mercoledì 6 marzo 2013

L'amore è blu, 12







Titolo: L’amore è blu
Autore: giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU, romance, eros, introspettivo, ironico, grottesco
Story line: Fine anni ‘90
Rating: slash, NC 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia e non si vuole in alcun modi ledere all’immagine dei protagonisti e insinuare qualcosa



Il sole non aveva nemmeno iniziato a tramontare, mentre Diego e Michele stavano tornando in città a bordo della Micra. Michele notò che abbronzato Diego era ancora più carino e gli fece un buffetto, intanto s’infilava nella propria via. “Ti sei portato il cambio spero! Così ti fai una doccia da me. Ne abbiamo un urgente bisogno tutti e due!”
“Niente cambio amore, rimetterò questi bermuda e questa maglietta”
“Che è sudicia come una battona, non esiste. Ti presterò una delle mie. Ogni lavatrice sbagliata che faccio me ne se rimpiccolisce una, vedrai che qualcosa troviamo”.
A casa prima, di buttarsi allegri dentro la cabina doccia, Michele preparò un aperitivo scaldando nel tostapane i panini avanzati e aprendo una bottiglia di prosecco. Mangiarono addossati alla finestra guardandosi e sorridendosi.
“È stata una giornata perfetta Michi. Sei stato bene anche tu come me?”
“Oh Diego, sono stato molto più che bene. Sono stato felice, ed è molto pericolo sai? Perché quando sto con te sono più che altro felice, e potrei anche abituarmici”
Diego lo abbracciò di slancio, spingendolo verso la finestra aperta. Si baciarono mentre il sole rosseggiante baluginava i suoi ultimi raggi addosso loro, come il flash di un fotografo d’altri tempi. Quando Diego si staccò guardandolo con gli occhi socchiusi e stanchi, Michele sentì nitido il pericolosissimo tonfo al cuore che precede le fatidiche parole.
“Ti amo” ammise con tutta la semplicità del mondo, ma con il tono dismesso, come se si stesse scusando. “Anch’io” rispose Diego senza riuscire a respirare per qualche secondo, poi tornò ad abbracciarlo mentre pensava: se è tutto un sogno, dio ti prego lasciami dormire per sempre...
Fecero la doccia insieme senza strusciarsi troppo per lasciare i sensi placati ancora un po’ e pure perché la fame ricominciava a farsi sentire. Alle nove in punto arrivarono al ristorante vista Po dove si lasciarono andare  tanto di gola quanto di portafoglio. Michele ordinò uno dei vini più costosi sulla carta, una bottiglia di Barolo da ottantamila lire, Diego ne rise tutto il tempo. Senza smettere di ridere, flirtare e scandalizzare un paio di anziani: loro malgrado assisterono increduli a Michele che baciò il dorso della mano di Diego, la serata trascorse veloce.
Protetti dal cielo sempre blu come ogni altra sera prima e ogni altra sera dopo, tornarono all’appartamento di Michele. Diego sapeva che non avrebbe dovuto, che era tardi e che i suoi genitori poi avrebbero fatto domande, storie, ma era stata così perfetta quella domenica di luglio: gita al fiume, sesso tra i roghi, la confessione di Michele vicino alla finestra, la cena con il vino costosissimo e il baciamano, che Diego non se la sentiva di lasciarlo, non avrebbe davvero voluto svegliarsi più da quel sogno stupendo. Così si tolse la maglietta a mezze maniche azzurra con dei disegnati sul davanti dei buffi conigli che Michele gli aveva prestato, a lui non andava più bene dopo un lavaggio sbagliato, ma per Diego era comunque un po’ troppo lunga.
Si gettarono tra le lenzuola abbracciandosi stretti. Michele fungeva da materasso a Diego, riverso sopra di lui: baci sul collo, baci sul petto: “Ti amo, ti amo, ti amo...”
“Ti amo anch’io, tanto Die’” poi lo sorprese togliendoselo da sopra e stendendolo con la schiena al letto. Alla luce del l’unica lampada accesa, gli occhi del ragazzo sembravano ancora più grandi e forvianti. “Ho sempre odiato questa cosa di dirsi ti amo, dirselo... è una stronzata! Bisogna dirsele le cose? L’importante dimostrarlo e l’amore si può solo dimostrare, allora perché io sento di dovertelo pure dire? Non lo so. Sono confuso... ” Diego rabbrividì, che era ora quella dichiarazione? Un modo un po’ strano di Michele per lasciarlo? Per ammettere che non si sentiva pronto per una storia con lui? “Michele...” gemé, gli occhi si velarono di lacrime. “Non lasciarmi Michi...”
“Lasciarti?” Michele schiuse le labbra: “Ti sto dicendo che ti amo e ti lascio? Non sono mica fuori di testa! Non così tanto...” ci scherzò su ma ora Diego ora era triste, preoccupato. Ci vollero un bel po’ di coccole per tranquillizzarlo. Ma dopo due birre ciascuno si scoprirono più sereni.
Quella notte Diego si fermò da Michele. Chiamò a casa e disse che restava da ‘quel nuovo amico’ che sembrava, pur nella sua virtualità, essere entrato già nell’immaginario comune della famiglia. Dopotutto c’era già stato un amico misterioso: Nicola. C’erano stati gli appuntamenti al buio, le passeggiatine nei parchi, le capatine ad un paio di bagni turchi. Invece ora c’era solo Michele: Michele che dopo averlo tranquillizzato pretese di fare l’amore. E lo fecero quella notte, per molto, con tutta la passione di cui erano capaci. Una foga totale e caotica. Tale che ogni tanto, poteva capitare che uno dei due si fermasse a guardare l’altro, come alla ricerca di una guida, o solo per sincerarsi che fosse tutto apposto, che quell’amarsi così selvaggio non li avrebbe portati a farsi male, o a perdersi in qualche modo. A quel punto l’altro annuiva, oppure diceva: “È tutto ok, no?” “Tutto ok” e si ricominciava come prima. Ma alle tre di notte i vicini di sotto iniziarono a rumoreggiare, evidentemente infastiditi dal letto di Michele che, come nell’Esorcista, sembrava posseduto da qualche forza demoniaca! Ridendo, finirono sotto la doccia e al mattino le loro facce erano quelle di due zombi. Per sua fortuna, Diego faceva il pomeriggio e così poteva rimanere fino alle dieci tra le braccia dell’amante.
“Vado a guadagnarmi la pagnotta Die’, tu dormi ancora un po’, ok?” un ultimo bacio sulla tempia e lo lasciò solo. Mezz’ora dopo che Michele fu uscito, Diego si alzò e libero di girovagare per l’appartamento, ne approfittò per curiosare: era da un po’ che desiderava impicciarsi di quello che Michele teneva in casa. Magari c’era qualcosa che nascondeva, magari una foto dell’ex moglie di cui non parlava mai e quando Diego si azzardava a fare domande, l’atmosfera si faceva subito pesantissima e allora riportava il dialogo su argomenti più leggeri.
Dopo essersi issato sopra la tazza del gabinetto per raggiungere una misteriosa mensola, afferrò il cofanetto, che dal basso aveva attirato la sua attenzione. Non c’erano foto ma trovò qualcosa che lo turbò molto di più: l’ecografia che mostrava l’immagine di un feto di dieci settimane. C’era pure la data: 18 Aprile 1994, quasi cinque anni prima. Il fatto che l’avesse nascosta con tanto scrupolo non dava adito a dubbi. Per quanto Diego ne sapeva Michele era single già da un po’, dopo la parentesi coniugale infausta. E cominciò a temere che l’esserino raffigurato nell’eco avesse a che fare con il divorzio o che addirittura fosse nato e cresciuto, evolvendosi in bambino. C’era un Michele Junior che andava all’asilo da qualche parte? Magari in Puglia, ovviamente in Puglia... Michele è a Torino solo da tre anni! Diego si scoprì tristissimo a quell’idea, al pensiero di un bimbo di cui Michele non sapeva niente o peggio: di cui sapeva tutto e non gli aveva detto niente. E per la prima volta sentì su di sé tutto il peso di essersi innamorato di un uomo eterosessuale. Come se non bastasse il finto etero che dimora in me! Grazie a quella cupa considerazione si rammentò che doveva passare da Tatiana: era invitato a cena da loro e lei gli aveva chiesto di farle un po’ di compagnia. Si era detto che alla prima occasione le avrebbe accennato qualcosa riguardo a Michele. Non gli avrebbe detto ‘sono gay, la nostra storia è stata tutta una bugia!’ voleva cautamente spiegarle che c’erano delle cose in lui non proprio lineari, riguardo la sua sessualità principalmente. E che ‘questo amico’ così speciale, lo stava aiutando a conoscersi e che durante questo periodo così difficile, non se la sentiva di continuare, ergo non vengo a Palma de Maiorca. Era una bastardata e ora, con quell’ecografia tra le dita, sembra anche una mossa poco felice. Stava ufficialmente per buttare via oltre dieci anni della sua vita, una storia d’amore lunghissima per che cosa? Non dubitava di amare Michele, ma dubita va che avrebbe potuto funzionare tra loro senza la sufficiente fiducia, tipo parlare di gravidanze interrotte. Quella era la soluzione meno angosciante: un bambino mai nato. Un bambino esistente, Diego non sapeva se lo avrebbe sopportato. Avrebbe accettato di amare un uomo già padre, ma se gli fosse stato chiaro fin dall’inizio. Ma uno che non ti dice una parte così essenziale della sua vita... gli veniva da piangere mentre ripartiva verso casa di Tatiana. Non avrebbe detto niente alla sua ragazza e non avrebbe potuto dire niente nemmeno a Michele. Si maledisse per la sua curiosità, se avesse evitato di impicciarsi ora non si sentirebbe un perfetto idiota. Fu l’ultimo pensiero che formulò prima raggiungere la sua ragazza.

3 commenti:

  1. Primo round da pelle d'oca! Quando Michele dice a Diego "Ti amo" giuro anche il mio cuore ha fatto un tonfo! L'ho raccattato e messo lì da parte, perchè lo sapevo che poi avrebbe voluto cascare ancora. E infatti è successo ma per la tristezza. Perchè niente è mai semplice? Sarebbe così bello prendere la vita come viene... ma non per Diego, con tutti i suoi tormenti.
    Comunque, bene o male ho rimesso il cuore al suo posto ed è abbastanza tranquillo: secondo lui andrà bene, dice...

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  2. Che capitolo emozionante. Quelle due paroline sono scivolate fuori dalla bocca di Michele in sordina, quasi come se lui stesso temesse di pronunciarle e di spaventare anche Diego. Peccato che poi è arrivata la bocca. Cavoli Diego, ma non potevi tenere a freno la tua curiosità? Si sa che cercando si trova e quello che ha trovato ha minato le poche certezze che aveva riguardo al suo rapporto con Michele. E pensare che Diego era deciso di troncare la sua storia con Tatiana mentre questa scoperta ha rimesso tutto in discussione. Uff perchè deve accadere sempre qualcosa a rovinare l'idillio dei nostri amori?

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