mercoledì 5 giugno 2013
Ora come allora (Una vacanza indimenticabile) Capitolo 1
Titolo: Ora come all’ora (Una vacanza
indimenticabile)
Autori: Giusipoo/Annina
Pairing: lo
scoprirete leggendo
Genere: AU/Commedia/Romantico/Erotico/Introspettivo/Flashback/A
più voci
Rating: PG, slash,
Disclaimer: come sempre è tutto frutti di fantasia. Abbiamo attinto
a quella e alle immagini di sei personaggi interessantissimi.
due ragazzi cercavano un
passaggio per il sud
Michele
Magico, non so
altro come definire quello che accadde vent’anni fa. All’epoca, senza
rendercene conto, eravamo poco più che ragazzi, ma ci sentivamo uomini, forse
perché era un’epoca diversa, ancora non c’era internet e a venti-venticinque
anni, eri libero di uscire di casa, di farti le ossa. O quanto meno ci provavi.
Era il millenovecentonovantatre e io avevo da poco compiuto venticinque anni.
Con mi cugino Nicola eravamo stati assunti per una società che si occupava
della manutenzione stradale e, quell’estate, lavoravamo all’ampliamento
dell’autostrada Torino – Milano. Cosa per cui fummo costretti a non fermarci
mai nemmeno ad Agosto! Sognavamo di tornare nella nostra bella regione, la
Puglia, dalla quale eravamo partiti sei mesi prima. A Torino ci trovavamo
abbastanza bene, non fosse altro che mio cugino, e non si arrabbierà se glielo
ricordo anche ora che di anni ne ha quasi quaranta, è sempre stato un fighetto
con poca voglia di lavorare e tanto di fare per l’appunto il fighetto in giro.
Per cui capitava spesso che dovevo svegliarlo a secchiate d’acqua, nel vero
senso della parola. Come detto sopra lavorammo quell’estate ma a Settembre, i
lavori furono bloccati per uno scandalo di tangenti e così riuscimmo ad
ottenere le nostre agognate ferie, anche se forzate e, probabilmente non
retribuite. All’epoca però non avevamo una macchina e, che voi ci crediate o
no, non avevamo nemmeno i soldi per il treno! Così iniziammo a chiedere in giro
per un passaggio ma ormai quasi tutti i nostri corregionali avevano finito le
loro ferie ed erano tornati in fabbrica. Ma Nicola, che era uno abbastanza
sveglio dalle nove della sera in poi, ebbe un’idea che si rivelò fatale:
apporre un cartellino nella bacheca della sua discoteca preferita; un biglietto
dove si specificava che due ragazzi
cercavano un passaggio per il sud, proprio così si espresse. E che saremmo
stati disposti a pagare una piccola parte di rifornimento, in un’epoca che la
benzina costava molto di meno di ora, voglio ricordare.
Nicola
È vero. Fu mia
quell’idea fantastica e Michele non lo ammetterà mai ma fu merito mio se ora
siamo qui e festeggiamo il ventennio! Ma non posso anticipare dunque andiamo
avanti per gradi. All’epoca avevo solo diciannove anni e mezzo ma ero fuori di
casa già da due anni. Prima con mio fratello e poi con Michele, che aveva più
pelo sullo stomaco di mio fratello che invece aveva messo incinta la sua
ragazza e non si poteva più muovere da Molfetta. Io invece seguii Michele a
Torino e ripensandoci feci proprio bene. Il giorno lavoravamo per strada, un
mestiere massacrante! Sempre sotto il sole, la puzza dell’asfalto sciolto, dei
gas di scarico. Uno schifo, ma, alla sera, quando finalmente ci riportavano in
città, io mi facevo una bella doccia e scappavo a divertirmi in questi meravigliosi
locali notturni di Torino, tirando tardi e fregandomene alquanto se la mattina
dopo sarei stato impresentabile. Michele, che lui è il serio della famiglia, mi
ha sempre criticato per questo però io me ne fregavo, a me interessava solo
divertirmi all’epoca, ero quello che si definisce un viver e andava bene così
no? Dunque per tornare in Puglia avevamo bisogno di soldi, e a meno che non ci
inventassimo una rapina o dessimo via il poco oro che avevamo, proprio poco.
Oppure avremmo dovuto rinunciare. Così feci quello che facevamo tanti ragazzi,
misi un annuncio sulla bacheca di un locale, e tempo due giorni ci chiamarono.
Davide
Quando vidi
quell’annuncio pensai: ci guasterà un po’ di compagnia? E poi la scrittura
infantile mi colpì, capii che si trattava di un ragazzo forse poco più giovane
di me e siccome quel venticinque settembre noi saremmo dovuti andare a Porto
Empedocle per una serie di concerti, il pulmino era già affittato, pensai:
perché no? Per me e Fabio era la vacanza che non avevamo fatto l’estate, era
anche un modo per capire se la nostra storia poteva ripartire. La sua gelosia e
possessività, mal confacevano con il mio carattere solitario e libero. Spesso
Fabio mi diceva: tu sei come un gatto, ti
fai accarezzare, fai le fusa ma poi scappi dove ti pare. Per questo eravamo
in crisi e quando il mio amico Diego mi propose questa vacanza - tour in
occasione della festa di fine estate Porto, accettai subito. All’epoca studiavo
all’accademia delle belle arti e Diego era il mio migliore amico nonché
compagno di corso e componente del gruppo, gli skulls. Mi aveva spiegato che
insieme a noi sarebbe venuto anche un certo Gabriele, un ragazzo che aveva
conosciuto da pochissimo ma talentuoso, capace di suonare qualsiasi strumento;
un tipo solitario e timido, un po’ alternativo, molto particolare e ci sarebbe
stato utile, perché in tre non era proprio possibile affrontare un tour, anche
se piccolo e arrangiato. Il nostro gruppo faceva rock elettronico e
psichedelico. Tutto molto sperimentale e avanti per l’epoca. Un’epoca che
privilegiava la musica tamarra, da discoteca. Invece la musica dal vivo dei
gruppi indie non trovava molto spazio. Avevamo il pulmino, gli strumenti, Fabio
suonava il basso, io la chitarra elettrica, Diego si occupava un po’ di tutto,
compresa la batteria, questo Gabriele ci avrebbe dato una mano, in particolare
con tastiere e mixer.
Gabriele
Avevo conosciuto
Diego ad un concerto e mi aveva colpito tantissimo la sua passione per la
musica, la sua serietà soprattutto. Anch’io volevo iscrivermi alle belle arti
ma all’epoca ero ancora invischiato con l’ultimo anno di liceo. Mi arrivò
questa proposta di partire per la Sicilia e dopo averne parlato con i miei,
accettai. Tanto avrei perso solo una settimana di scuola ed essendo sempre
stato un mega secchione, il classico nerd per capirci, decisero di premiarmi,
anche perché non ero mai andato in vacanza da solo. Per loro era anche un gesto
di maturità che andava oltre la maturità che avrei ottenuto quell’anno al liceo
Artistico. Davide non lo conoscevo e Diego mi aveva solo anticipato che era un
tipo pignolo e un po’ ombroso, ma che se poi si lasciava andare era anche molto
simpatico e ironico. Io non vedevo l’ora di partire, di suonare, di scappare da
Torino, di innamorarmi, di fare sesso, di vivere.
Fabio
Io sono il “di
poche parole” del gruppo, dunque il mio diario di bordo sarà breve, anche
perché mi hanno chiesto di non “spoilerare” e non so cosa significa, perciò
potrei scrivere qualche cazzata. Quello che ricordo è che all’epoca io stavo
con Davide ed ero pazzamente innamorato di lui. E come potete darmi torto,
bello è bello anche ora che ha quasi quarantaquattro anni, ma provate ad
immaginarlo a ventiquattro, con i suoi capelli lunghi, i suoi occhi romantici,
il suo meraviglioso corpo. Certo, se l’amore che provavo per lui si fosse potuto
quantificare nella passione che avevamo a quei tempi, non sarebbe mai dovuto
finire tra noi, no? Eppure finì e quella specie di vacanza o quello che era,
anziché rinsaldare il nostro rapporto, ne decretò il naufragio. Ma non fu
perché scoprimmo di mal sopportarci, no. Fu perché ci innamorammo di altre
persone.
Ho spoilerato?
Diego
Anche io come
Gabriele ero assolutamente voglioso di partire, di scoprire posti nuovi, gente
nuova, di confrontarmi con culture, anche musicali diverse. Coinvolsi Davide
nel tour e appena gliene parlai mi disse: quando si parte? Accordammo le nostre
chitarre e amen. Non sapevo bene cosa aspettarmi però ricordo quando Fabio mi
chiamò per metterci d’accordo per l’appuntamento del giorno dopo: ore sei del
mattino davanti all’Istituto De Amicis. Mi chiese di non portarmi troppa roba
che Davide si era messo d’accordo con due autostoppisti. All’inizio restai
basito: non era da lui rispondere ad un messaggio del genere. Nessuno di noi si
fidava degli estranei, tutti abbastanza cauti prima di fare amicizia con
qualcuno. Però, sta di fatto che se non avesse risposto a quel messaggio... no,
no... Io non voglio nemmeno pensare a questa ipotesi. Non voglio pensare che se
quella volta Davide non si fosse avveduto di quel bigliettino ora non saremmo
qui a parlare di fatti accaduti vent’anni prima e che è bello, anzi doveroso
ricordare. Con quel pizzico di nostalgia che prende quando pensi a cose molto
lontane nel tempo, e ti prende una voglia matta di partire e rifare le stesse
cose fatte vent’anni prima. Ed è proprio quello che stiamo facendo. Fabio, io,
Michele, Nicola, Gabriele e Davide stiamo tornando a Porto Empedocle, oggi 25
Settembre, proprio come facemmo quel 25 Settembre di vent’anni fa. Un confronto
con il destino che ci ha fatto conoscere, diventare amici inseparabili. Che ha
incrociato le nostre vite per sempre, per tenerci legati l’uno a l’altro, più o
meno, a vita.
In partenza!
(continua...)
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Wow. Intrigante. Mi piace che dai voce a tutti i protagonisti in modo da vedere i vari punti di vista. Bella si e da come è iniziata credo che sarà davvero molto molto interessante questo viaggio.
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