Ultima puntata
martedì 12 marzo 2013
Baci al miele in paradiso, ultima puntata
Titolo: Baci al miele in paradiso
Autori: Annina
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo
Rating: NC 13
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, ho preso in prestito i nomi solo per ispirazione artistica.Ultima puntata
Diego alza la testa di scatto e si gira verso di
lui, che si avvicina lentamente e gli tende le mani. Le afferra e si alza, e
rimangono a guardarsi così, le mani fra le mani senza dire niente. Poi si
volano tra le braccia, si stringono freneticamente, la testa di Diego sulla
spalla di Michele che gli accarezza la nuca, e finalmente si baciano
dolcemente, poi quasi con disperazione, incuranti delle prime gocce di pioggia
che cominciano a cadere.
“Vieni Diego andiamo, comincia a piovere davvero” Michele
lo prende per mano e corrono a rifugiarsi in casa, chiudendosi la porta alle
spalle e dirigendosi in cucina.
Si guardano e si sorridono. “Siamo stati proprio
due stupidi! Io di più però, io molto di più” Michele guarda le braccia di Diego
dove i lividi sfumano quasi scomparsi ma ancora visibili. “Non potrò mai
perdonarmi quello che ti ho fatto quella sera Diego. Mai”.
“Invece dovrai farlo Michele, perché io non me lo
ricordo già più e anche tu dovrai dimenticarlo. Hai ragione, siamo stati due
stupidi. Bastava parlare vero? Comunque ora siamo qui, sono venuto a chiederti
se vuoi ancora che io resti con te” Diego guarda gli occhi tristi di Michele
coi suoi occhioni spalancati, fissandolo: “non essere triste Michi ti prego”.
Michele scrolla la testa di ricci e lo accarezza in
viso teneramente “se voglio che tu resti con me? Non c’è stato un solo minuto
in questi giorni che io non abbia desiderato averti vicino amore mio. Nei
campi, e al mare, e a letto, niente aveva più senso, nemmeno questo mio sogno non
era più che un mucchietto di cenere senza te. Non te ne andare più Diego, non
te ne andare”.
Lo guarda attentamente “Ragazzo mio, quanto sei
dimagrito? Sei pallido” guarda il suo viso scarno e segnato dalle occhiaie
“però in azzurro sei sempre bellissimo” gli alza il mento e ricomincia a
baciarlo, un bacio lungo una vita, non possono staccarsi e non lo vogliono
nemmeno. Li interrompe il suono del cellulare di Diego. Lui prende il cellulare
ma trattiene Michele che stava per lasciarlo andare “non sognarti di
allontanarti da me Michele, sarò la tua croce, ti starò sempre addosso, ora ho
troppa paura di perderti di nuovo”.
Mentre Michele sorridendo lo riprende tra le
braccia Diego risponde a Danilo “Si tutto a posto, non ti ho chiamato perché…
non avevo tempo! Scusa! Hai ragione Danilo come sempre. Come hai avuto ragione
a spedirmi di corsa quaggiù. E’ tutto sistemato. Mi vuole ancora sì… sì, sono
stato uno stronzo, va bene Danilo! Domani ti chiamo ora devo andare. Certo che
ho di meglio da fare” sorridendo a Michele gli dà un bacetto sulla barba.
“Appena apre organizzo solo per voi. Grazie Danilo, sei sempre un grande
amico”.
Appoggia il telefono e si riaccoccola sul petto di Michele
“E’ stato lui a spedirmi di corsa quaggiù; io avevo troppa paura per farlo da
solo, troppa paura che tu non mi volessi. E’ un grande amico davvero Danilo.
Quando sarà tutto pronto faremo una festa per i miei amici, devono conoscerti e
vedere il nostro angolo di paradiso”.
“Certo che la faremo, li inviteremo qui appena
potremo finire di arredare le camere. Ora ho un gruzzoletto, qualcosa possiamo
cominciare a fare”.
“Perché non andiamo all’Ikea domani? Io credo che
con quello che ho da parte potremmo arredare le stanze sai?” Diego è
elettrizzato all’idea ma Michele non sembra dello stesso parere. “No ragazzo tu
non devi proprio toccare i tuoi soldi, ci mancherebbe altro…”.
Diego lo guarda intristito “non mi vuoi come socio?
Io credevo di poter lavorare con te. Lo so che sono un impiastro a volte ma
imparo se mi ci metto, pensavo anche che potevo stare in cucina qualche volta,
sono bravino a cucinare, poi c’è tanto da fare anche in casa, non solo
nell’orto”.
“Diego mio certo che ti voglio: come socio, come
compagno, come amante, ti voglio in tutti i modi possibili! Cosa ti salta in
mente? Solo non voglio che butti il tuo denaro, ora che hai lasciato il tuo
lavoro per venire a stare qui, oltretutto non so nemmeno come andrà questa
avventura, non voglio che tu perda i tuoi soldi”.
“Bene, siccome sono i miei posso perderli come voglio
io. E poi lo so già che sarà un successo, è un investimento che faccio.
Allora?” Diego lo guarda ansioso i grandi occhi nocciola in attesa.
“Tutto quello che vuoi amore, se mi guardi con
quegli occhi, non posso dirti di no. Non ho la macchina l’ho prestata a Roberta
vediamo come fare, comunque andremo all’Ikea e faremo spese, contento? Ora però
prepariamo qual cosina da mangiare e accendiamo il camino. Pensavo solo a
quello oggi sai? Che sarebbe piovuto, avrei acceso il camino ma non avrei
sentito nessun calore perché non avevo te vicino. Oh Diego che bello che sei
qui” torna a stringerlo talmente forte che sembrano diventare un’unica persona.
Le mani di Diego si insinuano sotto alla sua felpa e Michele rabbrividisce.
Diego ride “che succede? Sei tutto un brivido?”.
Anche Michele ride “hai due pezzi di ghiaccio al posto delle mani! Ma non è
solo quello a darmi i brividi. Adesso facciamo una cosa: io preparo qualcosa
per cena e tu sali in camera mia e ti metti qualcosa di più pesante”.
“Faccio una doccia calda allora e torno subito. Ma
non preparare niente, va bene anche una fetta di pane e basta. Torno subito”
ancora un abbraccio e Diego scappa al piano di sopra.
In effetti in
casa non c’è niente da mangiare. Michele pensa un po’ poi affetta il pane pugliese
che non manca mai quello, scalda le fette e prepara delle bruschette al
pomodoro, mette sul vassoio il formaggio e sorridendo prende il barattolo di
miele. Le api si sono riunite finalmente.
Apre una bottiglia di Bolgheri bianco che teneva in
frigo da un po’ e porta tutto nella stanza accanto. Accende il camino e si
siede sui cuscini ad aspettare.
Dopo poco sente scendere le scale; Diego entra e
gli si attacca al collo ridendo: “eccomi qui, ho fatto presto; e ti ho rubato
una felpa, scusa, ma ho portato solo magliette, ho fatto la sacca di corsa per
partire subito”.
Michele lo guarda e ride, Diego scompare in quella
felpa ma è bello anche così.
“Vorrà dire che domani andremo anche a rifarti un
guardaroba” se lo fa sedere vicino e gli allunga un bicchiere di vino: “bisogna
festeggiare Diego, ci vuole un brindisi”.
Mangiano abbracciati, scambiandosi bruschette e
baci; quando Michele versa il miele sul pane e glielo passa, Diego lo guarda
“il mio messaggio nella stanza verde, cos’hai pensato quando l’hai trovato?”.
“Ci ho pianto una sera intera su quel disegno,
vederlo e capire quanto ero stato idiota a tacere è stato un attimo. Da quel
momento ti ho cercato dappertutto, nei social, su google con l’aiuto di
Roberta, ho anche minacciato il ragazzo della reception dell’albergo dove eri
sceso, loro potevano aiutarmi, ma non l’hanno fatto. Giorni di inferno perché
sapevo che non potevo fare nulla, se non venire a Torino e cercarti casa per
casa. E probabilmente l’avrei fatto se tu non fossi arrivato oggi. Non potevo
più andare avanti così”.
Diego vede le lacrime negli occhi del compagno e si
commuove “ora basta però Michi, ora basta” spinge via il vassoio e lo corica
sul tappeto sdraiandosi su di lui; gli sfila la maglietta mentre Michele lo
libera dalla felpa e si baciano, si assaporano.
“Questi sono davvero baci al miele Diego, mio dolce
Diego” e mentre fuori infuria il temporale loro si amano davanti al fuoco.
Dopo l’amore Diego si appoggia alla spalla di Michele
rannicchiandosi al suo fianco “Come avrei potuto fare a meno di tutto questo?”
lo guarda con un sorriso dolcissimo che ha un riverbero immediato sul viso di Michele.
“No Diego non potevamo, noi siamo destinati a stare
insieme”.
Il rumore della pioggia che cade e il calore del
fuoco che risplende nel camino creano un ambiente rilassante, e complice la
stanchezza e la tensione di quella lunga giornata Diego si abbandona tra le
braccia di Michele e si assopisce.
Michele contempla il bel viso, le lunghe ciglia che
gli ombreggiano le gote, la bocca socchiusa nel leggero russare e si sente
pervadere da una dolcezza infinita: il suo ragazzo è qui ora, è tornato. Lo
stringe a sé possessivo e accarezzandogli teneramente i capelli si addormenta a
sua volta.
Qualche ora più tardi lo sveglia il freddo, nel
camino rimangono solo braci e loro sono nudi.
Scrolla Diego con delicatezza “Svegliati Diè fa un
freddo cane qui, andiamo a letto” ma da lui ottiene solo un borbottio
indistinto mentre si stringe ancora di più al suo fianco.
D’accordo,
facciamo come vuoi tu. Ridacchiando Michele si libera non senza difficoltà
del peso di Diego e si alza; ravviva il fuoco aggiungendo parecchi ceppi per
arrivare al caldo fino al mattino e va a prendere un piumino nell’armadio.
Quando torna Diego è raggomitolato su sé stesso, ma
continua a dormire. Michele si ridistende accanto a lui e copre entrambi col
piumino; in quel momento l’amico apre gli occhioni e si guarda intorno con aria
un po’ sperduta, poi lo vede e bisbiglia “Sei qui. Ti amo Michi” e appoggiando
la testa al suo petto lo cinge con le braccia magre.
Michele lo tiene stretto “ti amo anch’io piccolo”
ma Diego si è già riaddormentato con un sorriso sulle labbra.
La mattina Michele
si sveglia pervaso da una bella sensazione: Diego è su di lui e lo accarezza dolcemente
baciando ogni centimetro della sua pelle: “Buongiorno Michi; mi sono proprio
addormentato di brutto ieri sera! Hai dormito bene?”.
Sorridendo al suo ragazzo Michele gli prende il
viso tra le mani “Ti amo” gli sussurra.
Diego lo guarda un po’ stupito. “Sono state le tue
ultime parole stanotte ricordi Diè? Dovevo pur risponderti. Non ho mai dormito
meglio in vita mia Diego mio, e anche il risveglio devo dire non mi dispiace”
lo attira a sé e lo bacia sulle labbra “sai ancora di miele”; lo spinge sul
tappeto e il bacio diventa più profondo.
“Dovevamo andare all’Ikea stamattina vero?” chiede Michele
tra un bacio e l’altro.
Diego illanguidito risponde con un filo di voce “Si
dobbiamo andare a fare spese”.
Michele continua a baciarlo sempre più intensamente,
accarezzandolo su tutto il corpo e Diego geme sotto di lui: “ma abbiamo ancora
un po’ di tempo vero?” sussurra continuando a toccarlo insistentemente tra le
gambe.
“Mmm… tutto il tempo del mondo Michi, tutto il
tempo del mondo…”.
Molto più tardi dopo una doccia e un caffè veloci,
sotto una pioggia torrenziale saltano in macchina e si fermano al Centro
commerciale dove Diego intende rifarsi un minimo di guardaroba, in attesa di
salire a Torino a prendere le sue cose.
Per ogni felpa, per ogni paio di calzoni che Diego
prende per sé ne trova uno per Michele, che si trova costretto contro la sua
volontà a provarsi pile di vestiti.
“Dai Diego, sei tu che hai bisogno di vestiti, non
io. Mi dà noia provare e riprovare, io compro e metto di solito”, ma Diego non
lo ascolta nemmeno e lo trascina in camerino insieme a lui.
L’allegria di Diego è contagiosa e alla fine anche Michele
si lascia prendere dallo shopping; quando tornano in auto portano due grandi
borse di abiti.
“Ammettilo che ti sei divertito anche tu” ridacchia
Diego salendo in auto accanto a Michele e scrollando i capelli bagnati.
Anche a Michele scappa da ridere ma cerca di
mantenersi serio “ma figurati se mi diverto a fare queste spese compulsive.
Preferisco altri modi per svagarmi”.
“Sì l’ho notato il momento in cui ti sei divertito
di più: quando eravamo in boxer tutti e due e io ti ho spinto contro lo
specchio, e se non mi fermavi tu forse non mi limitavo a baciarti!” Diego lo
guarda malizioso.
Michele finalmente ride allegramente “Ma tu non sei
mica normale! A un certo punto quando ti sei abbassato a raccogliere i calzoni
a terra, ho temuto volessi fare di peggio!”
“L’avrei fatto se non avessero bussato in quel
momento! Ti giuro che l’avrei fatto Michele! Ma ci dovremo pur tornare no? Compreremo
maglioni svedesi per l’inverno e faremo l’amore nei camerini dell’h&m.
L’idea non è male. Torniamo dentro?” Diego gli si aggrappa al braccio facendo
uno sguardo sensuale.
“Scemo”.
“Sarò scemo ma prima di partire voglio un altro
bacio. Sennò ho freddo senza averti sempre addosso” Diego si sporge verso di
lui.
“Questa l’hai rubata al Blasco” lo bacia Michele,
lo bacia con foga mentre Diego gli infila le dita tra i riccioli “ora andiamo
però o ci arrestano per atti osceni”.
Ridono mentre Michele mette in moto e parte verso
l’Ikea.
Al magazzino vista l’ora si dirigono immediatamente
al ristorante, dove Diego prende un piatto enorme di polpettine, mentre Michele
si orienta verso il salmone all’aneto.
Al tavolo siedono vicini e mentre mangiano Diego
osserva incuriosito il piatto dell’amico “Sai che non ho mai preso il salmone?
Io prendo sempre le polpettine, mi piacciono molto. Fa sentire?” Diego si
avvicina e Michele gli allunga un pezzetto di pesce.
“Buono, molto buono. La salsa al rafano l’adoro.
Vuoi una polpetta?”.
“Ma io non le apprezzo molto. Cioè le polpette sono
buone ma i mirtilli preferisco mangiarli a colazione”.
“Dai Michele assaggia. Guarda che la salsina è
buona. Aspetta che la “puccio” bene” afferrata una polpettina con la mano la
intinge nelle due salsine e la infila nella bocca di Michele, leccandosi poi
per bene le dita.
Michele lo guarda masticando la sua polpetta “Ma sì
non è male; soprattutto non è male vedere te che ti lecchi come un gatto” e gli
dà un bacino sulla guancia.
Qualcuno li guarda con blando interesse, gli altri
si fanno i fatti loro. “Però è vero che il negozio è svedese, ma non pensavo
che anche tutti i clienti lo fossero. Scusa Diego, non ho pensato che poteva
anche infastidirti il mio atteggiamento
in pubblico. Ma no, non credo che tu sia il tipo da inibirti”.
Sorridendo Diego gli risponde con un bacio sulla
bocca “non abbiamo niente da nascondere noi”.
Placata la fame possono addentrarsi nel reparto
mobili; la vasta scelta li lascia un attimo perplessi, ma la parola d’ordine
per loro è sempre semplicità, e in breve scelgono i mobili per tre stanze.
“Senti Diego io penso che noi dovremmo spostarci
nella stanza verde: non solo perché è la più grande e la più bella, ma perché
ha conosciuto sia la nostra felicità che la nostra tristezza. Lasceremo la mia
agli ospiti, noi ci rinchiudiamo nella nostra arnia”.
Diego annuisce commosso e si stringe al compagno
appoggiando la testa alla sua spalla.
Così abbracciati finiscono di scegliere i mobili
per la loro stanza e passano a prendere tutta la biancheria necessaria per dare
alloggio ai loro futuri clienti e qualche complemento per arredare le stanze.
A sera soddisfatti per gli acquisti, con la
macchina stipata di piumini e biancheria possono tornare a casa.
Nei giorni seguenti lavorano alacremente senza
concedersi un attimo di respiro, arredando, rassettando e dipingendo. Diego
approfitta degli attimi di pausa per creare il sito internet per l’agriturismo
e i volantini che poi consegna a Roberta per la distribuzione nei locali.
Non si ferma nemmeno la produzione di conserve e
salse che vanno a riempire la dispensa di casa, e continuano la lavorazione
dell’orto per prepararlo ai prodotti invernali.
La sera li sorprende sempre ancora al lavoro.
Doccia, cena e divano diventano una routine e spesso si risvegliano a notte
fonda appoggiati l’uno all’altro, come li ha sorpresi il sonno mentre cercavano
di rilassarsi ascoltando un po’ di musica.
Finalmente agli inizi di ottobre tutto è pronto
per accogliere gli ospiti e decidono di organizzare una festa di apertura
invitando gli amici di entrambi per il primo venerdì di ottobre. Gli amici di Diego
si fermeranno anche a dormire inaugurando le stanze.
Il venerdì mattina verso le dieci due auto
parcheggiano sotto al porticato e i torinesi,
come li chiamerà fra sé Michele, entrano nel prato davanti a casa. Diego corre
fuori tutto allegro ad accoglierli mentre Michele rimane sull’uscio a
osservarli in silenzio per dar loro modo di salutarsi senza avere lui fra i
piedi.
Gli abbracci e le pacche sulle spalle fra i
ragazzi si sprecano e Danilo stringe Diego a lungo “Ci sei mancato Diegone,
Torino non è più la stessa senza di te”.
A quel punto Michele non resiste e col suo passo
dinoccolato si avvicina a Diego cingendolo alle spalle cercando di fare
l’indifferente, ma apparendo solo guardingo.
Lui lo guarda radioso e gli presenta gli amici
“questo è Michele, il mio compagno”. Non c’è imbarazzo, tutti sono già al
corrente della relazione e le strette di mano sono calorose.
“Ti sei portato via il pezzo unico della compagnia
Michele, ma ti perdono perché non ho mai visto Diegone con un’espressione più
felice” Danilo non si limita a una stretta di mano, e li accomuna in un
abbraccio.
Michele si rilassa e accompagna i ragazzi nelle
loro stanze per appoggiare i bagagli.
“Diego vieni che ho portato praticamente tutti i
tuoi vestiti come mi avevi chiesto. Ti devo anche restituire le chiavi di casa
tua” Danilo scarica dall’auto due borse di abiti e tende le chiavi a Diego che
le rifiuta.
“Tienile tu sono più tranquillo. Io non tornerò di
certo a vivere lassù ma non ho ancora deciso cosa fare. Ci penserò. L’unica
cosa che so è che la mia vita è qui adesso e per sempre”.
“Sono felice per te amico mio. Mi spiace però non
vedere più il tuo brutto muso tutti i giorni. Ci conosciamo da più di
vent’anni, era diventata un abitudine”.
“Dovrai venire spesso a trovarmi però Danilo,
promettilo”. Si abbracciano commossi, poi entrano in casa.
La giornata trascorre pigramente; a vedere il mare
andranno domani, ora vogliono tutti godersi quell’ambiente meraviglioso che li
circonda.
“Ragazzi dovremmo farci un pensierino anche noi,
troviamo un posticino e veniamo a stare qui” Fabio è estasiato e Danilo si
trova d’accordo con lui. Tutti amanti degli animali e della natura trovano
meraviglioso che il loro amico ora vi
viva immerso.
Diego e Michele si mettono al lavoro in cucina e
quando Roberta arriva per dare loro una mano sono già a buon punto, tanto che
lei decide di andare solo a sistemare la sala da pranzo per la festa. Quando,
spenti i fornelli, vanno a vedere come procede la trovano in piacevole
conversazione con Danilo che la sta aiutando a sistemare i tavoli per il
buffet.
Diego sorride sornione guardando Danilo che alza
le spalle e gli sorride allegro.
Quando più tardi si trovano seduti su un tavolo
nel prato, Diego gli comunica che Roberta è stata la fidanzata di Michele.
“Quindi lui stava con la Rò prima di mettersi con
te? Che cambiamento” ride Danilo mentre Diego gli tira due pugni sul torace ridendo
a sua volta.
“Beh? Che ci sarebbe poi da ridere?”.
“Niente! Lei è una splendida ragazza con lunghi
capelli neri e abbronzatissima. Tu sei un biondino pallido e un po’ nerd! Ma
contento lui. Comunque va bene, lui si è preso il mio migliore amico, io potrei
prendermi la sua ex no?”.
Si abbracciano ridendo mentre Michele li guarda
dalla finestra della cucina “sarebbe bello Danilo, potresti venire anche tu a
stare qui”.
“Già. Sarebbe bello. Vedremo” Danilo si guarda
intorno poi rientrano per raggiungere gli altri.
Alle nove tutti gli invitati sono presenti e
finalmente possono festeggiare l’apertura dell’Agriturismo “L’arnia”.
“Perché L’arnia?” chiede Fabio a Michele.
Michele fa un sorriso sghembo e guarda Diego che
risponde al suo posto: “E’ una storia lunga e soprattutto è una storia…nostra.
Comunque sta a significare il nostro
rifugio ecco”.
Mentre la festa va avanti Michele prende Diego per
mano e vanno a prendere una boccata d’aria sul prato fuori.
“Sei felice Diego? Io ho avuto un po’ di paura
stamattina e anche poco fa, quando ti ho visto che parlavi con Danilo; siete
così tanto amici e non posso fare a meno di pensare che tu possa soffrire di
nostalgia per la tua città, per i tuoi amici, che tutto questo possa non
bastarti. E insomma, sono anche un po’ geloso ecco” Michele lo guarda con
appena un filo di tristezza nei fondi occhi neri.
“Geloso di
Danilo? Ma tu sei matto!” ride allegramente Diego. Poi torna serio, lo
accarezza tra i lunghi ricci e gli dà un bacio sul pizzetto: “Michele non devi
pensarci nemmeno per un momento. Sono i miei amici, li conosco da una vita e
certo mi mancheranno e allora li andrò a trovare ma tu verrai con me, o loro
verranno da noi. Ma non potrei mai pensare di fare a meno di te. Non sarebbe
possibile. Abbiamo dato vita a un sogno, e l’abbiamo fatto insieme. Come potrei
abbandonarlo? O abbandonare te? Tu sei la mia vita Michele e io ti amo”.
Diego si aggrappa al suo collo e Michele ridendo
lo solleva senza fatica, poi abbracciati stretti si baciano sotto una luna piena
che li ricopre d’argento.
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Uff e anche questa storia è giusta al capolinea. Bellissimo e dolcissimo finale. Le due api si sono riunite e hanno dato vita ad una loro arnia che non solo sarà il loro nido ma produrrà i suoi frutti dandogli di che vivere. Sono molto triste che sia finita ma sono troppo contenta che tutto si sia risolto e che i malintesi, s siano finalmente risolti. Sono stati due testardi a non comunicare, a lasciare comandare l'istinto invece che il cuore ma complici anche gli amici di Diego tutto è tornato al proprio posto quasi come un puzzle al quale mancavano dei pezzi.
RispondiEliminaPunto primo: Diego ha sempre le mani perennemente gelate in ogni fiction, è per dire che il cuore è caldo vero?
EliminaPunto secondo: non riuscirò più a provarmi niente in un camerino dell'h&m senza sentirmi il fuoco addossso...
Punto terzo: ma lo sapeva che le polpette che stava mangiando sono state macinate con la carne di cavallo?
XD
“Quindi lui stava con la Rò prima di mettersi con te? Che cambiamento” ride Danilo mentre Diego gli tira due pugni sul torace ridendo a sua volta. Ahaahahaha, questa è mitica!!!
Giusto finale. Tutto bellissimo... tu lo sai quanto amo questa storia e questa volta non ti scrivo belle parole perché nessuna sarebbe in grado di tradurre quanto mi è piaciuta, però tu lo sai. E poi mi viene sempre un po' di tristezza quando di conclude una fic, no? Dunque ti dico solo brava e grazie (ora immagina le 2 palline che si abbracciano.. fatto? ecco... ;) )
Grazie per i complimenti e per il sostegno!
EliminaLe mani di Diego sono fredde per l'emozione di potersi accarezzare il suo amore: cuore caldissimo!
Adesso mi godo le 2 palline: sai che le adoro, e mi tireranno un pò su il morale: Miele mancherà anche a me.