martedì 8 gennaio 2013

Baci al miele in paradiso, Primo Capitolo



Titolo: Baci al miele in paradiso
Autori: Annina
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash,
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, ho preso in prestito i nomi solo per ispirazione artistica.




“Ricordati che un’altra vacanza così tu te la sogni, è già tanto se non me ne vado adesso, te e la tua mania della natura, della vacanza alternativa, guarda qui in che razza di situazione…” la ragazza rossa in viso e carica di borse e bagagli arranca a fatica sulle dune della grande spiaggia.
“E dai Lulù calmati, perché devi sempre arrabbiarti così? Guarda il lato positivo, guarda…” il giovane che l’accompagna al contrario sembra molto rilassato e porta con sé solo uno zainetto e un ombrellone “dai passami qualcosa da portare ti ho detto”.
“Vaffanculo! Adesso me lo dici? Adesso che siamo arrivati? Sei uno stronzo Diego, non ti sopporto più” col fiatone arrivata finalmente vicino alla riva e lascia cadere sé stessa e le borse sulla sabbia.
“Guarda Lulù che sei stata tu a intestardirti a portare tutta quella roba quando bastavano una salvietta e l’ombrellone” Diego, molto tranquillamente pianta l’ombrellone, stende una coloratissima salvietta in microfibra tolta dallo zaino, e in un solo movimento si toglie la maglietta e vi si corica sospirando di piacere.
“Se mi chiami ancora una volta Lulù l’ombrellone te lo pianto nella schiena! Ci voleva tanto ad andare in una spiaggia privata? Cosa ti costava? Ma no, lui deve fare il naturista…”.
“Non mi sembra di essere nudo, cosa che peraltro non mi dispiacerebbe ti dirò, comunque mi piace stare a contatto con la natura e soprattutto stare tranquillo, e in una spiaggia dove non puoi muovere un gomito senza infilarlo nell’orecchio del vicino questo non è possibile”.
“E saccente per di più. Stronzo e saccente” la ragazza intanto ha iniziato a disseminare le sue cose in un raggio di almeno tre metri quadri. Diego la guarda di traverso, acchiappando poi al volo un libro dal suo zaino e immergendosi nella lettura.
“Puoi almeno stendermi la protezione solare? O è chiedere troppo? Dovresti metterla anche tu” tendendogli un grosso tubo di crema solare“.
“No Lulù ti prego, che poi non si toglie mai più dalle mani cazzo! Io l’ho messa in albergo apposta così le ho lavate poi. Sto leggendo, si ungono le pagine…”.
“Mi chiamo Lucia, è l’ultima volta che te lo dico. E adesso spalma!” urlando le ultime parole Lucia gli getta il tubo con malagrazia.
Lanciando un’occhiata attorno alle poche persone presenti e subito dopo alzando gli occhi in aria, Diego si rassegna e stende la protezione sul corpo della ragazza.
“Soddisfatta signora? Bene, adesso magari ti calmi perché è solo il primo giorno di vacanza e se andiamo avanti così per dieci giorni  non credo di poter sopravvivere. Nuotata o caffè?”.
“Nessuno dei due, ora mi metto al sole per almeno un paio d’ore e per almeno altrettanto tempo non mi rompere le scatole” e guardandolo con occhi torvi la ragazza si stende al sole “almeno avrei avuto un lettino nella spiaggia privata, qui è tutto a bitorzoli!” sibila.
Caffè, doppio magari e prendendo al volo il portafogli Diego si dirige verso un piccolo baretto che sorge subito alla fine della pineta.
Il bar non è altro che una capanna con un grande portico di paglia che copre il bancone e qualche sgabello;  dietro un ragazzone in calzoncini da bagno con il pizzetto e una gran testa di riccioli neri che traffica. Per ora Diego è l’unico cliente. “Mi faresti un caffè? E quasi quasi mangerei qualcosa, ma poi vorrei fare il bagno…”.
“Te lo faccio subito. Guarda che a meno che tu non voglia mangiarti un piatto di lasagne, una brioche o un pezzo di schiaccia non ti farà affogare, cosa di cui sembrano convinti tutti i cittadini non marittimi come te” glielo dice con un sorriso simpatico che stempera quel pizzico di arroganza contenuta nella frase.
Anche Diego risponde con un sorriso “hai ragione, ma sai ti inculcano fin da bambino che non puoi fare il bagno finché non sono passate almeno tre ore dal pasto! Vada per la… schiaccia hai detto? È quella focaccia lì?”.
Il barista torna col caffè e prende un pezzo di focaccia sottile dalla bacheca “sì, questa, è buona ed è un pezzo piccolo. Ma se proprio ti venisse da affogare chiama Big o me che veniamo a salvarti”.
Diego beve il suo caffè con evidente piacere, quindi affonda i denti nella focaccia “buona” mastica “come ti chiamo?”.
“Michele, Michi per gli amici” e gli tende la mano. “Io sono Diego”.
“È la tua ragazza quella furia che è arrivata con te?” Michele ridendo indica la ragazza ancora stesa al sole.
“Sì ma se va avanti così ne avremo ancora per poco. Siamo arrivati solo ieri e già l’ho accontentata scendendo in un albergo mentre io avrei preferito un agriturismo, ma la spiaggia privata non posso proprio sopportarla. Tutti lì stesi in fila come sgomberi in una scatoletta, alla ricerca dell’ombra del tuo ombrellone sempre occupata dal vicino… per carità. Qui è una meraviglia, se vuoi puoi stare all’ombra della pineta, la spiaggia è enorme e ci sono poche persone, è un paradiso” Diego si guarda intorno estasiato, tornando poi a rivolgersi a Michele: “Però tu non sei toscano, non capisco da dove vieni, ma l’accento non è certo livornese”.
“Infatti io sono pugliese, ma ormai sono cinque anni che vivo qui. A Bari non avevo un lavoro, e qui mi sono inventato questa occupazione; quando finisce la stagione estiva insegno nuoto alla piscina di un paese qui vicino. Voi da dove venite? Sicuramente dal nord, direi piemontese, sbaglio?”.
“Non sbagli siamo di Torino, io venivo qui da bambino, in campeggio con i miei all’Etruria. Siamo venuti per anni. Poi ho girato un po’, e l’anno scorso con Lucia siamo andati a Riccione. Un incubo! No, è bello per carità organizzatissimo, pulito, ma la spiaggia e il mare sono invivibili. A me non dispiaceva fare l’alba con un paio di birre e una piadina, ma non era proprio la mia idea di vacanza. Qui è bello invece. Nel casino ci sto tutto l’anno, almeno in vacanza ma sempre appena posso mi piace stare a contatto con la natura. Beh, andrò a fare un bagno, tanto la focaccia comunque non è più un pericolo!”.
“Verrei volentieri anch’io a fare un tuffo, ma se non arriva la mia amica non posso abbandonare il locale!” Michele lo dice con evidente dispiacere.
“Peccato, un po’ di compagnia non mi dispiaceva, e Lulù oggi non è proprio l’ideale” con una buffa smorfia Diego si alza dallo sgabello “alla prossima allora” e con un ultimo sorriso si allontana verso la riva.
L’acqua è decisamente fredda ma limpida e appena increspata da qualche ondina. Dopo il primo brivido Diego si immerge e comincia a nuotare verso il largo, poi si ferma e girandosi si lascia galleggiare guardando il cielo terso sopra di lui appena attraversato da qualche nuvola.
Nuotando riprende la via del ritorno e una volta sulla riva si guarda attorno alla ricerca di qualche conchiglia; non ne trova ma raccoglie qualche sasso colorato e qualche pezzetto di vetro levigato dall’acqua.
Vede da lontano Lucia che lo chiama con grandi gesti e sospirando si incammina verso l’ombrellone. “Eccomi. Ti sei persa un bagno fantastico sai? C’è un acqua fredda che…”.
“Sì certo Diego io però adesso vorrei tornare in hotel a mangiare qualcosa e poi a riposarmi un po’, e oggi vorrei fare un giro” Lucia intanto si è rivestita e sta raccogliendo le sue cose.
Diego ci rimane male “io veramente pensavo di rimanere in spiaggia tutto il giorno e di mangiare qualcosa al bar, fanno anche cucina non hanno solo panini. Poi domani magari andiamo a fare un giro, voglio vedere anch’io un sacco di posti. Potremmo andare a Volterra e San Gimignano domani va bene? Facciamo un giorno spiaggia e un giorno cultura!” sorridendo Diego si avvicina a Lucia per abbracciarla ma lei si ritrae “non hai capito Diego, io sono già stanca di tutto questo e sono solo quattro ore che siamo qui. Torno in albergo e oggi faccio un giro ma per negozi e se decido di tornare in spiaggia sarà quella attrezzata. Andiamo?”.
Diego abbassa gli occhi e va a riprendere  le sue poche cose, toglie l’ombrellone e segue la ragazza verso la pineta. Passando vicino al bar fa un cenno di saluto a Michele che gli fa una smorfia allargando le braccia. Vicino a lui nota una bella ragazza abbronzata, la sua compagna probabilmente.
Caricano tutto in macchina e partono girando tutt’intorno alla  pineta per tornare all’albergo sul lungomare. “Se avessimo usato le biciclette non dovremmo adesso fare tutto ‘sto giro per tornare” recrimina Diego che non ama particolarmente usare l’auto se non ce n’è assolutamente bisogno.
Lucia alza le spalle e non risponde. Finalmente in camera fanno la doccia e si vestono in silenzio, e scendono a mangiare qualcosa.
Diego ritrova la voce “guarda che non ci sono molti negozi in questo paese, anzi diciamo che ce saranno una decina in tutto ecco, non è particolarmente interessante da quel punto di vista. Però stasera fanno festa, c’è un concerto nel parcheggio davanti alla spiaggia, e sul lungomare mettono le bancarelle, magari trovi qualcosa di interessante” Diego continua a mangiare il suo fritto misto ma non lo gusta come vorrebbe, la tensione con Lucia ormai è alle stelle.                                                          
A lei è bastato un antipasto di mare per essere sazia, il nervosismo le chiude lo stomaco. “Diego io non ce la faccio a seguirti in questa vacanza mi dispiace; forse avrei dovuto pensarci prima anzi sicuramente avrei dovuto farlo” depone la forchetta sul piatto e lo guarda con espressione triste.
“Com’è che mi sembra che tu non stia parlando soltanto delle vacanze? C’è qualcos’altro vero Lulù? Lucia, scusa”.
“Non so io sono un po’ stanca di seguirti Diego; tu sei una persona meravigliosa e ti voglio bene ma è difficile starti dietro. Tutta questa mania per la natura, e la raccolta differenziata, e l’impegno sociale non ti rilassi mai; butta una carta per terra Diego, prova una volta a gettare un barattolo di vetro nell’indifferenziata, mangia un hamburger da McDonald! Rilassati!”.
“Scusa Lucia tu mi stai dicendo che mi pianti perché non mangio ai fast food e non sporco le strade? Oddio ma non esiste! Ma poi adesso? Qui? Al secondo giorno di vacanza? E cosa vuol dire mania della natura? Certo mi piace andare in giro per prati e boschi, ma pensavo piacesse anche a te, e l’impegno che dici tu è stare in un negozio equo qualche ora quando posso e… ”.
Lucia abbassa gli occhi poi li rialza e gli prende la mano “…e le riunioni per l’ambiente, e quelle per la salvaguardia dei rioni degradati e la raccolta delle firme… e comunque Diego sì l’ho realizzato oggi, mentre stavo sotto l’ombrellone mi dicevo che io non riesco a essere come te, io voglio andare per negozi, voglio essere sciocca se ne ho voglia, voglio andare in un locale senza preoccuparmi se chi lo gestisce paga le tasse o se la gente che lo frequenta è sempre quella giusta. Mi dispiace” le ultime parole le dice sottovoce.
“E che facciamo adesso?” Diego è sgomento.
“Stiamo qui e ognuno fa la sua vita, ma possiamo anche fare qualcosa insieme anche se non stiamo più insieme” Lucia gli sorride con le lacrime agli occhi, e vede che anche a Diego gli occhi luccicano.
“Va bene Lucia se  è quello che vuoi va bene. Io torno in spiaggia ora ci vediamo più tardi” Diego esce dalla sala da pranzo e sale a prendere lo zaino, quindi si reca sulla spiaggia e passeggiando con i piedi nell’acqua percorre tutto il bagnasciuga fino ad arrivare alla spiaggia dove sono stati la mattina. Stende la salvietta e si reca al bar per prendere il caffè che non ha preso in albergo. Dietro il bancone trova solo la ragazza che ha visto qualche ora prima. Sperava di trovare Michele, non sa nemmeno lui perché. Roberta, così si presenta, gli dice che se n’è appena andato, tutti i giorni va via verso le cinque per andare a lavorare nel suo orto.
Diego si sente ancora più triste. Sperava di trovare qualcuno con cui scambiare qualche parola, questa storia di Lucia oggi lo ha distrutto.
Non ha nemmeno voglia di fare il bagno e si siede sulla riva a guardare l’orizzonte. Ormai se ne sono andati quasi tutti dalla spiaggia, rimane qualche irriducibile del campeggio vicino.
Sono le otto quando mestamente decide di tornare in albergo.
Quando arriva in camera Lucia è già vestita e pronta per scendere a cena, ma lui non ha fame.
“Tu vai pure io scendo più tardi e faccio un giro sulla fiera. Tu che fai?.
“Ecco, se non ti serve l’auto io vorrei andate a Cecina, ci sono due mie amiche le vado a trovare”.
“Bene allora. Stai attenta per strada” Diego le porge le chiavi della macchina.
“Sì Diego stai tranquillo. Ciao” Lucia gli dà un bacio sulla guancia ed esce dalla camera.
Diego rimane solo in mezzo alla stanza quindi grattandosi la testa va a farsi la doccia.


2 commenti:

  1. Non ha tutti i torti Lucia, ogni tanto bisogna pur lasciarsi andare, ma di certo è una pazza a lasciarsi scappare uno così: bello, impegnato, creativo, attivo e amante della natura. Ma certe cose finisci per non apprezzarle più quando le hai! Beh, meglio così se è una pazza perché dietro a quel bancone c'è qualcuno che si sta delineando come un futuro... Quando il bel barista si propone come eventuale "salvataggio" in caso di difficoltà, il mio cuoricino slash ha gioito. Siamo ancora all'antipasto, ma il banchetto si presume già goloso...

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  2. Povero Diego, piantato dopo il secondo giorno di vacanza. Ma in fondo meglio così, Lucia non era adatta a lui, troppo diversi e in questo modo potrà godersi la pace e la tranquillità di quei luoghi così belli e anche la compagnia di qualcun altro, magari un bel barista ricciuto. Adorabile questo Diego così attento alla natura all'ambiente, ma concordo con te giusi, qualche volta potrebbe anche farlo uno strappo alla regola. Attendo con ansia il prossimo capitolo, si prospetta una vacanza molto interessante

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