mercoledì 16 gennaio 2013

Baci al miele in paradiso, secondo capitolo




Titolo: Baci al miele in paradiso
Autori: Annina
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash,
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, ho preso in prestito i nomi solo per ispirazione artistica.





Sono le nove quando Diego esce dall’albergo,  e si ritrova nel caos totale. Il lungomare è invaso dai banchi del mercatino e pare che tutta la gente in vacanza in Toscana si sia riversata nella piccola cittadina livornese.
Si butta nella mischia e si lascia trasportare dalla marea umana; il mercatino è interessante ma ancora più interessanti sono i vari artisti di strada, giocolieri, mimi e cantanti che rallegrano i passanti.
Diego si ferma per un po’ a guardare un ragazzo che giocola e alla fine dello spettacolo scambia qualche parola con lui e promette di andare più tardi a vedere lo spettacolo col fuoco, sulla spiaggia.
Continuando a camminare si guarda intorno con aria svagata, tormentandosi il piercing che ha sulle labbra.
“Hey Diego non mi riconosci?”
Diego dà un occhiata in giro a cercare chi lo ha chiamato poi vede Michele seduto su uno sgabello vicino ad un banchetto di prodotti biologici. Sorride e si avvicina “Ma quanti lavori fai tu?” chiede dando un’occhiata ai prodotti esposti.
“Visto? Bisogna pur arrotondare in qualche modo. Come mai sei solo?”
-->È una storia lunga” risponde Diego con espressione incerta abbandonando il cerchietto sul labbro per tormentarsi i capelli.
“Se hai voglia di raccontare puoi sederti qui, Roberta è andata a fare un giro per i banchi” Michele gli indica uno sgabello accanto a lui; Diego non ci pensa due volte e si siede, e a un secondo invito di Michele di raccontargli cosa gli è successo si lascia andare e spiattella tutto quello che è accaduto in quella giornata.
“Che storia. Ma sarete già stati un po’ in crisi no? Non è che una ti pianta solo perché l’hai portata su una spiaggia libera”.
“Sì da un po’ il rapporto ristagnava diciamo, ma io pensavo che magari durante le ferie si poteva ricucire un po’ no? Invece si è strappato del tutto. Non sto soffrendo troppo anzi più ci penso e più mi dico che è meglio così. A dirti la verità ci sono rimasto male più per le motivazioni che mi ha dato capisci?”.
“Capisco sì ma sarà una scusa come un'altra dai. Piuttosto adesso che fate rimanete lì insieme? Scusa un attimo” Michele si alza per rispondere a un paio di clienti, e vendere qualche prodotto, quindi torna a sedersi vicino a Diego che lo guarda stupito “Hai detto che sono tuoi prodotti? Cioè li hai fatti tu? Ma quante ne sai?” chiede sorridendo.
Anche Michele ride “Sono un genio, visto? Comunque sì, non solo li ho fatti io con l’aiuto di Roberta almeno per le prime volte, ma è frutta e verdura che coltivo io. Sto lavorando ad un progetto e la coltivazione ne è solo una parte. Ti spiegherò meglio quando avremo un po’ più di tempo, ora c’è la fila al banco. Resta qui se vuoi, tanto la serata è lunga ancora” e Michele si alza, mentre Diego rimane a guardarlo intrigato, pensando che non ha nessuna voglia di andarsene da lì, e che non vede l’ora di avere un po’ di tempo per parlare con lui.
Dopo un paio d’ore i prodotti sul banco sono notevolmente diminuiti e in un momento di calma Michele torna vicino a Diego.
“Roberta è la tua ragazza? L’ho conosciuta oggi in spiaggia”.
-->È’stata la mia compagna, ma l’amore è finito per tutti e due. Non è finita l’amicizia per fortuna. -->È una ragazza meravigliosa, la conoscerai. Ma volevo farti una proposta se ti va; dove sto io, dove sto portando avanti il mio progetto insomma, ho una stanza libera. Se vuoi approfittarne è tua.”.
Diego è perplesso “Non so non è che abbia tanti soldi da spendere, capirai con quello che ho già pagato per l’albergo; quanto vorresti?”.
Michele ride: “No che pagare, non ho mica un albergo io, anche se il progetto è quello di avviare un agriturismo. Ti ospito volentieri”.
Diego è sempre più attratto da Michele e sente di volerne sapere di più su di lui, e senza domandarsi il perché di questa curiosità, anzi mettendo a tacere qualsiasi dubbio risponde di sì.
Michele abbraccia le spalle di Diego che sente una sorta di corrente percorrergli il corpo. “Bene sono contento, se non ci aiutiamo tra noi ecologisti impegnati! Ma davvero nemmeno un hamburger hai mai mangiato? E mai una cicca per terra?” .
“Macchè! Devo essere un bel rompicoglioni a pensarci vero?” e ridono tutti e due.
“Senti, dammi una mano a raccogliere tutto dai, ormai non compra più niente nessuno qui. Poi io devo andare un attimo sulla spiaggia che c’è un ragazzo che conosco che giocola con le clave infuocate, è bravo e lo spettacolo merita se vuoi venire anche tu. Poi prendi la tua roba e ce ne andiamo da me”.
“L’ho conosciuto ci ho parlato prima, volevo già andarci a vederlo” intanto Diego lo aiuta a raccogliere  tutti i prodotti e piegano il banchetto, portando tutto sulla doblò di Michele.
Quindi Michele gli circonda ancora le spalle e chiacchierando lo guida verso la spiaggia dove vicino alla riva vedono il ragazzo che sta preparando gli attrezzi. Una piccola folla è già arrivata per assistere allo spettacolino.
L’esibizione è davvero bella, le clave infuocate roteano nel buio della spiaggia e illuminano  le persone intorno. Diego applaude felice e si gira verso Michele che applaude a sua volta; anche i suoi occhi neri sono spettacolari con le fiamme che vi si rispecchiano.
A spettacolo finito salutano il ragazzo, dandosi appuntamento per il prossimo spettacolo e si attardano un attimo sulla riva. Il vento è cambiato rispetto al giorno e soffia dal mare, creando una straordinaria mareggiata. Le onde si susseguono veloci cariche di spuma bianca.
“Il mare è meraviglioso. Cosa darei per abitare qui e vedere questo spettacolo tutti i giorni” Diego è affascinato dalla marea e non riesce a distoglierne lo sguardo. Sentendosi osservato si gira verso Michele e si trova i suoi occhi neri puntati addosso. Non trova niente da dire e lo guarda a sua volta, intimidito, mentre sente una scarica elettrica che passa tra loro.
Michele si sente sempre più attratto da questo ragazzo che sente simile a sé e un’idea si fa strada nella sua testa, ma è presto per parlargliene. Nei prossimi giorni lo farò.
“Andiamo dai vai a preparare la tua valigia mentre io vado a prendere la macchina. Ti aspetto davanti all’albergo”. Diego corre dentro felice e si affretta a raccogliere tutta la sua roba nella sacca, scrive un biglietto a Lucia lasciandolo sul letto e preso al volo lo zaino si precipita in strada, arrivando nello stesso momento in cui Michele parcheggia.
Butta sacca e zaino sul sedile posteriore e si siede vicino a Michele mentre un sorriso gli illumina il viso e i grandi occhi nocciola. Michele lo guarda: “Pronto? Preso tutto?”. Diego annuisce “andiamo” e Michele parte abbandonando il lungomare per addentrarsi nelle campagne toscane. 
Dopo dieci minuti di provinciale Michele gira a sinistra su una stradina buia che si snoda tra i campi e passando attraverso un uliveto arriva finalmente a destinazione.
Diego scende dalla macchina e si guarda intorno incantato: è buio pesto e non c’è una luce  ma la luna illumina una vecchia casa ristrutturata in mezzo al prato circondata da cipressi e con due maestosi pini marittimi, i più grandi che abbia mai visto. Al di là dei cipressi il profilo di un paese illuminato sulla collina.
“Sembra un presepe” commenta Diego sempre più rapito dal paesaggio.
-->È Castagneto, ci sei mai stato?” chiede Michele guardandolo con soddisfazione, come se il merito del paesaggio fosse suo.
“Da piccolo sì, ma visto così è… magico!”.
“Vuoi appoggiare la tua roba? Se vieni ti mostro la stanza, poi scarico l’auto e se non hai sonno possiamo sederci fuori un po’ a fare due chiacchiere”.
“Altrochè se voglio stare fuori! Dai che ti aiuto a scaricare” e Diego contento marcia fino al Doblò cominciando a portare in casa le sue borse e aiutando Michele col banco e i prodotti.
Anche l’interno dell’edificio si guadagna la sua ammirazione: il grande salone con pochi tavolini, giusto una decina e un grande camino e soprattutto la cucina hanno la sua approvazione.
“Mi accompagni dopo alla camera dai, ora voglio sedermi a guardare le stelle” e Diego fa per uscire dalla porta, ma viene bloccato da Michele “io ho un po’ fame, aspetta che ci portiamo qualcosa”.
Apre il frigorifero e prende del pecorino, un po’ di salame e qualche oliva, affetta un po’ di pane e passa i piatti a Diego, quindi prende due bottiglie di birra e finalmente escono.
Appoggiano tutto su un tavolo, ce ne sono diversi disseminati per il prato, e si accomodano sulla panca. “Posso accendere il faro se preferisci, ma di solito accendo solo le candele, così posso vedere il cielo” Michele guarda Diego mentre accende cinque candeline sul tavolo.
“No niente faro, c’è la luna che illumina tutto, si possono contare le stelle così” a naso all’aria Diego si lascia rapire di nuovo dalla bellezza del posto.
“Dai Diego assaggia qualcosa” Michele gli porge il piatto del formaggio e lui si serve abbondantemente, goloso. “Accidenti che fame! Non ho nemmeno cenato stasera. Mmm… buonissimo questo pecorino”.
“Ti piace? Non ci crederai ma l’ho fatto io! Sto sperimentando un po’ vorrei riuscire a produrre quasi tutto il cibo che servirò qui”.
“Ma sei un mito! Anche il formaggio fai? Ma senti parlami di questo progetto dai. Il salame però no non l’hai fatto tu!” Diego apre le bottiglie di birra e ne porge una a Michele.
“No il salame no” ride Michele “tutto il resto sì. Il mio progetto…” Michele beve un sorso dalla bottiglia. “E’ un progetto ambizioso ma ci tengo tantissimo e spero di riuscire. Questa proprietà è dei nonni di Roberta. Praticamente era abbandonata e quando le ho parlato della mia idea lei ha chiesto loro di affittarmela. Sono stati contenti di farlo, anche se per ora non vogliono niente, comincerò a pagare nel momento in cui darò il via all’attività. Ti ho detto che sono persone speciali”.
“Ma vuoi fare un ristorante o proprio un posto di vacanza?” chiede Diego continuando a mangiare.
“Ho quattro stanze nella casa, vorrei affittarle e fare anche ristorante, ma per poche persone, proprio un vero agriturismo capisci? E per essere proprio il vero agriturismo…”
“Deve servire solo i prodotti che nascono e crescono nell’agriturismo stesso” continua Diego “lo so, infatti sono tanti quelli che si spacciano per agri e poi sono semplicemente ristoranti che usano robaccia”.
Michele lo ascolta contento, continuando a pensare all’idea che gli è venuta poco prima.
“Certo che lo sai da quel rompicoglioni che sei” tocca con la sua bottiglia quella del suo nuovo amico e bevono.
“Quando sarà pronto? Ormai per quest’anno non se ne parla. Devi ancora lavorarci tanto? Guarda! Una stella cadente! L’hai vista?” Diego guarda Michele tutto felice.
“Sì l’ho vista, e ho già espresso il mio desiderio. Devi farlo anche tu. Comunque tra qualche giorno ne vedrai a decine tutte le sere, spero che tu abbia una bella scorta di desideri da esprimere Diego”.
“Me ne basterebbero un paio, ma sono sicuro che se mi sforzo ne trovo anche qualcun altro. Ma dicevo quando sarà pronto? Cosa ti manca da fare?”.
Michele si gira a guardare la casa “devo ancora dipingere e arredare tre stanze, ma per il resto è tutto a posto. Se riesco a guadagnare ancora qual cosina con l’anno nuovo potrei farcela, magari anche a dicembre”.
“Bello. Poi so che hai l’orto e il frutteto immagino? Visto che vendi le marmellate hai il frutteto per forza. E animali anche? Sì certo se fai il formaggio. Hai le capre? E le mucche?” Diego sembra un bambino a cui si stia raccontando una bella favola, e Michele sorride guardando quegli occhioni nocciola che lo guardano.
“Si ho qualche capra, un po’ di galline per le uova e una mucca. I recinti sono lì dietro a sinistra, oltre la siepe, li vedrai domani, così come l’orto e il frutteto. Gli ulivi non sono miei ma dei vicini, ma hanno promesso che mi venderanno l’olio. Ho tutto.” Michele guarda nel vuoto come se vedesse già il suo agriturismo in attività.
“Che bello Michele è davvero un’idea meravigliosa la tua. Vivere qui in mezzo alla natura con il mare a pochi chilometri, gli animali il presepe lì davanti… potrei restare qui per sempre” sospira Diego.
“E allora restaci” Michele lo guarda negli occhi quasi sfidandolo.
“Sarebbe bellissimo ma come faccio? Non posso certo fare l’ospite a vita” sorride Diego.
“No ma potresti lavorare qui chi te lo impedisce?” Michele continua a guardarlo.
Diego rabbrividisce un po’ per il freddo e un po’ per qualcos’altro che non sa spiegarsi, una tensione, una corrente che lo porta… dove?.
“Hai freddo? Colpa mia, non ti ho avvisato che qui dopo una certa ora non basta una felpa. Aspetta” si alza di scatto e corre in casa tornandone con una coperta di pile abbastanza pesante e altre due birre.
“Dai avvicinati che aspettiamo di vedere se cade ancora qualche stella. Tieni è già aperta” gli passa un’altra bottiglia di birra e copre entrambi con la coperta di pile, quindi gli circonda le spalle con il braccio.
Diego si irrigidisce per un attimo, sempre per quella cosa che sente dentro e che non si spiega, ma poi vuoi per il freddo, vuoi per la birra, vuoi per      quell’atmosfera così amichevole che si è creata tra loro si appoggia alla spalla di Michele e restano lì a parlare ancora per un po’ finchè il sonno non prende il sopravvento.
Rientrano e Michele acchiappa la sacca di Diego e lo  accompagna nella sua stanza “benvenuto nella stanza blu. Spero che sia di tuo gradimento”.
Diego si guarda intorno: una parete è dipinta di blu e le altre di azzurro polvere. Il letto matrimoniale e l’armadio sono bianchi; essendo d’angolo la stanza ha due finestre, due riquadri sul cielo. “Coraggio Diego ecco le lenzuola, dai che ti do una mano a rifare il letto. Ecco fatto. Io sono nella stanza di fronte se hai bisogno di qualcosa. Ci vediamo domattina a colazione” Michele guarda Diego sorridendo.
Diego lo guarda e pensa che non vorrebbe che se ne andasse, che gli è piaciuto tanto chiacchierare con lui, e glielo dice.
“Grazie Diego anche per me è stata una bella serata. Se deciderai di rimanere qui ce ne saranno tante, potremmo andare molto d’accordo noi due”.
Diego d’impulso lo abbraccia e anche Michele lo stringe, poi si allontana scompigliandogli il ciuffo “Ciao ragazzo, a domani. Buonanotte”.
“Anche a te. Fai bei sogni”.
Michele esce chiudendosi la porta alle spalle e Diego spogliandosi e rimanendo in boxer si infila a letto, al calduccio. Non chiude le imposte è troppo bello vedere il cielo di fuori. Si addormenta col sorriso sulle labbra.

2 commenti:

  1. Diego sembra aver davvero trovato la sua anima gemella. Condivide con Michele la stessa passione per la natura, l'ecologia e ora che si ritrova nel suo regno sente quasi di appartenervi e desidera non andarsene, restare con lui. Entrambi sono ormai cotti l'uno dell'altro, la corrente elettrica tra i due è evidente e potrebbe anche incenerire qualcuno che si trovasse a passare di là.

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    1. La marmellata, il miele, le verdure sott'olio, il lavoro genuino, la genuinità di questa terra florida, feconda, fruttuosa: è la Toscana, ma potrebbe essere qualunque posto simile. E come è lussureggiante, il seme pronto per attecchiere al terreno, tra questi scenari da favola, il presepe, il paradiso del titolo, i nostri ragazzi viaggiano già ad alta quota. Va veloce la cotta, o quello che è o sarà. Gli sguardi, le correnti reciproche, la complicità. Forse non dico che sono anime gemelle, come suggerisce Alex, ma sicuramente si sono trovati al momento giusto e al posto giustissimo. E le prospettive che presto arrivini i baci ci sono tutte! E la volta di stelle sta a guardare...

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