domenica 29 dicembre 2013
La valle delle meduse, capitolo 9
Titolo: La valle delle meduse
Autore: Giusi-poo
Pairing: lo scoprirete
leggendo
Genere: AU/Commedia/Romantico/Erotico/Introspettivo
Rating: PG, slash, NC 13
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I nomi
di luoghi possono essere veri ma usati solo per ispirazione artistica
Diego
dormì fino a che i morsi della fame non lo svegliarono. Era già l’una del
giorno. Si cucinò delle uova alle quali aggiunse il pomodoro fresco e ci
sorseggiò su un bicchiere di birra, tanto per cominciare bene la giornata. Dopo
una rapida doccia, s’infilò costume e la canottiera nera. Scese le scalette che
conducevano in spiaggia direttamente da casa sua. Essendo quella l’ora della
siesta pugliese c’era pochissima gente in giro. Ma i suoi amici c’erano già
tutti. L’espressioni però di quando non si è dormito molto. “Ecco Diegone” annunciò
Fabio. Gabriele si alzò per abbracciarlo e congratularsi con lui.
“Che
ti complimenti che non c’eri!” Sorridendo, Diego finse risentimento.
“Mi
ha raccontato qui il tuo idolo principale” indicò Davide, nascosto dietro una
montagnola di lattine di birra che sarebbero state consumate entro la fine del
giorno.
“Lui
sì che è un fan fedele!” Diego gli andò a sedere vicino. Stesa la salvietta,
gli scompigliò i capelli e gli baciò la fronte senza pensarci troppo. Un gesto
affettuoso per lui non meritava nessuna riflessione. Ma nel caso di Davide
sarebbe dovuto stare attento. Rimase lì a rimirarselo baciato dal sole. I
capelli fermi dietro le orecchie. Aveva fatto il bagno da poco. Alcune
goccioline ancora lottavano per non sparire del tutto dalle gambe e dal torace.
Sembrava una bellissima torta dietro la vetrina di una pasticceria, di quelle
inarrivabili e infatti così era. Diego si ricordò di quando era cotto di lui,
amandolo fino al rifiuto. Inevitabile conclusione. Non era stato troppo male
per quel rifiuto perché erano restati amici e perché aveva avuto modo di
consolarsi con decine di altri. Davide si avvide improvvisamente dello sguardo.
Sapeva che Diego non aveva mai smesso di sentirsi attratto da lui. Oh, non che
fosse una sorpresa, non era mai stato capace a nascondere ciò che provava. I
suoi sentimenti li racchiudeva un involucro trasparente. Dietro quegli occhi
languidi si muovevano mondi alla mercé del mondo stesso. Amare incondizionatamente, è
un mio limite, pensò Diego in quell’istante. Poi tornò a chinarsi su di
lui. Non ci riusciva proprio a non coccolarlo e come ispirato da Gabriele e
Antonello che si baciavano languidamente sotto l’ombrellone con le gambe
baciate dal sole, Diego si accucciò al petto di Davide. Appoggiò la guancia all’altezza
del suo cuore. “Sto lasciando Nicola... cioè lascio Nicola”. “Ah” si limitò a
rispondere lui annusando i capelli dell’amato. Sapevano ancora di shampoo ma,
con grande impegno, riuscì a percepire pure il suo odore naturale che lo
stordiva sempre. Diego sudava molto. Il suo aroma naturale aveva un che di
selvaggio, come di terreno incolto dopo la rugiada mattutina. Questi tornò a
parlare con gran cautela. “Mi serve coraggio. Lo so che Nico non la prenderà
bene, anzi sicuramente mi prenderà a botte, per questo vorrei che voi foste con
me. Quando arriverà stasera stammi vicino Davi” si strinse ancora più forte a lui.
“Dai cucciolo, sta tranquillo. Ci sarà Andrea, Fabio, noi, tutti! In otto
contro uno non può farti niente. Di stasera non mi preoccuperei ma delle volte
che starai da solo, con Michele anche...” strani movimenti interiori lo sconvolgevano.
Doveva fare l’amico fino in fondo? Allora avrebbe dovuto proteggere Diego e
consigliargli di lasciar stare. Di restare con Nicola. Ma aveva così tanto
desiderato che rompesse con l’energumeno barese che ora pensava solo a quello.
Anche se rompeva per un altro... era pur sempre meglio di avere due rivali. “Però
stai attento...” ripeté affettuoso. Tutto quell’interesse commosse a dismisura
Diego che iniziò a sbaciucchiargli la guancia. Memore di quanto accaduto due
settimane prima, si staccò presto. “Ragazzi, facciamo il bagno così mi sveglio?
Eh, pomicioni laggiù... si va?” “Si va” rispose Davide. “Tanto sono appena
uscito, lasciali stare a quei due. Le loro lingue non riescono a stare lontane
più di tanto” lo prese per mano e Diego vi si aggrappò. Superarono le poche persone
che prendevano ancora il sole, nonostante fosse all’acme, e si tuffarono come
giovani delfini o come cani da riporto.
Fu
un bellissimo bagno, nonostante tutto. Nonostante i dubbi di Diego, le sue
paure. Avrebbe affrontato Nicola, ce l’avrebbe fatta. Giurava a se stesso
schizzandosi con l’amico caro, ridendo per qualsiasi cosa. Davide ebbe la
disavventura di toccare una medusa e questo creò l’ilarità di Diego e di tutta
la banda. “Bisogna pisciarci sopra” fece sapere anche agli altri. Nel frattempo
la comitiva era aumentata, ora c’erano anche delle amiche. Cristina, tarantina
purosangue che studiava al politecnico ma lavorava anche nell’attività di
famiglia, fu colta da una ridarella incontrollabile. Aveva una cotta paurosa
per Davide, e vederlo così, grande e grosso com’era, tutto abbacchiato per il
dolore del veleno di medusa, e la coincidenza che ci fosse proprio il leader
dei Medusa ad occuparsi di lui, formava un cocktail irresistibilmente
divertente per lei. Davide, che invece la trovava sciocca e inopportuna, le
lanciò un paio di occhiate gelanti. Arrivò un signore con dell’ammoniaca e
tutto si risolse per il meglio. Aspettando che il sole tramontasse i ragazzi
mangiarono panini, pizza farcita e si fecero due canne. Solo verso le otto,
dopo aver anche cenato e trasformata la montagnola di lattine di birra in una
catasta, alcuni decisero di lasciare la spiaggia. Il sole in lontananza era una
palla infuocata, un uovo sbrodolante tuorlo. Tra poco Nicola avrebbe raggiunto
la compagnia. Per trovare coraggio Diego telefonò a Michele. Sapeva che all’ora
di cena lui era sempre a casa. Parlarono giusto cinque minuti perché si era
creata una piccola fila fuori dalla cabina e tra loro c’era pure Nicola, che
attendava il suo ragazzo. Nervoso e arrossato dal troppo sole, finalmente Diego
tornò dai suoi amici. Nicola lo guardò con tenerezza. “Vieni qui, dammi un
bacio” lo prese tra le braccia e Diego si allungò per baciarlo per bene. Si
staccarono con il fiato corto. “I tuoi amici, gli altri tornano in spiaggia dopo,
noi?” “Hai cenato?” chiese Diego cercando un piglio normale. Anche se erano
anche i suoi di amici, Nicola preferiva definire quella banda di dissociati
accozzata male, gli altri. Gli amici del
suo ragazzo sociopatico. Nicola rispose alla domanda di no e quello fu un buon
argomento per non restare solo con lui. “Abbiamo degli avanzi. Ci facciamo una
doccia e torniamo in spiaggia per mangiare la puccia e fare un bel falò. Bagno
di notte. Che c’è?” Diego si era accorto di Nicola che lo guardava con tanta dolcezza.
“Niente, è che mi sei mancato piccoletto e l’unica cosa di cui ho bisogno
stasera è di mettertelo ovunque, e tu mi proponi questa roba di falò e bagno di
mezzanotte” sbuffò dietro un sorrisetto furbo. Lo stesso che mesi prima aveva
fatto innamorare il cantante. Diego premé sui suoi punti deboli, anche se la
prospettiva del sesso grandioso era un suo punto debole... probabilmente farlo
con Nicola gli sarebbe mancato. Ma Michele... “Ti prego dai... non facciamo gli
stronzi! Sempre a chiudersi in quel letto a scopare come scimmie”. “Va bene,
scimmia. Vorrà dire che per farti il culetto rosso si rifarà le ore piccole e che
domani mattina sarò di nuovo uno straccio da buttare” Diego gli baciò la
guancia e poi, abbracciarti, s’incamminarono verso gli amici restati.
Qualcuno
tornò a casa a lavarsi via sabbia e salsedine, altri si occuparono di
rifocillare le sporte di erba e birra. Diego e Nicola furono tra quelli che
rimasero in spiaggia, a pochi passi da loro Davide, in attesa di intervenire.
Anche gli altri amici erano allertati ma, logicamente, si fingevano
indifferenti.
Dopo
lunghi respiri, Diego riuscì a dire tutto d’un fiato: “Nico.... Nico... è che
ti devo parlare... cioè sai che è stato tanto bello tra noi, cioè è bello. È
stato bello finché ecco... non ho conosciuto, insomma ho voglia di chiarire
prima che mi ritrovi in una situazione spiacevole che tu non meriti caro...
Nico.... io...” si bloccò. Nicola si voltò fulminandolo. “Cazzo dici?” “Amo un
altro” sparò. Letteralmente. Nemmeno il tempo di comprendere, Nicola si avventò
su di lui, le mani attorcigliarono il collo. La premura di Fabio, Davide e
Gabriele scongiurò il soffocamento. I cari amici lo salvarono, strappandoglielo
letteralmente dalle mani, come un fantoccio di pezza dalle fauci di un cane
giocherellone. Claudicante, Diego tornò a respirare normalmente, ma lo spavento
era stato tanto e il suo pallore lo confermava. Si toccò il collo
tossicchiando. Lo sapeva che non l’avrebbe presa bene. Nicola iniziò a
sciorinare una serie di insulti ai danni del fedifrago. Un lungo sfogo ai quali
assisterono anche estranei, accorsi per sincerarsi di quanto stesse accadendo. Poi
tutto si placò. Nicola si allontanò e tutti tornarono sereni. Non Diego, il
quale restò raggomitolato a guardare la luna sul mare con le lacrime agli occhi
e un tremendo senso di angoscia nel cuore. Antonello e Gabriele lo consolarono
con coccole e parole. Davide no, lui restò da una parte ad attendere che
l’amico si fosse calmato. Fu Cristina alla fine che riuscì a trascinare Diego
fuori dal momento di crisi. Propose a Gabriele di prendere la chitarra e
accompagnare una canzone da cantare tutti insieme. Così il dolore si sarebbe
placato, disse. Sembrava davvero convinta che tutto ciò sarebbe stato
terapeutico. Solo verso l’una e mezza Diego si rese conto di quanto era stato
sciocco a non aver subito chiamato Michele. Era lui il vero motivo della
rottura con Nicola e lui non lo avvisava? Eppure gli ci era voluta una dose di
coraggio non da poco. Accompagnato dai suoi amici a casa per il timore che Nicola
fosse là sotto, o peggio là dentro, essendo capacissimo ad infilarsi nell’abitazione
del suo ex senza chiave, Diego si gettò sul letto esausto, mentre gli amici
continuavano a confabulare in cucina. Alla fine Fabio, Gabriele, Antonello,
Davide e Cristina, decisero che uno tra loro si sarebbe dovuto fermare con lui
quella notte. Non si sa mai.
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Bravo Diego. ha mostrato una grande maturità e decisione a lasciare Nico nonostante i timori. Temo però che questi non si rassegnerà. L'importante è che ora Diego può finalmente stare con il suo Michele senza preoccupazioni. Scintille però tra Diego e Davide. Devo ammettere di tifare un pò per Davide, è tanto innamorato povero cucciolo ed amnche a Diego non sembra essere passata del tutto visto come si comporta con lui. Mmm prevedo colpi di scena. Brava continua presto
RispondiEliminaTutto il mondo gira attorno a Diego, o almeno il suo mondo, e lui si lascia trasportare.
RispondiEliminaNon approvo la violenza, ma riesco a giustificare Nicola: no, non mi va che abbia cercato di strangolarlo, neanche avrei voluto che gli tirasse due sberle, però è lui il perdente senza colpe.
Davide ha perso solo quello che ha voluto perdere, e trovo un po’ meschino che ora cerchi di intralciare chiunque voglia mettersi con Diego, per poi, magari, ma è un sospetto tutto mio, avere ancora dei problemi a mettersi con lui. Lui che molla il suo compagno e poi nemmeno telefona a Michele per dirgli sono qui, sono tutto tuo, corri! E però le coccole di Davide le accetta, anzi le contraccambia. Non sappiamo che casini ha avuto nella vita Diego, certo non dev’essere stata un’esistenza tranquilla, e lui è bravissimo a complicarsela di più. Ma sarà solo una grande fame d’amore la sua. Un po’ di relax ce lo regalano la coppia Gabri/Antonello: grazie ragazzi, ci fate respirare un po’, continuate così ;)