mercoledì 10 luglio 2013

Ora come allora, capitolo cinque



Titolo: Ora come allora (Una vacanza indimenticabile)
Autori: Giusipoo/Annina
Pairing: lo scoprirete leggendo
Genere: AU/Commedia/Romantico/Erotico/Introspettivo/Flashback/A più voci
Rating: PG, slash, NC 17 
Disclaimer: come sempre è tutto frutti di fantasia. Abbiamo attinto a quella e alle immagini di sei personaggi interessantissimi.


due ragazzi cercavano un passaggio per il sud

Capitolo 5


Fabio

Massì, figurati, a un passo dallo scopare. Per due baci che ci stavamo scambiando. Beh, forse ci stavamo lasciando andare un po’ troppo, hai ragione, e soprattutto non era da me dare un simile spettacolo. Ma Gabri era come il vento di marzo, fresco, rivitalizzante. Era così entusiasta, e uscivo da una storia complicata, perché se io sono il filosofo della compagnia, Davide non lo era di meno. Tra noi c’era una grande passione, certo, lui poi l’ho detto, era bellissimo, ma soprattutto il nostro era stato un rapporto molto cerebrale, profondo. Non era facile riprendersi. Eppure Gabriele mi stava trasmettendo gioia di vivere, finalmente senza pensare troppo. Oh, non sto dicendo che fosse uno sciocco, anzi, conoscendolo meglio mi accorsi che anche lui era uno profondo, e che aveva già un notevole bagaglio culturale. Ma in quel momento il suo modo di fare, un po’ timido, ma vivace e allegro era come un balsamo per me. Solo più tardi scoprii che ero il suo primo uomo, anzi la sua prima esperienza in assoluto.

Gabriele

Ero troppo felice! Ma quando mai avrei pensato che un tipo come Fabio avrebbe potuto interessarsi a me? E pensare che fino a qualche ora prima mi bastava stare chino sulla sua spalla a respirarlo un po’. Sembrava già passata una vita da allora. Io non solo ero vergine, ma non avevo nemmeno mai baciato nessuno. Le ragazze non mi erano mai interessate, proprio mai, e un ragazzo non l’avevo ancora trovato. Beh, imparavo in fretta! Non sapevo se Fabio l’aveva capito che ero alla mia prima esperienza in assoluto. A un certo punto comunque mi sentii così eccitato che non capii più niente, non mi importava se c’erano altre persone con noi, non me lo ricordavo nemmeno. Cominciai con l’infilargli le mani sotto alla maglietta, lui non si sottrasse di certo, anzi ficcò anche lui le mani sotto la mia maglietta, a toccare la mia pelle. Dio che sensazione, non potete immaginare cosa provai in quel momento. Si va beh, lo so che non solo lo immaginate, ma lo sapete benissimo, è inutile che mi guardiate con quell’espressione, tutti quanti. Per me era tutto nuovo. Toccare il suo petto, sentire la sua pelle così calda… non mi controllai più, mi sembrava di essere posseduto. Delicata ma decisa la mano si infilò nei suoi bermuda, erano belli larghi e la mia mano piccola entrò benissimo, finchè non toccai quello che per una volta non era il mio di uccello. Cos’avete da ridere così? 
Sentii le dita di Fabio stringermi, pensavo mi trapassassero. Si staccò dalla mia bocca e mi guardò: gli occhi erano torbidi, lo capivo che era eccitato quanto me. Oh, certo l’avevo già capito quando glielo avevo preso in mano e l’avevo trovato durissimo! Io sentivo che presto mi sarei sciolto tra le sue braccia, avevo voglia di fare qualsiasi cosa, ma non sapevo nemmeno da dove cominciare. Se era quello che voleva dire avere le farfalle nello stomaco, beh, mai definizione fu più azzeccata, nel mio stomaco c’era un intera colonia di farfalle! Quando anche lui mi sfiorò il cazzo pensai di morire. Allora con la bocca sul suo orecchio gli sussurrai di trovare un modo, uno qualunque per rimanere da soli, perché io da quella sera non volevo più essere vergine. Questo non glielo dissi però.

Nicola

A me viene ancora da ridere perché mi tornano in mente le facce di Diego e Michele, seduti di fianco a voi che osservavano il panorama fuggire dal finestrino come se da questo dipendesse la loro sorte! Voi ormai eravate un groviglio di mani, di lingue, di capelli, eravate diventati un solo corpo! Probabilmente anche per voi valeva la regola che diceva Diego prima, non ricordo a chi la attribuiva, ma sicuramente a un filosofo, voi siete tutti intellettuali, l’unico imbecille ero io, un carciofo tra le rose. Ci accomunavano le spine comunque. Sentito che frasi vi tiro fuori anch’io, se voglio? Comunque, anche Davide non sembrava particolarmente felice dello spettacolo che davate, ma nemmeno io sapevo che tu, Fabio, e lui stavate appena uscendo da una storia, quindi attribuivo la sua faccia rabbuiata quando vi guardava dallo specchietto al fatto che magari lui era uno riservato, che non gli piaceva che gli altri dessero spettacolo. Così cercai di distrarre lui e me, che ancora mi sentivo la carogna della situazione… va bene, che ero la carogna della situazione, facendolo chiacchierare. Mi pareva che anche lui avesse bisogno di un po’ di allegria, troppo serio, troppo preciso, dovevo cercare di dargli una smossa.

Davide

Devo dire che un po’ mi prendeva male vedere Fabio, dal quale alla fine non mi ero ancora del tutto separato, così felice di farsi un altro ragazzo. Ma mentre guidavo, pensavo che forse a darmi fastidio era che fosse un ragazzo così diverso da me, sia per l’aspetto fisico, sia per i modi. Era come se volesse comunicarmi che proprio non gli piaceva più niente di me. Poi però ci pensai meglio, e mi dissi che Fabio aveva tutti i diritti di trovarsi un nuovo amore, perché se il nostro rapporto era terminato, era soprattutto mia la colpa. Mi feci un bell’esame di coscienza, e mi resi conto che davvero non lo amavo più, che era solo gelosia la mia, gelosia per l’uomo, il bell’uomo profondo e solido che era stato mio. Decisi che gli avrei parlato appena ci fossimo trovati un attimo da soli.

Avevamo passato Salerno nel frattempo e decidemmo di fare una breve sosta all’autogrill per un panino. Dovevamo essere a Villa San Giovanni per mezzanotte, la partenza del traghetto era fissata per l’una. Eravamo perfettamente in orario.

Fabio

Approfittai della sosta all’autogrill per avvicinarmi a Davide, lasciando Gabriele in compagnia di Diego e Michele.
Gli dissi di scusarmi, che non avevo proprio pensato a niente in quel lasso di tempo. Perché deve darvi fastidio se dico lasso di tempo? Va bene, in quelle ore: va meglio? Non è vero che parlo come un libro stampato. Comunque sarei un libro piccolo, per quel poco che parlo. Dicevo che gli chiesi di scusarmi, ma Davide mi azzittì subito. Mi disse che lui aveva avuto modo di pensare invece, mentre era alla guida, che aveva capito che la nostra era una storia chiusa. Rimaneva la nostra bella amicizia, e questa fu una cosa bellissima secondo me, perché non avrei mai potuto fare a meno delle belle chiacchierate intellettuali con lui. Ci abbracciammo dietro allo scaffale dei salumi campani.

Michele

Nel frattempo io ero sempre più in crisi. Volevo risollevare un po’ Diego, ma lui era diffidente come un gatto. Ogni volta che tentavo di avvicinarmi a lui temevo che avrebbe cominciato a soffiare, inarcando la schiena! Eppure vedevo dai suoi occhi che avrebbe voluto fidarsi. Sono abbastanza bravo a conoscere le persone, e capivo che era combattuto tra il desiderio di lasciarsi andare e la paura di essere fregato ancora.
Piano Michele, mi dissi, non stargli troppo addosso, comunque c’erano tanti giorni davanti, e li avremmo passati insieme. Evitavo comunque di approfondire troppo i motivi per cui ero così ansioso di entrare in sintonia con lui. Ero ancora abbastanza etero credo. Ma mi accorgevo di aver intrapreso una corsa lungo una china molto ripida, perché ogni volta che incrociavo i suoi occhi, mi ci perdevo.

Diego

Avevo capito ormai che Michele era molto diverso da Nicola, e cominciavo a pensare di potermi fidare di lui. Cominciammo a parlare di musica, a me piaceva la psichedelica, che a lui non dispiaceva, e tutta una serie di gruppi indie che lui chiaramente non sapeva nemmeno chi fossero, anche perché erano tutti gruppi Torinesi. Mi parlò del rap, che io non seguivo molto, ma da come me lo decantava, mi incuriosì. Trovammo un accordo sui Kraftwork, che univano elettronica, un filo di rap, a una musica molto innovativa. Su T.E.E. finalmente ci incontrammo del tutto, e cominciammo anche a cantarla. Mi fece i complimenti per la voce, lui invece faceva una voce strana quando cantava. Eh, amore? Mi diventavi nasale. Le ultime ore scivolarono via bene, nonostante il movimento alle mie spalle. Sì, ormai mi ero girato verso di te Michi per parlare, ma tu non mi sfiorasti una sola volta, e te ne fui grato da una parte, ma dall’altra un po’… mi dispiaceva. Un po’ schizzato vero?

Nicola

Nel frattempo eravamo arrivati a Villa San Giovanni. Il viaggio non era stato malvagio in fondo, e soprattutto nelle ultime ore con Davide avevamo iniziato a conoscerci meglio. Io avevo lasciato all’autogrill i miei modi un po’ da spaccone… va bene, molto da spaccone Davide, hai ragione, e lui era un po’ più disposto a sorridere. Trovammo qualche argomento in comune e ci attaccammo a quelli. Non sapevo come la pensavi tu, ma io cominciavo anche a trovarti molto bello e soprattutto mi affascinavano i tuoi modi sofisticati, la tua cadenza molle, la tua cultura esagerata. Io non avevo certo bei modi, e anche la mia cultura lasciava a desiderare, ma non è vero che gli opposti si attraggono? Più opposti di noi non ce n’era, vero Davide? Anche la latitudine era decisamente opposta! Mi dispiacque arrivare al porto, temevo che questo bel momento si spezzasse e non tornasse mai più.

Diego

Durante le operazioni di imbarco Gabriele mi si avvicinò tutto timido, ma con gli occhi luccicanti e le gote arrossate per l’eccitazione. Ero contento per lui, anche se non sapevo ancora bene come la pensasse Davide. Mi spiegò più tardi, eravamo già in Sicilia, di aver chiarito tutto con Fabio, che era tutto a posto fra loro. Mi abbracciasti e dichiarasti che mi avresti voluto bene per sempre per averti offerto l’opportunità di aggregarti a noi in questa avventura. E poi mi chiedesti se per caso non saremmo stati tanto gentili da lasciarvi il pulmino a disposizione durante l’ora di traversata. Rimasi un attimo interdetto: cazzo se ti stavi svegliando Gabri! Però capivo il tuo bisogno di intimità con Fabio, in questa storia che anche se era appena agli inizi, prometteva già bene. Avevamo deciso di restare tutti a bordo, non valeva la pena muoversi per così poco tempo, e così saremmo stati subito pronti per scendere a terra. Ma perorai la tua causa. Davide nicchiò un po’ prima di accettare, ma non per Fabio suppongo, probabilmente per un rigurgito di potere: era lui che dirigeva l’armata, era lui che decideva! Dai Davide, non guardarmi con quello sguardo truce, è vero che tu sei così, ti piace organizzare e non ti piace che ti si sconvolgano i piani. Comunque alle fine convinsi tutti e tre a salire sul ponte, e lasciammo l’alcova a voi. Fabio mi guardò stupito quando glielo comunicai: non ne sapeva niente, avevi fatto tutto tu! Mentre alla chetichella ci dirigevamo verso l’uscita per salire sul ponte, vi vedemmo entrare nel pulmino abbracciati e sentimmo il portellone richiudersi dietro di voi. Sorrisi.

Michele

Di sopra lo spettacolo era magico davvero. Mi appoggiai alla ringhiera, non mi andava di sedermi, e dopo un attimo tu eri vicino a me. Mi voltai e vidi Davide e Nicola che si allontanavano da noi, diretti dalla parte opposta della nave. Nicola ti appoggiava una mano sui fianchi. Pregai che a mio cugino non venisse in mente di fare l’idiota anche con te Davide, immaginavo che lo avresti gettato tranquillamente in mare.
Io e Diego ricominciammo a parlare di musica. Cercai di reggere la conversazione, ma il panorama mi distraeva, e glielo dissi. C’era la luna quasi piena quella notte, probabilmente lo sarebbe stata del tutto fra qualche giorno. Comunque era grande, luminosa e si specchiava nell’acqua davanti a noi. Il mare era d’argento, e mi venne in mente una vecchia canzone che cantava spesso mia mamma, Luna d’argento mi pare si intitolasse. Cominciai a canticchiarla e tu mi seguisti, anche i tuoi la cantavano, dicesti. Non so se fu la luna, il mare o l’aria tiepida e profumata, di fatto capii che mi piacevi, e anche tanto. Raffaella era scomparsa dalla mia mente, nel cuore forse non c’era stata mai. Però era dura da accettare questa nuova situazione, cioè non è che uno sale su un pulmino gay, e immediatamente diventa gayo anche lui no? Mi ero azzittito e tu mi guardasti con aria interrogativa, senza dire niente, poi mi regalasti il tuo primo sorriso vero, luminoso come la luna. Appoggiai il mio braccio alle tue spalle, timoroso di sentirmi mandare a quel paese, ma no, non lo facesti, anzi ti avvicinasti un po’ di più, fino a che i nostri fianchi si sfiorarono, e sentii la tua mano che si appoggiava alla mia schiena e me la accarezzava piano. Rimanemmo lì in silenzio per tutta la mezz’ora che mancava all’arrivo, eppure era bello anche così. Se qualcosa doveva succedere, sarebbe successa nei prossimi giorni, intanto stavo benissimo così.

Gabriele

Non ti ho mai ringraziato abbastanza Diego per quell’opportunità che mi regalasti. Fabio e io non facemmo in tempo a salire sul VW che eravamo già praticamente nudi. Fabio mi teneva stretto, mi accarezzava e io mi sentivo come creta nelle sue mani. E il paragone era azzeccato, io ero l’allievo più bravo all’artistico, nell’ora di scultura. Quando si stese sopra di me sui sedili, pensai di soffocare: all’inizio pensavo che fosse per il suo peso, lui era il mio doppio esatto! Invece no, era solo la felicità. Si strusciava su di me e io impazzivo. Quando mi chiese di farlo fino in fondo non mi pareva vero. Gli gridai che sì che lo volevo, non volevo altro dalla vita. Però ci provammo ma io non riuscivo, mi faceva troppo male. Lui si stranì un po’, mi chiese se l’avevo già fatto altre volte, e finalmente gli spiattellai la verità, che era tutto nuovo per me, che anche i baci erano nuovi ma che lo amavo tanto. Fabio scrollò la testa e mi prese il viso tra le mani, mi baciò così dolce, che ancora adesso mi sento sciogliere. Lo pregai di riprovare, mi misi anche a piangere ma lui si rifiutò, mi disse che lo avremmo fatto in un altro momento, con i rimedi del caso. Non capii molto, ma ero triste ora, ero tornato ranocchio, mentre mi ero sentito principe per tanto tempo. Ma Fabio mi fece un bel sorriso, disse che mi avrebbe insegnato tante cose più avanti, e che ora c’era poco tempo, e ricominciò a baciarmi mentre con la mano me lo prendeva e cominciava a farmi la più bella…

Davide, Nicola, Michele, Fabio

Oh, va bene, dai abbiamo capito, echeccazzo, non vorrai entrare anche nei particolari più intimi, cioè già ce li hai rifischiati, basta no? E allora Gabri, un minimo no!

Diego

Scusate se sghignazzo, ma cos’è sta ipocrisia? A Gabri piace raccontare, e a noi piace ascoltare, non diciamo di no. E poi cosa c’è di male? E’ sempre amore. Dai Gabriele, vai avanti, tranquillo, alla fine è come leggere un libro, come sentirlo leggere. Dov’è finito il mio amore? Michi mi abbracci intanto? Ho un po’ di nostalgia da quando hai parlato della luna d’argento. Fu così bello, così romantico. Accidenti se cominciavo ad innamorarmi davvero di te. Sentivo crescere dentro un sentimento, lo sentivo prepotente, non avevo mai provato una roba così grande per nessuno, prima d’ora. Però c’era sempre il dubbio: tu eri etero, che te ne saresti fatto di me? Ma lì, tra mare e luna e profumo di salsedine, e il tuo profumo che mi inebriava, cercai di non chiedermi più niente, e mi lasciai innamorare. Stringimi Michi, tienimi stretto stretto. E tu Gabri, vai avanti.

Gabriele

Sega????? Beh andare avanti non è facile visto questi quattro moralisti qui! No, dai che scherzo, lo so che non siete moralisti, persino tu Nicola che eri proprio all’asciutto di robe gay, no? Almeno se ho capito bene Michele ne sapeva di teoria, la pratica gliel’avrebbe spiegata Diegone dettagliatamente. Tanto da quello che avete scritto sopra si capisce che poi vi siete messi insieme, no? Comunque voi racconterete la vostra e io proseguo la mia. Avevo ancora le guance sporche di lacrime e il mio era stato più uno sfogo che un pianto isterico! Volevo scopare con Fabio nella maniera più completa che esisteva. E, nonostante i tempi, non ci eravamo nemmeno preoccupati di nominare il profilattico, così quando lui parlò di rimedi, immaginai che si riferisse a quello, e mi sentii talmente stupido. E piansi già, un po’ di gioia un po’ di nervoso, o di desiderio. Ma quando mi sentii le mani di Fabio in luoghi che nessun’altro aveva toccato dopo mia madre e mia nonna durante i bagnetti da bambino, beh: mi sciolsi a dir poco! Una mano mi circondava l’erezione, l’altra armeggiava tra le mie cosce. Amore, mi chiedesti se mi piaceva e io ero senza fiato. Sapevo che sarebbe bastato un tocco più deciso a farmi venire subito, ma cercai di farmi forza e non lasciar vincere troppo presto il piacere. Allora, siccome una sega non ci bastava, ti abbassasti sul mio petto ancora quasi glabro ed iniziasti a lasciare baci di fuoco, leccatine, tutto per farmi impazzire. Ma il massimo fu quando con la bocca mi sfiorasti il cazzo ormai al limite. Urlai così forte che non ebbi dubbi: non solo i nostri quattro compagni di viaggio mi avevano sentito, probabilmente anche il macchinista del traghetto!!!

Fabio

Ahahahah! Cazzo sì! Infatti bastò farti sentire i baffi e la barbetta sulla cappella per venire amore. Eri davvero molto tenero, e io molto, ma molto arrapato. E se proprio ci tenete che vada anche sui dettagli spinti, sperando di non offendere Davide e soprattutto Nicola che ora mi guarda un po’ brutto, tranquillo non sto parlando di quando facevo sesso con Davide, insomma se devo dirla tutta, io non ero mai stato arrapato in vita mia come dentro quel pulmino, come in quel traghetto, quella notte. Mi sarebbe piaciuto istruirti Gabri, te lo giuro. Far sì che la nostra prima volta fosse lenta, perfetta, una roba da mille e una notte. Io il maestro e tu l’allievo. Ma ero così eccitato da tutto: da te, dalla situazione, dal sapore del tuo giovane sperma, dal fatto che gli altri ci potessero sentire, perché no? Ecco, fu tutto molto selvaggio e anche un tantino violento. 

Gabriele 

Un po’ violento sì, è vero, ma fu lo stesso bellissimo. Dopo che venni mi sormontasti con il tuo bacino e me lo sbattesti in faccia il bestione! Io non capivo niente, ancora annebbiato dal mio primo orgasmo con qualcuno. Istintivamente accettai la tua irruenza e te lo presi in bocca. Ti bastò talmente poco amore...

Davide

Va beh, ho capito! Abbiamo capito. Ve lo siete succhiato a vicenda! La cosa divertente di quell’urlo di Gabriele fu la faccia che fece Nicola. Ricordo che eravamo anche noi come Diego e Michele in un angolo un po’ buio, appoggiati alla ringhiera. Le macchine alle nostre spalle e io dovetti rincuorare Nicola. Gabriele non sarebbe morto, nemmeno se Fabio lo avesse profanato! E io ero nervoso, sicuro. Il mio nemmeno tanto ex si faceva un ragazzino nel pulmino che io avevo preso in affitto per il tour. Poi c’era un ragazzo assolutamente attraente che mi guardava con gli occhi spalancati in attesa di una guida. Va bene, capii che volevi essere sedotto da me. E che ora si metteva completamente nelle mie mani. Eravamo tutti eccitatissimi dalla situazione di Fabio e Gabri, persino io! Ma, se devo dirla tutta, ero molto più eccitato dal modo in cui mi guardava Nicola, da quello che si sarebbe potuto fare. Ecco, beh Nico, sì: avevo una voglia matta di baciarti e di scandalizzarti. 

Nicola

Ricordo che ti chiesi cosa stava succedendo là dentro, perché secondo me non era mica umanamente possibile che il gigante si inculasse il ragazzino.... Ma tu sorridesti e mi dicesti come se niente fosse: "Ha inculato tante volte me e non sono ancora morto!" Mi cadde la mascella. Come Gabriele, non sapevo che tu e Fabio eravate stati insieme, ma non dissi nulla. Ormai non ragionavo più o, se ragionavo, non era con il cervello. A quel punto fui proprio sicuro di voler provare anch’io l’esperienza. E non c’era niente di poi davvero eclatante se ci pensate, io sono sempre stato attratto dalle cose nuove, intriganti, e Davide era così bello, sensuale, e faceva sembrare l’atto omosessuale la cosa più normale, addirittura piacevole dell’universo. Ci pensai bene: che avevo da perdere? Michele avrebbe tenuto il becco chiuso con amici e parenti. Figuriamoci! E sapevo di piacere a Davide ma sapevo pure che Davide non era come Diego e se gli avessi messo le mani addosso mi avrebbe buttato sullo stretto di Messina a tentare la traversata vent’anni prima di Grillo! No, dovevo procedere con cautela, ma come? Così iniziai a fargli domande elementari, tipo scolaretto. Quando hai capito di essere gay? Perché secondo te sei gay? È un problema ormonale? Non hai mai scopato con un ragazza? Cose così. Intanto che mi informavo, vedevamo il pulmino muoversi come animato di vita propria. E qui doveva essere iniziata la seconda parte. Lo dissi e ammisi che mi faceva male per quanto mi era venuto duro. Immagino che detto da un ragazzo etero ti fece un certo effetto...

Davide

E sì che me lo fece. "Fai sentire?" risposi. E ti tastai il pacco. Ah, che ridere! Ti scappò un gemito, facesti una faccia! Divertentissima davvero, però anch’io ero così eccitato... ma non avevo nessuna intenzione di soccombere al tuo fascino. Tu ti saresti piegato al mio, anche se eri etero. E, lo ammetto, non mi era mai accaduto di trovarmi in una situazione come quella. Su l’etero curioso nutrivo seri dubbi; la consideravo una sorta di leggenda metropolitana messa in giro da qualche frocia repressa. Insomma, sì Nicola, ti toccai il cazzo attraverso i jeans, ma poi mi scansai, come se niente fosse.

Nicola

E io ti dissi: “E ora? mi lasci così? Ma sei matto?” intanto questi due continuavano a fare un baccano della madonna. Comunque ragazzi sono quasi le dieci, ma non ci fermiamo per fare colazione?

Diego

Ora interrompi perché non vuoi dire come andò! Però non è giusto! Noi stiamo dicendo tutto, Gabriele e Fabio pure i dettagli!!!

Fabio

Sì Nicola, racconta anche il resto.

Michele

Se volete ve lo racconto io. Da quella distanza vidi mio cugino che prima abbracciava Davide da dietro e poi lo costringeva a girarsi. Restai davvero basito!

Davide

Va bene, se il signorino qui non ha le palle per andare avanti, va bene, lo farò io, però Fabio fermati al prossimo autogrill che davvero qui si ha fame tutti. Nicola mi si attaccò dietro e me lo fece sentire, sulle chiappe questa volta! C’era una parte di me che inorridì, ma vinse il mio lato puttana, insomma quello degli ormoni. Così mi lasciai girare. Ci ritrovammo con le fronti attaccate, a guardarci negli occhi, ma così vicini che non riuscivamo davvero a guardarci. L’espressioni contrite. Nicola era arrabbiato credo, come se io lo stessi costringendo a fare quello che stava per fare, ho ragione?

Nicola

Ehm... cazzo sì! Insomma la luna, quei due che ci davano dentro, ok! Ci cascai! E non si può certo dire che stessi bevuto, o fumato! Anche se voglia di una canna l’avevo eccome. Ma mio cugino non sarebbe stato d’accordo, però quelli facevano i musicisti no? Avevano tutta l’aria di sballare. Insomma lo baciai io ecco. Eravate convinti del contrario? Non sono senza palle. Fino ad ora mi avete descritto come uno spaccone, un playboy da strapazzo, ignorante e superficiale. Ma non vigliacco e avevo compreso quello che provavo in quel momento. Volevo le labbra di Davide e me le presi!

Davide

Io risposi al bacio, ovviamente. Ci baciammo e non fu niente male, anzi: fu bellissimo. Un mix di dolcezza e sensualità, che quasi mi dispiacque non avere per me e la mia nuova fiamma il pulmino. Davide lancia uno sguardo truce a Gabriele...

Gabriele

Ma per fortuna me l’ero accaparrato io! Ed ero in estasi. Dopo essere venuti entrambi restammo abbracciati su quel sedile per lungo. Io praticamente sdraiato su Fabio, lui mi baciava i capelli, me li accarezzava, mi rassicurava. Ero felice! Non c’era un solo dubbio. Fabio era stato il mio primo uomo e sarebbe stato anche l’ultimo in un certo senso. E quante volte avremmo fatto l’amore dopo quella prima volta, così romantica e particolare. Credetemi, ne ero sicuro. Ma la felicità finì presto. Iniziammo a parlare, e guastammo tutto...

Fabio

Ti dissi che ero stato felice di essere stato il primo per te. E tu mi chiedesti se ero stato a letto con tanti ragazzi e io precisai di no, solo con tre alla fine, perché la storia lunga con Davide mi aveva tolto dal giro per parecchio. Non dimenticherò mai lo sguardo allucinato che mi facesti amore. Mi annichilì, credimi. Avrei voluto mangiarmi la lingua! Io, che parlo poco, avevo detto troppo! O lo avevo detto troppo tardi. Ma ti giuro, come ti ho ripetuto almeno cento volte: io ero davvero sicuro che tu sapessi. Che Diego te lo avesse detto, no? Eravate amici da poco ma eravate amici cazzo...

Gabriele 

Amici sì, ma mica mi veniva a raccontare chi erano i compagni di tutti quelli che conosceva. Sentirti dire che tu stavi con Davide mi uccise. Che poi io non capii che vi eravate lasciati, anche se da poche ore, per me in quel momento voi stavate ancora insieme e tu ti eri solo voluto divertire un po’ con il ragazzino vergine. Con il rospetto vergine. Riflettei sulle differenze tra me e Davide, e mi sentii davvero morire. Era evidente che non c’era competizione fra noi. Davide era bellissimo, alto, magro, un viso perfetto incorniciato da una massa di capelli lunghi e dall’aspetto furiosamente sano! Pensai a me stesso con pena: basso e secco, con una faccia che i più avrebbero definito interessante, giusto per non dire che ero brutto, e i capelli, lasciamo perdere... Forse intellettualmente potevamo anche giocarcela, ma lui era già all’università e io all’ultimo di liceo, insomma anche lì eravamo su un livello diverso. Non avevo nessuna speranza con Fabio.
Soprattutto mi addolorava il fatto che lui fosse stato così tenero con me, solo per uno scopo. Oh, va bene, io ce l’avevo messa tutta per farmi scopare da lui, ma io ero già innamorato, ero un povero ragnetto innamorato, e lui mi era appena passato sopra con la sua scarpa.

Diego

La Sicilia si avvicinava, in meno di mezz’ora saremmo arrivati a Messina.
Io ero attraversato da tanti sentimenti diversi. Due dei miei amici stavano scopando allegramente nel pulmino, ed ero felice per loro. Dall’altra parte del traghetto quello stronzo che mi aveva appena trattato come un appestato, qualcosa di repellente da togliersi subito di dosso, stava amoreggiando con il mio migliore amico. Li odiai tutti e due: l’uno per come mi aveva trattato, l’altro, Davide, per quello che mi stava facendo. Sì, perché io lo vedevo un po’ come un’offesa no? Sei il mio migliore amico, mi hai visto piangere poche ore fa per colpa di quell’etero di merda, scusa Nico, ma quando ci vuole anche i torinesi sanno scordarsi le buone maniere, e basta che te lo fa sentire che tu ti metti a sbaciucchiarlo? E pensare che all’inizio del viaggio ero io a proteggere Nicola dall’odio che tu gli gettavi addosso con la tua solita saccenza e i modi da aristocratico. Mah, la chimica come materia non è mai stata il mio forte, nemmeno quella umana! Immerso in questi pensieri tristi, mi sentii terribilmente solo e per un po’ dimenticai anche Michele che dall’inizio del viaggio stava accanto a me, presenza dolce e discreta. 
Per fortuna a quel punto ci fu il tuo urlo, Gabri. Oh, che roba, quando ci penso mi viene ancora da ridere! Pensai che sarebbero accorso qualcuno dell’equipaggio per vedere chi fosse la vittima: cominciai a sghignazzare pensando a quando si sarebbero accorti che era solo il risultato di una magnifica scopata! Che poi nemmeno di scopata si trattava… per fortuna quando lo faceste veramente, non eravamo a tiro di voce!
Sempre ridendo guardai Michele: lo vidi sconvolto, gli occhi spalancati, senza parole! Allora risi ancora più forte. Mi piegai in due dal ridere e lo tranquillizzai anch’io, come fece Davide con Nicola: l’amore non ha mai ammazzato nessuno! 

Michele

Ora lo so anch’io, ma mettiti nei miei panni: da un po’ stavo cercando di fare ordine nel mio cervello, che ancora non riusciva a metabolizzare del tutto il fatto che mi stavo innamorando di un ragazzo per la prima volta nella mia vita. Già così i pensieri ogni tanto schizzavano via: quando mi chiedevo come sarebbe stato baciarti, andava ancora bene, ma quando pensavo a come avremmo fatto se mai fosse successo che… beh, lì ogni volta perdevo un battito e iniziavo a sudare freddo. Oh, chiaro che lo sapevo come succedeva, non ero mica così deficiente. Però un conto è averne un’idea se pur teorica, altro è pensare che magari mi sarebbe capitato di farlo. Ok: sto facendo casino, ma così capite bene cosa mi girava per la mente. E proprio mentre vedevo mio cugino, il super-etero, il supermaschio, il dono di dio alle donne che si appiccicava al culo di Davide, ecco che ti arriva quest’urlo lacerante. No ragazzi, mi prese il panico: l’ha ucciso pensai. Rividi Fabio, il gigante grande e grosso anche più di me, con l’elfo, il piccoletto tutto spirito e poco fisico. L’ha ucciso per forza, come si fa. Guardai Diego e pensai che anche lui era piccoletto, un altro essere elfico. Mi prese un filo d’ansia alla gola, ma lui rideva, e rideva: io continuavo a guardarlo, avrei voluto chiedergli tante cose, ma forse preferivo non sapere… Diego mi spiegò che andava tutto bene, mi fece anche una carezza lieve sul viso. Io lì pensai che non avrei più potuto fare a meno di stargli vicino, di sentirlo parlare, ridere e fui sul punto di dirglielo, ma avevo paura che non fosse ancora pronto, dopo tutto il casino del pomeriggio. Maledetto Nico, mi hai sempre combinato dei casini tu nella vita, fin da piccolo! Comunque, mentre sentivo ancora il tepore della manina di Diego sulla mia guancia, decisi che ce l’avrei messa tutta per conquistarlo, non me lo sarei fatto portare via.

1 commento:

  1. La cosa si sta facendo molto interessante. Gabriele e Fabio sono molto eccitanti e scommetto che gli altri sono gelosi dell'ntimità che i due sono riusciti a raggiungere. C'è però un'altra coppia che sta compiendo i primi passi e che tanto mi intriga, ma non lo dico. Hihihihi Brave, attendo con ansia la nuova parte

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