domenica 12 maggio 2013

Sui gradini di San Francesco, prima puntata




Titolo: Sui gradini di San Francesco
Autori: Annina
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Story line: primi anni '80

Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo
Rating: PG, slash,
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, ho preso in prestito i nomi solo per ispirazione artistica.



I Capitolo



Seduto sui gradini della chiesa, la testa appoggiata al muro, Michele si prende il sole sulla faccia; sta ad occhi chiusi e sorride. Lui adora il sole, e in quel mese di maggio ne hanno visto così poco. E’ piovuto sempre, ogni giorno e lui non ne poteva più di tutta quell’acqua. Era sempre così quando arrivava il Lunapark in città, si rannuvolava quando mettevano i manifesti e il sole non faceva la sua comparsa che verso la fine del mese. Quest’anno non aveva fatto eccezione, ma oggi è bellissimo, e si sente già il caldo, si sente che sta arrivando giugno. Michele pregusta già i pomeriggi al fiume, le vacanze al mare che stanno per arrivare.
Si toglie il giubbino di jeans e rimane in camicia a quadretti  rossi e blu, quindi  si toglie anche gli occhiali e li appoggia sul gradino: se potesse, si metterebbe in costume. Nel frattempo gli amici stanno arrivando alla spicciolata, e si siedono vicino a lui cominciando a chiacchierare.
Si ritrovano qui da una vita, da quando sono usciti dal cortile delle case popolari lì vicino, e sono un bel gruppo misto, una ventina di ragazzi tra i diciotto e i venticinque anni.
“Se andassimo al cinema oggi pomeriggio? C’è quel lungometraggio di Palladi, e poi c’è l’incontro con l’autore e fanno anche il party” propone Camilla, una bella ragazza dai lunghi capelli rossi.
“Per me non esiste, io non mi rinchiudo oggi” Michele lo fa sapere intorno senza nemmeno riaprire gli occhi.
Intanto dall’autobus poco lontano scende un ragazzo biondo che corre verso di loro: fa segno a tutti di tacere, e si avvicina a Michele senza fare rumore. Appena gli è a tiro cerca di gettarglisi addosso per fargli il solletico, ma Michele è più veloce e gli blocca le mani, ridendo: “Diego, lo sai che non ce la puoi fare!”.
Anche Diego ride e si lascia cadere seduto accanto a lui, mentre Michele salva gli occhiali per un soffio. “Quegli occhiali non dovrebbero stare sul tuo naso Michi?” Diego lo abbraccia e gli dà un bacino sulla bocca.
“Hey, l’hai fatto! Hai fatto il piercing sul labbro Diego! Ora sono tre, dispari, così sei a posto. Vero?” Michele gli prende il mento con la mano e con le dita accarezza l’anellino che il ragazzo porta sul labbro inferiore. “Ti ha fatto molto male?”
Diego fa una smorfia: “Un po’, ma pensavo peggio. Si ora sono tre, penso di essere a posto. Comunque l’avevo detto che il giorno che finivo il servizio civile mi facevo l’ultimo piercing. E con oggi ho finito se dio vuole!”.
“Naso, orecchio e adesso bocca. Direi che basta, non capisco questa tua smania di farti bucherellare” gli sorride Michele: “Però devo dire che ti sta proprio bene sai? Vieni qui” gli dà un altro bacetto sulla bocca, poi lo attira vicino e lo fa sedere sul gradino più sotto, appoggiandoselo al petto e stringendolo. Diego vi si accoccola ben volentieri.
“Ma la piantate voi due? Sempre appiccicati madonna!” Fabri li guarda simulando disgusto, o forse provandolo davvero, non si è mai capito. Comunque è l’unico di tutta la compagnia a non gradire che Diego e Michele mostrino in pubblico le loro effusioni.
“Oh, ma tutte le volte? Fatti i cazzi tuoi Fabri!” Diego ride e quasi per dispetto si volta e dà un bacio sulla barba a Michele, accarezzandogli la massa di lunghi capelli ricci. “Oh, guarda cosa ti ho preso Michi” dalla tasca toglie un pacchettino. Michele lo apre e vi trova una fascia fermacapelli in varie tonalità di rosso. Sorridendo se la infila. “Stai benissimo Michi! Lo sapevo, quando l’ho vista in quel negozio ho pensato subito a te” un altro bacio e si riaccoccola tra le sue braccia.
“Diego, dai convincili a venire al cine oggi. C’è il lungo di Palladi” Camilla fa un altro tentativo, guardandolo con aria implorante.
“Non esiste, io oggi voglio star fuori a godermi il sole” Diego esterna convinto, provocando l’ilarità generale: “Oh, sempre in simbiosi voi due, date anche le stesse risposte”.
“E allora che si fa? Ce ne stiamo qui sui gradini tutto il giorno?” Danilo si siede: “Che per me va anche bene, sono stanco morto, questa è stata una settimana durissima”. Danilo lavora come fornaio per mantenersi agli studi, e l’orario di lavoro è massacrante.
“Oh, ho un’altra sorpresa: ho trovato lavoro oggi! Inizio la prossima settimana. Non mi sembra neanche vero, è stato così semplice! Sono entrato in quel negozio dove ti ho preso la fascia, no Michi? E parlando, la signora dice che avrebbe bisogno di un aiuto, perché lei da sola non ce la fa più. Oh, è bastato propormi e mi ha assunto! Part time, quattro ore al giorno”.
Michele gli scompiglia il ciuffo biondo: “Bravo il mio Diego! Così si fa”.
“Sì, sono contento, così riuscirò a gestirmi bene anche con l’accademia: dice che non importa se vado al mattino o al pomeriggio, così quando dovrò frequentare potrò farlo. Vero che sono bravo?” Diego si gode le coccole del suo compagno con evidente piacere.
“Diciamo che hai avuto culo Diego!” Fabri non perde occasione per punzecchiarlo, ma Diego non reagisce nemmeno, alzando le spalle.
“Bene sentite, dobbiamo ancora mangiare tutti no? Ci prendiamo un po’ di robe nel negozio di Danilo, pizza e focacce, acqua e andiamo al parco. Ci portiamo frisbee, palloni e tutto quello che ci serve e passiamo una bella giornata all’aria aperta. Va? Poi stasera tutti al Lunapark, che non ci sono ancora stato e voglio andare su tutto!”.
Le ragazze si guardano un po’ meste, ma poi accettano. Per i ragazzi è bastata la parola pallone per assentire. “Va bene: Danilo vieni con me, pensiamo alle cibarie” Fabio e Danilo si recano alla panetteria e  gli altri fanno un salto a casa per recuperare giochi e plaid per sedersi sul prato.
Bastano dieci minuti per arrivare a piedi al parco. Immediatamente, mentre le ragazze stendono i plaid a terra, i ragazzi formano le due squadre e si scatenano in una partita appassionante, almeno così sembra, a sentire le loro urla.
Le ragazze approfittano del sole per abbronzarsi un po’; stese sul prato valutano i pregi e i difetti dei ragazzi. La votazione più alta la prende come sempre Michele, che pur non essendo bellissimo, ha  un bel fisico, folti capelli ricci e lunghi e occhi neri e profondi.  Peccato che sia fuori concorso ormai.
“Ma tu ci capisci? Con Diego! E non si può dire che non avesse avuto donne prima no? Sarà stato un trauma” Anita, diplomanda alle magistrali e futura matricola di psicologia, cerca di spiegarsi i motivi  per cui un uomo del pari di Michele a un certo punto della sua vita abbia scelto di non pensare più alle donne e di mettersi addirittura con un compagno.
Scoppiando a ridere Laura, sua futura collega e amica del cuore, semplicizza la cosa: “Anita, è inutile che tenti di buttarla sulla psiche, se stavi facendoci un pensierino, ti conviene smetterla subito: sono talmente appiccicati lui e Diego, che nemmeno Madonna in persona potrebbe far cambiare idea a nessuno dei due!”.
“Che palle…” Pina sospira. Tutte si girano a guardarla: innamorata di Diego fin dalle medie, con lui non ha mai avuto speranze. Nonostante non abbia un gran fisico, Diego è molto carino e tutti lo amano per la sua allegria e la sua simpatia, soprattutto le ragazze, e lui ne ha avute parecchie.
“Povera Pina. Finché si trattava di combattere con altre donne, potevi anche provarci, ma così: come puoi competere con un omone di 1,85 col pizzetto? Non ci devi più pensare. Poi dai, ne trovi mille meglio di lui, stai su” Laura è drastica nei suoi commenti.
“Beh, a me piace ancora lui, e se mi capiterà l’occasione non me la farò scappare. E’ bellissimo, guardalo” proprio in quel momento i ragazzi si stanno togliendo le magliette lanciandole in un mucchio nel prato: il sole delle tre picchia forte, e la foga della partita li surriscalda.
“Bellissimo, ma dai! Ha fascino, questo devo ammetterlo: ha un certo modo di muoversi e di parlare, e ha un faccino dolcissimo, con quegli occhioni nocciola. E’ così minuto però, non puoi certo paragonarlo agli altri” Laura insiste nella sua linea.
“Dai Laura, piantala, anche il tuo Danilo non è certo un adone. E’ simpatico ed è un carissimo amico sempre disponibile, però tra lui e Diego non c’è tutta quella differenza” Pina, piccata, le risponde con una certa durezza.
Solo Valentina non parla: lei era stata la ragazza di Michele per qualche mese, un anno fa, ed è ancora innamorata, non riesce proprio a farsene una ragione. Le amiche rispettano il suo silenzio, ma pensano che deve essere dura per lei. Un sospiro: “So cosa state pensando, ma proprio non ce la faccio a disamorarmi. Se fosse possibile curarsi, lo farei, ma non si può. Lui è stato tanto carino, mi ha detto che mi lasciava anche se mi voleva bene, perché c’era qualcosa che non capiva dentro di sé, e non voleva farmi soffrire portando avanti un rapporto incerto. Già… altro che qualcosa”.
Le ragazze si guardano, ma nessuna trova qualcosa da dire. Zitte, si rimettono a guardare il gioco.
“Peccato che Fabri sia così stronzo guarda, perché sarebbe proprio bello: guarda che muscoli poi, se li cura in palestra lui; anche Gaetano non è male, un po' cicciotto forse, ma è così simpatico”.
All’uscita di Elsa tutte scoppiano in una risata: Gaetano sembra un orsacchiotto, paffuto e con la barba, però sicuramente molto simpatico e intelligente: sta macinando esami su esami a scienze politiche, e ormai vede la laurea a portata di mano, pur lavorando in un’officina tutti i pomeriggi. Elsa spera che, preso com’è tra libri e motori, una volta laureato si accorga anche di lei.
Finalmente la partita finisce e i ragazzi raccolgono le maglie e si avvicinano, gettandosi letteralmente sui plaid e assaltando le bottiglie d’acqua.
Danilo si avvicina a Laura e l’abbraccia:  “Che brave, ci avete aspettato per mangiare tutti insieme!”. “Dai che sei tutto sudato” Laura lo respinge ridendo, ma poi gli si attacca al collo baciandolo.
Nel frattempo anche Michele si è seduto a gambe incrociate e Diego si corica appoggiando la testa alle sue gambe. Michele gli accarezza dolcemente i capelli.
“Dai voi due, piantatela vi ho già detto stamattina che state troppo incollati, non vi si può vedere, è da star male”  Fabri fa una smorfia simulando un conato.
Diego fa spallucce: “Mi dispiace che tu stia male; fatti dare un occhio da Michi, visto che diventerà presto veterinario, potresti essere il suo primo paziente”.  Tra le risate generali Diego si allunga con indifferenza per prendere una focaccina; Fabrizio lo guarda senza parlare, ma nei suoi occhi c’è un lampo di cattiveria. Michele gli lancia un’occhiata serio, tenendo una mano sulla spalla di Diego, quasi come un avvertimento a non toccarlo.
Fabri  abbassa gli occhi e non parla più, coricandosi al sole; gli altri hanno seguito la breve scena ma senza preoccuparsi troppo. E’ sempre la stessa storia tra loro tre: Fabri e Diego non si sono mai risparmiati frecciate e botte: se intellettualmente Diego è sicuramente superiore, fisicamente non lo è, ma non ha mai avuto paura di nulla lui. Poi comunque arriva sempre Michele a difenderlo, il suo migliore amico da sempre.
“Tieni la maglia Diego, si è alzata una bella arietta e sei ancora sudato” Michele gli porge la maglietta, indossando a sua volta la propria. Diego sbuffa ma obbedisce mettendosi seduto e gli sorride con aria arguta. Michele gli risponde con un sorriso dolce, la testa inclinata sulla spalla. Diego impulsivo lo abbraccia e gli schiocca un bacio sulla bocca, sussurrandogli poi all’orecchio: “Mi tieni sempre d’occhio eh?”. Toccandogli piano il piercing sul labbro, Michele gli risponde: “Qualcuno deve pur farlo”. A quelle parole Diego si intristisce un pochino, e si rannicchia tra le braccia forti di Michele, che se lo stringe appoggiando il mento alla sua testa.
Pensa alla vita incasinata di quel suo piccolo compagno. Fin dalla nascita hanno vissuto in due appartamenti attigui, sullo stesso pianerottolo di una casa popolare. I famigliari di Michele erano emigrati giovanissimi da un paese in provincia di Bari. Michele era nato lì a Torino due anni prima di Diego. La mamma di Diego era rimasta incinta giovanissima, appena diciottenne, di un coetaneo. Dopo il matrimonio voluto dalle famiglie erano andati ad abitare insieme ai genitori e alla sorella di lei. Purtroppo al settimo mese di gravidanza un’infezione aveva anticipato il parto: Diego, sottopeso e con qualche problema respiratorio dovuto alla nascita precoce, si era ripreso bene, ma la mamma era entrata in coma e se n’era andata un mese dopo. Il giovane padre non se l’era sentita di assumersi la responsabilità di un figlio ed era fuggito all’estero, in Germania, dove aveva trovato lavoro come cuoco. La nonna adorava il nipote, che aveva gli stessi grandi occhi della figlia morta, e viveva solo per lui, senza per questo averlo viziato. Diego a sua volta la adorava, consapevole di tutto quello che la nonna faceva per lui. Purtroppo la zia non era altrettanto amorevole: come non amava la sorella, così non sopportava il nipote, e non gli aveva certo reso la vita facile in quegli anni.  
Le nonne dei due bambini diventarono amiche e Diego e Michele inseparabili.
Michele era serio e riservato, diverso dagli altri bambini che frequentavano il cortile, ma nonostante ciò gli altri lo rispettavano. Diego era un piccoletto tutto ossa e nervi, sempre di corsa, sempre in pericolo, ma seguiva ciecamente il suo Michele, che pensava a difenderlo quando le situazioni che creava diventavano pericolose, e ancora oggi continuava il suo ruolo di angelo custode.
Michele si riscuote e bacia i capelli di Diego, che gli stringe le mani, mentre il suo cuore accelera i battiti: ama così tanto Michele. Non riesce a capire come abbia potuto fare a meno del suo amore per tutti quegli anni, ad accontentarsi della sua amicizia. Che poi non era proprio un accontentarsi: non c’erano al mondo due persone più unite di loro, secondo Diego. Si dividono un trancio di pizza e un po’ di focaccia, senza spostarsi dalla loro posizione.
Qualcuno ha portato Monopoli e in diversi cominciano a giocarci. Diego, Michele e Gaetano preferiscono giocare un po’ col frisbee, e presto li raggiunge anche Fabio. L’amicizia tra Diego e Michele è inviolabile, ma ognuno di loro ha trovato un buon amico: per Michele è Gaetano, che ne stempera un po’ la riservatezza con la sua goliardia, e per Diego è Fabio, un po’ timido e posato, a dimostrazione degli opposti che si attraggono. Insieme loro quattro hanno dato vita anche a un gruppo: fanno principalmente musica rock, girando per i circoli della provincia e i piccoli locali della regione.
“Oh, sono quasi le sette, che si fa? Andiamo davvero al lunapark stasera? “ Danilo li raggiunge e Diego non ha dubbi: da tre settimane sta aspettando di salire sul battello, e stasera è la sera buona!
“Però ho voglia di gelato. Cosa dici Michi? Tu no? Io ne mangerei uno enorme, proprio una cena di gelato” lo guarda speranzoso, e Michele annuisce: “Perché no? Andiamo dai, poi ci troviamo con gli altri direttamente là”. Si mettono d’accordo sul ritrovo, e tranquillamente abbracciati si avviano verso l’uscita del parco. Gli amici li guardano ed Elsa non può fare a meno di commentare: “Però fanno davvero tenerezza quei due. Cioè guardali, si voglio proprio un bene dell’anima”.
“Anche un po’ di invidia” ribatte Camilla: “anch’io ho voglia di innamorarmi così di qualcuno, anzi ho voglia che qualcuno si innamori così di me!”.
“A me danno fastidio invece, fanno apposta per farsi vedere, si mettono in mostra” Fabrizio non perde occasione per criticare, ma gli amici non sono d’accordo con lui. “Piantala Fabri, sai che non  è vero. Loro sono sempre stati anticonformisti e si son sempre occupati dei fatti loro e mai di quelli degli altri” Gaetano reagisce con veemenza all’uscita di Fabrizio, e Fabio non è da meno: “Non importa niente a Diego e Michele di quello che pensa la gente, perché loro non criticano nessuno, e pensano di avere diritto allo stesso trattamento. Quindi fattela passare Fabri. Puoi dirmi che vivono un po’ fuori dal mondo, ma mai che sono due stupidi o due esibizionisti”  è un discorso lunghissimo per Fabio, ma per lui gli amici sono sacri, e Diego e Michele anche di più.
Nel frattempo il gruppo si è avviato verso casa, e nel cortile si salutano dandosi appuntamento: “Ci vediamo in San Francesco verso le nove; andiamo con l’autobus no? A dopo” alla spicciolata si dividono nei vari portoni.

3 commenti:

  1. COme ti ho già detto mi fa un pò strano vederli già come coppia però mi intriga questa storia. Sono curiosa di vedere come evolve la situazione. Brava annina, ci voleva qualcosa di nuovo e fresco

    RispondiElimina
  2. Ci siam portati avanti coi lavori!!! :o)

    RispondiElimina
  3. Commovente e dolce, tanto dolce come l'amicizia grande del piccolo ribelle e il saggio futuro veterinario sia diventata amore, così importante poi l'uno per l'altro. Un amore che crea dubbi, un po' di invidia e rabbia, soprattutto da parte di questo Fabri che sembra minacciare questo assolato amore come un gruppo di nuvoloni scuri minaccerebbe una bella giornata. Complimenti per il gruppo di amici: realistico e caldo.

    RispondiElimina

 

caparezzamadiego Copyright © 2011 Design by Ipietoon Blogger Template | web hosting