venerdì 20 dicembre 2013

La valle delle meduse, capitolo 7



Titolo: La valle delle Meduse
Autore: Giusi-poo
Pairing: lo scoprirete leggendo
Genere: AU/Commedia/Romantico/Erotico/Introspettivo
Rating: PG, slash, NC 17 
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I nomi di luoghi possono essere veri ma usati solo per ispirazione artistica 

Diego mise su la musica, manco a dirlo: “Doors”. Aveva portato Michele a casa sua. Un rischio. Ma Nicola non sarebbe piombato all’improvviso, così, sapendolo alle prove fino a tardi. E dunque avevano un po’ di tempo da passare soli...
Michele, appollaiato sul divano attaccato al muro, guardava davanti a sé il giovane agitarsi, muoversi e cantare, sempre sorridendo e flirtando. I battiti del suo cuore ormai non li ascoltava più. I suoi occhi erano pieni di Diego, solo lui e basta. “Balla con me, ti va?” Lo tirò in piedi per le mani ma Michele sembrava un ciocco di legno. “Non sono capace” “E se mettessi un lento? Ti piace je t’aime moi non plus? Quella è molto lenta. È facile”. Cambiò Cd e nel giro di poco anche l’atmosfera cambiò. Ma per Michele non poteva essere più calda e sensuale di prima, nemmeno Jane Birkin e Serge Gainsbourg potevano rendere la situazione più eccitante per lui. Abbracciati presero a muoversi nel piccolo spazio, tra la penisola della cucina adibita a tavolo e la porta che conduceva in camera da letto. Ovviamente la meta finale. Diego stava bene tra le braccia di Michele, bene come non era mai stato prima. Il viso premuto sul suo petto ad annusare il suo odore, a percepirne il sapore buono che già aveva assaggiato nel privè della sala d’incisione. Sospirò mentre il desiderio lo sommergeva. “Ho tanta voglia di fare l’amore Michi”. Lui rispose deglutendo di paura ma fu svelto a rispondere: “Anch’io Diego”. Il cantante lo prese per mano e lo portò a letto. Senza ulteriori indugi si spogliarono il necessario per liberare i sessi pronti. Diego lasciò andare i jeans, boxer e strusciandosi contro di lui lo spronò a salirgli sopra e ad entragli dentro. Durò abbastanza per mandare entrambi in cielo ma anche dopo restarono a baciarsi, ancora non del tutto paghi. Michele prese il viso tra le grandi mani. “Grazie Diego, è così bello. È strano, è nuovo per me, ma è così bello Diego... non ho mai provato così, mai...” era commosso e la voce gli usciva strozzata, come se avesse scalato una collina impervia. “Ti amo Michi” quasi al punto di piangere, Diego sbottò fuori ciò che dentro non riusciva a tenere, impulsivo come sempre. Come una bottiglia di Coca Cola agitata troppo. Ripeté: “Ti amo... ti amo... non voglio smettere di amarti per tutta la notte!” Michele sospirò, qualcosa premeva per uscire fuori. Pensò di dirlo, di ammettere, ora che era ancora unito a lui, sprofondato in lui, di non essere quello che lui pensava. Ma proprio il suo contrario. Ovviamente non lo fece. Ora che aveva toccato con mano il paradiso, che aveva calpestato le sue terre, non intendeva certo privarsene. Baciò Diego sulla punta del naso e poi lo tolse, finendo al suo fianco, per continuare a guardarlo, ad accarezzarlo, a sospirare con lui.
“Non vorrei che pensassi che sono una puttanella” gli sentì dire Michele. E poi una risatina, la solita risatina sgraziata. Continuò con un tono più rilassato: “Forse un po’ lo sono. Ma non a Nicola, a lui non lo avevo mai tradito. Però non è che sia solo quello per me, ecco Michi. Io non l’ho detto che ti amo solo perché mi hai fatto venire fuori il cervello da ogni orifizio, no. Io lo penso. Io lo provo!” Strabuzzò gli occhi come un pazzo. “Io ti amo sul serio. Vorrei il tuo amore ma immagino che per te sia un po’ presto, vero?” Fosse stata solo una questione di tempo! Considerò Michele. “Non lo so beh... insomma sono innamorato di te sì, ma non so cosa fare e come comportarmi. Te l’ho già spiegato, per me è la prima volta che mi imbarco in un rapporto con un ragazzo. È tutto nuovo per me”. “L’amore non è nuovo però”. Già, a quel punto Michele avrebbe dovuto anche spiegare che molto probabilmente nemmeno Marina o le altre, poche, aveva mai amato. Solo con Diego aveva conosciuto quello smarrimento, quella perdizione, che non era solo legata al piacere fisico ma andava a braccetto con esso. “Non parliamo di futuro Diè, ti va? Io tra poco penso che tornerò a farti l’amore. Poi ho voglia di sperimentare. Insomma anche se per me è tutto nuovo non vuol dire che tutte le volte che lo faremo farai tutto tu. Non fraintendermi, in questa maniera è facile perché nemmeno me ne fai rendere conto che è diverso, però... Non che mi dispiaccia...” Diego sorrise di rimando. “Sapessi quanto piace a me Michi... ma perché tu cosa vorresti fare? Con Nicola facciamo proprio così, non mi tocca mai” Diego assunse un piglio malizioso e con solerzia, spostò la mano di Michele sopra il suo membro. Con le carezze, con il calore della mano, il pene guizzò tornando di nuovo duro. “Che bello Michi... ancora, continua così” le dita sfiorarono appena l’ano e si aggrapparono ai testicoli, un grumo teso. Senza indugi Michele lo masturbò, come se fosse stato per lui un gesto naturale, tipo spingere il pedale della frizione. E in pochi minuti gli fece raggiungere di nuovo il piacere. Dopo averlo ricoperto di baci, Diego ricambiò con le mani, con la bocca, con la barba appena accennata, con i piercing, con le braccia e con le dita a sfiorare punti che prima di allora nessuno aveva mai osato lambire. Come appariva meccanica e banale a Michele ora, la vita sessuale con Marina. Ora che Diego gli aveva mostrato cosa fosse davvero godere. Stanchi non riuscirono nemmeno a ripulirsi dopo il secondo round né a parlare più. Michele cadde dormiente e Diego appresso. Ma un’ora dopo Michele era di nuovo sveglio, mentre Diego, disteso pancia in su con un braccio a coprire gli occhi, sembrava completamente avulso al mondo. Michele sospirò: non doveva certo ragionare troppo per capire il perché si sentisse così turbato. Era felice, ma, allo stesso tempo, terribilmente in bilico. Doveva decidersi: o usare quella storia per un sano e divertente sesso alternativo, o dire la verità su di sé. Non poteva permettersi di innamorarsi di Diego, o che questi si innamorasse di lui, senza aver prima chiarito la sua posizione. Ma visto che l’idea di raccontare di sé, della sua vita eterosessuale con Marina, della sua posizione sociale ecc, lo terrorizzava, prese in considerazione il sesso. Non poteva Michele restare tutta la notte con il ragazzo, così prese coraggio e verso l’una lo svegliò. Diego spalancò gli occhi magnifici guardandolo senza capire. “Hey... ma che occhi belli che hai... no, scusa, non ti volevo imitare cappuccetto rosso e tu di sicuro non puoi fare il lupo cattivo... ecco, io dovrei andare. È tardi per me” Diego si alzò a sedere strofinandosi gli occhi. C’era troppa luce.
“Oh, scusa sono crollato. Hai ragione. Aspetta: prima ti offro qualcosa? Non sono stato un gran padrone di casa. Immagino che avrai fame, o sete o...”
“No, no... tranquillo Diè, solo una capatina al bagno poi torno così parliamo un pochetto, ti devo dire giusto due parole” e così scattò verso il bagno. Per Michele, così stretto, angusto, si rivelò un’impresa togliersi i residui d’amore e dovette fare un grosso sforzo per non bestemmiare. Decise che una volta a casa si sarebbe fatto una doccia con tutti i crismi. Nudo, Diego lo attendeva sempre nella stessa posizione. Michele sospirò più volte: lo trovava bellissimo, se lo sarebbe fatto ancora e ancora lì, in quel momento, in qualsiasi momento! Ma trovò modo di dire quello che doveva dire. “Ecco Diego” iniziò sedendosi accanto a lui. L’odore che il giovane emanava era in grado di confonderlo, di narcotizzarlo un po’. “Cioè io non so dove ci porterà tutto questo, intendo fare queste cose insieme. Che sono bellissime ecco, io non ci vorrei rinunciare. Ma tu hai già un ragazzo e anche io ho i miei casini, no? Insomma forse dovremmo decidere che almeno all’inizio...” “Sì, sì, ho capito” sorprendendolo Diego lo interruppe. L’espressione indecifrabile. “Lo so che non ti piace essere trattato da amante, e non piacerebbe a nessuno, poi tra l’altro io sto così bene con te, provo qualcosa per te... provo tanto! Sento che sta nascendo un sentimento ma c’è Nicola ecco, ovvio che c’è! E per ora non me la sento di lasciarlo anche perché vorrei conoscerti un po’ Michi. Non mi fraintendere: a me sembra di conoscer tutto di te, o meglio quello che conosco è fantastico e mi basta. Però è chiaro che se mi buttassi a capofitto in una storia con te rischierei di restare fregato” gli scappò uno starnuto. A Michele sembrò quello di un gatto. Poi continuò: “Che poi non sarebbe la novità. Io mi illudo sempre di aver trovato quello giusto e poi finisce che vengo lasciato. Ho preso tante di quelle botte, non intendo dai miei ex, anche da loro certo, più che altro mi hanno menato certi energumeni a cui non piacciano i miei capelli e il mio modo di parlare forse. Però insomma se Nicola scoprisse quello che abbiamo fatto stanotte qui... non so se mi resterebbe un solo osso sano, e intendo anche il cranio. Vedi quel muro?” Indicò uno spigolo innaturale formato dal muro prima dell’armadio. “Mi ci sbatterebbe la testa finché non mi schizza il cervello dalle orecchie”. “Perché glielo permetti? Voglio dire: lui non ti ha mai messo le mani addosso solo per gelosia no?” Diego arrossì: “Beh, non è che mi sbatta come uno straccio bagnato. Ma mi ha minacciato, in maniera piuttosto convincente. Ma non posso dire di non essermela cercata. Ribadisco: io un po’ troia lo sono e mi piace puttaneggiare con gli altri? Sì, anche! Quando se ne accorge mi prende malamente e mi ricorda che sono suo nella sua maniera. Ecco, niente botte da pronto soccorso, solo un promemoria”. Michele non era d’accordo e lo espresse con tutta la veemenza che poteva: “Mi dici perché accetti di subire tutta questa violenza? Sei un bel ragazzo, sei dolce e generoso. Ami la tua musica, per quello che ho visto fin’ora sei anche bravo, ti impegni per quello che fai. E poi ti lasci picchiare dal fidanzato geloso? Mi deludi Diego” l’ultima gli uscì con la voce acuta. Diego guardò serio e vergognoso il pavimento. “Mi dispiace averti deluso Michi. Lo so, non sono il massimo dell’autostima. Anche i miei ex erano un po’ violenti con me. Non lo so, alla fine penso che mi piaccia anche questo trattamento rude. Mi fa sentire amato forse? Sto cercando di psicanalizzarmi e dato l’orario è una roba strana. Però è così. Dopo qualche strattone scopiamo così bene Nicola ed io... insomma è eccitante per entrambi, così io lo faccio ingelosire per dargli motivo di picchiarmi e ci piace. Ma non l’avevo mai tradito. Figurati, una volta mi ha visto che accarezzavo il braccio di Fabio, in maniera sensuale ecco. Mi voleva ammazzare! Almeno dallo sguardo, ma poi si è limitato a qualche schiaffo, però la sua espressione era davvero fuori di testa!” Michele aveva sentito abbastanza. Lo stava usando per migliorare la sua vita sessuale con Nicola o tentava il suicidio? “Diego io... non lo so, non penso di voler essere messo in mezzo a questa squallida tresca” si morse il labbro: c’era anche Marina, si disse, è una quadresca! Diego lo baciò con impeto, costringendolo a rientrarne nella realtà, la sua realtà, che non poteva fare a meno di quella bocca, di quelle braccia magre, di quelle mani sapienti. “No, no! Michi, non pensarlo nemmeno. Te l’ho detto: con gli altri era diverso. Era solo un gioco. Con te sono andato fino in fondo e anche oltre. Credimi che non ho mai pensato di usarti per far ingelosire Nicola, anzi... ora dovremo stare attenti a non farci scoprire. Lo dico pure per te”. “Io non ho paura del tuo ganzo” “Oh lo so, sei più grosso di lui” Diego si strofinò in maniera sexy ma Michele non cedette. Si era davvero fatto tardi. “Va bene cucciolo, ora sai i miei orari e quando mi devi chiamare”.
“Ricordati che tra tre giorni c’è il concerto dei Medusa” l’ultima parola fece sbandare l’ingegnere. Pensò alla valle delle meduse, pensò a tutto quello che non doveva pensare, e per smettere impugnò la testa di Diego e lo baciò fino a quando si perse completamente. E smise di pensare.

1 commento:

  1. Mi piace questo loro scoprirsi e confidarsi dopo aver fatto l'amore e aver condiviso tanto come Michele non ha mai fatto in tutta la sua vita. Purtroppo quel rapporto appena nato si fonda su bugie e non potrà che crollare come un castello di carte quando Diego scoprirà quello che Michele non trova il coraggio di confessare. E anche i casini amorosi del giovane musicista sembrano peggiorare la situazione già precaria. Sono curiosa di vedere come si destreggerò il nostro ingegnere con questa doppia vita

    RispondiElimina

 

caparezzamadiego Copyright © 2011 Design by Ipietoon Blogger Template | web hosting