Chi vuoi che sia! La strega? Siamo noi, io e Davide. Lo immaginavo che da bravo ex figlio dei fiori, mio cugino ti avrebbe impalato sulla spiaggia. Non ti piace impalato? Inculato, Diego? Ti piace inculato? Ah, state facendo l’amore. Ma và, piantala. Piuttosto, visto che anche chiacchierando, vedo che continuate a fottere così bene, non potremmo approfittare anche noi? Eh Davi? Michi? Si vero? Lo sapevo! Cominciamo così, Diè, non ti chiamo nemmeno frocetto stanotte, ma prendimelo nella tua bocca, sei sempre stato il più bravo a lavorare gli uccelli. Sorridi eh? Tieni piccolo, succhia. Bravo, oh, si che sei bravo, oh cazzo se sei bravo, ma come fai? Vai, ancora un po’, fino in fondo Diego, dio se sei troia… un po’ anche tu Davi, vieni qui, senti Diego, che è buono anche il mio Davi… bravo, oh, sei da vedere, mentre lavori così… ecco, arrivano anche gli altri due. Senti Michele, non sei stanco di stantuffare? Io potrei sostituirti… sì? Grande! Eccomi Diego, però mettiti così perfetto, a novanta: sei un dio, continua a succhiarlo a Davi, e anche a Michele, dai, tutti e due, dai, Diego. E ora eccomi… che bel culetto che hai sempre avuto, e che bel buchetto… dentro… ma anche fuori! Hai sempre queste belle chiappe un po’ toste e un po’ morbide. Dici che parlo troppo Davide?
mercoledì 22 gennaio 2014
Ora come allora, capitolo sedici
Titolo: Ora come Ora come allora (Una vacanza
indimenticabile)
Autori: Giusipoo/Annina
Pairing: lo
scoprirete leggendo
Genere: AU/Commedia/Romantico/Erotico/Introspettivo/Flashback/A
più voci
Rating: PG, slash, tassativamente NC 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutti di fantasia. Abbiamo attinto
a quella e alle immagini di sei personaggi interessantissimi.
due ragazzi cercavano
un passaggio per il sud
Fabio
Arrivasti nella stanza che Diego e Michele non erano ancora tornati. Non
avevi una bella espressione Davide caro, mi sembravi amareggiato. Gabri ti
chiese timidamente com’era andata, e tu gentilmente gli dicesti che non era
andata male, accarezzandogli i capelli. È sempre così con Gabri o con Diego,
vien voglia di coccolarli. Ti spiegammo quello che era successo con Diego, e tu
ti spaventasti così tanto che volevi infilarti subito in bagno da loro per vedere
se era vero che stava bene. Ti convincemmo a rimanere, ad aspettare che
tornassero. Non parlasti di quello che era successo di là, ma di tutt’altro da
quell’abile oratore che sei sempre stato. Quando dopo una mezz’ora ricomparvero
Diego e Michele, ti alzasti di scatto e ti precipitasti ad abbracciare il tuo
amico. Diego sorrideva, ti rincuorava, ti diceva che stava bene, che non era
successo niente alla fine, solo, disse scherzando, Fabio tentava di vendicarsi
che gli aveva presentato Gabri. Diego è fantastico quando si tratta di non
farti sentire in colpa. Mi ribadì che probabilmente non ero nemmeno stato io la
causa, il suo respiro era corto, perché l’eccitazione esagerata e l’orgasmo
stellare (sempre nello spazio lui, con il suo Star Wars!) glielo avevano
troncato, e la piccola pressione delle mie mani aveva solo un po’ accentuato il
problema. E probabilmente era davvero così, ma io mi sentivo ugualmente in
colpa. Mi si sedette in braccio e mi coprì il volto con le mani, dicendo che
avrebbe fatto scomparire tutto con la magia. Recitò una specie di formula
magica, e quanto mi tolse le mani dal viso, esibì un’espressione talmente buffa
che tutti scoppiammo a ridere. Rise anche lui dandomi un bacino sul naso, e
insistendo che dovevo dimenticare tutto. Nessuno aveva fame quella sera. Mi
presi anche Gabri tra le braccia e poi mi sbaciucchiai i miei cuccioli, felice.
Dando la buonanotte a tutti, ci ritirammo nella nostra camera. Gabri mi coccolò
tanto, finché non ci addormentammo abbracciati. Il mio piccolino...
Michele
Noi invece parlammo tanto quella sera. A parte l’incidente di Diego, che
era stata una cosa su cui ora potevamo ridere, c’era la storia di voi due,
Davide e Nico, che stava finendo. Ce n’eravamo accorti tutti, e Davide ora
soffriva. Rimasi seduto con voi per un po’, poi mi affacciai alla finestra,
guardando il cielo stellato sopra Torino. La Mole da lontano svettava, avvolta
di mistero come tutta la città, del resto. Restai lì per tanto tempo per darvi
modo di parlare. Poi mi sentii sfiorare una spalla: mi voltai e Diego era lì
che mi abbracciava e mi chiedeva di far rimanere a dormire con noi Davide, che
era triste anche se non lo voleva dire. Gli sorrisi, certo che poteva anzi, mi
faceva piacere. Diego mi baciò e mi sussurrò ti amo sulla bocca. Anch’io ti amo
ti risposi, ti amo e ti amerò per sempre. Andammo a letto, tu ti mettesti in
mezzo a noi due e accarezzasti Davide a lungo, finché non ti cadde tra le braccia.
Io feci lo stesso con te.
Fabio
Ragazzi che storia! Ah, siamo quasi arrivati però, vedi come vola il
tempo quando si chiacchiera? Siamo arrivato a Porto Empedocle e siamo arrivati
alla fine degli Skulls come gruppo, al matrimonio di Nicola. Beh sì perché il
coglione qui ebbe l’impertinenza di invitarci.
Davide
Se ne andò da Torino poche settimane dopo quella strana notte, lo
strangolamento, Ursula. No, non mi lasciava per Ursula ma per una ragazza
conosciuta qualche tempo prima al suo paese. Nemmeno Michele ne sapeva niente,
non era colpa di nessuno. Tanto ormai musicalmente gli Skulls erano già
preistoria, meteore come la trasmissione. Non pubblicavamo un singolo da
quindici mesi e l’ultimo album, il terzo in tutto, era uscito due anni prima. Il
nostro manager non ci rimediava più un lavoro e quando Nicola se ne andò da
casa mia, poco dopo se ne andarono tutti. No ragazzi, non è un’accusa! Fui io
ad esortarvi, ricordate? In quella cena nostalgica, con le valige già pronte,
una vera catasta accanto alla porta. Gabriele e Diego con gli occhi lucidi
dalla prima all’ultima portata. Mangiaste poco voi elfi mentre io, Michele e
Fabio, ci buttammo sul cibo e il vino per non pensare. Ma le villette erano
pronte e voi volevate cominciare la vostra nuova vita. All’epoca non c’era
ancora il salone di bellezza di Diego, ma il resto c’era tutto. La falegnameria
di Fabio, aperta a pieno regime. La mia sala di registrazione, la scuola di
musica di Michele aveva già fatto i volantini. Mentre Nicola aveva già spedito
le partecipazioni. Sì, lo ammetto: fu una serata tristissima. La partecipazione
sotto il telefono, voi che traslocavate. Se non fossi stato il forte che sono
tutt’ora, ritrovarmi solo quella sera... così, beh forse l’avrei fatta finita.
Ma io avevo la mia musica e quella sera scrissi una canzone. Non lo feci per
gli Skulls ma per una nuova cantante che sarebbe diventata famosa negli anni a
venire. All’epoca non potevo sapere che i diritti di quel pezzo mi sarebbero
valsi migliaia di euro, all’epoca c’era ancora la lira! In ogni modo è la prova
che anche da una serata di merda può uscire fuori qualcosa di buono. Poi sì, ve
ne siete andati, tutti. Ma siamo sempre rimasti amici. Persino Nicola, che dopo
sposato, ogni tanto si faceva vedere dalle parti di Torino.
Nicola
Al matrimonio vennero solo Michele e Diego. Michele in quanto mio cugino
e Diego in quanto suo compagno. Fu tutto strano. Lo sguardo di Diego era triste
ma, nonostante questo, felice che Michele lo presentasse a tutti come il suo
ragazzo. Una cosa qualche anno prima impensabile, anche perché quando eravamo
famosi non si poteva dire che eravamo froci! Mi sono sposato il cinque novembre
del duemila, di sabato. Giacomo è nato cinque anni dopo, credo durante un
estremo tentativo di farmi restare con lei, Beatrice... quella stronza! Io non
l’amavo, non l’avevo mai amata. E mentre io mi torcevo tra i salami a Molfetta,
voi avevate la vostra vita tranquilla, fatta di amore e di serate tutti
insieme, in cinque però, sempre in cinque. Io non smettevo di pensare a quanto
ero felice con Davide e con tutti voi. Alla fine mi decisi a lasciarla. Sì,
tentai di riconquistare Davide, ma ogni tentativo fu un fallimento. E sapete
perché fallii? Perché mi sentivo sempre inferiore a lui. Io ero quello che era
scappato, che si era sposato, che era diventato padre. Fanculo ma io ti amavo
Davide. Sapete quel è la novità ora? Che adesso non mi sento più inferiore! Lo
so che sono stato uno stronzo, che ho sbagliato ma ora siamo qui. Ecco, abbiamo
appena passato il cartello Porto Empedocle e cazzo sì, dai! Siamo stati felici
qui, è iniziato tutto qui no? E io forse ho sbagliato, no, sicuro ho sbagliato,
ho tolto alla mia storia con Davide quasi quindici anni. Per quindici anni
siamo stati amici di scopate, non innamorati. Ma se ora vi dicessi che io non
ho mai smesso di amare Davide e lui di amare me?
Diego
Sono senza parole ma penso sia vero. Sì,
Nicola, tu ami Davide e anche Davide non ha mai smesso di amarti. Non ha mai
cercato un tuo sostituto, si è dato da fare. E non solo con i maschi, dopo
Ursula ha scoperto che gli piace pure suonare la chitarrina, non soltanto il
clarinetto. Beh, non ci ha sorpreso, alla fine Davide è un tipo troppo avanti
per fermarsi ad uno strumento solo. Però, uomini e donne, in tanti sono finiti
nel suo letto, non li ha mai amati. Senti, proseguiamo subito verso Agrigento?
Perché è là che ci dovremmo fermare secondo il mio ruolino di marcia. Ho rubato
la parte a Davide, sì! Tanto in mezz’oretta ci arriviamo. Poi ci fermiamo là un
paio di giorni, anche di più se vorremo. Che bei ricordi che abbiamo ad
Agrigento. Gabri, se mi guardi così mi fai venire da ridere. Anzi ormai… No
scusate, eh Michi lo so che sto sghignazzando, guarda la faccia di Gabri! Vero
Fabio che gliel’ho rifatto bene il taglio di vent’anni fa? Divino. Eh, non ce
la faccio a smettere di ridere, lo sapete anche voi che quando ci prende così…
Gabriele
Oh, che ridere Diegone, che ridere. Ci
prendono ‘sti attacchi… ma perché noi con la testa siamo già arrivati ad
Agrigento, e abbiamo già visualizzato… lasciate stare. Aspetta, devi girare lì
avanti Nico, a sinistra. Che c’è Fabio? Ti stranisci? Ma lo sai che io e Diego
siamo così, ci prendono questi raptus: di riso e di pianto sì, siamo fatti così
noi, si piange, si ride, siamo sentimentali… Ecco Nico, siamo arrivati: proprio
lì, davanti a quello stadio. Non vi ricorda niente? Ragazzi, sì, questo è lo
stadio dove ci esibimmo venti anni fa. Beh, allora era un campo, certo. E
ora... beh, non ve lo aspettate? Secondo voi ci saremmo riportati gli strumenti
solo per riempire il porta bagagli? Ma che siete proprio scemi o ci fate! È vero Fabio, te l’ho fatta! Ve l’abbiamo fatta a tutti
quanti. Io e Diego ci siamo messi d’accordo con l’organizzazione del festival
per una reunion. Sei felice amore? Siete felici tutti quanti? Dai, scendiamo.
Michele
Eh, scendiamo
pure ma… questa poi. Ma ragazzi, siete matti! Ma come facciamo! Una reunion.
Cazzo, vent’anni dopo. Una reunion vent’anni dopo. Nemmeno Dumas… no Nico, non
è un gruppo psichedelico: ah, tu hai letto I
Tre moschettieri? Non l’avrei mai detto. No, ma torniamo a noi, ma a voi
due elfi ha dato di volta il cervello? Senza sapere niente, senza provare voi
vorreste che noi... Oh ci sono i manifesti! Fabio! Quando abbiamo fatto quella
foto? Ah già, è proprio una foto della serata di allora. Bella. Belli, eravamo
belli. No Diego, tu mi guardi con gli occhi da cucciolo, ma voi due siete folli
davvero. Cosa c’entra adesso che mi baci… mmm… però, forse ce la possiamo fare.
In fondo io ho continuato a suonare con la scuola, tu Davide non ne parliamo,
poi ti vedo che sei contento, a te è piaciuta la sorpresa! Gli elfi suonano
tutti i giorni per diletto, figurati! Per loro ci vorrebbe una giornata di
quarantotto ore, tante cose fanno! Fabio dai, che ce la puoi fare anche tu, non
ci si scorda come si suona un basso, e tu sei bravissimo, altro che Claypool.
Nicola, tu c’hai la faccia come il culo, anche se non sapessi più come si tiene
una chitarra, un modo lo troveresti.
No! Invece no!
Non è perché mi ha baciato Diego che adesso improvvisamente caldeggio… va bene,
ammetto che quando lui mi bacia, mi si annebbia la mente… Oh, dite un po’ quel
che volete, io sono contento di questa cosa. Vieni qui Diego mio, guarda questo
manifesto, vedi la foto… uguale, tu sei uguale ad allora… Chissà se ci siamo
baciati in questo punto vent’anni fa: sono sicuro di sì. Bisogna rifarlo,
bisogna rifare tutto no? Oh, che spettacolo Diè…
Fabio
Va bene, Michele
l’abbiamo perso. Ma io non sono come lui, non mi potete convincere: non ce la
farò mai. Lo so che non ci si dimentica come si suona, come con la bicicletta.
Ma sono troppi anni. E poi, col repertorio di quella sera o il nuovo, cioè
quello del dopo Vasco. No, non ce la posso fare. Scolta Gabri, è inutile che mi
guardi così, l’ho già detto che non sono Michele io, non mi convinci con una
moina. Lascia perdere Gabriele, dai. Io te lo do un bacio, ma solo perché mi va
di dartelo. Ecco, sei contento ora? Bene. Un altro, va bene. Ma, come dovrebbe
funzionare? Cioè le prove, solo domani o anche oggi? Perché magari con due
sessioni di prove… Va bene dai, ce la facciamo, ce la facciamo. Alla fine cosa
può succedere? Non siamo mica dei ragazzini in cerca di fama! Anzi, è eccitante
pensandoci bene. Gabri, pensi che anche noi come Diego e Michi ci saremo
baciati in questo punto? Perché mi ricorda qualcosa. Proviamo se mi torna in
mente bene. Che cucciolo che sei…
Davide
Bene, i giganti,
lo zoccolo duro della resistenza han ceduto agli attacchi incrociati degli
elfi!
Nicola
La compagnia
dell’anello! Sì Michi, ho letto anche quello, sì. Non sono proprio l’ignorante
che sembro. Non proprio. E qui, tra elfi e giganti… quindi Davi, noi chi
saremmo? Hobbit no di sicuro, troppo alti, Uruk-Hai nemmeno, siamo troppo
belli! Sono vanitoso dici Davide? Può essere, comunque, non sono mai bello come
te, Davi, che sei rimasto tale e quale, anzi, con qualche ruga in più e
due, giusto due capelli argentati, hai ancora più fascino di allora, quasi
un’aura di mistero intorno. Bellissimo Davi, e io sono sicuro che non ci siamo
solo baciati, qui. Magari non è il punto esatto, ma
noi qui abbiamo fatto l’amore. Come dici Davi? Scopato. Va bene. Abbiamo
scopato. Ma non giocare troppo al cinico, io non sto fingendo. Si stanno
baciando tutti, non vorremo sempre fare quelli che si distinguono dalla massa.
Dai Davi, ti prego. Grazie Davi.
Michele
Bah, qui non
filma più nessuno Diè. Allora adesso ci spiegate per benino cosa succede? Visto
che ci avete convinto a seguirvi, anche se a fatica. Non ricominciate a ridere,
dai spiegate.
Diego
Ma niente ora
andiamo a prendere possesso delle camere, che non possiamo dormire sulla
spiaggia stanotte. Domani possiamo provare quanto vogliamo, da mattina a sera,
se vi va. Poi però vorremmo anche fare un giro nella valle dei templi, quando
vi pare a voi.
Gabriele
Diego preferiva
andare di notte, dopo il concerto, no Diè? Ecco, tutto qui. E domani sera alle
nove e mezza, concertone!
Michele
Bene, mi va
tutto bene, anche la gita nella Valle. Ora però andiamo in albergo allora? Che
avrei anche un po’ famina io, non so voi. Chi guida? E dove avete prenotato? Va
bene, cominciamo a salire, guido io. Ci siamo tutti? Diego spiegami. Ah, è
vicino? Andiamo allora. Sempre dritto, va bene. Dai! Ho capito! Hai prenotato
là vero Diego? Non poteva essere altrimenti. Avete fatto bene, ho tanti bei
ricordi in quel bungalow, vero cucciolo? E già Fabio, lo so, anche voi. Nicola?
Bungalow anche per loro, o notte nel pulmino? Scherzo, siamo vecchietti ora, è
meglio metterci comodi. Eccoci qua. Guardate, non è cambiato niente. Non vedo
l’ora di essere dentro. Diego, niente ristorante, ci facciamo portare da
mangiare in camera più tardi, va bene? Andiamo, dai, che ci vediamo anche il
tramonto sul mare. Ragazzi, ci becchiamo dopo, va bene?
Diego
Che bello,
guarda che colori. Come si sta bene qui abbracciati sul dondolo. Non c’era
allora, vero? Oddio, veramente non uscimmo nemmeno dal bungalow! Due
assatanati. Non c’è neanche un po’ freddo stasera. Meglio, che dopo magari
andiamo a fare una passeggiata sulla spiaggia. Ora però vorrei fare una doccia
Michi, tu no? Dai allora, rientriamo, che non vedo l’ora di insaponarti la
schiena. Ecco che è calda. Sai che quella sera, io che non avevo mai avuto
problemi a mostrarmi nudo con nessuno, mi sentii a disagio con te? Eri così
bello, improvvisamente mi vedevo così piccolo, magro, ma come facevo a
piacerti? E invece… Vieni amore, vieni che ti insapono. Non te lo feci un
bocchino nella doccia, però, temo che dovrai aspettare di essere a letto.
Michele
Non lo sai che
le regole sono fatte per essere infrante? Dai amore, se anche non facciamo
proprio tutto uguale, uguale… Bravo il mio Diego sovversivo. Oh, amore, sempre
così in gamba in questa cosa tu. Se tu mi facessi un bocchino ogni giorno, così
tutti i giorni, io… è vero, me lo fai ogni giorno, ma non parlare adesso...
continua, ti prego, continua a muoverti… la tua bocca divina, Diego, oddio,
come fai… Basta cucciolo, andiamo, non voglio venire qui, voglio fare le cose
per bene. Vieni, eccoci qua, come allora senza nemmeno asciugarci. Però ora
sono più pratico! Fatti baciare, fatti paciugare Diego mio. E ora fammi
entrare, perché io non resisto più, vuoi? Eccomi Diè, eccoti.
Diego
Daidaidai,
Michi, entra, fammi sentire tuo, come sempre. Oh, Michi sì. Ti amo. Ti amo…
vieni con me, ti prego non mi lasciare solo, ti prego…
Michele
Potrei mangiarti
amore mio. È sempre così bello cucciolo, sempre. Vent’anni fa e oggi, uguale,
mi fai godere sempre così tanto. Sei stanco? No? Perché io vorrei fare un
tuffo, sai che mi piace nuotare di notte, e ormai è buio. Ma ci siamo solo noi
sei qui, hai notato che tutto il resto è chiuso? Beh, anche allora c’eravamo
solo noi. Vieni anche tu Diè? Io non mi metto il costume, tanto chi mi vede?
Siamo proprio sul mare praticamente. Poi è più bello no? Vieni, dammi la mano,
andiamo. Senti che vento caldo che si è alzato, sarà scirocco? Staremo ancora
meglio in acqua. Dai una nuotatina se te la senti. Sì? Andiamo. Ma gli altri?
Ancora tutti a scopare? Senti che bell’acqua calda; stammi vicino dai, so che
hai ancora paura, nonostante tutti i bagni notturni che ci siamo fatti. Dammi
un bacio: sarà il vento caldo, ma mi si è riacceso qualcosa…
Diego
Non ti si è riacceso, ti è tornato duro
diciamo. Alla tua età Michele. Praticamente sempre in tiro, il mio Rocco! Ah,
ma io intendo non in grossezza ma in durata e consistenza! Dici anche in
grossezza? Che se ti facessero il calco delle parti basse avresti le tue
chance? Eh, non importa. L’importante è che quel gingillo là che noi tutti
adoriamo il calco lo ha fatto a me.
Michele
Se è per questo il gingillo, come lo
chiami tu, ha fatto il calco anche a Davide e Gabriele. No certo, a Fabio non
piace, a Nicola sì ma non ho mai osato. E no, non oserei nemmeno adesso. Niente
tabù dici? Dammi un bacino amore mio, ora sei ancora più saporito. Ti ricordi
quando ti prese la fissa dei baffi? Come che c’entra, che erano saporiti, no?
Ci restava su tutto dopo il sesso. Sono volgare? Schifiltoso... tu?
Diego
Ah io mai! Ma
pensa piuttosto al tuo di pizzetto. Ora andiamo a riva Michi, eccoci. Ci
sediamo un po’ qui, sulla riva. Tu ti siedi, io mi accuccio! Dammi qua, che sei
già pronto per me. Tanto chi ci vede, lo hai detto anche tu che non c’è
nessuno. Mmm… Michi, sei buono, buonissimo. Ti adoro. No, stai così, fammi
sedere su di te, aspetta, mi giro fronte mare… ecco Michele, oh, se è bello
anche così…oddio, chi c’è?
Nicola
Chi vuoi che sia! La strega? Siamo noi, io e Davide. Lo immaginavo che da bravo ex figlio dei fiori, mio cugino ti avrebbe impalato sulla spiaggia. Non ti piace impalato? Inculato, Diego? Ti piace inculato? Ah, state facendo l’amore. Ma và, piantala. Piuttosto, visto che anche chiacchierando, vedo che continuate a fottere così bene, non potremmo approfittare anche noi? Eh Davi? Michi? Si vero? Lo sapevo! Cominciamo così, Diè, non ti chiamo nemmeno frocetto stanotte, ma prendimelo nella tua bocca, sei sempre stato il più bravo a lavorare gli uccelli. Sorridi eh? Tieni piccolo, succhia. Bravo, oh, si che sei bravo, oh cazzo se sei bravo, ma come fai? Vai, ancora un po’, fino in fondo Diego, dio se sei troia… un po’ anche tu Davi, vieni qui, senti Diego, che è buono anche il mio Davi… bravo, oh, sei da vedere, mentre lavori così… ecco, arrivano anche gli altri due. Senti Michele, non sei stanco di stantuffare? Io potrei sostituirti… sì? Grande! Eccomi Diego, però mettiti così perfetto, a novanta: sei un dio, continua a succhiarlo a Davi, e anche a Michele, dai, tutti e due, dai, Diego. E ora eccomi… che bel culetto che hai sempre avuto, e che bel buchetto… dentro… ma anche fuori! Hai sempre queste belle chiappe un po’ toste e un po’ morbide. Dici che parlo troppo Davide?
Fabio
Bene bene, vedo
che non avete perso tempo. Sì dai, ributtiamoci nella mischia. Ma c’era quel bel
lettone cristo! A Michele, i tuoi bagni di notte! Sì ma dopo dentro perché qui
è inizia a tirare un’aria. Gabri ti sei già spogliato? Dopo andremo a
recuperare i tuoi vestiti in giro per la spiaggia. Però ve lo concedo, questo
posto è stupendo, voi siete stupendi. Oh sì Diego che c’è anche il mio di
stantuffo da stantuffare.
Michele
Fabio parli troppo. A questo punto mi prendo Gabriele. Vieni qui
cuccioletto. Quanto tempo è che non mi ti faccio. Sì che ti sta bene questo
taglio, siediti sul mio cazzo che ti tiro la coda. Oh mio Dio se sei stretto
anche tu. Deve essere una caratteristica elifica quella che restate sempre così,
quasi intatti. Cosa dice Davide? Che è bello elastico anche lui? Ma lo so! T’ho
provato tante volte. Certo, da quindici anni non si faceva tutti insieme... e
solo qui si poteva rifare così. Andiamo in camera? Ma dopo il bagno tutti
insieme ok?
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Bellissimo questo capitolo. Così dolce e triste all'inizio quando ricordano gli ultimi attimi di felicità tra Davide e Nicola. A come lui si è rifatto una vita per poi ritornare di nuovo da Davide. Sì perchè l'amore non si è mai spento e ora dopo tanti anni si è riacceso con la stessa intensità. Che meraviglia il riferimento al Signore degli anelli. Diciamo che lì gli elfi erano tutti alti e biondi, ma in fondo cosa importa. Ci piacciono tanto con le loro espressioni da cuccioli e le buffe pettinature. Cavolo se è sexy la scena sulla spiaggia. Sembra proprio come se i pezzi del puzzle sia tornati tutti al loro posto. Ora è tutto perfetto come allora.
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