sabato 30 marzo 2013
Dalle Puglie alle Alpi, sesta puntata
Titolo: Dalle Puglie alle Alpi
Autori: Annina
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo
Rating: PG, slash, NC 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, ho preso in prestito i nomi solo per ispirazione artistica.
VI CAPITOLO
Michele non riesce a stare lontano da Diego nemmeno un secondo;
parcheggiate le bici sul pianerottolo salgono le scale abbracciati e sulla
porta, prima di entrare, si scambiano un altro bacio.
Lo stringe talmente
forte che Diego sospira ridendo: “Michele non sai quanto mi costa dirlo, ma
lasciami respirare!”.
Lui lo lascia solo un
pochino: “Scusa Diè ma non ce la faccio a non stringerti, è come se perdessi
una parte di me se mi sei lontano”.
A fatica Diego prende
le chiavi e apre la porta, entrano e sempre abbracciati finiscono distesi sul
divano; Michele non lo bacia ora, lo guarda come a voler memorizzare ogni
tratto del suo viso, passando le dita
tra i suoi capelli. “Sai Diego? Tornando a casa pensavo solo che volevo ancora
fare l’amore con te subito, e ci ho pensato fino a qualche secondo fa. Ora
invece ho solo voglia di tenerti tra le braccia, di scaldarti col mio amore.
Perché l’ho capito ora che è amore, non ho più dubbi”.
Si distende accanto a
lui che appoggia la testa nell’incavo della sua spalla, silenzioso.
“Non dici niente Diego.
Forse hai bisogno di più tempo per pensarci, cazzo, ti ho praticamente
aggredito. Scusami, sono stato impulsivo come al solito” tenta di rialzarsi ma
Diego lo ferma: “Resta qui Michi. Non ho bisogno di pensare a niente. Credo di
essermi innamorato di te mentre entravo dal cancello, il giorno che sei
arrivato. Ma mai avrei sperato che tu...” si interrompe commosso, adesso è lui
a passare le dita tra i ricci di Michele, ad accarezzargli la barba: “Come sei
bello Michele”.
Lui ride: “Dai Diego,
non prendiamoci in giro. Tutto quello che vuoi ma bello no, dai! Non puoi dirlo”.
“Sei bellissimo invece.
Bellissimo. I tuoi occhi così neri, la tua bocca” gli dà un bacino sul naso.
“Ecco, parliamo del mio
naso allora! No Diego lascia perdere, non c’è storia, il bello tra i due sei
tu, basta guardare i tuoi occhi, hai anche un bel nasino francese”. Michele non
riesce a finire la frase perché Diego ricomincia a baciarlo e lui si arrende
volentieri all’assalto.
“Senti ci facciamo una
doccia e poi mangiamo qualcosa? Sei pallido oggi Diego, più del solito. Ma non
stai bene? Anche prima al vivaio ti girava la testa”.
“E’ la pressione,
quando lavoro in quella serra mi scende ancor più bassa di quanto è di solito,
è il caldo umido. Poi non ho mangiato. Ho delle lasagne in freezer aspetta che
accendo il forno e le metto dentro, intanto che ci diamo una lavata cuociono”.
“Hai il microonde? Non
l’avrei mai detto” Michele si alza dal divano aiutandolo ad alzarsi a sua
volta.
“No ma và! Che
microonde! Non mi fido assolutamente! Vado sul tradizionale io!” nel frattempo
infila la teglia nel forno e si avvia lentamente verso il bagno tenendosi una
mano alla fronte.
“Senti Diego mi
preoccupi. Sentiamo il dottore? Sarà meglio no?” ma Diego lo guarda con orrore
scrollando la testa: “Ma no! Non è la prima volta Michele tranquillo. Ora mi
lavo, poi mi provo la pressione, vedrai che sarà bassissima”.
“Va bene ma la doccia
la fai assieme a me, che se mi ti ammazzi in bagno poi come faccio io? Appena
conosciuto e l’ho già perso!” Michele declama in modo buffo e Diego si
rasserena e scoppia a ridere.
“Va bene ho capito,
tutte le scuse sono buone vero Michele? Poi dicono che siamo noi gay gli
assatanati!” a braccetto si spostano in bagno e si infilano sotto la doccia.
Anche fare una doccia
insieme è piacevole: si insaponano con dolcezza, accarezzandosi, si riempiono i
capelli di schiuma ridendo, si abbracciano, si baciano, si fanno il solletico:
giocano come due cuccioli in libertà.
Quando escono dalla
doccia belli e profumati si sono fatte le sei.
“Beh, le lasagne sono
pronte. Non è pranzo e non è cena, non è nemmeno una merenda. Come si dirà? Il
brunch è per il mezzogiorno” Diego riempie i piatti con due porzioni generose:
“C’è ancora una bottiglia del vino che avevi preso tempo fa. La prendo? Ma
andrà bene con le lasagne poi?”.
“Apri dai, lo facciamo
andare bene, cosa vuoi che mi importi oggi di avere il vino giusto? Ho l’uomo
giusto! Mi basta. Comunque di sera si fa l’ape no? Non dicono così?”.
Ridono tutti e due:
“Aperitivo con lasagna! Grande! Altro che stuzzichini!” mangiano di gusto
facendo anche il bis, finchè la teglia non è vuota e anche la bottiglia.
Diego mette in tavola
un dolce freddo che ha tolto prima dal freezer: “Guarda, ho il tiramisù!
L’aveva portato Fabio l’ultima volta che sono stati qui, poi non ci ho più
pensato. Ce lo mangiamo. E guarda cosa ho anche: una bottiglia di passito!
Questa mi piace tanto”.
“Per forza ti piace, è
dolce come te” Michele versa il vino liquoroso nei bicchieri, due dosi notevoli,
ma stasera gira così.
“Oh, non ho preso
piatti e cucchiaini; mangiamo dalla ciotola dai” Diego prende la forchetta e prende
un po’ di dolce, gustandolo: “buono! Senti, assaggia” prende un altro po’ di
crema e imbocca Michele che mugola “buonissimo”. Vanno avanti così per un po’,
poi Diego gli si siede in braccio “mi gira ancora la testa Michi, mi tieni con
te?”.
“Sei mio Diego,
certo che ti tengo con me. Hai della crema sulle labbra, fa sentire?” gliela lecca via, poi
prende il bicchiere di passito, ne fa bere un po’ a Diego, e lo finisce. Diego
appoggia la testa alla sua spalla abbracciandolo: “Non sono ubriaco Michi ma ti
giuro che la mia testa non vuol saperne di rimanere su”.
“Meglio andare a
dormire. Diego posso chiederti una cosa?”.
“Mmm… puoi chiedermi
tutto quello che vuoi”.
“Non farmi tornare a
casa a dormire stasera. Posso rimanere qui da te?” Michele lo guarda ansioso:
non vuole lasciare Diego stasera, non vuole lasciarlo più.
Diego si appoggia
fronte contro fronte: “Perché tu pensavi che ti avrei lasciato andare via? Tu
da oggi abiti qui, io voglio poter uscire da questa casa sapendo che quando
tornerò tu sarai qui, o arriverai da me. Andiamo a nanna?” glielo sussurra
sulla bocca. “Andiamo”. Mano nella mano aprono la porta della stanza di Diego:
“Che bella Diè! Dà un senso di calore”.
Entrambi in boxer si
infilano sotto al piumone ècru a righine azzurre e si avvicinano per
riscaldarsi.
Diego accarezza il
petto di Michele poi gli si stringe contro e lo stende sedendoglisi sopra,
iniziando a dargli tante leccatine, tanti baci sul collo e muovendosi sensuale
con i fianchi. Michele sotto di lui si è già eccitato tantissimo, quando Diego
si solleva e mettendosi in ginocchio tra le sue gambe gli toglie i boxer;
togliendo anche i suoi gli si corica sopra strusciandosi contro di lui e
baciandolo, erezione contro erezione. Michele respira rumorosamente muovendosi
sotto di lui: “Diego, non so se lo sai, ma io sto impazzendo credo. Ho la testa
in fiamme, e non solo la testa. Diego ti prego, fammi alzare un attimo, ora
sono io che non respiro…”.
Diego avvicina la bocca
alla sua e lo bacia appena: “No Michi, stai tranquillo, sarà ancora più bello
tra un po’” lo bacia, gli lecca la bocca, mentre le mani di Michele artigliano
i suoi fianchi che continuano a ondeggiare su di lui, poi scende e si
inginocchia tra le sue gambe, prendendo golosamente il sesso tra le labbra, e
seguendo un ritmo solo a lui noto scivola avanti e indietro mentre Michele
stringendogli la testa tra le mani, sente che sta impazzendo vorrebbe fermarlo,
ma vuole anche che vada avanti: “Basta Diego, tu non… sai, non sai…cazzo, oh
cazzo Diè” e finalmente la bocca di Diego gli regala la felicità.
Diego scivola ancora su
di lui dandogli tanti baci sulla pancia, sul petto, sul collo e arriva alla sua
bocca: “Sei felice Michele? Dimmi se sono riuscito a farti felice” si accoccola
sul suo petto mentre Michele si riprende, e comincia ad accarezzarlo
baciandogli la testa. “Felice? Diego tu mi hai fatto morire e rinascere; ma ora
tocca a te Diego mio”.
“Io sono già felice
così. Mi basta” ma Michele sorride e gli riempie il viso di baci:”Diego, ma
quanti anni ho perso, perché non ti ho conosciuto prima?” si avvicina
baciandolo alla sua erezione e rimane dubbioso: “Diego, sarò maldestro ma
imparerò no?” ma quando si ama si impara velocemente, e Michele trova subito
l’armonia con il compagno e anche Diego si ritrova presto a invocare il suo
nome mentre arriva al culmine.
“Oh Michele quanto ti
amo” Diego si accoccola sul petto dell’amante cercando di nascondergli le
lacrime che sono scappate dai suoi occhi.
“Diego perché piangi?
Dimmi cosa c’è che non va, non sei felice?” Michele è preoccupato di aver fatto
qualcosa di sbagliato che possa averlo ferito, ma in effetti non riesce ad
immaginare cosa.
“E’ solo felicità. Da
tanto non ero così felice, ci volevi tu per farmi riprovare cosa si sente a
stare bene. Tienimi così stanotte Michi, lasciami dormire così, mi sento
curato, mi sento così amato, non voglio pensare a nient’altro che a noi.”.
Lo abbraccia Michele,
lo abbraccia forte pensando a quanto ha sofferto il suo ragazzo fino a quel
momento, ripromettendosi di renderlo felice ogni giorno, e glielo dice: “Ti
terrò così stanotte e ogni notte, perché voglio che tu sia felice, perché ti
amo. Non aver paura di niente piccolo, dormi tranquillo”. Stretti sotto al piumino finalmente dormono.
Le imposte dimenticate aperte la sera prima lasciano passare
una luce ancora incerta ma che annuncia già l’arrivo del mattino.
Diego apre un occhio,
sente un bel calduccio tra le braccia del suo compagno e lo richiude
rannicchiandosi ancora di più contro il suo fianco. Resta così ancora qualche
minuto, poi si rassegna: il lavoro li chiama, devono proprio alzarsi. Alza la
testa e chiama Michele dolcemente, baciandolo sulla guancia. Michele si gira un
po’ di più verso di lui mormorando qualcosa di incomprensibile, lo prende
meglio tra le braccia e ricomincia a russare leggermente.
Diego ridacchia, ma
comincia a pensare seriamente di darsi malato: perché dovrebbe uscire da
quel nido caldo che è il petto di
Michele? Un sospiro e poi comincia ad accarezzargli il viso, finchè Michele
aprendo gli occhi non lo fissa torvo. “Ragazzo, non scherzare col fuoco!”
bisbiglia con voce roca.
Diego gli fa un bel sorriso
e poi si rifugia ancora sul suo petto: “Michele, non sai che voglia ho di
buttarmi in quel fuoco. Ma come si fa? E’ ora di alzarsi”.
Michele gli passa le
dita nei capelli morbidi: “Lo so, lo so. Va bene ma è venerdì, dalle cinque di
stasera alle cinque di lunedì mattina, noi non usciremo da questa casa, a meno
che non scoppi un incendio”.
Ancora un abbraccio e
si alzano per prepararsi. “Colazione da Danilo?” grida Michele dal bagno.
“Va bene. Il caffè è
già pronto però!” Diego prepara le tazze e aspetta che Michele arrivi a berlo
insieme a lui.
Quindi vanno al bar e
sedendosi al bancone ordinano due cioccolate e le brioche, continuando a
parlare tra loro.
Danilo è curioso e
vorrebbe chiedere qualcosa ma si trattiene: guarda i due amici che parlano fitto,
e ridono; vede la gioia negli occhi di Michele, osserva Diego e lo vede
addirittura radioso mentre guarda Michele. Con un sorriso sornione appoggia le
cioccolate davanti a loro e ricopre di panna quella di Diego.
“Michele ma perché non
la prendi anche tu con la panna? E’ buonissima” Diego ha già attaccato la sua,
goloso.
“Ma lo sai che io
preferisco i gusti un po’ più forti, infatti Danilo ha messo il peperoncino
sulla mia”.
Diego sghignazza: “Ha
visto troppe volte Chocolat con la sua ragazza! Dai senti che buona” caricato
il cucchiaino lo infila nella bocca di Michele e poi resta pensieroso a
guardarlo.
“Che c’è?” chiede
ruvido Michele ripulendosi la barba con un tovagliolino.
I pensieri di Diego
spariscono dietro un sorriso: “Dobbiamo fare spesa. Pensavo…
stasera andiamo alla Coop, va bene?”. Michele annuisce, e finite le colazioni
si alzano, salutano ed escono, mentre Danilo li sta ancora osservando.
Salgono sulle
biciclette, vicini, e Diego si avvolge nella sciarpa lasciando fuori solo gli
occhi. Michele si gira verso di lui: “Beh? Che modi sono? Non si usa più
salutare?” e abbassandogli la sciarpa lo bacia dolcemente. “Sarà dura oggi
arrivare a sera senza di te Diego”.
Diego è ancora meravigliato
dal gesto di Michele, e non trova le parole. “Michi, io… oh, sarà più dura per
me credimi. Ma tu mi hai baciato, qui, fuori. Cioè tutto il quartiere ci ha
visto. Sei sicuro di quello che fai? Per me, io sono più che felice e tanto
tutti lo sanno che sono gay, ma tu?”.
Michele ride: “Non lo
so Diego, vada come vada. So che se sto con te non voglio certo nascondermi in
casa tutte le volte che voglio baciarti. Ora andiamo. A più tardi. Ti passo a
prendere all’Arci, va bene?”. Un ultimo bacio, poi Michele sistema per bene la
sciarpa a Diego e vanno al lavoro, mentre Danilo dentro al bar esulta e telefona subito a Valentina.
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Dolciiiiiiiiiii. Che capitolo dolce ma allo stesso tempo sensuale. Sono talmente presi l'uno dall'altro da non preoccuparsi del mondo che li circonda. Soprattutto Michele sembra a suo agio nella sua nuova relazione tanto da baciarlo così davanti a tutti. Finalmente. Cominciavo a temere che non sarebbe mai successo niente di ciccioso tra loro. Adorabili e Diego semplicemente fantastico. Mi chiedo solo cosa abbia DIego. Secondo me nasconde qualcosa, forse qualche malattia? Spero proprio di sbagliarmi. Non sopporterei qualcosa che sia diverso da un lieto fine
RispondiEliminaE loro osano e io oso un'ipotesi: la cioccolata come metafora... con la panna perché lui è dolce, e poi come si fa a rinunciare alla panna? La cioccolata da sola va bene, ma insieme alla panna è divina no? Mentre Michele, osa il peperoncino.. già Michele osa... osa nel vivaio, osa in casa di Diego, nel suo letto, osa per strada. Osa. Trovano un'alchimia perfetta nel loro flirting, nel loro imboccarsi, in quel vino passito così dolce e anche se non ce lo dici (perché non ce lo dici?) si capisce che a Diego la testa gira perché è ben brillo! e forse lo vuole perché gli occorreva darsi un po' coraggio, visto che sta vivendo il suo più grande sogno. E che sogno... anche tu osi molto sai?
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