Titolo: Il cassetto dei sorrisi Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini Genere: Romantico/Introspettivo Rating: NC 17 Disclaimer: I personaggi mi appartengono, ho solo preso in prestito dei nomi e questa opera non ha scopo di lucro. Il titolo prende spunto da Rainy Baby, di Diego Perrone
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Capitolo 3
La bolla dunque era rotta e tutto cambiò. Quella sera tornai tardissimo ma Elettra, complice l’ansiolitico che soleva prendere quando faceva tardi, dormiva profondamente. Io non ce la feci a chiudere occhio. Troppa adrenalina scorreva, troppa agitazione. L’indomani scoprii due sms di Diego. Il primo era un semplice “buona notte amore mio”. Il secondo diverso, tutto agitato, e diceva più o meno così: “Sono stato uno stupido, cancella quel messaggio! Penserai che sono pazzo... ti rivedrò?” sembrava isterico. Mi affrettai a rispondere: “Ci vediamo oggi a pranzo?” Ci demmo appuntamento dalle mie parti. Di sabato, Elettra ed io dormivamo fino a tardi, e non decidevamo cosa fare prima delle due del pomeriggio. La liquidai con una scusa, qualcosa su della roba in tintoria. Lei non domandava mai niente. Scoprii che questo aspetto distratto e fiducioso della mia ragazza, era la green card per il regno dei fedifraghi. Dopotutto Michele Salvemini, quel vecchio diavolo, quel bonaccione, come avrebbe potuto tradire una Odero così?
Arrivai al secondo appuntamento con Diego, la quarta volta che ci vedevamo in assoluto, camminando sulle nuvole. Lui portava un pantalone nero al ginocchio questa volta, e una magliettina bianca stilizzata. I capelli spettinati erano in parte coperti dal cappuccio del giubbino, la barba di due giorni, ma sembrava comunque un ragazzino del liceo, tanto da farmi sentire un pervertito stupra - ragazzini! Ora che avevamo scopato sembravamo più intimiditi che mai, in quel locale del centro. Dopo aver ciondolato da un piede all’altro ordinammo un trancio di pizza e una birra e prendemmo posto nei tavoli all’aperto. Diego sembrava affamato. “Ho un appuntamento da queste parti, alle tre”
“Io devo tornare in ufficio” mandai giù un sorso di birra: “Perché mi hai mandato quello stupido messaggio?” chiesi asciugandomi il sudore nei jeans.
Lo vidi sgranare gli occhi che divennero più grandi del normale. Erano già belli grandi. “Perché sono uno stupido! E se lo leggeva la tua ragazza?”
“Non fa cose del genere. Però capisco che tu sia cauto. Sì, meglio essere cauti... ” cercai di sorridere ma la situazione era complicata e io mi sentivo un degenerato mentre guardavo intensamente l’anellino sul labbro inferiore, sognando che tornasse a sfregarmi il cazzo. Come se mi avesse letto nel pensiero arrossì e propose: “Lo rimando l’appuntamento se vuoi, e torniamo a casa mia” in mezzo secondo risposi: “ok”.
In macchina, la sua, una trappola mortale fine anni ottanta, scoprimmo di non riuscire a stare divisi. Ci baciavamo ad ogni semaforo, ne trovammo molti. Mani sui rispettivi pacchi. In pratica consumammo tutti i preliminari là dentro. E quando, sempre bacianti, entrammo nel suo appartamento, fummo costretti a staccarci perché c’era Mattia, uno degli inquilini. Imbarazzato per quello che aveva visto, si presentò in boxer e canottiera. Diego ed io ci chiudemmo nella sua stanza e non ne uscimmo fino alle sette di sera. Quello che poi, in seguito, divenne la norma, era strabiliante e nuovo per me. Scopare di pomeriggio, venire più di una volta, tanto che alla fine mi sentivo così spossato da scoprire che mi si era abbassata la vista. Allora deve esserci un fondo di verità quando da ragazzini, ti dicono di non farti troppe seghe sennò diventi cieco. Forse questa credenza è legata allo sperpero di sperma. Diego pensava fosse normale. Secondo lui era solo amarsi con tutti i crismi. E noi ci amammo con tutti i crismi. Alla faccia di Mattia dall’altra parte del muro, che ascoltava allibito il nostro traffico.
Nella mia fantasia, Diego ed io fummo rinominati gli amanti dei navigli. Un nomignolo che mi inventai durante un consiglio d’amministrazione noioso, come tutti gli altri del resto. E più il mio dolce e appassionato consulente telefonico diventava interessante, più apparivano evidenti le magagne della mia vita “reale”. Cominciai a capire quanto Elettra, dietro l’apparenza perfetta fosse ipocrita e meschina. Dietro i vestiti firmati, le borse Vuitton, i segni del benessere della mia casa erano ingannatori. I soldi nel mio conto in banca inutili. Cosa sono poi dopotutto i soldi, iniziai a pensare annoiato mentre iniziava la bella stagione, dietro la finestra del mio ufficio. I soldi servono a comprare le cose, il cibo. Si baratta soldi per amore, un amore apparente che non ti dà nessuno. Le commesse ti possono vendere le loro scarpe, il barista il prosecco, la consulente telefonica la miglior offerta telefonica, ma nessuno di loro mi dava la droga, quella dolce droga che trovavo solo dentro Diego. E paragonabile ad un cocainomane che batte la stazione alla ricerca del pusher, io mi trovavo ogni pomeriggio una scusa per andare a fottere il mio ragazzo. E quando per i reciproci impegni non riuscivamo ad arrivare ai Navigli, lo facevamo nella mia macchina, con tutti i rischi del caso.
Due pazzi, due innamorati.
Con l’arrivare dell’estate arrivò la tortura della scelta di dove passare le vacanze. Fu in quella sera che scoppiai. Elettra aveva invitato i nostri amici a cena, ovviamente tutto comprato al sushi bar, e mentre io fingevo di interessarmi ai loro discorsi, ricevetti un sms di Diego che mi faceva sapere di tornare a Torino per il week-end. Ovviamente ero geloso. Geloso e possessivo. Mi irritai e siccome non potevo litigare con l’oggetto del mio amore, bisticciai con Elettra per una cavolata. Niente villaggio, ma nemmeno campeggio. In Hotel ci sono troppe ristrettezze.
“Insomma Michele, che cazzo vuoi?”
“E se tu vai con loro e io mi sparo due settimane dai miei?” ero esaltato. L’idea, folle ma fantastica, era di portarmi in Puglia Diego. I miei genitori conoscevamo poco Elettra e il fatto che vivessimo insieme senza essere sposati, la faceva apparire come una specie di concubinabarraputtana. Se mi fossi portato dietro Diego, avrebbero pensato che ero tornato single e ne avrebbero gioito, sicuro. Pensai che ad agosto mia sorella andava in Calabria dai suoi suoceri. Avrei potuto piazzarmi con Diego nel suo appartamento, vista mare.
Iniziai a sognare, a nutrirmi di sogni, e, in parallelo, il mio rapporto con Elettra a sfasciarsi.
Michele ormai è completamente assuefatto da quello che Diego gli dà che la vita di prima non solo gli sta stretta, ma gli risulta quasi insopportabile da portarlo a scoppiare. Stupendo quando lui pensa che niente o nessuno gli procura la droga che trova dentro Diego. Non vedo l'ora di vedere cosa succede quando se ne vanno in Puglia. Sono certa che Diego non si lascerà scappare l'occasione di stare due settimane da solo con il suo Michele. Bella, spero mi procurerai presto un'altra dose. Sono già in astinenza
Grandioso il paragone fra Diego e una droga bellissima che fa sembrare inutile tutto il resto... anche la tua fic è così... io e Ale siamo qui in astinenza ad aspettare! xD
Questo blog è nato per tutti quelli che amano la coppia Caparezza/Diego Perrone (altresì detta Diegorezza) in odor di slash (slash fanfiction) e per coloro che amano Diego Perrone e il mitico Michele Salvemini come artisti, con un occhio speciale e fantasioso sugli altri musicisti che più o meno ruotano (o hanno ruotato) intorno a questa coppia. Welcome.
ATTENZIONE: tutte le fanfiction presenti nel sito che citano Diego Perrone e Michele Salvemini (Caparezza)e altri personaggi reali, sono da considerare sempre e tassativamente frutto della fantasia e del talento dell'autore. Non c'è niente di reale né è a scopo di lucro. In caso contrario, qualora si racconti un avvenimento "reale" non sarà una fanfction e verrà ben specificato.
Se non vi piace lo slash non leggetelo
Sublimando sul palco................................................................................................................................
-Durante fuori dal tunnel, alla frase: “Mi sento stretto come quando inchiappetto un topolino” (al posto di puffo, per adeguare alla scenetta) mimato un atto omosessuale, nella fattispecie CaparezzaVSDiego.
-Durante Bonobo Power, vengono imitati coiti e Diego, dopo aver tentato Capa al sesso bonobo, si consola prima con il tastierista poi con una banana.
-Durante una nuova versione di Fuori dal tunnel, Caparezza imita un nuovo coito omosex con uno stura lavandini sempre ai danni di Diego.
-Durante il dito medio di galileo, Diego presta il fianco alla famosa frase: “Temono il dito di Galileo tra le chiappe” mettendosi in posa per farsi infilare metaforicamente il dito medio tra le chiappe da Caparezza.
-Durante una delle tante versioni di Abiura di me, Diego dice: “Ti posso cliccare?” e dopo averlo toccato con la freccetta, arriva con un finto dito (tipo sempre mouse del pc) e lo sbatte sui genitali di Capa.
-In un'altra di Abiura, Caparezza impugna il pacman e "mima" di mordere qualcosa che pende dal corpo di Diego, indovina un po' cosa...
-Ancora Abiura di me, Diego fa la principessa del videogioco di Super Mario che amoreggia con Tetris, interpretato da Caparezza.
-Durante Kevin Spacey, Diego Harry Potter, sbatte la bacchetta magica verso il sesso per evocare un sortilegio contro la prostata di Caparezza.
-Durante stango e sbronzo Caparezza prende di petto le dimensioni della scimmietta di Remy (interpretata da Diego) e definisce le dimensioni del suo pene siffrediane.
-Prima di Auditel's family, per parlare del decadimento dei rapporti amorosi, Caparezza imita una telefonata ad una linea erotica e Diego interpreta una centralista hard con tanto di parrucca e movenze.
-Nel live de La fine di gaia, Caparezza spinge nel sedere di Diego la lancia, gesto però non legato ad una scenetta o altro. Così...
-In The auditel family, alla fine Caparezza svende tutto, persino una notte d'amore con Diego. Ma poi si pente e cerca il suo perdono tirandogli un bacio subito ricambiato
Michele ormai è completamente assuefatto da quello che Diego gli dà che la vita di prima non solo gli sta stretta, ma gli risulta quasi insopportabile da portarlo a scoppiare. Stupendo quando lui pensa che niente o nessuno gli procura la droga che trova dentro Diego. Non vedo l'ora di vedere cosa succede quando se ne vanno in Puglia. Sono certa che Diego non si lascerà scappare l'occasione di stare due settimane da solo con il suo Michele. Bella, spero mi procurerai presto un'altra dose. Sono già in astinenza
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