Disclaimer: come
sempre è tutto frutto di fantasia e non si vuole in alcun modi ledere
all’immagine dei protagonisti e insinuare qualcosa
Per fortuna sua
che doveva attaccare al lavoro Diego, o non solo non avrebbe detto alla sua
ragazza che intendeva lasciarla ma avrebbe finito per farci l’amore! Lei
sembrava non aspettare altro. Dopotutto erano già due settimane che non si
appartavano felicemente. Per la prima volta Diego si sentì costretto a rifiutarla.
Trovò qualche scusa: che era in ritardo, un po’ di sonno arretrato, che non era
per niente una scusa; comunque si arrampicò sugli specchi. Lei non mangiò
nessuna foglia, le bastava vederlo per sentirsi più innamorata che mai: da
quando stava con Michele, Diego era ancora più attraente ai suoi occhi.
Irradiava la luce di tutti gli innamorati, e Tatiana s’innamorò di nuovo. Ormai
l’esame era alle porte così come il loro viaggetto a Palma De Maiorca. Prima
dell’ecografia sottaciuta, Diego era stracerto di non partire, aveva dato per
scontato che prima che Tatiana finisse di pagare la sua parte per tutti e due,
lui l’avrebbe lasciata. Pausa di riflessione, l’avrebbe chiamata, per non
allarmarla troppo. Ma ora sapeva che non ci sarebbe riuscito: mancava davvero
troppo poco e lui sentiva che Michele era in difetto nei suoi confronti.
Il turno del
pomeriggio lo occupò fino alle otto e mezzo. Alle nove meno un quarto si
ritrovò a cambiarsi nel solito spogliatoio. Gli ultimi saluti e, in tutta
fretta, si precipitò all’Havana.
Ancora tre ore di lavoro attendevano il povero
commesso, il quale, ignaro del turbine che aveva investito la testa del suo
ragazzo, lo accolse abbracciandolo e baciandolo su tutto il viso.
“Che bello
che ci sei, temevo non saresti passato, andiamo a procacciarci la cena?”
“E tu come fai a
lasciare il negozio? No, se hai fame tu, a me si è chiuso lo stomaco” si toccò
la pancia teatrale con una smorfia di dolore. “Stai bene Die’? Hai un faccetto
smunto, e pallido. Dimmi cosa succede”
Diego sbuffò,
poi lo aggredì, non aveva preventivato di farlo: “Tatiana mi sta addosso. Sono
troppo vigliacco scusa! Non ce la faccio a lasciarla prima di Palma de Maiorca.
Poi paga lei, no? Che figura ci faccio? So già che saranno quindici giorni
d’inferno eh... oh, non guardarmi così ora”
Michele fece le
sopracciglia oblique alla Hello Spack.
Demoralizzazione, delusione, tristezza, queste le emozioni che trasparivano dal
suo viso: “Perché ora hai deciso di partire? Ti basta sentire l’odore di
patatina cinque minuti per sentirti tornato normale?”
“No, che
normale! Sono uno stronzo”
“Sei un
vigliacco, sì. E io che avevo già detto a tutti che portavo un amico quest’anno”
Diego si
accigliò: “Mi poteresti dai tuoi? Sicuro? E la tua ex?” gli scappò. Era tardi
ormai, non bastava quella domanda a smascherarl, però...
“La mia ex? Che
c’entra ora... ”
“Beh, tu mi
porti a Molfetta no? Là vive la tua ex moglie. Non ti farebbe strano
incontrarla? Con la gente ci si scontra nelle grandi città figurati nei piccoli
centri... ”
“A me non
farebbe né caldo né freddo Diego. E non capisco cosa c’entri questo con noi”
“Niente, lascia
stare... ”
“Non lascio
stare un cazzo!” alzò la voce. “Tu paragoni la mia ex alla tua attuale
fidanzata che giuravi di voler lasciare, tra un’inculata e l’altra, e poi non
hai nemmeno il coraggio di rinunciare alla vacanza che lei ha progettato per
incastrarti ancora di più”
“Mah...”
“Mah un accidente Diego!” alzò le braccia: “Tu sei geloso perché sono stato
sposato? E io cosa dovrei provare a saperti quindici giorni a scopare con lei
in una romantica camera da letto? Eh? Non parli più?”
A Diego si
riempirono gli occhi le lacrime: “Aiutami tu allora Miche’, aiutami tu a...” balbettò. Ma non pianse, tené tutte le lacrime
frenate.
“Aiutarti a fare
cosa”
“A credere in
noi ad esempio. Io sto per rinunciare a tutto per te Michi, e lo faccio solo
per amore. Ma tu credi davvero in noi? Credi davvero in me?”
“Perché ora
questi dubbi?”
“Perché....”
Diego si fece forza e lo disse: “Perché non vuoi mai parlarmi della tua ex ad
esempio, del motivo per cui vi siete lasciati? Io sento che mi stai nascondendo
qualcosa e non è giusto però. Tu sai tutto di me”
A Michele scappò
una risatina cinica: “Ah davvero? Mi hai detto tutto? Tipo mi hai parlato degli
uomini che ti sei fatto in certi posticini per recchioni?”
Diego avvampò.
Era vero, sincero fino in fondo con lui non era stato. Michele conosceva troppo
bene l’animo umano, le debolezze del quale era intriso e di sicuro conosceva
Diego, perché lo amava, perché era stato felice di approfondire con lui.
“Non ti giudico
Diego per il tuo passato, tutt’altro. E nemmeno per il fatto che non hai voluto
condividere alcuni dettagli con me. Mi hai detto del tuo primo amichetto
pugliese, hai sorvolato sul resto. Magari sono state tutte cazzate o magari no.
Ma è passato, ok? Fa parte del passato esattamente come la mia ex moglie.
Perché queste storie dovrebbero inficiare la nostra storia!” Michele lo
abbracciò teneramente e Diego non riuscì a trattenersi: scoppio in un sonoro
pianto.
“Ti amo tanto
Michele... ti amo da morire amore mio... e scusami, scusami”
“Non fare la
checca isterica dai” ridacchiò accarezzandogli i capelli: “Non ti donano questi
modi effemminati. La voce in falsetto mi piace solo a letto”
“Bastardo” a
Diego scappò una risatina: la loro vera prima litigata. Ma l’ecografia? Quella
che fine faceva? Doveva lasciare la sua ragazza con l’incubo di seguire Michele
in Puglia non sapendo se là, da qualche parte, c’era un bambino? Suo figlio?
“Senti Michi, lo
so che non vuoi parlare del passato e lo capisco, ma dimmi solo una cosa, una
soltanto”
“Bene, dai...
cosa vuoi sapere”
“Insomma... se
tu e tua moglie, insomma, se lei avesse avuto un bambino... tu me lo diresti?”
Michele sbiancò
e Diego fu sicuro di aver toccato un tasto dolente. “Michele... oddio Michele,
perché quella faccia ora. Ci’ho preso? C’è qualcosa di vero?”
“Diego ti
sottovalutavo. Pensavo di essere solo io dei due il profondo conoscitore
dell’animo umano invece...” Michele all’inizio si bevve quella teoria. Poi, in
un flash, realizzò tutto. “Sei andato a ficcare il naso nel cofanetto sulla
mensola del bagno! E che cazzo Diego! Peggio di una servetta! Una volta, una
sola che ti lascio in casa!” congiunse le mani incredulo.
Diego non negò,
ma si prostrò: “Mi sento meschino, mi sento stronzo, oddio se sono stronzo! Ma
non cercavo niente tranne che una foto! Volevo solo sapere se conservi foto di
te e tua moglie insieme, anche capire se era più carina di me... che cretino”
Michele provò un
misto di pena e rabbia per lui, ma sopraggiunse la razionalità. Forse era anche
colpa sua, si disse. Probabilmente, data la piega che aveva preso la loro
storia, avrebbe dovuto raccontargli anche quella cosa...
“E tu cosa hai
pensato Diego? Quando hai trovato l’ecografia...” attese.
“Io... io non
so, non so! Boh... ho pensato che forse sei padre o stavi per diventarlo.
Comunque conservi quel cimelio e dunque non è un caso. C’è un segreto ecco, un
segreto che mi ha fatto un po’ riconsiderare tutto con la Tati, ma non perché non
voglia lasciarla, io non l’amo più, è sicuro questo! Solo che ho paura”
“Hai paura di
restare solo, questo è?”
A quella Diego
si rabbuiò: “Solo? Tu pensi che mi spaventi stare solo? Ma Michele, proprio tu?
Il grande conoscitore della mente umana? Tu pensi che stare con Tatiana abbia
significato esser con qualcuno in questi anni?” Diego sospirò: “Quando andavo
nei parcheggi degli autogrill, nel bagno turco di Gino, o negli Hotel con
Nicola... ero solo più che mai! Proprio perché avevo la ragazza, Michi! E sai
quante volte avrei voluto dire basta e chiudere con tutto?” gli scappò un
sorrisetto innamorato: “Michi tu mi hai salvato, mi hai fatto smettere
con le avventure, mi stai aiutando ad uscire dalle vesti del finto bravo
ragazzo. Non mi riferisco solo a Tatiana: sto pensando di tornare a studiare. E magari di lasciare il mio lavoro. Sicuramente andarmene da casa.
Aspettavo solo che tu mi chiedessi di venire da te, ma ovvio che se io non
lascio la Tati non si può fare no?”
Michele gli fece
un buffetto e poi lo prese per mano: “Andiamo nel retrobottega e speriamo si
mantenga tutto così tranquillo, ti racconterò tutto” con il cuore in fiamme
Diego annuì seguendolo con passo incerto.
Michele restò in
piedi girando su se stesso: non toccava quell’argomento da sempre. Si illudeva di
aver smesso di pensarci, ma l’ecografia del bambino la teneva, ergo: sapeva di
non essersi liberato del ricordo. Diego invece era immobile, seduto, pronto a
lasciare che Michele finalmente rompesse quel muro tra di loro. Quel muro che
ora rischiava di compromettere il loro amore.
“Avevo deciso di
trasferirmi a Nord, anche con mia moglie Diego, poi lei mi disse di essere
incinta. Mi sono sentito braccato. Io nemmeno mi volevo sposare! Era stata lei e
i suoi genitori a farmi crollare. È solo un contratto, un contratto e una
grossa festa barraccosa, lo potrò sopportare, mi dissi. Così accettai di
sposarla ma dopo sei mesi, quando annunciò di essere incinta, non lo so perché
ma ci restai male. Per qualche settimana non dissi nulla, andammo pure a fare
quell’ecografia che hai visto, no? Ci dissero che la gravidanza procedeva bene,
che andava tutto bene” l’emozione sembrò assalirlo per qualche secondo, poi Michele
tornò in sé: “Non so perché quel sabato fui così duro con lei. Forse perché
odiavo il mio lavoro, odiavo la mia terra, la mia città. Odiavo la gente,
tutto. Non so ma quello che accadde è che le dissi chiaramente che non mi sentivo
pronto per diventare padre” tirò su con il naso. Diego: una statua di sale.
“Lei reagì malissimo. Dopo una litigata di due giorni, il peggior weekend della
mia vita, se ne tornò dai suoi genitori. Ci restai male per la sua
cocciutaggine ma pensai che tutto si sarebbe risolto, che io sarei tornato in
me, che lei sarebbe tornata sui suoi passi. Invece, dopo una settimana mi
arriva questa lettere dal suo avvocato, che poi era anche il mio, un nostro
comune amico. Mi sono sentito così stupido. Perché l’amavo ancora, capisci
Diego?!” la voce più acuta. “Ero pazzo di lei ma non avevo fatto niente per recuperare
il rapporto. E non vedevo in quel bambino una possibilità ma un estraneo che si
andava a frapporre tra noi. Lei, con la sua bella laurea in psicologia, aveva
capito. Aveva pure capito di non essere pronta a lasciare il paese e,
probabilmente, di non essere pronta ad avere un figlio da un uomo che non voleva
essere padre” Michele fissava intensamente il suo ragazzo, quasi come se stesse
vagliando se lui fosse pronto o meno all’ultima botta finale, quella più dura.
“Diego lo ha
abortito. Ha abortito il figlio che aspettavamo perché la legava a me, o per
farmi dispetto, non so. So solo che lo scoprii dall’avvocato. Me lo disse con
una brutalità che mi distrusse. Non solo avevo buttato nel cesso mio figlio,
una creatura innocente che non avevo colpa, avevo distrutto il mio amore. Con
le mie mani, capisci?”
“Michele è
terribile” riuscì a proferire tra i singhiozzi: “Ma perché, perché non me lo
hai detto subito?”
“Dirti cosa? Che sono un pezzo di merda?” una lacrima cadde sulla guancia,
accarezzando la basetta e planando sul pizzetto. Emozionato come non mai, Diego
si alzò per abbracciarlo. Si strinsero e piansero silenziosamente. L’entrata di
una coppia li distolse. “Torno subito” Michele lo lasciò per qualche minuto. Al
suo ritorno trovò il ragazzo raggomitolato sulla sedia, pensieroso. “A cosa
pensi Die’?” s’inginocchiò davanti a lui.
“Che hai
sbagliato a non parlarmi anche di questo, ma come ho sbagliato io a non dirti
del mio passato” tornarono ad abbracciarsi. Questa volta Michele si sedé su una
sedia accanto a lui. Gli prese le mani solennemente: “Diego io non ti voglio
perdere, ok? Lascia la tua ragazza. Non ho più segreti con te e nemmeno tu con
me. Lascia Tatiana, trasferisciti da me, anche subito, anche stasera” i suoi
occhi divennero liquidi e profondi mentre gli afferrava il volto tra le mani:
“Ti amo Diego, non pensavo che avrei potuto ricominciare ad amare ma ti amo, e
non voglio perderlo l’amore questa volta. È tutto perfetto. Noi siamo più forti
dei nostri fantasmi, siamo più forti dei dubbi e delle paure ok?”
“Certo che lo
siamo, lo siamo eccome!” Diego sorrise finalmente e tornando ad abbracciarlo
gli rivelò: “Michi io la chiamo ora, la chiamo e le dico che non vado più a
Palma, ok? Poi inizio da stasera a preparare tutta la mia roba. I miei tanto lo
hanno capito che sto attraversando un periodo un po’ così, scommetto che non se
ne avranno troppo male”
“Mi piaci
ottimista!” Michele, al colmo della felicità, lo prese di nuovo tra le braccia
e lo baciò. Restarono abbracciati a darsi tanti baci quanti i secondi che
contiene un minuto e poi, alle nove e mezzo, Diego uscì a telefonare a Tatiana.
Fu una telefonata piuttosto lunga.
Era quasi
mezzanotte quando Diego tornò finalmente a casa sua. I suoi genitori dormivano,
sua nonna dormiva, suo fratello non era ancora rientrato. Sbuffando si tolse le
scarpe e dopo averle riposte nello stanzino destinato alle calzature, tornò
nella sua stanza. C’era riuscito, aveva parlato con Tatiana ma quanto gli era
costato! Erano stati insieme dieci anni e passa e vederla soffrire così, un
passerotto caduto dal nido, non lo aveva reso fiero di se stesso. Aveva sperato
di sentirsi libero, ora che non era più con una donna, invece tra la stanchezza
e i pensieri, si sentiva malinconico come non mai. Così, per dare un senso a
tutto, iniziò a riordinare le idee: doveva innanzitutto procurarsi qualche
scatolone per quel piccolo trascoloro e un paio di valige capienti anche
sarebbero state utili. L’idea della valigia, nonostante l’ansia, gli restituì
un po’ di allegria: stava andando da Michele! Avrebbe vissuto da lui, nel suo
piccolo appartamento. Sarebbe stato il loro nido d’amore. E poi sarebbero
partiti verso la Puglia. Ma cosa dirò ai
miei? E cose diranno i genitori di Tatiana ai miei? Che sono un finocchio,
cos’altro! Era stato duro, davvero duro da ammettere: “Sì
Tati, non posso averti amata davvero, a me piacciono gli uomini, sono sempre
piaciuti. E ora me ne piace uno ma mi piace troppo e voglio stare con lui e
basta. Tu non devi accontentarti, tu sei bella, puoi avere tutti i ragazzi
etero che ti pare, ok?” sì, aveva usato proprio queste parole, ma non era certo
stato semplice trovarle, tutt’altro. E Tatiana aveva pianto tutto il tempo, le
mani tra i capelli, sulle tempie, sugli occhi. Era finita davvero? Sì, era
finita e ora a Diego non restava che andarsene da casa sua, dove aveva
trascorso tutta la sua giovinezza. Tatiana lo vide andarsene e quello fu per lei devatante.
L’idea che non sarebbe più tornato. Gli sembrava sempre lo stesso ragazzino di
quando andavano alle superiori e bigiavano scuola per andare a pomiciare nei
parchi.
Diego non ci
provò nemmeno a dormire, tanto valeva risistemare, decise. Avrebbe messo nelle
valigie solo le cose di stagione, qualche roba autunnale e basta. Cappotti e
piumini li avrebbe presi in un secondo tempo. Pensò che forse il trolley
destinato per la Spagna potesse addirittura bastare. Avrebbe preso anche i
blocchi, i suoi disegni, matite e colori. Avrebbe portato da Michele anche il
piano di lavoro, ma con calma. Non voleva sconvolgere troppo Michele e nemmeno
la sua famiglia: già devono accettare di
avere un figlio omosessuale da un giorno all’altro. Mentre trasferiva le
magliette ben piegate e stirate diligentemente dall’armadio alla valigia, un
rumore lo fece sobbalzare un poco. La porta si aprì pian piano, e qualcuno
entrò senza bussare. “Diego, che ci fai ancora sveglio?”
“Nonna, che ci
fai tu ancora sveglia!” Arrossì. Lo aveva colto in flagrante.
“Ti ho sentito
traccheggiare. Senti vieni qui, siediti” la donna, risoluta, invitò il nipote a
sedere accanto a lei. “Questa non è la valigia per le vacanze, vero? Quindici giorni prima
non avrebbe senso. E poi con cosa ti cambi per i prossimi quindici giorni, no?
Dimmi cosa sta succedendo”
Emozionato da quell’acume,
Diego ammise: “Te ne avrei parlato domani”
“Parliamone
adesso”
“Ok” e Diego
parlò. Con coraggio e con chiarezza, racconto ogni cosa: che si era sempre
sentito fatto in quella maniera ma che non lo aveva mai accettato. E dopo aver
frequentato persone che non gli avevano trasmesso nulla, ora c’era nella sua
vita Michele. Michele era quello giusto.
Alla fine del
resoconto, lei sospirò e poi sorrise, e con tutta la semplicità del mondo, gli
chiese: “E ti vuole bene questo ragazzone alto, pugliese? Così intelligente e
profondo, gli vuole bene al mio nipotino preferito?”
“Eh, tanto
nonna, mi ama sì” sorridendo commosso l’abbracciò. Lei gli passò un braccio
magro attorno alle spalle. “Allora non vedo l’ora di conoscerlo, ma sento che
già gli voglio un po’ di bene anch’io”
“Anche lui te ne
vorrà nonna” ricominciarono a chiacchierare. Ora Diego non aveva più dubbi. Non
gli importava più di chi avrebbe sofferto, di sua madre e di suo padre che
avrebbero pianto o lo avrebbero insultato. Che gli avrebbero detto che si stava
rovinando la vita. Dei genitori di Tatiana, di Tatiana, di tutti gli amici in
comune. Ora tutto sembrava romantico e giusto, persino sereno! Non vedeva più
la sua vita come un foglio scarabocchiato, interrotto o da nascondere. Ora la vedeva
come una pagina bianca pronta per essere colorata da quattro mani. O disegnata
con un pennello bianco, su un incantevole sfondo blu.
E anche blu è arrivata alla sua conclusione. Stupendo il finale con la nonna di Diego che non solo accetta la verità ma che si dimostra ansiosa di conoscere l'uomo che ha fatto così felice il suo nipotino. Lei è la persona più importante per Diego e lui temeva soprattutto di deluderla e di perdere ikl suo affetto. Invece lei è stata di mente talmente aperta da sorprenderlo. Così toccante il momento della confessione di Michele ma è stato un bene che non si sia tenuto tutto dentro. Con il passare del tempo un segreto del genere può logorare. Per fortuna che da tutto questo escono più innamorati che mai e con tanti progetti per la loro futura vita insieme. Da come si stata evolvendo temevo che Diego non avrebbe mai avuto il coraggio di aprirsi, di rivelare ciò che è senza finzioni. Bravissima, questa storia non solo mi ha preso come non mai ma mi ha anche molto commosso.
Che meraviglia tornare a casa tardi dal lavoro e trovare un ultima puntata di questo livello! Come buttarsi davanti al camino acceso mentre fuori nevica e qualcuno ti fa un bel massaggio. Finalmente han fatto pulizia negli armadi, e buttato tutto quello che di doloroso ci si nascondeva. Così teneri... Sinceramente un pò mi spiace per Tati, che rimane l'unica vittima della situazione, ma l'amore è così. E da domani, quella pagina bianca farà invidia all'arcobaleno.
Questo blog è nato per tutti quelli che amano la coppia Caparezza/Diego Perrone (altresì detta Diegorezza) in odor di slash (slash fanfiction) e per coloro che amano Diego Perrone e il mitico Michele Salvemini come artisti, con un occhio speciale e fantasioso sugli altri musicisti che più o meno ruotano (o hanno ruotato) intorno a questa coppia. Welcome.
ATTENZIONE: tutte le fanfiction presenti nel sito che citano Diego Perrone e Michele Salvemini (Caparezza)e altri personaggi reali, sono da considerare sempre e tassativamente frutto della fantasia e del talento dell'autore. Non c'è niente di reale né è a scopo di lucro. In caso contrario, qualora si racconti un avvenimento "reale" non sarà una fanfction e verrà ben specificato.
Se non vi piace lo slash non leggetelo
Sublimando sul palco................................................................................................................................
-Durante fuori dal tunnel, alla frase: “Mi sento stretto come quando inchiappetto un topolino” (al posto di puffo, per adeguare alla scenetta) mimato un atto omosessuale, nella fattispecie CaparezzaVSDiego.
-Durante Bonobo Power, vengono imitati coiti e Diego, dopo aver tentato Capa al sesso bonobo, si consola prima con il tastierista poi con una banana.
-Durante una nuova versione di Fuori dal tunnel, Caparezza imita un nuovo coito omosex con uno stura lavandini sempre ai danni di Diego.
-Durante il dito medio di galileo, Diego presta il fianco alla famosa frase: “Temono il dito di Galileo tra le chiappe” mettendosi in posa per farsi infilare metaforicamente il dito medio tra le chiappe da Caparezza.
-Durante una delle tante versioni di Abiura di me, Diego dice: “Ti posso cliccare?” e dopo averlo toccato con la freccetta, arriva con un finto dito (tipo sempre mouse del pc) e lo sbatte sui genitali di Capa.
-In un'altra di Abiura, Caparezza impugna il pacman e "mima" di mordere qualcosa che pende dal corpo di Diego, indovina un po' cosa...
-Ancora Abiura di me, Diego fa la principessa del videogioco di Super Mario che amoreggia con Tetris, interpretato da Caparezza.
-Durante Kevin Spacey, Diego Harry Potter, sbatte la bacchetta magica verso il sesso per evocare un sortilegio contro la prostata di Caparezza.
-Durante stango e sbronzo Caparezza prende di petto le dimensioni della scimmietta di Remy (interpretata da Diego) e definisce le dimensioni del suo pene siffrediane.
-Prima di Auditel's family, per parlare del decadimento dei rapporti amorosi, Caparezza imita una telefonata ad una linea erotica e Diego interpreta una centralista hard con tanto di parrucca e movenze.
-Nel live de La fine di gaia, Caparezza spinge nel sedere di Diego la lancia, gesto però non legato ad una scenetta o altro. Così...
-In The auditel family, alla fine Caparezza svende tutto, persino una notte d'amore con Diego. Ma poi si pente e cerca il suo perdono tirandogli un bacio subito ricambiato
E anche blu è arrivata alla sua conclusione. Stupendo il finale con la nonna di Diego che non solo accetta la verità ma che si dimostra ansiosa di conoscere l'uomo che ha fatto così felice il suo nipotino. Lei è la persona più importante per Diego e lui temeva soprattutto di deluderla e di perdere ikl suo affetto. Invece lei è stata di mente talmente aperta da sorprenderlo. Così toccante il momento della confessione di Michele ma è stato un bene che non si sia tenuto tutto dentro. Con il passare del tempo un segreto del genere può logorare. Per fortuna che da tutto questo escono più innamorati che mai e con tanti progetti per la loro futura vita insieme. Da come si stata evolvendo temevo che Diego non avrebbe mai avuto il coraggio di aprirsi, di rivelare ciò che è senza finzioni. Bravissima, questa storia non solo mi ha preso come non mai ma mi ha anche molto commosso.
RispondiEliminaChe meraviglia tornare a casa tardi dal lavoro e trovare un ultima puntata di questo livello! Come buttarsi davanti al camino acceso mentre fuori nevica e qualcuno ti fa un bel massaggio.
RispondiEliminaFinalmente han fatto pulizia negli armadi, e buttato tutto quello che di doloroso ci si nascondeva. Così teneri... Sinceramente un pò mi spiace per Tati, che rimane l'unica vittima della situazione, ma l'amore è così.
E da domani, quella pagina bianca farà invidia all'arcobaleno.
Grazie splendide
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