domenica 27 aprile 2014
Fai da tela
Titolo: Fai da tela
Autori: Annina
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico
Rating: PG, slash, NC 13
Disclaimer: come sempre è tutto frutti di fantasia. Abbiamo attinto a quella e alle immagini di sei personaggi interessantissimi.
FAI DA TELA
“Sticazzi Michi, ma lo devi proprio fare ‘sto
video? Ne hai già fatti quattro che hanno non so quante visua su youtube, non è
necessario: il cd è decollato, i concerti andranno una meraviglia come al
solito. Basta no?”.
Con lo sguardo verso l’orizzonte, Michele scuote
la testa: “No. Sì, basterebbe certo, ne
bastava anche solo uno se è per quello. Che poi no, a me piace fare anche i
video, a volte spiegano anche meglio il testo no? Ma sì, potrei anche farne a
meno”.
Diego scoppia in una bella risata dandogli un
pugno sulla spalla: “Mi piace quando sei così deciso”.
Anche Michele ride allargando le braccia:
“Questa cosa mi sta veramente mandando in paranoia”.
Il cielo si è fatto un po’ più cupo e il vento
che soffia dal mare li spruzza di goccioline salate. Ora sono in silenzio,
seduti spalla a spalla di fronte al mare guardano le onde che si stanno facendo
sempre più alte. Lo spettacolo del mare in burrasca affascina tutti e due, che
ne distolgono gli occhi solo per un momento per farsi un sorriso. Michele
stringe forte le spalle di Diego, attirandolo ancora un po’ più vicino. Quest’ultimo
rabbrividisce e si allunga a dargli un bacino sulla barba, appoggiandosi a lui.
“Hai freddo Diè? Questo vento è gelido. E
pensare che volevamo farci qualche bella nuotata. Ma ti pare che ad aprile
debba fare questo tempo in Puglia?”
Alza le spalle Diego, e sorride: “Non ho freddo.
Insomma non troppo, poi mi piace che mi stringi così, è per quello il brivido.
Non faremo delle nuotate, faremo dell’altro, ma avevo bisogno di questi giorni,
sai che sono sempre agitato prima del tour, come se fosse il mio. Oh, va bene
Michele lo so cosa vuoi dirmi, ma non c’è storia, è il tuo tour, io ne faccio
parte, sono…”.
Sbuffando Michele lo lascia andare per mettersi
in ginocchio davanti a lui: “Lo so anch’io che è il mio tour, che storia Diè,
ma se non ci fossi tu non sarebbe la stessa cosa, né per me né per i fan, e lo
sai benissimo. Hai una bella parte di pubblico che ti adora, e io ti adoro,
anche” gli solleva il viso e lo bacia sulla bocca, dolcemente: “Quindi, è anche
il tuo tour”.
Torna a sedersi e riprende la stessa posizione
di prima mentre un bel sorriso si allarga sul viso dell’amico.
“Ma intanto siamo sempre qui: facciamo un video
per Fai da Tela o no? Mettiamo ai voti, io dico di sì”. Michele alza la mano
convinto e aspetta la reazione di Diego
che non si fa attendere: “Ma sì Michi, per me va bene, solo dobbiamo
trovare una trama. Comunque sì, voto sì anch’io”.
“Bravo Diè, sempre dare ragione al tuo Michele,
giusto?” ridono tutti e due mentre Michele gli si lancia addosso atterrandolo
nella sabbia e fermandolo col suo peso. Inutilmente Diego cerca di
disarcionarlo, Michele è troppo più grande e più forte di lui, quindi si
rassegna e si immobilizza, ipnotizzato dagli occhi luciferini dell’amico, che
si abbassa lentamente a lambirgli la bocca con un bacio leggero. I baci
diventano due, tre tanti, poi diventa un unico bacio, ma profondo e Diego
infila le mani sotto al giubbino di Michele e lo stringe sentendosi impazzire
di felicità. Quando può ancora respirare gli accarezza la barba, gli infila le
dita nei capelli, gli sfiora il viso come se non gli bastasse vederlo, ma
volesse sentirlo con tutti i sensi.
Ancora un sorriso scambiato: “Quanto ti amo
Michele, lo sai vero che ti amo? Se non avessi te, non so, sarebbe come essere
dimezzato”.
“Per me è lo stesso Diè, dai tempi di Roma e del
Mio gatto che è così per noi. Ed è anche per questo che voglio fare il video,
abbiamo fatto Vengo dalla Luna, abbiamo fatto Santostefano, è giusto che
facciamo Fai da Tela, sono le nostre canzoni, sono la nostra forza, le nostre
vibrazioni unite. Ci pensiamo; ora andiamo a casa che si è fatta sera, tu sei
congelato e io affamato”.
Si alzano cercando di togliersi la sabbia che è
rimasta attaccata ai vestiti e si incamminano parlando fitto, a volte
abbracciati, a volte gesticolanti, a volte un bacio.
Si infilano in casa di Michele chiudendo fuori
il vento e la pioggia che ha cominciato proprio ora a cadere, godendo del bel
calduccio che trovano all’interno.
“Ma tua mamma l’ha fatta la focaccia? Sì?
Grande! Anche quella ripiena? Che fame ho Michele, dai che prendo i piatti, la
birra, no? Vino bianco dici?… cos’hai lì? La zuppa di mare: io mi farò adottare
da tua mamma prima o poi”.
Mangiano e bevono vino bianco fresco continuando
a parlare del tour che sarà, dei viaggi che li aspettano, allegri e agitati, ma
un’agitazione sana, quella bella che ti dà la carica.
“Hai dato un’occhiata a quel gruppo, quello
nostro?” ride Michele imitato da Diego che nega scuotendo la testa “No, sarà
una settimana che non ci entro, ma non c’è molto di nuovo, aspettano l’album,
aspettano il concerto, le solite assatanate insomma!”.
“Sono simpatici dai, tutti quanti, anche se tra
tutti ad aver capito quel che c’è veramente tra noi saranno in tre o quattro al
massimo. Ma, e il blog? Non avevano più messo niente nemmeno in quello. Prendi
il computer dai, che diamo un occhio”.
Agilmente Diego si alza e corre a prendere il
pc, tornando velocemente a sedersi accanto a Michele mentre aspetta che il sito
si apra: “Passami ancora un pezzo di calzone dai, è troppo buono. Ecco che ci
siamo, si apre. Comunque prima erano dei racconti brevi, belli ma brevi, ora
siamo arrivati a dei romanzi interi, hai notato?”.
Michele risponde leccandosi le dita sporche del
sugo della zuppa: “Sì cazzo, ma sono belli, poi un po’ di suspance per le
puntate, va bene no? E poi non posso negare che ci hanno anche dato qualche
dritta quelle due, perché qui ormai sono rimaste in due a scrivere”.
“Certo, Giusipoo e Annina. Vuoi una mano con
quelle dita?” ride Diego avvicinandosi per leccarle a sua volta, una ad una:
“Ecco, ora sei a posto, hai le mani belle pulite”.
“Vieni qui” Michele lo prende rudemente e gli dà
un bacio sulla bocca, un bacio ruvido, forte che lo lascia senza respiro.
“Bene Diego, ora anche la tua bocca è pulita”
ridono e si bacerebbero ancora se a Diego non cadesse l’occhio sul blog:
“Guarda guarda. Parlano di Fai da tela” legge velocemente: “Parlano di un video
per Fai da tela Michi! Senti qui” Diego legge velocemente il post che parla di
un eventuale video per la canzone a dire del blog più bella e più profonda
dell’album, per quanto tutto l’album sia eccetera eccetera”.
Diego gira il computer verso Michele per far
vedere anche a lui il post e le idee sul video.
“Ma sai che non è male? Che alla fine è quello
che vuol dire anche, cioè… che ne dici Diè, proviamo ora? Non guardarmi così,
di là abbiamo anche le telecamere, abbiamo tutto quanto se ci penso. Dai! Poi è
eccitante, non trovi?”.
Il sorrisino di Diego si trasforma in un
sorrisone lussurioso: “Oh, eccitante è eccitante Michele, se devo legarti a un
tavolo e poi…”
“Dipingermi Diè, non dobbiamo scopare, mi devi
solo dipingere, se ti va”.
Lui lo guarda con gli occhi sognanti: “Io ti
farei qualsiasi cosa Michi, qualsiasi cosa”.
“Tu mi hai fatto qualsiasi cosa Diego! E come
sai fare tu qualsiasi cosa, non la sa fare nessuno. Ma dai, se hai finito di
mangiare, andiamo. Il dolce più tardi”.
Diego rassegnato ruba ancora un pezzetto di
pizza ai pomodori e segue l’amico nella stanza vicina dove Michele sta già
tirando fuori dall’armadio dei camici bianchi, calzoni: “Guarda, ho anche i
berretti alla Leonardo, fantastico! I colori e le tavolozze. Cosa serve poi?
Leggi” ordina.
“Ma niente altro, solo non abbiamo un tavolo
dove legarti, però potremmo mettere un cavalletto con una tela sopra e ti ci
appoggio legandoti le mani a braccia aperte come l’uomo di Leonardo. Anche a
gambe aperte Michi…”.
“Quelle sei tu che le dovrai allargare caro
Diego: non dimenticarti che alla fine sarò io a dipingere te”.
Lui gli si avvinghia al collo: “Ti prego
Maestro, dipingimi subito subito, non resisto più. Fallo Michi…” sussurra e
intanto lo bacia ovunque per planare infine sulla bocca, infilando subito la
lingua.
Michele non rinuncia al bacio, ma alla fine se
lo scrolla di dosso: “Lo sai che ti sculaccerei a volte? Non è escluso che lo
faccia proprio stasera. Non eccitarti troppo adesso però. Dai, vestiamoci e
vediamo come stiamo. Poi facciamo come dici tu con il cavalletto. A farlo col
tavolo siamo sempre in tempo, ce lo procuriamo, ma stasera proviamo così”.
I vestiti vanno benissimo, i calzoni bianchi
chiusi alle ginocchia dai laccetti, il camice… no, il camice no, meglio a torso
nudo, avrà anche più senso, perché la tela è nuda prima che il pittore la vesta
di significato.
“Bene Diego io faccio partire le telecamere e la
canzone, tu sai cosa fare”.
La canzone parte e Diego sta già legando le
braccia di Michele alla tela sul cavalletto; mentre lo lega lo guarda con gli
occhi pieni di quell’amore che già dal palco dei tour degli anni scorsi
traspariva per chi lo sapeva cogliere.
Mentre il ritmo della canzone si fa incalzante
Diego intinge le mani nei colori e dipinge Michele sul petto, sui calzoni, indugia
sul viso sfiorandogli le labbra con le labbra, poi ricomincia a dipingerlo,
accarezzandolo con le dita come fosse una tastiera.
Gli sguardi intensi, i movimenti di Diego,
sensuali pur seguendo il ritmo col suo solito movimento del bacino, le luci concentrate
su loro due, ma il buio attorno, tutto questo sta surriscaldando la stanza e
soprattutto loro.
Quando la canzone si avvia verso la fine, prima
dell’attacco del pezzo cantato da Diego, questi libera Michele che lo appende a
sua volta. Ora tocca a Michele sporcarsi di colori e dipingere Diego mentre
canta, lo ricopre di colori anche sui capelli, gli sottolinea gli occhi, si
china per sfiorargli la bocca come già aveva fatto Diego con lui. Lo sguardo di
Michele è talmente intenso che per un attimo Diego deve abbassare i suoi occhi,
il cuore che non regge l’emozione, che batte a ritmo con la musica.
Ma la canzone sta finendo, Michele scioglie
Diego e si fronteggiano senza sfiorarsi, le braccia lungo il corpo, occhi negli occhi, vibrazioni altissime, tensione
infinita. La musica tace ora e loro si prendono prepotentemente tra le braccia
e si baciano, un bacio senza fine, un po’ dolce e molto violento, si scambiano
saliva e tempere, colori su colori, fino a fondersi l’uno nell’altro. Quando si
lasciano, si prendono per mano e si avvicinano alla telecamera, facendo in modo
che i volti vengano inquadrati, mentre Michele comincia a parlare: “Bene,
questo magari diventerà davvero il nostro video per Fai da Tela, anzi quasi
sicuramente. Ma si fermerà dove finirà la musica. Quello che viene dopo
invece…” si sorridono e sempre davanti alla telecamera si scambiano un altro
lungo bacio, poi tornano a guardare nell’obbiettivo: “Quello che viene dopo i
nostri baci, scrivetelo voi ”.
Michele tace e Diego continua: “Scrivetelo e poi
buttatelo sul blog, regalateci un’altra bella storia d’amore”.
“E grazie per come ci dipingete, è un piacere
fare da tela per voi. Ora vi tocca: scatenate la fantasia, che noi andiamo a
scatenare la nostra. Vi aspettiamo a Torino, aspettateci anche voi, alla fine
del concerto. Ciao!” Michele sorride e con Diego mandano un bacio verso la
telecamera, salutando con la mano.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Davvero bellissima. Mi ha anche commosso alla fine. Tu e Giusipoo siete l'anima di questo blog e sono contenta che ci hai lasciato questa ultima chicca. Dolce ma anche tanto sensuale quando si dipingono a vicenda. Che meraviglia vederli così affiatati, innamorati e desiderosi di donare la loro arte ma non solo a noi e a questo blog così speciale.
RispondiEliminaSiamo tutti tele no? Allora andrà bene anche come li dipingi tu. La mia idea sul video non è stata malaccio e tu la interpreti benissimo. Sembra quasi vero.. Ora però il video lo vorrei....
RispondiElimina