sabato 6 luglio 2013
Ora come allora, capitolo quattro
Titolo: Ora come allora (Una vacanza
indimenticabile)
Autori: Giusipoo/Annina
Pairing: lo
scoprirete leggendo
Genere: AU/Commedia/Romantico/Erotico/Introspettivo/Flashback/A
più voci
Rating: PG, slash, NC 13
Disclaimer: come sempre è tutto frutti di fantasia. Abbiamo attinto
a quella e alle immagini di sei personaggi interessantissimi.
due ragazzi cercavano
un passaggio per il sud
Michele
Immaginate la
scena: io dietro che guardo quei due accanto a me pomiciare come se non ci
fosse un domani. Con rischio di affogare negli schizzi di saliva! Dai che
esagero per fare colore, ci sta, ma credetemi che il rumore del mulinare delle
lingue superava quello del pulmino e del traffico e delle chiacchiere da
invertebrato di mio cugino. Vai, se l’amore trionfa va bene. Se anche era una
roba di sesso, va bene lo stesso. Poi ripeto: Fabio mi piaceva, non avrei mai
pensato fosse omosessuale ma questo perché pure io ero vittima del pregiudizio.
Comunque vedere mio cugino assalito da un gay sarebbe stato abbastanza
divertente se non fosse altro che a me quel ragazzo gayo piaceva e invidiavo
mio cugino, anche se inconsapevolmente. E malgrado queste esplosioni di amore e
di testosterone attorno a me, fui abbastanza sveglio da accorgermi che Davide,
il nostro autista, non si era fermato. Aveva tirato dritto: “Ma scusa, non dovevi
farci scendere prima della A16? Che succede!”
Davide non
rispose. Nicola si riscosse dai bacetti che Diego gli stava dando sul collo, e
che malgrado l’imbarazzo lui sembrava gustarsi appieno, e anche Fabio e
Gabriele smisero di pomiciare.
Davide
“Ragazzi, mi
dispiace ma verrete con noi perché non avete cacciato una lira di benzina, e
dunque ricambierete lavorando” annunciai. Diego, accanto a me che sapeva tutto,
si voltò verso Nicola facendogli gli occhi dolci: “Così ci conosceremo meglio”
Nicola inorridì, mi ricordo che disse qualcosa tipo: “Aooohhhh ma che ti sei
messo in testa? Io mica recchione sono!” E io finalmente, con aria trionfale
replicai: “Noi sì, noi siamo tutti recchioni!”. In quel momento preciso Nicola
si voltò e vide Gabriele e Fabio che, fregandosene, avevano ripreso a infilare
le lingue nelle reciproche bocche, e Michele? Lui stava a braccia conserte. Lo
sguardo vitreo.
Nicola
Mamma quanto ero
incazzato!! Mi tolsi Diego dalle ginocchia manco fosse stato un cactus pieno di
spini, tanto che andò a finire addosso a Davide che sbiancò prima di dondolare
e perdere per un attimo il controllo del mezzo. Rapiti, eravamo stati rapidi da
una banda di frociazzi!! “Michele, ma tu non dici niente! E fateci scendere
sennò finisce a schifio Michele!”
Michele
NO, io niente
potevo dire, ero allibito. Ma quanto era stronzo mio cugino? Non si era nemmeno
accorto, o fingeva, di Diego ridotto ad un cumolo di vergogna: gli occhi grandi
pieni di lacrime, la faccia sconvolta! “Ma falli scendere perdio! Non li voglio
con noi” gridò il mio amore. Lo ricordo così bene. Iniziò a piangere e io diedi
uno scappellotto a Nicola. “Vedi che succede a fare lo stronzo eh?”
Gabriele
Mi tolsi dalle
braccia di Fabio. È vero che l’amore rende egoisti ma il mio nuovo amico che
piangeva, che mi aveva trascinato nel suo gruppo, in quella avventura, proprio
non lo potevo tollerare. Allungai la mano e gli accarezzai il ciuffetto da
punk. Lui si voltò, anche a Fabio fece tenerezza. Erano amici da tanto. “Vieni
dietro da noi, lascialo stare a quello stronzo. Forse ha ragione Diego, forse
dovremmo farli scendere. E poi Michele vorrà tornare dalla sua ragazza” disse
Fabio.
Michele
Sì, avevo
accennato a Fabio di Raffaella, la mia ragazza. Ma in quel momento, ve lo
giuro, ero contento di andare in Sicilia con quello scapestrato gruppo. Senza
contare che anche io amavo suonare qualche strumento, strimpellavo la chitarra
e il piano, ma era anche solo rendermi utile con le attrezzature, mi avrebbe
gratificato. E poi eravamo senza lavoro, no? Che importava se a Bari ci saremmo
andati la settimana dopo? Allora dissi: “A me non dispiacerebbe lavorare con
voi, così per ricambiare il piacere del viaggio no? Tanto al ritorno dovete
comunque salire e quando saremo
all’altezza di Cosenza per me e Nicola sarà ancora più facile tornare a
Molfetta!” Nicola si girò fulminandomi mentre Diego si era spostato dietro per
non stare vicino a Nicola. Ma eravamo stretti. Va bene che Gabriele e Diego
insieme fanno una persona e un quarto, però era sempre un pulmino con sedile
intero per massimo tre persone! Fabio e Gabriele furono ben contenti di
ricominciare allegramente a pomiciare. Pomiciate che ben presto si
trasformarono in petting. Avevo l’occhio lungo, li osservavo. Poi non avevo mai
visto due uomini baciarsi e ammetto che ero curioso. Ma soprattutto osservavo
Diego, con i suoi occhi da cucciolo, la faccia disturbata, di più: depressa.
Diego
Ora ero dietro
con alla mia sinistra Gabriele che si baciava con Fabio e alla mia destra
Michele che cercava di stare appiccicato al vetro ma grosso com’era, con quelle
spalle ampie, non sembrava proprio facile. Io non volevo sentire il suo corpo
addosso al mio, non dopo quello che mi aveva fatto suo cugino. Ero arrabbiato e
per me loro due erano gli stronzi pugliesi che mi avevano rovinato il tour, e
odiavo Davide per quell’idea di potarseli dietro.
Nicola
Io mi rassegnai,
deciso che appena arrivati a Porto Empedocle me la sarei data a gambe levate da
quel gruppo di gran finocchi! E continuavo a ripetermi: ma che mi ha detto la
testa! Lasciarmi sbaciucchiare da un ragazzo. Ok, un bel ragazzetto sicuro, ma
io non sono gay, nemmeno una cellula in me è gay, nemmeno bisessuale. E mentre
formulavo quei pensieri mi ritrovai a guardare l’unico compagno che mi era
rimasto e che non sembrava troppo arrabbiato con me, nonostante avessi deluso
il suo grande amico. Guardavo Davide. E pensai che era bello, che era proprio
bello.
Davide
Sentivo lo
sguardo a dir poco bruciante di Nicola su di me e avvampavo. Una debolezza, per
uno della mia pasta. Capirai, io che mi considero una persona riflessiva e poco
propensa alle passioni irrazionali, come potevo minimamente accettare di
sentirmi attratto da Nicola? Ok, era un bel ragazzo, il classico figlio di
puttana con un aspetto decisamente piacevole e sexy, un tamarro sexy ecco. In
mezzo alle tante cazzate che aveva detto poi, si intuiva anche che ci fosse
altro: una certa intelligenza, simpatia. Un bel carattere aperto e cordiale.
Forse era quello che avrei dovuto cercare in un uomo: la solarità. Forse io e
Fabio eravamo entrambi troppo taciturni e seri per andare d’accordo e in una
coppia essere troppo simili forse non va bene. In quel momento però pensai: che
vuole da me questo? No ma se pensa che io sono come Diego... a me non mi si
frega.
Nicola
Mi fregò lui però.
Stava zitto e non parlava, guidava fischiettando e canticchiando canzoni che
non conoscevo. Era una noia, poi volevo fumare ma, ovviamente, nel pulmino gay
non fumava nessuno, nemmeno mio cugino fumava, dunque dovevo aspettare. Era una
vera rottura e così, visto che mi annoiavo a guardare fuori dal finestrino,
cercai di fare un po’ di colloquio con l’unico che là dentro sembrava non
odiarmi. Quanti anni hai, che studi, lavori? I tuoi sono proprio di Torino?
Domande così, e Davide rispondeva tranquillo. All’inizio senza regalarmi un
minimo sorriso, poi invece, si sciolse e fu anche simpatico.
Diego
A sentire
parlare Nicola così mi viene anche un po’ il magone, lo ammetto. Insomma perché
so come è andata dopo. Ma in quel momento io non badavo certo a quello stronzo!
C’era Michele vicino a me che cercava di tirarmi su a modo suo. Un modo un po’
maldestro ma simpatico.
Michele
Capivo perché
gli altri fossero così affettuosi e protettivi con Diego. Lo osservavo mentre
cercavo di farmi venire qualche idea, qualche argomento brillante con cui
distrarlo, ma senza farmi accorgere troppo, non volevo pensasse che dopo mio
cugino, ci stavo provando io a fare il coglione. Stava lì rannicchiato sul
sedile, cercando di non sfiorare né Gabriele alla sua sinistra né me, che me ne
stavo appiccicato il più possibile al finestrino per non infastidirlo. I suoi
occhi mi colpivano soprattutto: due enormi occhi nocciola pieni di dolore. Dico
la verità, mi sembrava anche un po’ esagerata la sua reazione, in fondo Nicola
non gli aveva fatto promesse, certo non poteva essersi già innamorato no? Ma
poi provai a mettermi nei suoi panni, nei panni di un ragazzo che a volte
giocava a fare il cinico, come quando diceva che lui si era già fatto dei
ragazzi, che lui voleva divertirsi, ma in fondo sospettavo che anche lui
cercasse l’amore, come tutti, come me anche.
Tentai un primo
approccio ma senza pensare gli misi una mano sul braccio. Diego schizzò via
come un’iguana. Alzai le mani in segno di resa, e mi attaccai ancora di più al
finestrino. Pensai che sarei diventato parte di esso. Del finestrino dico.
Probabilmente mi uscì una faccia strana, perché a lui, tutto sommato, scappò un
sorrisino.
Diego
Poverino, avevi
davvero l’aria spiritata. Con gli occhi sbarrati, oh Michi, i tuoi occhi
meravigliosi e profondi, penso che dopo il tuo profumo sia la cosa che adoro di
più di te. No anche i capelli ripensandoci, dove mi piace così tanto infilare
le mani. Anche il tuo modo di guardarmi col sorriso dolce, la testa inclinata…
va beh, adoro tutto di te Michi. Bacio.
Davide
Siamo qui per
ricordare allora, o siamo qui per fare la conta dei pregi di Michele? Ma è
fantastico che voi due dopo vent’anni non siate ancora stanchi di amoreggiare
così. Come se vi foste incontrati ieri.
Diego
Non so cosa
dirti, ma per me è così, è come se l’avessi conosciuto ieri, o come se lo
conoscessi da tutta la vita. Michele è la mia vita, e non è per romanticismo
eccessivo che lo dico. Sento che lui è una parte di me. Insomma dai, l’avete
studiato tutti Platone no? Ecco, noi siamo la prova che la sua teoria era
esatta. Ma dicevo, quando schizzai lontano da lui che mi aveva solo appoggiato
una mano sulla spalla alla fine, vidi i suoi occhi farsi prima spaventati, poi
tristi. Vi avevo già detto che lui mi attirava di più di Nicola, ma ormai avevo
paura. La cosa che da sempre mi spaventava di più era essere preso in giro. E
il perché è facile da capire no? Non ero né bello né avevo il fisico,
esattamente come Gabriele, la gente fa presto a ferirti, magari anche senza
volerlo. E io per quel giorno di ferite ne avevo già avute a sufficienza.
Eppure l’ombra di dispiacere che avevo notato nei suoi occhi no, non la volevo
vedere. Non volevo più soffrire, ma nemmeno volevo far soffrire gli altri. Gli
dissi che se voleva parlare andava bene, ma le mani di tenerle a posto. Almeno
mi sarei distratto un attimo dal casino che stavano facendo Fabio e Gabri, che
erano a un passo dallo scopare sul sedile.
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Questo gruppetto così male assortito mi piace ogni capitolo di più. Diego ha conquistato i due cugini con i suoi occhioni da cucciolo. Peccato che Nicola sia così stupido da non rendersi conto di cosa perde. Poco male, ne approfitterà il nostro Michele che già si sta innamorando. Tra tutti però mi intriga molto Dsvide, così taciturno, quasi introverso, ma che scommetto ci regalerà delle sorprese.
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