giovedì 16 maggio 2013
La cinquantaduesima volta, undicesima parte
Titolo: La cinquantaduesima volta
Autori: Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/ /Romantico/Introspettivo
Rating: PG, slash, Nc 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia compresi i nomi
di luoghi, i nomi di attività commerciali, locali, gruppi musicali.
I personaggi sono originali, i nomi
sono stati scelti per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa.
Dopo la partenza di Annabella per
la Siria, in casa si avverte meno confusione. Nessuno che parla liberamente di sesso
o che canta vecchie canzoni in tedesco e anche Fanny, trasferitasi in pianta
stabile da un’amica, ha lasciato un certo vuoto. Soli con Giovanna e Antonio,
Diego e Michele hanno più occasioni per appartarsi. Fanno l’amore di
pomeriggio, quando fuori il termometro raggiunge il massimo. Nonostante il
condizionatore a palla, dopo il sesso si ritrovano sudati da capo a piedi e
solo apparentemente stremati. Entrambi consapevoli che sono proprio quegli
incontri a corroborare il loro rapporto oltre ad esaltare i loro animi.
“Ti amo tantissimo Michi” gli
confida con la testa appoggiata all’ampio petto, pago della consapevolezza di
essere totalmente sincero. “Perché non restiamo qui per sempre?”
“Sarebbe molto romantico, ma io
qui non ho un lavoro e tu gli esami. Poi, avevo capito che a settembre volessi
tornare a lavorare con tuo zio”
“Forse, però non riesco più a
concepire Torino. Mi sento un po’ in trappola. Faccio sempre le solite cose, le
solite facce. Mi capisci?” Diego si alza per guardarlo. Nel volto di Michele
legge saggezza: “Diego... in vacanza si sta bene, si sente che è tutto
perfetto. Ci si sente come se la vita fosse quella no? Mangi cose squisite, ti
fai il bagno in un mare stupendo. Ridi e scopi in continuazione. Ma fidati, se
restassimo qui, magari anche per provare no? Tra qualche mese ci starebbe sulle palle anche Molfetta. E poi non dimenticare che questa casa è affittata undici
mesi all’anno e per settembre ci sono già le prenotazioni”
Diego trasecola: “Ah, la casa
vacanze” nudo si alza per cercarsi una sigaretta un po’ tremante sulle gambette.
Michele si siede e continua: “E poi non ti dimenticare il nostro progetto:
appena finisco quel cazzo di affresco restituisco le chiavi e ci troviamo un
appartamentino tutto per noi”
“Certo certo...” Diego sembra
distratto mentre aspira una lunga boccata.
“Sei ancora del parere di andare
a vivere insieme Diè? Ti vedo un po’ confuso”
“Ma quale confuso. Amore io non
vedo l’ora di trovare il posto giusto per vivere con te. Anzi, perché non ci
colleghiamo con il mio cellulare? Magari troviamo qualcosa”
“Ad agosto?”
“Perché no” Diego prende il
cellulare dalla tasca dei suoi bermuda taglia s. “Qui sotto non prende bene
però, usciamo nel patio”
“Magari prima asciughiamoci”
Michele si alza per abbracciarlo da dietro. “E magari prima una maxi razione di
coccole finché siamo ancora sudati come maiali”
“Infatti non prende! Si Michi, pucciamoci
ancora un po’. Sul letto però” e lo spinge supino sopra le lenzuola ancora
umide di passione. “Ti amo, ti amo, ti amo” gli riempie il petto di bacetti,
poi gli assalta la bocca. “Sai di tante cose buone Michi, sai di amore... ”
“So di tante cose buone Diego
perché so di te. È il sapore più buono che abbia mai provato”
Diego sorride in estasi:
“Pittore... come siamo romantici...” sorride e gli ridono anche gli occhi; gli
ride il cuore.
“Filosofo, non provarci nemmeno a
fare il cinico, con quegli occhi da Bambi sei credibile come una banconota blu”
ride Michele e ride pure Diego. Si sbaciucchiano per altri dieci minuti fino a
quando decidono di darsi una lavata.
Le serate sono tutte calde, di
quel caldo afoso che amplifica i sensi e solo la brezza marina riesce a
placare. Intanto, Antonio si è di nuovo trasferito a casa di Giovanna. Non
averlo nell’appartamento di fianco, concede a Diego e Michele di non doversi
più preoccupare di trattenere le urla di piacere. Diego sta di nuovo fumando in
terrazzo. “Ma dunque tuo padre e tua madre fanno anche l’amore ora?” Diego si
volta dalla parte di Michele, ancora sdraiato paciosamente: un cuscino sotto la
schiena, i piedi fuori dal letto.
“Penso di sì, non so bene. Non
parliamo mica della loro vita sessuale. Annabella è quella che sbrodola giù
tutto ma i miei su certe cose sono ancora un po’ all’antica”
“Alla faccia dell’antica” Diego è
ironico e Michele cerca di soprassedere. Non gli va di dover sempre
giustificare la propria famiglia. Un motivo per il quale non ha mai portato ex
ragazze o ex ragazzi in Puglia è proprio quello ma, chissà perché, con Diego
era convinto di andare sul sicuro, che non avrebbe giudicato. Come se gli
avesse letto nel pensiero, Diego precisa: “Non sto giudicando nessuno,
figuriamoci! Penso che ognuno debba fare della propria vita ciò che vuole e se
loro sono felici così... ” spenta la sigaretta, torna da Michele e lo raggiunge
gattonando sul letto. “Io però non saprei dividerti con nessuno, credo. Ma se
mi trovassi nella stessa situazione di Giovanna... beh, non so! Magari sì! Chi
lo sa”
Michele non risponde a parole ma
con un sorrisetto ironico, come se l’idea di diventare un giorno bigamo lo
rendesse felice, ambito. Diego sarebbe tentato di chiedere se per amore,
Michele sarebbe disposto a dividerlo con qualcuno, con Davide dei Nevada, tipo? Ma poi ripensa che è un argomento già
sdoganato. Non lo vuole dividere con nessuno. O forse sono quelle cose che si
dicono così, per romanticismo. Ma all’atto pratico... pensa e intanto ha
appoggiato la testa dalla parte della guancia destra sul petto sudato e
dall’odore leggermente acre di Michele. “Perché io credo proprio anzi sono
sicuro che non potrò più fare a meno di tutto questo Michi, di stare così ad
esempio e se tu ti innamorassi di... non so... un’altra ragazza! E mi chiedessi
di vederci a giorni alternati o di vivere tutti insieme... non so, forse
all’inizio impazzirei ma dopo...”
Michele lo interrompe
bruscamente: “Alt Diego, io non sono come mio padre! Niente di tutto questo, ok?”
“Va bene, non parlo più” dopo un
bacio sulle labbra, Michele lo incenerisce con lo sguardo.
“Diego, io ti amo. Sul serio, non
per dire. Penso di averti amato dalla prima volta che sei sceso da quella Classe
B incidentata, ricordi? Sai cosa è stata la prima cosa che ho pensato?”
Il viso torna rilassato mentre
sorride. “Cosa Michi, cosa... non me lo hai mai detto”
“Beh è un po’ imbarazzante se ci
pensi” sospira: “Insomma ho pensato: me lo farò. Ecco, proprio così. Un po’
volgare forse ma che sia stato amore a prima vista non ho dubbi Diè. Ti ho
visto e ho pensato che eri tu insomma, quello giusto. Intanto per iniziare una
bella notte di sesso. Poi chissà... è stato tutto perfetto perché ti volevo
proprio come sei: un po’ ingenuo, giovane e adorante. E il bello che anche dopo
due mesi, non hai ancora smesso di guardarmi così, con adorazione. Come se
fossi una specie di idolo irraggiungibile e non il tuo uomo che ti ama tanto e
vuole solo stare con te”
Lo stringe a sé più forte mentre
Diego un po’ si commuove e conferma: “Sì, è tutto vero! Quando sono con te in
mezzo alla gente e tu mi tieni il braccio sulla spalla, e io ti abbraccio per
la vita penso: Michele è mio, mi ama. Ama proprio me. È tutto giusto. È fantastico
e io mi sento il ragazzo più fortunato della terra” gli scappa uno sbadiglio.
“È tutto giusto e meraviglioso.
Però senti Diego, tu sei stanco e chi ce lo fa fare di tornare in spiaggia?
Perché non ci facciamo un pisolino ora? Poi dopo doccia, cena e stasera alla
fiera fino a tardi”
“Vero! La fiera! Che figata
Michi. Ti farò qualche regalo. Posso?” lo guarda di nuovo adorante e poi gli
scocca un bacio sulla barba. “Ti ho già detto che ti amo Michi?”
“Un centinaio di volte”
“Allora va bene” Diego si
ricolloca sul petto sudato e nel giro di qualche minuto ronfano entrambi.
La vacanza pugliese dei due
innamorati prosegue nel migliore dei modi. All’inizio dell’ultima settimana però
sono entrambi con la testa a Torino. Diego ha già preso contatti per visionare
un paio di immobili sfitti nella zona universitaria e mentre sua madre è
sembrata clemente, suo padre gli ha già spiegato che non caccerà un euro per
l’affitto, ma lui ha già precisato che tornerà a lavorare in officina e, nel
caso non lo volesse lo zio, si cercherà un impiego da un’altra parte.
Michele si rende conto che Diego
è più proiettato al futuro di lui, che vorrebbe che fosse tutto e subito e che
forse sì, si è stancato anche di stare in vacanza, come era prevedibile. I
falò, i balli sulla spiaggia, i bagni di notte... anche la bellezza più pura
può stancare. Hanno entrambi voglia di quotidianità e l’ultima mattina in
Puglia, prima che un aereo da Bari li riporti all’ovile, si sentono quasi grati
che sia finita. Nessun magone, nessuna malinconia. Solo Giovanna, con i suoi
occhi rossi, sembra attentare alla loro serenità. Sono all’aeroporto e la
matrona, che ha sostituito Annabella nella mente di Diego (la madre che
accoglie, la madre che congeda) ecco che Giovanna si è attaccata al collo
dell’unico figlio e non smette di baciargli il collo, di piagnucolare. Antonio
li divide: “Giovanna gli fai perdere il volo ai ragazzi”
“Macché, mica parte senza di
loro”
Interviene Diego: “Temo di sì, questo
è un Ryanair e loro non aspettano” fa un sorrisetto tirato, poi la donna lo
aggredisce a sua volta di baci e pizzichi. “Come sei bello Diego, guardati:
quando sei arrivato eri bianco come la carta, ora tutto abbronzato” poi gli
sussurra all’orecchio: “Rendi mio figlio felice così, ok?”
“Ci provo” ma lei lo rimprovera.
“Non devi provarci, devi farlo. Vi voglio belli e sereni così, sempre. E
cercate di tornare anche a Natale almeno. Un altro anno senza vedere Michele mi
sembra troppo”
“Venite a trovarci voi”
puntualizza Michele, ma sa che non lo farebbero mai: troppo abitudinari, troppo
legati alla loro terra per un viaggio così lungo. Finalmente le loro strade si
dividono e Michele può mettere il braccio sulle spalle del suo ragazzo e
trascinarlo verso il loro gate. Diego è perfettamente felice ora, mentre
passano tra la gente e sente che quella montagna che lo protegge è sua, è la
sua montagna. E all’ombra della montagna si può solo essere sicuri. Appoggia la
testa sul braccio e si accoccola a lui. Camminano verso il loro aereo. Al di là
del vetro il rollare tranquillo dei velivoli. “Faremo un bel viaggio Michi. È
stata una vacanza bellissima” confida trascinandosi con la mano destra il
trolley.
“Siamo stati davvero bene, e
manca poco”
“A cosa manca poco” Diego è
confuso e Michele ridacchia tra sé.
“Ma niente, una sciocchezza mia”
intanto sta pensando che appena tra quattro giorni, forse, riuscirà a rompere
quell’incantesimo. Tra quattro giorni sarà la cinquantaduesima volta che si
sveglia accanto a qualcuno che ama, a qualcuno che lo ama.
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Si avvicina la cinquantaduesima volta. Chissà se Michele la teme o non aspetta altro. Che teneri che sono tutti e due insieme a coccolarsi, pucciarsi e ad amarsi sempre come se fosse il primo giorno. Certo, Diego ha un segreto e temo che prima o poi esploderà, ma ama talmente Michele che sembra quasi che il tradimento non ci sia stato, che l'abbia rimosso. Chissà cosa accadrà quando torneranno a Torino che accadrà. Me curiosa...
RispondiEliminaStavolta faccio fatica a commentare, ho tutta la mente occupata da quella frase, come trovo le parole? Comunque, bello questo pezzo, direi rilassante... no rilassante no, ma nemmeno eccitante mi va bene. Vedi? è l'odore di Michele che mi turba!
RispondiEliminaTutto questo amore che li avvolge, avvolge anche la casa, tutta la vacanza, che non vada perso al ritorno, come le valigie a volte con Ryanair. Solo quattro giorni, dai, ce la facciamo a trattenerlo...
Ma un dubbio che mi rode dentro: cosa ha regalato Diego al suo Michi, alla fiera?
"cosa ha regalato Diego al suo Michi, alla fiera?" e io che ne so?????
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