui non vorrà più nessuno. Torna a
baciarlo con più passione stavolta, scende sul collo, sul petto infiammando
ancora di più i sensi già alterati di Diego, giocando un po’ con la lingua nel
suo ombelico. Diego si inarca sotto di lui, mugolando il suo nome “amore mio,
Michele, non farmi impazzire, non farmi impazzire di più…”. Finalmente lo
accontenta e anche lui impara presto a dare piacere al suo compagno, felice
quando lo sente gridare il suo nome mentre raggiunge a sua volta il piacere.
Alla fine si stringono in un abbraccio. “Diego…”.
“Michele…”. Ridono non trovando parole abbastanza grandi per descrivere il loro
amore.
“Forse una doccia ci vorrebbe prima di dormire, ma
non ne ho voglia, non ho voglia di alzarmi, non ho voglia di uscire dalle tue
braccia”.
“Hai ragione, nemmeno io ho voglia di andare via
da questo letto, ma almeno i denti dovremmo lavarceli no?” ma nemmeno Michele
accenna ad alzarsi.
“Dici che cascherà il mondo se per una volta ci
ribelliamo all’igiene?” ride Diego allegramente.
Poi però una puntatina al bagno la fanno, insieme;
anche la doccia fanno insieme e tornano di corsa a infilarsi sotto le lenzuola,
Diego appoggiato al petto di Michele.
“Non potrò più dormire se non così Michi” Diego lo
dice con voce assonnata, accarezzandolo.
“Non dovrai più dormire in altro modo Diego mio,
non riuscirei a fare a meno della tua testa su di me”.
Dopo qualche minuto la luna scendendo nel cielo li
vede addormentati.
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!!!!!!!! no ma qualcuno potrebbe pensare che queste ragazze hanno gli ormoni sballati, parecchio sballati o che qualcuno dovrebbe tirargli dei bei secchi di acqua gelata o cubetti di ghiaccio... beh, che dire! A proposito di ghiaccio, lo hanno rotto eccome loro: sulla spiaggia, sulla pineta e ci mancava pure sull'altalena, che mentre Diego leccava il gelato, penso che Michele il pensierino ce lo ha fatto. Scusa ma al pensiero dei due capitoli che posteremo poi di Blu e 2 Pianeti non riesco a non pensare a quante secchiate di acqua gelata ci meritiamo noi.... XD
RispondiEliminaHahaha! Hai ragione, meglio che cominciamo a prepararne un pò in freezer! Però, se si raffreddano i bollenti spiriti poi di che cosa si scrive? Dovran mica camminare sempre e solo mano nella mano sospirando alla luna no? :D
RispondiEliminaDopo questo capitolo altro che sogni bollenti ho fatto questa notte. Cavolo, sono d'accordo. Il ghiaccio lo hanno proprio sciolto con il loro calore e la passione che a quanto pare avevano sopita da un bel pò. Diego forse perchè la sua relazione magari durava da tanto e non c'era più quel fuoco degli inizi e Michele perchè forse troppo occupato con i suoi progetti per l'agriturismo. Diego è piombato nella sua vita rivoluzionandola completamente e ora di certo non potrà più fare a meno di lui, dei suoi occhioni castani e del fuoco che ha dentro. La scena sotto la pioggia di stelle cadenti è davvero magica, quasi come se fossero li per loro, per esaudire ogni loro piccolo desiderio, anche se penso che ormai siano stati eaauditi. Si sono trovati...
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