mercoledì 19 giugno 2013
Ora come allora Capitolo tre
Titolo: Ora come allora (Una vacanza
indimenticabile)
Autori: Giusipoo/Annina
Pairing: lo
scoprirete leggendo
Genere: AU/Commedia/Romantico/Erotico/Introspettivo/Flashback/A
più voci
Rating: PG, slash, NC 13
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. Abbiamo attinto
a quella e alle immagini di sei personaggi interessantissimi.
due ragazzi cercavano
un passaggio per il sud
Capitolo 3
Fabio
Tu mi regalasti
un sorriso meraviglioso Davide, e lì anch’io capii che non c’era più amore tra
noi, ma tanta complicità, e capii che non ti avrei mai perso comunque. La
nostra amicizia trascendeva tutto il resto. Semplicemente non eravamo fatti
l’uno per altro, volevamo cose diverse, vite diverse forse. Curiosamente mi
sentii sollevato. Diedi un’occhiata a Gabri, lo chiamavo già così tra me e me.
Dormiva appoggiato alla mia spalla, una mano sulla mia gamba. Nonostante fosse
mezzogiorno e il caldo si facesse sentire pesantemente nel pulmino che non
aveva nemmeno l’aria condizionata, il calore del corpo di Gabri su di me, mi
trasmetteva una sensazione di dolcezza mista a sensualità che è difficile
descrivere, soprattutto se si è di poche parole come me. Ancora un’oretta e ci
saremmo fermati a mangiare qualcosa. Non vedevo l’ora di cominciare a conoscere
un po’ meglio quel ragnetto! Fu così che si definì lui più tardi, è così che lo
chiamo ancora.
Gabriele
Non dormivo
mica, stavo lì a godermi quella sensazione fantastica che ti dà il contatto con
una persona, con la persona con cui non ti dispiacerebbe iniziare qualcosa… Io
non avevo la minima esperienza allora, diciotto anni e vergine! Oh, non ho
difficoltà ad ammetterlo, capirai. Quando mi guardavo allo specchio vedevo una
specie di folletto, piccolo e magro. E gay. Almeno fossi stato bellissimo,
qualche opportunità l’avrei avuta, così era più difficile, ma speravo sempre,
ero ottimista io. Quando Fabio mi aveva sorriso, mi ero sentito trasportare su
una nuvola. Non ridere Nicola, che alla fine non sei cinico nemmeno tu. Oh,
avevo diciotto anni, ero un ragazzino. Vedere che Fabio non solo mi dava retta,
ma parlava con me di sé, della sua vita, mi fece sentire importante. Al secondo
sorriso ero già perdutamente innamorato di lui. E per tutta l’ora successiva,
appoggiato a lui, pensai a come sarebbe stato bello potersi addormentare
davvero così tutte le sere, e risvegliarsi ogni mattina fra le sue braccia, su
quel petto, con quel calore addosso. Avevo una bella sensazione allo stomaco:
anche più giù dello stomaco. Non fu l’ora più bella della mia vita, ne ebbi
tante di ore fantastiche dopo, ma certo fu un’ora piena di amore e di speranza.
Michele
Quell’ora di
viaggio che fu tanto piacevole per Gabriele, per me fu un vero tormento.
Percepivo che anche Fabio e Davide erano preoccupati per il loro amico, e mai
mi ero sentito più a disagio. Nicola ed io eravamo ospiti a bordo, e lui si
stava comportando in un modo vergognoso, e nemmeno se ne rendeva conto.
Continuava ad assediare Diego, gli stava letteralmente tessendo attorno la sua
tela. E Diego? Lui mi faceva una tenerezza immensa. Eh sì, è chiaro che mi
stava già intrigando il ragazzo, ma non ci pensavo, io non ero gay; nemmeno uno
sciupa femmine come mio cugino, ma avevo avuto le mie storie e avevo una
ragazza che mi aspettava in Puglia. Cioè non lo sapevo se mi aspettava ancora,
presumevo di sì.
Avevo scambiato
il sentimento che stava nascendo per Diego per semplice solidarietà. Io mi
arrabbiavo sempre molto quando qualcuno si approfittava della timidezza e della
bontà del prossimo, ed era quello che stava facendo Nicola. Avrei voluto
scaraventarlo dal finestrino. Dall’occhiata che gli lanciò Davide, capii che
aveva il mio stesso desiderio.
Io andavo oltre,
avrei voluto sedermi accanto a Diego e tranquillizzarlo: nessuno gli avrebbe
dato più fastidio, ora c’ero io.
Diego
Che amore che
sei! Scusateci per qualche minuto dai, appoggio la telecamera che mi fa anche
male il braccio, mi riposo un po’, solo un minuto dai! Lasciatemi coccolare un
po’ il mio splendido uomo. Voi andate pure avanti nel racconto. E tu Michi,
stringimi.
Michele
Non chiedo di
meglio. Ha ragione Diego, solo qualche minuto, voi andate avanti che noi torniamo
subito. Vieni scricciolo, qui da me.
Nicola
Buuuu i soliti
sdolcinati questi due! Vai, vi perdono perché oltre che perdonarmi
quell’insolenza vent’anni fa sono sei mesi che mi ospitate a casa vostra. Però
almeno ora ho un lavoro, a Bari giravo i pollici. Che da ragazzo va anche bene
qualche periodo di magra, la disoccupazione. Ma con la crisi che c’è adesso,
quando devi passare gli alimenti a una ex moglie che non lavora e a tuo figlio
di otto anni... ecco, se non pago rischio che quella stronza non me lo fa più
vedere. In ogni caso, e ora non lo dico per giustificarmi, ecco non ero proprio
sicuro che Diego fosse gay... scusate ma io e Michele proveniamo alla fine da
un paese, di Torino conoscevamo solo le autostrade e io le discoteche ma mica quelle
gay! Insomma alla fine era tutto nuovo per me e anche se un po’ lo avevo capito
che a Diego piacevo, non ci trovavo niente a cazzeggiare un po’. Poi finalmente
arrivò l’ora di pranzo e lì non c’era da ridere. Io avevo si o no tre pezzi da
cento lire nel porafoglio. Per fortuna che Michele aveva attinto ai risparmi
speciali, ossia ventimila lire! Che figura...
Michele
Lasciami andare
un attimo Diè... ti amo anch’io sì! Ovvio... ti amo da vent’anni, di questo
parliamo no? Degli impiastri eravamo io e te Nicò, altroché! Partiti con
ventimila lire in due, da morir di fame, ma noi eravamo convinti di tornare a
casa, invece fummo rapiti! E la causa fu Davide, chissà perché poi...
Davide
Ammetto che fui
un po’ sadico ma arrivati al distributore sentirvi dire che avevate in tutto
ventimila lire e dovevano bastarvi anche per le provvigioni, mi fece uscire
fuori di testa! Alla fine io mi ero fidato del vostro annuncio: voi
promettevate di pagare una parte di rifornimento e lo sa Dio quanto bisogno ha
un gruppo senza una lira che deve già pagare l’affitto del furgone, di qualche
euro, cioè mi correggo: lira. Sì, insomma, decisi che vi avrei messo alle
strette: se non avete soldi, il viaggio lo avreste pagato in natura, con il
lavoro! Vi avrei costretto a farci da backliner per il concerto. In realtà non
è che ne avessimo bisogno, non potevamo permettercelo di sicuro. Ma voi eravate
là, quattro braccia rubate all’autostrada. E sì, ha ragione Diego qui: quattro
braccia anche molto sexy.... Appena scesi, presi Diego da una parte e gli dissi
la mia idea. Ricordo ancora come sgranò gli occhi incredulo. Ancora però non
avevo capito se puntasse al cugino fighettino o a quello figlio dei fiori.
Ovviamente sia io sia Fabio, avremmo preferito Michele per lui, ma siccome tanto
sembrava etero anche lui, pur non parlando di gnocca, speravo che a Diego
passassero le scalmane ormonali. Volevo farlo tornare in sé. Anche per questo
lo presi da una parte quel giorno all’autogrill. Continua tu Diegone.
Diego
Ahahah, le
scalmane ormonali, ma sentilo! Vai, io avevo diciannove anni e mezzo, ero
giovane ma mica vergine come Gabriele! (gli
fa l’occhiolino per tranquillizzarlo) insomma non aspettavo mica il rude
pugliese che mi sverginasse! Nel mio piccolo mi ero dato da fare. Seguivo anch’io
un po’ la vita notturna di Torino, fosse altro per la musica ed ero già stato a
letto con alcuni ragazzi. Pochi ma abbastanza per sapere tutto sul sesso,
quello che mi piaceva ecco. E se proprio avessi dovuto scegliere ad occhi
aperti o ad occhi chiuso, perché adoravo già il suo odore, avrei senza dubbio
optato per Michele. Nicola era bello ma Michele era proprio il mio genere! Però
era Nicola che mi toccava, mi accarezzava tutto, mi faceva sentire il cazzo
strusciandosi alla mia coscia! Mi faceva i complimenti pure. Beh, se avevo la
mia chance con lui me la sarei giocata. È vero, avevo il testosterone a palla,
e se avessi dato retta agli ormoni, probabilmente avremmo iniziato a scopare
davanti a tutti. Ma Nicola era convinto di essere etero no? Io non avevo capito
niente, lo ammetto! Ormai ragionavo con il culo. Pazienza. Ho cambiato tema ma
torniamo a Davide sì: all’autogrill mi prese da una parte e mi spiegò che si
sentiva fregato e che ora noi avremmo fregato loro: non li avremmo lasciati a
Salerno a cercarsi un altro passaggio ma sarebbero venuti giù a Villa San
Giovanni, traghetto e via, la Sicilia. Costretti a lavorare per noi per
ripagarsi il viaggio e quando avrebbero raggranellato dei soldi, avrebbero
potuto permettersi il loro viaggio in Puglia. Io, incredulo, stupito ma anche
felice di non perderli, lo guardai atterrito: “E come conti di fare?” gli
chiesi ingenuamente. “Vedrai” mi rispose con l’espressione diabolica.
Davide
Diego ora
esagera un po’, fai il teatrale. Dai, non ero tanto diabolico, ma la verità, sì
bisogna dirla, è che anche se a Nicola lo avrei lasciati sul ciglio della
strada, i pugliesi mi divertivano. Notavo che avevano creato un certo
scompiglio nel nostro gruppo, e siccome io e Diego siamo solo amici, insomma di
fare una vacanza a reggere il moccolo a Fabio e Gabriele non mi sembrava il
massimo. Con quei due se ne potevano vedere delle belle. Basta Nicola, non
lanciarmi ancora un altro sguardo di questi. Va bene, mi piacevi! Ma che
speranza avevo? Tu facevi lo stupido con Diego, io avevo fatto lo stronzo con
te. Era puro masochismo andarsi a prendere una cotta, avere una minima speranza
con uno così! Eri etero, eri borioso, ottuso, pieno di te. Perché avrebbe
dovuto piacermi un tipo così se non per una mega scopata? Ma io non ero come
Diego, almeno non pensavo. Cioè non mi bastava pensare agli orgasmi che avrei
ottenuto. In un uomo cerco prima di tutto uno scambio emozionale, culturale,
animale anche. Insomma ero stato fidanzato con Fabio abbastanza per sapere che
avevo bisogno di un uomo vero, non di un gagà.
Diego
Io mi baso sugli
orgasmi? Ahahahah dai finiscila, mi fai sembrare una troia assatanata! È vero
che io mi divertivo rispetto a Davide e Gabriele, mi davo da fare e non mi
dispiacevano nemmeno quelli come Nicola, insomma ragazzi a noi culturalmente
inferiori, pezzi di carne per intenderci.
Nicola
Ma questo pezzo
di carne ti piaceva eccome. Dopo pranzo, ormai erano passate quasi le quattro,
ti attaccasti a me come una cozza tarantina. Devo dire che a quel punto cominciai
io ad essere in difficoltà. E l’unico motivo per cui ero ancora tutto sommato
tranquillo è che i cartelli autostradali indicavano che mancava poco alla
Salerno – Reggio Calabria, ossia quando le nostre strade si sarebbero divise.
Ma non fu così. Fu Michele ad accorgersi che Davide, che guidava al posto di
Fabio, aveva tirato dritto.
Davide
Aspetta Nicola,
prima di raccontare il fatale momento dove i pugliesi si accorsero di essere
stati rapiti dalla setta di musicisti gay, bisogna spiegare quanto ormai le
cose tra Gabriele e Fabio andassero in discesa. Complice anche il vinello che i
due si erano sparati, ormai non si limitavano più a parlare, flirtare,
conoscersi. Restai un attimo basito quando, dopo un sorpasso, guardai nello
specchietto retrovisore interno e vidi che avevano le bocche incollate! E
ammetto che mi risentii. Ma non fu gelosia, no. Mi stava bene che fosse finita
tra noi, ma non capivo come dopo appena otto ore, Fabio si mettesse a pomiciare
con uno appena conosciuto, e non preoccupandosi nemmeno degli altri spettatori.
Tra cui io.
Gabriele
Io non sapevo
che Davide era l’ex di Fabio! Sennò mi sarei regolato, scherzate? Ma quando
Fabio si mise accanto a me, di dietro, alla nostra destra estrema Michele, che
continuava ad osservare Diego ormai salito in braccio a Nicola, accanto a
Davide che guidava... (vi rendete conto??), insomma non ci limitammo più a
parlare. Lo avevamo fatto per tutto il viaggio fino alla seconda sosta per
pranzo e io ormai ero solo pieno degli occhi intensamente scuri, delle sue
braccia forti attorno alla mia vita sottile, del suo odore. Lo baciai io, presi
io l’iniziativa, incredibile vero? Ma capitemi: quando mai prima di allora
avevo bevuto vino? Tutti avrebbero pensato che sarei andato in coma etilico facendomelo
assaggiare. Invece non andai in coma ma mi ritrovai a baciare un uomo
conosciuto solo poco prima. Pur titubante Fabio rispose al mio bacio e da quel
momento, limonammo fino, appunto, al momento clou, quando Davide decise di
tirare dritto sulla Salerno - Reggio Calabria.
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Mado. Mi piace troppo la piega che sta prendendo questa storia e mi piacciono da matti loro. Devo ammettere che Nicola e Diego mi eccitano nn poco, però anche Davide e Nicola ce li vedo belli carichi. Non vedo l'ora che si accorgano di essere fatti l'uno per l'altro e che Michele si decida a fare la prima mossa con Diego. <3
RispondiEliminaSarai presto accontentata!
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