“Ma che mi importa, fatti baciare e basta” Davide la vince. Davvero non gli importa nulla, vuole baciare il suo amore, non si stancherebbe mai, e poi lo trova così eccitante. Tutto sudaticcio, i capelli ovunque, tra le sue labbra, tra le sue dita. I capelli di entrambi che si mischiano. È troppo bello così. Di Gabriele gli piace tutto, persino il rigagnolo di bava che ha la mattina appena si sveglia. Ma l’amore all’inizio non è sempre così? Così generoso. Si amano anche i difetti, poi cambia, pensa Davide. Ma io mica lo so come funziona, non sono mai stato innamorato prima d’ora. Un bisogno improvviso di confidarsi, troppe informazioni però per Gabriele, il quale ormai ha in mente solo le briosce siciliane di cui gli hanno parlato il giorno prima Diego e Michele.
venerdì 2 maggio 2014
Stella cadente, Capitolo quattro
Titolo: Stella cadente
Autori: Annina, giusipoo
Pairing:
Diego /Michele
Davide/Gabriele
Genere: AU
Commedia/Romantico/Introspettivo/Eros
Rating: PG,
slash, NC 13
Disclaimer: Non stiamo insinuando niente. Come sempre è tutto frutto di fantasia.
I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi solo per
ispirazione artistica.
Davide si sveglia con il
peso di Gabriele addosso e per un attimo pensa sia Diego. Ma ci sono come
minimo dieci chili di differenza tra loro,
ecco perché mi si è indolenzita tutta la parte destra. Certo è felice,
altroché. Hanno fatto l’amore così bene la sera prima. Una volta sola però, non
come all’hotel vicino all’aeroporto dove si sono proprio scatenati. Due porci,
come li ha definiti Diego. No, al Laguna blu si fa l’amore per bene, romantico
e lungo, bellissimo. Anche così però il pensiero è corso a Diego tutto solo, a
Diego che magari starà bevendo, magari si sarà addirittura ubriacato fino a
stare male. Anche dopo l’amore, Davide ha espresso le sue perplessità al
compagno, le sue paure, anche a rischio che presto Gabriele lo esorti a tenere
Diego fuori dal loro letto, almeno per un po’. Ma Gabriele anche in quell’occasione,
si è rivelato per la persona splendida che è. Addirittura proponendogli di
andare a controllare se fosse tutto ok. Solo a quel punto Davide si è reso
conto di quanto stava esagerando e gli ha chiuso le labbra leggermente
imbronciate con un lungo bacio.
“Possibile che ti
conosco da un niente e già ti amo così tanto?” Gli ha detto, un po’ commosso,
un po’ confuso.
“E il bello che anche
per me è così Davide, ma va bene, no? Io ti aspettavo da tutta la vita,
aspettavo te, ti ho trovato. Dovevi essere tu, per forza” gli ha confidato
accarezzandogli i lunghi capelli neri e guardandolo con tanto amore. Davide,
poco incline alle emozioni, si è invece emozionato eccome, stringendosi a lui,
abbracciandolo come se dovessero proteggersi da una pioggia di meteoriti,
qualcosa del genere. Si sono addormentati con le labbra attaccate,
sussurrandosi un’ultima volta ti amo, un’altra ancora. A crollare prima è stato
Gabriele, e Davide è rimasto a guardarlo incantato, pensando che sarebbe stato
bello fotografare quel sonno placido, imprimere per sempre in uno scatto quell’immagine
di tranquillità, di pace. Mi ci voleva
proprio un ragazzo così tranquillo, si dice ora che è di nuovo sveglio e la
giornata assolata è partita. Da fuori arriva il chiacchiericcio della gente che
scende a far colazione o che s’incammina sulla spiaggia. Rumori di passi sui
ciottoli e poi il rumore dello stomaco di Gabriele.
“Mi sa che devi
svegliarti per forza Gabri, già ieri sera hai detto che avevi fame, ti
ricordi?” Gli risponde una specie di grugnito. Davide ridacchia mentre per
svegliarlo cambia tattica: inizia a baciarlo piano partendo dalla spalla fino
ad arrivare all’attaccatura dell’orecchio e poi tornando indietro e compiendo
lo stesso percorso dieci volte. Gabriele, malgrado il dormiveglia, fa capire che
non disdegna emettendo mugolii tutt’altro che di fastidio. A quel punto Davide
decide di sbaciucchiare l’interno del braccio: dall’incavo del gomito fino all’ascella.
“Così mi fai il
solletico però” il sorriso nella voce.
“Che imbroglione! Fingi
di dormire, lavativo! Vieni qui, baciami” Davide gli cerca le labbra ma Gabri
sfugge. “No dai, che ho fame. Ho una fossa biologica in bocca. Prima mangiamo
qualcosa”
“Ma che mi importa, fatti baciare e basta” Davide la vince. Davvero non gli importa nulla, vuole baciare il suo amore, non si stancherebbe mai, e poi lo trova così eccitante. Tutto sudaticcio, i capelli ovunque, tra le sue labbra, tra le sue dita. I capelli di entrambi che si mischiano. È troppo bello così. Di Gabriele gli piace tutto, persino il rigagnolo di bava che ha la mattina appena si sveglia. Ma l’amore all’inizio non è sempre così? Così generoso. Si amano anche i difetti, poi cambia, pensa Davide. Ma io mica lo so come funziona, non sono mai stato innamorato prima d’ora. Un bisogno improvviso di confidarsi, troppe informazioni però per Gabriele, il quale ormai ha in mente solo le briosce siciliane di cui gli hanno parlato il giorno prima Diego e Michele.
“Ma che mi importa, fatti baciare e basta” Davide la vince. Davvero non gli importa nulla, vuole baciare il suo amore, non si stancherebbe mai, e poi lo trova così eccitante. Tutto sudaticcio, i capelli ovunque, tra le sue labbra, tra le sue dita. I capelli di entrambi che si mischiano. È troppo bello così. Di Gabriele gli piace tutto, persino il rigagnolo di bava che ha la mattina appena si sveglia. Ma l’amore all’inizio non è sempre così? Così generoso. Si amano anche i difetti, poi cambia, pensa Davide. Ma io mica lo so come funziona, non sono mai stato innamorato prima d’ora. Un bisogno improvviso di confidarsi, troppe informazioni però per Gabriele, il quale ormai ha in mente solo le briosce siciliane di cui gli hanno parlato il giorno prima Diego e Michele.
“Ma lo so che sono stato
il primo. Va bene così, no?” Gabriele sgattaiola verso la propria valigia.
Estrae il primo costume che pesca e si gira verso Davide. Vedendo la sua
espressione leggermente afflitta, si sbriga a scusarsi. “Scusami amore, non
volevo sembrarti insensibile. Certo che è bellissimo quello che hai detto. Sono
il tuo primo amore. È anche una bella responsabilità. E vuoi sapere se sono stato
già innamorato io? Bella domanda...” Gabriele sogghigna prima di elencare una
breve serie di amorini sfortunati e durati poco. “L’ultima ragazza con cui sono
stato mi ha accusato di non prendere niente sul serio. Ma non è così. Con le
donne è decisamente più difficile. Loro vogliono sapere subito se le sposerai,
quanti figli vuoi. Io non penso che no, non ce la farei, insomma, chiamami
stronzo ma quando sento parlare di diritti dei gay, matrimonio gay, adozioni,
insomma, non lo so... Per i diritti sono d’accordo, è giusto eccome, ma per
quanto riguarda me stesso no, io non mi sposerei mai né con una donna né con un
uomo. L’amore che provo non può essere deciso da un contratto. Non è una compravendita
immobiliare” s’interrompe per dare a Davide una sonora pacca sulla coscia: “Sai
bel ragazzo che ho parlato anche troppo per avere lo stomaco vuoto?” Dopo un
bacio sulla fronte, gli scompiglia i capelli. Davide ricambia con un bacio in
bocca. “Va bene, ora so anche questo di te. Non sono del tutto d’accordo,
perché io invece ti sposerei anche adesso, ma ne possiamo parlare dopo
colazione anche dai”.
“Il vestito da sposa
però lo metti tu” ironizza Gabriele. Si comportano già come due vecchi amici.
Al primo raggio dell’alba
Diego si è svegliato e ha trovato giusto spostarsi nella sua stanza. Una lavata
veloce ai piedi e via, nel letto. Per sentirsi meno solo ha messo di traverso
il cuscino e lo ha abbracciato. No, non ci credeva davvero che la prima notte
in vacanza, al Laguna blu, l’avrebbe passata abbracciato a Michele, dopo averci
fatto l’amore almeno due volte. No. Sapeva che si sarebbero conosciuti,
piaciuti forse, ma dopo un po’. E poi sarebbe arrivato il bacio, quel fatidico
bacio che ogni innamorato aspetta. In mezzo a tutte queste considerazioni è
arrivata invece Matilde. Diego si domanda come sia stato così stupido da non
pensarci prima. Poteva uno così bello essere
ancora single? No che non era possibile, e vatti a fidare dei social...
già, perché nel suo profilo personale Michele esibisce un bel “single” ma forse è come si sente, poi questa ragazza
lavora qui, è impossibile che se la sia portata da Milano. Tra l’altra ha pure
un dialetto strano, non sembra pugliese ma nemmeno milanese. Peccato non capire
i dialetti io, su queste cose è più ferrato Davide. Sbuffa un po’ mentre si
stiracchia. Le lenzuola sono piene di sabbia e sudore. Ha dimenticato di
accendere l’aria condizionata e la camera ora, con il sole brillante delle
dieci e mezzo, sembra un forno crematorio. Per niente ansioso di mangiare, o di
ricominciare una giornata piena di nulla o di malcelate invidie nei confronti
della fortunata che prende il suo posto, Diego si sforza di alzarsi. Trova un
altro costume. Ne ha portati solo quattro; si dice che prima o poi dovrà
iniziare a pensare al bucato. Dopo una smorfia infila un’altra maglietta delle
sue ed è in quel momento che si ricorda che non ha più dato a Michele la sua,
che non ha nemmeno preso in considerazione di farlo. Ha un male fisico al
pensiero di quanto sembrerà ridicolo: ma
ormai gliel’ho detto, se non gliela do è peggio! Frugando nella borsa trova
finalmente la bustina contenente il reperto. Non l’ha nemmeno incartata
affinché non sembrasse troppo impersonale. La apre e l’annusa immaginando che
presto si impregnerà dell’odore meraviglioso di Michele, e se non gli piacesse? Se la prendesse solo per farmi un favore? Basta
Diego, basta seghe mentali. Che la vita era una palestra dura lo sapevi già
alle elementari, quando tutti ti chiamavano femminuccia e alle medie è stato
peggio perché ti chiamavano frocetto. Ora esibisci la tua migliore faccia da
battaglia e vai, fai stare tranquilli gli altri. Per i pezzi del tuo cuore ci
sarà tempo. Con quello spirito, infilato un telo, crema solare e Ipod nella
sacca, finalmente prende la via che lo condurrà al nucleo centrale dell’hotel.
Davide e Gabriele sono
già da un po’ in spiaggia quando un Diego ancora assonnato li raggiunge. “Ciao
ragazzi, scopato bene?” afferma amaro sedendosi vicino a Gabriele e
scandalizzando una coppia sulla sessantina, ovviamente italiani.
Gabriele gli fa un
sorriso ironico: “Alla grande Diè. Ah, sai? Prima è passato un ragazzone che ti
cercava”.
A Diego cade la
mascella: la nuotata con Michele! Come ho
fatto a dimenticarmene? E non l’ho dimenticata, l’ho rimossa! Certo che l’ho
rimossa! Non volevo pensarci... non volevo sperarci... ma il cuore fa una
capriola.
“Lui non si è
dimenticato Diego, e secondo me c’è pure rimasto male perché ha detto di
essersi svegliato due ore prima del solito. Comunque eccolo laggiù che nuota da
solo, se ti sbrighi magari ti perdona” fa Davide indicando un puntino in
lontananza. Quel puntino è la ragione della sua vita, pensa Diego, tra un alito
di gioia e uno di disperazione. La speranza
Diego, ancora la speranza, non puoi sperare, tu! No, non puoi! Sta con Matilde
cazzo, tu non hai speranza. Magari non ce l’avresti nemmeno se fosse davvero
single. È troppo etero, e lascia stare che sei stato già con ragazzi che
dicevano di essere etero. Erano solo dei bugiardi e non è vero che non esiste
un vero etero sulla faccia della terra dopo quattro birre. Che poi che c’entra,
il romanticismo? Lo mandiamo a benedire il romanticismo? Mentre tutti quei
pensieri si arrovellano nella sua testa, Diego ha già raggiunto a grandi
bracciate il suo puntino che si è finalmente materializzato in un aitante
ragazzo che nuota.
“Mi hai tirato un
bidone!” fa Michele sorridendogli però. Diego resta paralizzato un attimo, poi
risponde: “Mi sono svegliato tardissimo, notte un po’ agitata. Però non l’avevo
dimenticato” mente. “Ho fatto di tutto per essere qui il prima possibile”.
“Ma tranquillo, non è
successo niente dai. Mi stavi dicendo ieri che hai il brevetto per insegnare.
Io amo nuotare ma non mi sono mai misurato con un professionista, ti va di fare
una piccola gara? Fino agli scogli?”
Diego annaspa un po’ :“Beh,
non ho più il fiato di sei anni fa, ma va bene, ci provo” un timido sorriso e
dopo il classico uno, due, tre, i due giovani si lanciano sul mare, affondando
il pelo dell’acqua come un coltello sulla torta. Ha un gran fiato Diego quando,
di poco, arriva per primo alla piccola distesa di scogli. Michele si erige dall’acqua
appoggiandosi seduto sopra uno degli scogli e lasciandosi baciare dal sole. I
capelli si aprono ad ombrello malgrado una fascia li tenga a bada. Diego è
incantato e non riesca a trattenere un gemito di dolore e d’ammirazione.
Michele alza un sopracciglio. “La smetti di guardarmi così? Un po’ di modo, so
di essere un maschio estremamente sexy, ma tu esageri però” ironizza ammiccando.
Diego vorrebbe sprofondare nel mare ma non può che fare spallucce: “Si vede
così tanto che...” s’interrompe mordendosi il piercing.
“Oh si vede sì. Vieni
qui, ti va di parlarne?”
Diego vorrebbe dire di
no con la testa, è così poco romantico parlare di sentimenti, i sentimenti
vanno vissuti. L’amore si bacia, si
tocca, si scopa, non si parla
“Michi io.... mi
dispiace”
“Oh beh, pazienza. Lo
sopporterò. A dire il vero non ero nemmeno sicuro fosse una buona idea essere
qui, darti corda. Però mi sembrava scorretto, nei tuoi confronti e anche nei
miei”
“Nei tuoi?”
“Beh, sì, insomma mi
sembri una persona piacevolissima e ti vorrei conoscere meglio, il tempo che
sei qui almeno. E non farlo perché sei gay e provi attrazione nei miei riguardi
mi sembra limitativo”.
Diego è rinfrancato. Meglio che Michele pensi che sia solo
attrazione fisica. “Beh, che sei un bel ragazzo mi pare assodato. Anche
quelle donne che sembravano volerti mangiare ieri sera, ma la tua ragazza non è
gelosa?”
Michele ride: “Oh lei,
beh... no! Per fortuna. Matilde è molto easy, avanti. Insomma non si fa tante
pare, tanto come me, lei sa bene che potrebbe finire tutto presto. O a me o a
lei non rinnovare il contratto e poi amen, ognuno per la sua strada”.
Quelle parole
riaccendono l’animo di Diego: cazzo no,
di nuovo la fiammella della speranza! Se si accende a ogni piè sospinto non mi
rassegnerò mai!
“Vi siete conosciuti
qui, dunque”
“Sì, molto carina lei,
davvero. Avevamo entrambi bisogno di qualcuno qui, anche a livello psicologico.
E poi ci si stanca di trombare ogni sera con una persona diversa, no?”
Sogghigna Michele ma Diego non è certo che stia facendo dell’ironia. Immagina
che Michele e Matilde abbiano tutte le carte in regola per scopare ogni notte
con chi vogliono.
“Eh, e poi dicono di noi
gay che siamo sempre affamati di sesso!”
“Perché, non è vero?”
Michele gli molla un leggero scappellotto e Diego risponde massaggiandosi la
parte fintamente dolorante. Toccami
ancora, toccami, anche per farmi male, basta che mi tocchi...
“Di nuovo quegli occhi
Diè... se me li fai ogni volta finirò davvero per innamorami di te. Ma è
difficile, te lo dico, perché anche se sei così carino tu non hai una cosa per
me essenziale. Adesso mi ridai la rivincita pesce?”
“Ma certo, anzi:
torniamo dai miei amici, se ti va” ripete mentre pensa: lo vedi Diè? Te l’ha detto chiaro e tondo: non gli piaci! A lui piace
solo la gnocca e tu non ce l’hai, dunque fine. Fattela passare. Eppure,
anche nelle ore successive Diego non riesca a non sognare ad occhi aperti.
Michele è sempre là, nei suoi sogni o in giro per il villaggio. Quando è con
Matilde sembra sempre lo stesso, tranquillo. Ora è sicuro: non è innamorato di
quella ragazza e probabilmente nemmeno lei ma
come si fa? ha solo bisogno di un punto di riferimento. Però stanno insieme
e comunque tra loro due non accadrà nulla più di quello che è già successo:
hanno fatto colazione insieme, lo ha abbracciato, hanno nuotato insieme, sono
stati agli scogli e Michele lo ha preso in giro affettuosamente. Ma lo ha detto
chiaro e tondo: per te non ce n’è, puoi consumarmi con gli occhi quando vuoi,
fartelo venire duro e ucciderti dalle seghe pensando a me, ma non saremo mai
più che amici. Almeno per il tempo che sarai qui.
A pranzo Diego mangia
poco e a cena non si presenta nemmeno, mandano in totale paranoia Davide, il
quale lo raggiunge nel bungalow con intenzioni bellicose, ma resta deluso
quando non lo trova.
“Anche se sono un
coglione, se ci faccio la figura di coglione la maglietta gliela do stasera
Vale, ora ti lascio che ti sto facendo spenderei i soldi anche a te con questa
telefonata. Un bacione” la vocetta di Valentina si perde nell’etere e Diego
spinge il pulsante rosso con un sospiro. Ormai lo ha deciso. Tanto le carte in
tavola le ha buttate, la partita è persa in partenza ma la sua maglietta
Michele la avrà, poi se non vorrà saperne di indossarla, pazienza. Ma lui ha
pensato a quel momento troppo tempo per lasciare tutto in sospeso. Eccolo
Michele, appena finito di cenare, una sigaretta tra le dita, gli occhiali da
vista, che non mette tanto per quel pizzico di vanità. Lui è bello, lui è la
star.
“Ciao” Diego si palesa
alle sue spalle. Michele sussulta ma giusto un attimo. “Questa è per te, scusa.
Ma ce l’avevo e te la doveva dare” Diego sarebbe tentato di aggiungere ironico:
non posso darti quell’altra cosa che non
ho, ma almeno questa sì.
Michele gli regala un
bel sorriso grato mentre l’apre. “Bellissima Diè, davvero bella, beh... con
questa un bacetto te lo sei meritato, posso o ci resti male?”
Diego spalanca la bocca
aspettandosi chissà cosa, ma poi si ritrova solo un doppio bacio sulla guancia
che lo lascia irritato e insoddisfatto. Lo stomaco si contrae nervosamente: se continuo a non mangiare diventerò
anoressico. “La metterò stasera, vedrai che bella pubblicità ti farò. Ne
hai altre? Si potrebbero vendere qui. I turisti vanno pazzi del Made in Italy”
“Non ci ho pensato,
magari la prossima volta” risponde vago Diego.
“Sai che si potrebbe
fare? Mandamele via posta. Te le vendo io, gratis, cioè non voglio percentuale
da te, in amicizia”.
“No Michi, davvero, mi
costerebbe troppo di corriere, mentre già via internet si vendono che è una
meraviglia, ma ti ringrazio per il pensiero” Diego non riesce proprio a non
mostrarsi amareggiato. Michele lo
capisce e fa un passo indietro, anche letteralmente. Si dice che forse ha
esagerato, il bacio, le battute la mattina. Perché
povero ragazzo, è così carino ed educato, e pieno di talento. Forse dovrei
davvero lasciarlo stare, se continuo ad essere gentile con lui continuerà a
vedermi bello e impossibile. Michele è tentato di chiarire di nuovo la sua
posizione ma Diego lo precede: “Lo so cosa stai per dirmi Miche’, sono un po’
tardo ma non del tutto. Tu sei eterosessuale e io sono gay. Tu sei attraente e
io sicuramente lo sarò per qualcuno, per qualche altro gay o bisessuale che sia,
che il destino mi metterà sulla strada. A uno a cui piace il Punk non puoi
piacere Nilla Pizzi. E ti lascio decidere a te chi dei due è Punk e chi è Nilla
Pizzi” stempera con una battuta. Michele si agita un po’. “E no, bel biondino,
non puoi venire tu, qui, da Torino, con il tuo ciuffo e i tuoi piercing, e il
tuo stile libero a darmi della Nilla Pizzi”.
Diego sospira ridendo,
quando Michele fa il buffone fingendosi arrabbiato, lo ama ancora di più,
altroché.
“Va bene, sono io Nilla
Pizzi e tu Sid, ok? Abbiamo chiarito anche questo fatto, ora possiamo
continuare a fingere di non essere imbarazzati? Almeno io lo sono, tu... non
so...”.
Michele per la prima
volta percepisce uno strano sfarfallio nello stomaco, come una specie di
attrazione. Scende dallo stomaco e gli fa andare subito su l’uccello. Sarà il
modo in cui atteggia la bocca, o come ha alzato le spalle. Sarà la sua voce.
Sarà che ora ha davvero voglia di abbracciarlo. O solo per provare cosa si
prova. “Non siamo imbarazzati Diè, facciamo che la prendiamo come viene, ok?
Sono certo che andrà bene in ogni caso. Come diceva quella volta Chiambretti? Comunque vada, sarà un successo” con
quel piglio, Michele gli poggia il braccio attorno alle spalle e lo conduce
verso gli altri. Ma nessuno dei due dentro di sé è quieto.
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Povero Diego, mentre l'amico sembra rinato e sta vivendo la sua luna di miele con il suo primo vero amore, lui si dispera per Michele. Ormai sa che non è libero e che anche se lo fosse tra loro non potrebbe esserci che un'amicizia e la cosa lo strazia.E anche Miche le è combattuto dal desderio di trascorrere del tempo con Diego al timore di illuderlo. Non sa però che dentro di lui sta germogliando un seme che presto lo porterà probabilmente a provare qualcosa che neanche lui si aspettava di provare. Questa storia mi prende ogni capitolo di più. Cavolo se sono zuccherosi Davide e Gabri.<3
RispondiEliminaTroppo vero? :D
Eliminano vabbè questo è quello che mi merito per ritrovarmi a leggere fanfiction del 2014 nel 2018! ho bisogno immane del continuo, lo so che /è tardi/ ma non mi fermerò :,) ! sono troppo presa aiuto!
RispondiElimina