Questo senso di festa che vola e che va sopra tutta la città, nella lunga estate caldissima....
Titolo: La lunga
estate caldissima
Genere: AU
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
(Caparezza)
Genere: Comedy/Romantico/Introspettivo
Rating: PG, slash. Eventuali
variazioni di rating verranno segnalate via via
Disclaimer: I personaggi mi appartengono ma ho preso dei nomi in prestito solo temporaneo. Come sempre questa
opera non ha scopo di lucro.
Note dell'autore: il titolo di
questa fiction è stato ispirato dal pezzo degli 883, che faranno da colonna
sonora all’opera penso. Spero di riuscire a far assomigliare i personaggi il
più possibile agli originali.
Capitolo uno
Come tutte le
mattine, Michele si sta recando all’Hotel La
perla dell’Egeo, dove lavora ininterrottamente da dodici anni, ossia da
quando era poco più di un ragazzetto uscito dall’alberghiero, dopo qualche
esperienza in giro, stage e cose così. Essendo di carattere un po’ scontroso e
piuttosto chiuso, non tanto da definirsi burbero ma quasi, ben si confà per lui
lavorare vicino casa, con la madre dirimpetto nel caseggiato davanti a lui che
si occupa del bucato e della pulizia.
Al lavoro si reca a piedi, seicentocinquanta
metri guardando sempre con occhio ammirato la cartolina che gli si para di
fronte: un mare cristallino, incastrato tra i tetti del Salento e qualche
trullo sparso qui e là. Lui ama il suo paese e non vorrebbe mai vivere altrove.
Lavorare all’hotel gli piace soprattutto quando non c’è il casino dei
villeggianti. Cucinare per una comunione, o una festa di laurea, è sempre una
prova di forza per lui ma gli piace. Quello che detesta, ma al quale si è più o
meno rassegnato, è occuparsi dei clienti da Luglio fino a quasi tutto
Settembre, cioè dei vacanzieri, quelli da ‘villaggio vacanze’. È in questo
periodo che arriva lo staff d’animazione, quasi sempre composto da nove-dodici
elementi: il capo villaggio, qualche ragazzotto, e ragazze più o meno carine.
Tutti giovani e con il sorriso stampato in faccia, un sorriso che lui ritiene
fittizio ed è sicuro che se avesse dovuto lui campare con i sorrisi falsi alla
gente, sarebbe morto di fame. Invece lui di mestiere nutre la gente, ed essendo
che gli riesce sempre bene, si gode i complimenti del suo staff, una squadra di
giovanotti gagliardi, quanto quelli del suo titolare, il direttore. Anche se
timido com’è i complimenti un po’ lo imbarazzano. Ma quel giorno è un giorno
no, già perché questo è sabato diciotto Luglio ed inizierà il primo carico di
clienti vacanzieri. Siccome Antonio Porcelli, il direttore, ci tiene a queste
cose, anche lui sarà presentato insieme al resto dei cialtroni, come li chiama
lui, quelli dell’animazione. Lo chef a suo parere dovrebbe solo cucinare, non
essere messo sotto i riflettori come il capitano di una nave o un’attricetta.
Innervosito Michele cerca gli ingredienti per il iniziare a marinare le seppie quando
Giovannino, il suo più diretto collaboratore, lo interrompe. “Sei passato da Porcelli?
Ti deve parlare...”
“Che palle! Sicuramente vorrà di
nuovo rifilarmi la toque!”
“Eh già... sicuro, ma che ti
frega” Giovanni cerca di ammorbidirlo, tanto mettersi contro il capo nuocerebbe
ad entrambi. Michele manda giù e abbandona il campo di battaglia, la sua
cucina, per recarsi negli uffici direzionali. Dopo aver spalancato le porte
tipo saloon con una manata violenta, si ritrova nell’ampia sala già pronta per
il pranzo, dove saluta con un sorriso Sabina, una cameriera romena e da lì fino
all’ufficio tutte le maestranze che incontra. Tutti lo stimano, lo ammirano,
fosse altro perché tutti hanno assaggiato i suoi manicaretti e quello già vale
il loro affetto. Di fronte agli uffici del direttore fa un grosso sospiro e poi
bussa. “Avanti” si sente dire e subito apre. Dietro la scrivania, Porcelli lo
scruta con un tantino di disappunto. Michele indossa un camice multicolore,
strategico per nascondere le macchie e i capelli folti ricci e lunghi, sparati
verso il cielo, sono tenuti da una bandana anch’essa multicolore. I pantaloni
come sempre lasciano scoperto un po’ di polpaccio. Sopra il naso gli occhiali
da vista dalla montatura nera. Con sorpresa Michele costata che il direttore
non è solo, di fronte a lui c’è un ragazzotto che non ha mai visto.
“Michele Salvemini, abbiamo un
problema, un grosso problema” annuncia tetro prima di presentare il ragazzo
sconosciuto, il quale molto intimidito, allunga la mano verso di lui. Di
statura medio bassa, i capelli biondi corti ai lati ma folti sulla testa e gli
occhi grandi e luminosi, da bambino pensoso.
“Lui è Diego Perrone...” Porcelli
tossicchia, poi prosegue: “cantante dello staff di animazione, sostituisce temporaneamente
il capo villaggio...”
Michele non capisce quale sia il
problema ma senza enfasi allunga la mano da stringere al giovanotto, il quale
offre la sua sudata. Altro sudore solca la sua fronte. Non è poi così caldo,
pensa Michele.
“Il gruppo d’animazione che
doveva iniziare oggi si è ritrovato senza il suo capo villaggio. Indovina un
po’?”
“Ha trovato un lavoro vero?”
ribatte sprezzante lo chef creando un certo disappunto nei suoi interlocutori,
in particolare nel giovane.
“Ha avuto un incidente! Pure
piuttosto grave, forze ci rimette la spina dorsale”
“Mi dispiace” Michele si guarda
le mani grosse e scure sentendosi in colpa e confuso. E lui che c’entra in
tutto ciò?
“Già e in questo momento loro non
hanno nessuno in grado di prendere il suo posto. Diego è un animatore ma sa
solo cantare, lo fa da poco. Siamo nei casini...” sbuffa. E Michele pensa: siamo? Perché siamo?
“Quello che volevo arrivare a
dire è: ti ricordi quella volta con la bambina, la nipote di quell’assessore
no? Durante la comunione che hai sostituito il clown, te lo rammenti, no?”
Michele sbianca perché ha già capito
dove vuole arrivare. Quella volta lo ha fatto perché ha un debole per i
bambini, e gli occhini di quella ragazzina delusa lo hanno straziato, e alla
fine ha deciso di abbandonare per una volta la cucina e vestire lui i panni del
pagliaccio con risultati davvero strabilianti. Sarà che tra la pettinatura, la
voce nasale e quella comicità innata, il clown sembra il suo secondo mestiere
naturale.
“Signor Porcelli, io sono pieno
di lavoro... ”
“La pagherò, dovrà solo fare
qualcosa di sera, non molto. Lei abita qui vicino, non le costerà granché fermarsi
qualche ora la sera. Per me è molto più facile sostituire un cuoco per l’ora di
pranzo che un animatore a questo punto della stagione, mi capisce?”
“Lei mi vuole sostituire?” dall’acuto
che gli scappa traspare disappunto.
“Per non farla lavorare di
mattina così potrà riposare. Ma non le tolgo un solo euro. Mi creda: sto nei
casini....” si asciuga il sudore della fronte. Ora fa piuttosto caldo ma non
così caldo. “Che ne dite se ne parlate tra di voi. Stasera arriva il primo
carico di villeggianti. Cazzo, centocinquanta persone in più, tutti che
vogliono divertirsi e io cosa ho da offrire? Un gruppo di dilettanti che non sa
come muoversi! Mai successo qui... ” e morde tra i denti una bestemmia.
Diego si chiude come in un
guscio, umiliato e triste. A Michele un po’ di pena la fa.
“Ora vi lascio soli e magari vi
conoscete un po’” dopo un ennesimo sospiro supplica: “Salvemini, la prego, mi
salvi da questo impiccio!” dopo una pacca sul braccio, Porcelli esce dalla
stanza.
L'inizio promette scintille tra loro. Considerato il carattere chiuso e schivo, quasi burbero di Michele credo che ne vedremo delle belle. Sicuramente si scorneranno, ma scommetto che presto finiranno con l'adorarsi e come potrebbe essere diversamente con quegli occhioni da cucciolo che ti guardano? Nella scena che hai descritto Diego sembrava davvero un cerbiatto spaurito. Sec me Michele gli è sembrato una specie di orco vista la sua mole. Non vedo l'ora di leggere il 2 capitolo. Ti prego, postalo presto
Questo blog è nato per tutti quelli che amano la coppia Caparezza/Diego Perrone (altresì detta Diegorezza) in odor di slash (slash fanfiction) e per coloro che amano Diego Perrone e il mitico Michele Salvemini come artisti, con un occhio speciale e fantasioso sugli altri musicisti che più o meno ruotano (o hanno ruotato) intorno a questa coppia. Welcome.
ATTENZIONE: tutte le fanfiction presenti nel sito che citano Diego Perrone e Michele Salvemini (Caparezza)e altri personaggi reali, sono da considerare sempre e tassativamente frutto della fantasia e del talento dell'autore. Non c'è niente di reale né è a scopo di lucro. In caso contrario, qualora si racconti un avvenimento "reale" non sarà una fanfction e verrà ben specificato.
Se non vi piace lo slash non leggetelo
Sublimando sul palco................................................................................................................................
-Durante fuori dal tunnel, alla frase: “Mi sento stretto come quando inchiappetto un topolino” (al posto di puffo, per adeguare alla scenetta) mimato un atto omosessuale, nella fattispecie CaparezzaVSDiego.
-Durante Bonobo Power, vengono imitati coiti e Diego, dopo aver tentato Capa al sesso bonobo, si consola prima con il tastierista poi con una banana.
-Durante una nuova versione di Fuori dal tunnel, Caparezza imita un nuovo coito omosex con uno stura lavandini sempre ai danni di Diego.
-Durante il dito medio di galileo, Diego presta il fianco alla famosa frase: “Temono il dito di Galileo tra le chiappe” mettendosi in posa per farsi infilare metaforicamente il dito medio tra le chiappe da Caparezza.
-Durante una delle tante versioni di Abiura di me, Diego dice: “Ti posso cliccare?” e dopo averlo toccato con la freccetta, arriva con un finto dito (tipo sempre mouse del pc) e lo sbatte sui genitali di Capa.
-In un'altra di Abiura, Caparezza impugna il pacman e "mima" di mordere qualcosa che pende dal corpo di Diego, indovina un po' cosa...
-Ancora Abiura di me, Diego fa la principessa del videogioco di Super Mario che amoreggia con Tetris, interpretato da Caparezza.
-Durante Kevin Spacey, Diego Harry Potter, sbatte la bacchetta magica verso il sesso per evocare un sortilegio contro la prostata di Caparezza.
-Durante stango e sbronzo Caparezza prende di petto le dimensioni della scimmietta di Remy (interpretata da Diego) e definisce le dimensioni del suo pene siffrediane.
-Prima di Auditel's family, per parlare del decadimento dei rapporti amorosi, Caparezza imita una telefonata ad una linea erotica e Diego interpreta una centralista hard con tanto di parrucca e movenze.
-Nel live de La fine di gaia, Caparezza spinge nel sedere di Diego la lancia, gesto però non legato ad una scenetta o altro. Così...
-In The auditel family, alla fine Caparezza svende tutto, persino una notte d'amore con Diego. Ma poi si pente e cerca il suo perdono tirandogli un bacio subito ricambiato
Io resterò qui a ricaricare il blog finché non vedrò comparire il capitolo 2. Tu non fare caso a me. xD
RispondiEliminaL'inizio promette scintille tra loro. Considerato il carattere chiuso e schivo, quasi burbero di Michele credo che ne vedremo delle belle. Sicuramente si scorneranno, ma scommetto che presto finiranno con l'adorarsi e come potrebbe essere diversamente con quegli occhioni da cucciolo che ti guardano? Nella scena che hai descritto Diego sembrava davvero un cerbiatto spaurito. Sec me Michele gli è sembrato una specie di orco vista la sua mole. Non vedo l'ora di leggere il 2 capitolo. Ti prego, postalo presto
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