giovedì 17 gennaio 2013

Ricordi







Titolo: Ricordi
Autore: Alex G (editing by giusi-poo)
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini (Caparezza)
Genere: Real person slash
Story line: Torino 2013
Rating: nessuno
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia...


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Diego è nello studio di registrazione. La mattinata scorre tranquilla, senza alcun imprevisto che possa ritardare la realizzazione dei nuovi brani. Ha lavorato sodo e ora, durante la pausa pranzo è solo, seduto davanti al Mac. Solo con i propri pensieri. Tra le dita un pupazzetto che fa parte dell’arredamento. Sì, lui ne ha disseminati un po’ ovunque. Forse per sentirsi più a casa. Lo schermo del computer è acceso, sulla cartella contenente i file delle canzoni, che dovrebbe risentire, ma la mente è da tutt’altra parte. Quei momenti gli ricordano episodi ormai passati da tempo. Ripensando a quando solo due anni prima si trovava in uno studio simile a registrare Il sogno eretico con Michele, un sorriso gli nasce sulle labbra. Quanti ricordi di quelle giornate che sembravano sempre troppo brevi. Non fa altro che pensarci. Sicuro è felice di realizzare qualcosa di solo, ma gli manca Michele, gli mancano le sue battute quando sbagliava una strofa o quando durante la registrazione di Messa in moto, il suo sguardo era solo per lui. Afflitto si appoggia alla spalliera e dondola. È tutto così diverso da quei giorni, gli sembra sia trascorsa un’eternità. Lo assale un’improvvisa malinconia tanto che pensa se sia il caso di chiamarlo, anche solo per sentire la sua voce, magari raccontargli della sua giornata. Ma è soprattutto il desiderio di risentire la sua risata che da sempre ha il potere di quietare il suo animo a spingerlo a prendere il cellulare abbandonato accanto la tastiera.  Ma ci ripensa. Tormentandosi l’anellino sul labbro, rimugina se sia il caso di chiamarlo o meno. Gli vengono in mente tanti motivi per non andare fino in fondo, ma alla fine la spunta l’istinto. Preme il pulsante verde facendo così partire la chiamata e con l’animo in subbuglio e le mani che sudano, attende. L’amico risponde al secondo squillo. Senza riuscire a formulare neanche una sillaba, Diego resta per qualche istante muto.
“Ehi, già finito di registrare?” la voce di Michele lo avvolge provocandogli un leggero brivido.
Diego riesce finalmente a ritrovare l’uso delle corde vocali: “Quasi, gli altri sono in pausa pranzo”
“Gli altri? Sempre il solito, se non è tutto terminato riesci ad andare avanti ad oltranza, come Jeeg!”
Diego ride: “Come Jeeg? Mi sa che stai troppo rinchiuso nel tuo seminterrato, Michi”
Anche Michele è contagiato dal suo buonumore: “Non hai tutti i torti, sai? Almeno avessi un po’ di compagnia”
A quelle parole, immagini di loro insieme in quei pochi metri quadri, lo intristiscono, cosa che non passa inosservata.
“Diegone, hai una voce così strana, sicuro che va tutto bene?”
Nel sentire quel nomignolo, Diego si agita sulla sedia. Lo sorprende sempre come Michele abbia la capacità di comprendere il suo stato d’animo, perfino dall’altra parte del telefono. “Ma sì, ho solo delle robe in testa” risponde vago.
“Che tipo di robe? Ti ho sentito alla radio l’altro giorno. Sempre professionale”
“Non mi piace parlare in pubblico, lo sai, ma alla radio è meno peggio”
“E lo so. Timidone” Michele ride.
“La finisci, stronzo, guarda che attacco!” si finge offeso.
 “Mi piace troppo prenderti in giro. Perché questa telefonata? Sentivi la mia mancanza?” la voce si abbassa, diventando leggermente roca.
“Un po’!” Diego si dondola sulla poltroncina, e nel timore che gli altri  tornino all'improvviso, si volta circospetto. Dall’altra parte della linea sente un sospiro e ne approfitta per sviare il discorso: “Ripensavo a quando registravamo Il sogno eretico
“E ti è venuto il magone”
Diego annuisce, poi realizzando che Michele non lo può vedere, sussurra: “Sono uno sciocco, dovrei pensare al futuro, ai nuovi brani, ai concerti, alla mia carriera, ma non posso fare a meno di sentirmi un po’ triste” 
“No, non sei uno sciocco” la sua voce calda riesce sempre a confonderlo. “Ricordo come eri eccitato, sembravi un bambino davanti ad un giocattolo nuovo”
Diego si ritrova ad arrossire e Michele continua a parlare. “Saltellavi di qua e di là e durante Messa in moto avevi un’energia che non ti ho mai più visto” sentendo il silenzio dall’altra parte, comincia davvero a preoccuparsi. “Diegone, da quando sei così taciturno? Guarda che prendo il primo aereo e…” si blocca un attimo, poi con soffio termina la frase. “Vengo da te”
Magari, pensa Diego senza avere il coraggio di dare voce ai suoi desideri: Figurati, lo so che sei impegnato. Anche io lo sono. Le registrazioni, i concerti e tutto il resto” per quanto lo voglia accanto, non può chiederglielo.
Sentendolo parlare a raffica, Michele capisce che è nervoso. “Io dico sul serio! Vuoi che venga? L’ho capito che senza di me ti senti perso” lo dice scherzando, ma entrambi sanno che nelle sue parole c’è un fondo di verità.
Diego abbassa la testa, la malinconia rischia di soverchiarlo: “Michi, mi manca quello che avevamo, le tournee, perfino il furgoncino rosso e…”
“E cosa?” il respiro di Michele si fa pesante, a Diego sembra quasi stia ansimando.
“Un po’ tutto” risponde vago
“Hai bisogno di riprendere fiato, hai troppo stress accumulato, amico”
“Già” mormora Diego sospirando.
“Quindi, eri in vena di ricordi, eh? Ma quanto siamo nostalgici” il pugliese lo prende in giro.
“Non mi sfottere!” Diego sbuffa fingendosi seccato causando l’ilarità del suo interlocutore. In pochi istanti anche il torinese ride.
“Dai, Diegone, prenditi qualche giorno e scendi” lo tenta tornando serio. “Così ricorderemo insieme”
Michele non ha neanche terminato la frase che Diego ha già preso la sua decisione.

2 commenti:

  1. Molto dolce, davvero. Si pensano. Speriamo che lo prenda quell'aereo....

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  2. Io credo che sì, sia già salito sull'aereo. Troppe cose li uniscono per poter rimanere tanto tempo lontani, sentirsi al telefono non può sostituire la presenza. Hanno bisogno l'uno dell'altro per poter continuare a fare anche da soli. E' bello tutto questo sentimento.

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