lunedì 23 dicembre 2013
La valle delle Meduse, capitolo 8
Titolo: La valle delle meduse
Autore: Giusi-poo
Pairing: lo scoprirete
leggendo
Genere: AU/Commedia/Romantico/Erotico/Introspettivo
Rating: PG, slash, NC 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I nomi
di luoghi possono essere veri ma usati solo per ispirazione artistica
Capitolo otto
Il giorno prima
del concerto provarono fino alla mezzanotte. Davide restò tutto il tempo a
guardare i suoi amici suonare, Diego scatenarsi ma anche gli altri non furono
da meno. Certo, il frontman folleggiava di più, era il suo compito quello!
Davide doveva ammetterlo: la sua voce era fantastica. La sua forma era
fantastica. Aveva nel cuore quel ragazzo; in qualsiasi sua cellula ce lo aveva.
E non era solo una questione di attrazione. Quella fase l’aveva superata o
quasi. Lo amava, lo avrebbe amato sempre, a distanza. L’amico invisibile che
aiuta senza che tu lo chieda. Che sai che c’è anche se resta in disparte, come
invisibile. Sì, Davide sapeva di essere l’invisibile e, tutto sommato, gli
stava bene così. Eppure non smetteva di sognarlo: di giorno ad occhi aperti, di
notte dormendo. Sognava di loro, presi ad amarsi, a volersi, a fondersi fino a
distruggersi uno nell’altro. Gli occhi del ragazzo si velarono di tristezza e
passò così anche quella sera. Un’altra sera triste. E quella del giorno dopo
arrivò come al solito, senza patemi particolari. Il locale era mediamente
pieno. C’era chi pensava solo a bere e chi provava a chiacchierare superando la
musica alta. I giovanotti già sul palco a provare indisturbati. Diego e Nicola
erano arrivati insieme, Davide addirittura prima. Con lui però non c’erano gli
altri componenti del gruppo. Troppo sbattimento trenta chilometri per loro. Ed
eccolo, ora lo vide arrivare: Michele, quello nuovo. L’amante. Come poteva Davide competere pure con lui dopo Nicola? La
novità, l’attraente sorpresa di qualcosa che non conosciamo, che è tutto da
scoprire. Conosci il tuo nemico. Così aveva letto da qualche parte. E si
arrischiò ad andare da lui. Dopotutto era solo con la sua birra. Non ci sarebbe
stato niente di male ad intrattenersi con qualcuno che era in quel posto solo
per i Medusa, esattamente come lui.
“Ciao” esordì
tranquillo. Michele ricordò immediatamente il bel ragazzo alto che aveva visto
sia al Pecora nera, sia durante il bagno di notte, e persino la prima volta che
aveva visto Diego nudo! E anche al sit-in. “Ciao” rispose a sua volta,
arrossendo. Essendo ambedue timidi i primi cinque minuti furono di non dialogo.
Restarono in silenzio ad occhieggiarsi, aggrappandosi ad argomenti banali e
confidando nella musica alta per non capirsi. Poi Davide osò: “So che sei in
gran sintonia con Diego. Posso permetterti di darti un consiglio?” Michele
raggelò ma, visto che era un ragazzo educato, annuì. Ai consigli non si dice
mai di no. “Lascialo perdere. E lo dico perché sono suo amico. Lui è fantastico
certo, una persona fantastica. Immagino anche che a letto lo sia, almeno così
si dice. Però fidati, lui e Nicola fanno sul serio. E mi dispiace sapere che
tu... insomma, se sei arrivato fin quaggiù ci speri no?” Michele divenne
piccolo come una briciola abbandonata sotto il tavolino. Era tutto ciò che
temeva sentirsi dire e l’amico di Diego lo aveva confermato. Che ci faccio qui? Dovrei andare... “Sei
innamorato di lui? Sul serio?” chiese Davide con veemenza.
“Non sono affari
che ti riguardano giusto?” Michele si ringalluzzì. Tutto sommato chi diavolo
era questo Davide per mettere il becco tra lui e Diego? E capì, se mai ci
fossero dubbi, che si era davvero innamorato... “Scusa, ti sarò sembrato
inopportuno. Ho solo voluto avvisarti di come stanno le cose. Sono stupito di
vederti qui” “Perché forse non hai capito come stanno le cose” ribatté e sotto
sotto un pensiero che era più un sogno davvero ardito: e magari non è detto che stasera tornerà con Nicola... Davide finì
per sorridergli e dopo una pacca sulla spalla gli augurò buona fortuna e si
allontanò.
Diego
trovò immediatamente Michele con il quale ingaggiò un contatto d’occhi
costante. Nicola sembrava distratto e questo permise al leader dei Medusa di
intrallazzare come voleva. Sapeva che Nicola non si sarebbe fermato per tutto
il concerto. Si svegliava troppo presto per fare le tre di notte con i ragazzi,
in particolare quando si trovavano a oltre trenta chilometri da Taranto. Questo
per Diego significava che dopo il concerto lui e la nuova fiamma sarebbero stati
insieme. Al pensiero già vibrava. Ormai era partito proprio, lo sapeva e lo
sapeva anche Davide, che, nonostante questo, continuò a sperare che Nicola non
se ne andasse.
Il
concerto iniziò alle ventitré in punto. Il rock punkettaro vibrò spumeggiante,
facendo scatenare i numerosi presenti che però non si accalcarono sul palco,
preferendo restare nei pressi del bancone. Alla fine erano tutti sudati e
felici. Alcune ragazze rimaste in reggiseno e gli uomini quasi tutti a dorso
nudo. Ovviamente non Michele che nella sua maglietta rossa, sudava. Appena
sceso dal palco Diego si lanciò su di lui per abbracciarlo e sussurrargli
all’orecchio: “Sono tutto tuo”.
Le
parole che Davide gli aveva vomitato addosso, avvisandolo dell’incostanza di
cantante, furono dimenticate tra le sue gambe in fretta. E Diego non sospettava
niente, nemmeno che il suo corpo piccolo ed elastico, ma anche morbido a
tratti, rappresentavano per Michele una droga potente. Quando il biondino gli
montò sopra lasciandosi scivolare il sesso dentro, a Michele si fermò
letteralmente il cuore. “Diego... Diego fermati, mi sento male mi sa...” riuscì
a dire ma l’altro non solo non si fermò ma continuò a spingersi contro di lui
sapiente e voluttuoso, armonico e caotico allo stesso tempo. Non fu necessario
che all’ingegnere si fermasse il cuore un’altra volta, dopo un’altra dozzina di
spinte toccò l’apice e si liberò cadendo di fianco a lui quasi svenuto.
Passato
lo stordimento orgasmico, alcuni dettagli dei consigli di Davide, tornarono a
turbare Michele. Ora Diego era sul suo petto, la guancia attaccata al suo
cuore. Respiravano entrambi a fatica. E poi la sua voce: “Michi sempre meglio,
stai diventando bravissimo!” “E in cosa sarei bravo, fai tutto tu!” Replicò e,
non ricevendo risposta, temette di aver offeso il ragazzo. “Quello che intendo
dire che se va così bene è solo per merito tuo. Non ho mai fatto l’amore così
Diè, in questa maniera cambia tutto. Tu mi strappi l’anima. È una roba che
quasi mi spaventa” Diego sollevò il visetto per scorgere gli occhi scuri sul
quale spiccava una luce che non aveva ancora ammirato. “Cosa ti spaventa
esattamente Michele: il piacere che provi o la paura di non poterlo riavere? No
perché io sono fatto così. Quando mi capita qualcosa di bello, ecco... mi
prende paura. Mi prende una fifa nera di non riuscire più a catturare ancora
quell’attimo. Sento che la vita mi sfugge dalle mani e lo so che sono ancora
giovane ma chi lo dice che non potrebbe finire tutto così! Morire da un momento
all’altro? Ecco ho paura di non riprovare più qualcosa di altrettanto grandioso
o di più. Forse per questo, faccio per dire ecco, in molti mi considerano un
po’ troia. Ma ti giuro che non c’è niente di male per me. E lo so che per
Nicola ci sarebbe male! Ma io sono felice adesso e ti giuro non lo avevo mai
tradito con altri. Ho avuto tanti ragazzi ma ad ognuno sono stato fedele”. Michele
lo rincuorò: “Lo so, me lo hai detto. Andrà tutto bene dai... in qualche modo
faremo”. Michele non poté evitare di stranirsi. Diego continuava a giustificarsi
per il tradimento ai danni di Nicola, e allora lui che faceva a Marina? Decise
che non voleva offuscare quegli ultimi minuti tra le braccia di Diego anche se
la mattina incombeva ormai. “Cucciolo sono le cinque passate, meglio che vada.
Questa mattina ho una riunione e devo preparare alcuni documenti...” non andò
oltre. Aveva mentito anche sul lavoro che faceva! Ma in quel caso era del tutto
sincero. Un’ennesima assemblea lo attendeva con alcuni consiglieri regionali
per le delibere. Ormai i lavori alla valle erano iniziati. Non c’erano le ruspe
ma le carte bollate tutte pronte. “Aspetta Michi” prima che si alzasse, Diego
lo bloccò stringendogli la vita: “Ti amo Michele. Se anche non resti stanotte
dimmi che domani, cioè stasera, resterai”. “E Nicola?”.“Lo lascio... scusa, lo
so che sembro affrettato e tu ora non mi crederai e sono anche tanto stanco
però lo lascio, ho deciso. Voglio stare solo con te. Non importa se mi
picchierà o s’incazzerà. Qualsiasi sia la sua reazione io voglio stare solo con
te. Non è facile perché a me di solito lasciano tutti e non so bene come si fa
a rompere ma sono capacissimo a farmi lasciare. Solo che Nico... beh lui non si
merita quello che sto facendo. Sarò sincero” Michele sentì il cuore aprirsi di
gioia e di paura allo stesso tempo. Certo, era felice di avere Diego tutto per
sé, e lui? Come la metteva con l’altra sua vita? Non poteva chiedere all’amato
di rinunciare a tutto mentre lui continuava a giocare con il piede in due
scarpe. “Ti amo anch’io piccoletto, ti stra-amo, ti adoro... però io... scusa,
pensaci almeno qualche altra settimana. Io non mi sento all’altezza, cioè... e
se dopo ti penti?”Diego, nonostante l’ora e i capelli spettinati, scoppiò a
ridere: “Mi pento? Ma sei scemo o cosa? Ma no che non mi pento! Ti amo e voglio
stare solo con te. Non credo di essere mai stato sicuro di qualcosa come di
questo. Dell’amore che provo per te, ricciolone mio, e del fatto che voglio
stare solo con te. Un’altra giornata da bigamo e mi sparo! No, no. Tu vai alla
tua riunione e mi dispiace che non potrai dormire ma recupererai no?”. “Tu che
farai dopo che ti sarai svegliato?” Ora Michele si stava rinfilando i
pantaloni. Nell’aria ancora l’odore piccante di sesso. “Ora provo a dormire e
poi si vedrà. Raggiungerò i ragazzi al mare. Magari se verso le sette riesci a
liberarti mi trovi ancora in spiaggia” “La solita?” “Sì” rispose in uno
sbadiglio. Michele si piegò per un ultimo bacino sulle labbra e il cuore si
gonfiò di una felicità che ai suoi occhi apparve sproporzionata e inaudita.
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Ma Davide i fatti suoi no? sta facendo davvero un gioco molto sporco e non credo che Diego la prenderebbe molto bene se sapesse che ha cercato di allontanare Michele. Il nostro ingegnere però è così assuefatto dal nostro piccoletto da non lasciarsi persuadere da nessuno. Diego e Michele stanno viaggiando a 300 all'ora e a quella velocità si può restare feriti, soprattutto se si incontra qualche ostacolo e sulla loro strada ce ne sono parecchi
RispondiEliminaCucciolo Diego così innamorato, tanto da rischiare di prendersi un treno di botte dal suo ormai ex pur di stare col suo Michele. Non sa ancora che rischia di sbattere in qualcosa che puó far soffrire anche di più di due pur dolorose sberle. Lui al dolore fisico è assuefatto, anzi ne ha bisogno per sentirsi amato, ma non ha mai provato il tradimento, quello intellettuale. Michele si dia una mossa e decida da che parte stare, con tutti i rischi connessi. Per amore si fa. Per amore di Diego lo deve fare.
RispondiEliminavedrete che poi il karma deciderà tutto per tutti... :)
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