Titolo: Ora come allora (Una vacanza
indimenticabile)
Autori: Giusipoo/Annina
Pairing: lo
scoprirete leggendo
Genere: AU/Commedia/Romantico/Erotico/Introspettivo/Flashback/A
più voci
Rating: PG, slash, NC 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutti di fantasia. Abbiamo attinto
a quella e alle immagini di sei personaggi interessantissimi.
due ragazzi cercavano
un passaggio per il sud
Davide
Nicola, non siamo mica dei pudichi. Io no di certo.
Stai dicendo parecchie inesattezze. Ma è da te un po’ di superficialità. Fabio
non era per niente ritroso, tu dicesti che su quel letto non si poteva scopare
e tu, con le tue bacchettonissime idee etero ti portavi dietro tutti quei tabù.
Abbiamo giocato, ci siamo divertiti tutti insieme, da ogni punto di vista. Ma
in Sicilia non potevamo ancora sapere che fare sesso insieme sarebbe diventato
canonico, e come ha ricordato Nicola, non c’è stato bisogno di discuterne a
tavolino. È sfociato tutto così, come vicino a quella palizzata ad Agrigento,
così come nella casa dei bisnonni di Michele. Quella fu la prima di tante
volte. Poi a Torino siamo riusciti a vincere ogni remora, consci dell’amore e
della fedeltà dei nostri rispettivi partner. Anzi, lo ammetto: dopo che Nicola
se ne tornò in Puglia, mi sono mancate davvero le nostre felici ammucchiate.
Gabriele
Se posso dire la mia, all’inizio mi vergognavo
moltissimo. Però poi come Nicola e come tutti voi, mi sono lasciato andare. Fabio
era un po’ rigido, è vero. Ma solo perché geloso, come geloso è Michele di
Diego. Poi hanno capito che non c’era da essere gelosi, non c’erano altri. Noi
siamo il gruppo e nel gruppo si può fare tutto. Comunque stai tranquillo
Davide, sai che dopo che Nicola tornò in Puglia, non abbiamo più fatto quelle
cose insieme. Ci avrebbe preso male.
Michele
Non lo hanno più fatto con me e Diego ma magari lo
hanno fatto con altri! (Ride)
Fabio
(Ride a suo volta) Quello faceva parte della
nostra complicità, del nostro essere gruppo. Se abbiamo potuto avere una
carriera felice che per anni ci ha sfamati e ha sfamato i nostri sogni: la mia
falegnameria, il beauty center di Diego, lo studio di Davide, l’appartamento di
Nicola in Puglia e la sua scuola di musica di Michi a Torino, se gli Skulls hanno avuto successo, un
po’ di fama e ci hanno garantito una buona rendita, è perché con la nostra
musica trasmettevamo l’amore che ci attraversava. La meraviglia di quello che
ci era successo.
È chiaro che quando Nicola e Davide ruppero si
ruppe anche il gruppo. Ma a quel punto andavamo verso i trenta, Michele, Davide
ed io almeno, voi ragazzi avevate ancora i vostri sogni ma anche la testa sulle
spalle. Nicola la sua confusione. Ma si è continuato a suonare per un bel po’
no? Anche se i compensi non erano più quelli dei primi tempi, quando eravamo
sulla breccia. Ma non abbiamo mai pensato che sarebbe durata per sempre. Almeno
per noi, Davide invece... beh per lui, un discorso a parte.
Davide
Andiamo per gradi. Lasciammo l’isola il trenta
settembre. Fu una bella vacanza, assolutamente e ora ci aspettava la vita, ci
aspettava Molfetta. Il primo ottobre bisognava riconsegnare il pulmino, ma
sia io sia Diego non volevamo lasciare i nostri ragazzi. Per fortuna che Fabio
e Gabriele si sacrificarono a tornare in tempo a Torino.
Gabriele
Non fu un sacrificio: io dovevo tornare a scuola
sennò i miei avrebbero iniziato, giustamente, a rompere! Fabio lavorava già. Le
sue ferie finiva due ottobre. Fu bello a Molfetta, proprio bellissimo. Fabio
chiese al suo titolare di poter rientrare con due giorni di ritardo e così,
dopo la vacanza siciliana, dalla sera del trenta iniziò quella pugliese. Certo,
per Michele e Nicola non era facile. Prima dovevano spiegare ai rispettivi
genitori il perché di quella settimana di ritardo. Poi, soprattutto Michele,
mettere a tacere tutti i sensi di colpa con la sua ragazza.
Michele
Sì ma siete già in Puglia? Ragazzi
voi corrette! Ecco, tra nemmeno un’ora siamo a Villa San Giovanni. Mentre dopo
i successi del tour in Sicilia, ci aspettava un viaggetto di almeno otto ore,
ma prima il traghetto a Messina no? Di nuovo la sera. A noi ci è sempre preso
bene fare quel pezzo di mare di notte, chissà come mai. Questa volta eravamo
stanchi tutti davvero e nessuno pensò di fare l’amore. Restammo dentro il mezzo
a dormicchiare. All’una del primo ottobre eravamo in terra calabrese, diretti
in Puglia.
Diego
Mi
prese un filo di tristezza quella notte sul pulmino. Ripensavo a tutto quello
che era successo in quell’ultima settimana, a tutto quello che di bello avevamo
avuto, tra tutti. Era quella malinconia da
fine festa no? E poi, sinceramente avevo anche paura. Ora andavamo in Puglia,
Michele avrebbe rivisto la sua ragazza. E se non avesse trovato il
coraggio di lasciarla? E se lei gli avesse fatto delle storie? Anzi, era certo
che lei gli avrebbe fatto delle storie. E se non fosse riuscito a chiudere con
lei? Se lei fosse riuscita a fargli tornare la voglia di stare con una donna?
Come potevo io, piccoletto e strano come sono, competere con una bella ragazza
pugliese? Magari mora con due bellissime tette. Guardai Michele che dormiva
vicino a me. Chissà se anche lui avvertiva la mia stessa tensione. Per lui
sarebbe stato anche peggio. Lasciare la sua ragazza, dopo tanto tempo insieme.
Mi sentii anche in colpa così, per lui e per lei. Mi prese un’ansia tale che
dovetti uscire un attimo dal VW: facendo più adagio che potevo scesi e mi
diressi verso il parapetto. Respirai a fondo l’aria salmastra, fredda, non
volevo piangere come al solito. Poi pensai che tanto ero da solo lì, potevo
anche lasciarle scorrere due lacrime.
Davide
Gli
altri dormivano tutti pesantemente, ma io no. Oh, non avevo i tuoi pensieri io,
ma ugualmente non riuscivo a rilassarmi: speravo che Nicola sarebbe tornato a
Torino con noi, ma poteva anche essere che cambiasse idea. Lui era così,
imprevedibile. Mi sarebbe spiaciuto e tanto, io lo amavo. Lo amavo come avevo
amato Fabio, con tutto me stesso. Sentii un movimento alle mie spalle, dallo
specchietto vidi Diego che sgusciava fuori dal pulmino. Nessuno si accorse di
niente, ma io lo seguii. Sapevo a cosa stava pensando, lo conoscevo bene, era
il mio migliore amico e, anche se adesso eravamo un gruppo meraviglioso e
affiatato, ero ancora io quello che lo conosceva meglio.
Ti vidi dirigerti verso il parapetto e ti venni dietro. Vidi le tue spalle che
tremavano, capii che stavi piangendo. Ti raggiunsi e ti cinsi le spalle: tu
sussultasti e ti girasti verso di me: forse rimanesti deluso, forse ti aspettavi
Michele, ma ti gettasti tra le mie braccia e io ti strinsi forte. Ti dissi di
non preoccuparti, di non piangere, che Michele ti amava e sarebbe andato tutto
bene. “Lo so”, mi rispose quel cucciolo che è Diego, “ma io non voglio che
soffra”. Mi svelasti i tuoi pensieri, e io ti rivelai i miei. Restammo lì a
consolarci per un po’, abbracciandoci e sbaciucchiandoci e da un certo punto di
vista fu bello vedere quanto era grande la nostra amicizia. La notte era
stupenda, come all’andata, così romantica, con quella brezza che ci soffiava
contro. Peccato tutti quei pensieri tristi. Quando fummo un po’ più tranquilli
ci scambiammo un sorriso e dopo un ultimo bacetto sulle labbra tornammo ai
nostri posti.
“Dai,
ritorniamo dai nostri molfettesi” mi disse Diego. Costatammo che nessuno si era
accorto di niente a bordo, e pensammo all’unisono che era meglio così.
Michele
O
porca… non ne sapevo nulla di questa parentesi di dolore. Vieni qui Diego, ma
perché non svegliarmi, perché non parlarne con me? Ti sentii muoverti vicino a
me e aprii gli occhi per un attimo, ma non capii che arrivavi da fuori, pensavo
ti fossi agitato nel sonno. Ti sorrisi e ti
abbracciai, riaddormentandomi subito. Ero veramente stanco. Stranamente, i
pensieri che si agitavano nella tua testa, a me non sfioravano nemmeno. Ma non
perché fossi un insensibile, sapevo che sarebbe stata dura, ma il mio amore per
te piccolo mio era talmente grande, talmente forte, che nient’altro mi sembrava
importante. Pensai anche che Raffaella era sì la mia ragazza, ma era tanto
tempo che non ci si vedeva, penso che il nostro rapporto fosse destinato a
finire comunque. Difficile sarebbe stato far fronte alle reazioni dei miei. Oh,
non avevo intenzione di fare outing, come si dice, non in quel momento almeno,
non ne avevo nessuna voglia, anche se avevo deciso di dirlo, perché io sono
così, non ho mai nascosto niente nella vita, ma non in quel momento; poi pensai
che i miei andavano preparati un po’ alla volta, no? La parte più difficile
sarebbe stata la loro. Quindi per me si trattava di sopportare un po’ di
tensione per un paio di giorni, e poi ce ne saremmo tornati in treno verso il
Piemonte tutti insieme. Nicola non aveva problemi, a cena mi aveva detto che
non aveva intenzione di fermarsi troppo in paese, perché lui voleva stare con
Davide, e a Molfetta come faceva? Oh, Diego, cucciolo, come mi spiace non
averti sentito quella notte, vieni qui fatti dare un bacio. Per fortuna c’era
il nostro Davide, che ancora oggi si accorge di ogni tuo battito di ciglia fuori
ritmo!
Davide
È
così, siamo rimasti grandi amici noi. Anche Diego si accorge subito se ho
qualche problema. Ma per lui è normale, lui si accorge di ogni sfumatura, in
ogni persona, io sono un po’ meno sensibile, ma per lui sono sempre presente.
Anche questo è bellissimo se ci pensate: non solo il vostro amore che dura da
vent’anni, dico tutte e due le coppie gigante/elfo! Ma anche l’amicizia tra me
e Diego, che di anni ne conta anche di più.
Nicola
Non
so perché ma mi sento leggermente escluso. Comunque, come diceva Michele, era
più o meno l’una quando arrivammo nel continente. Decidemmo di non fermarci, ma
di partire subito verso la Puglia, alternandoci alla guida, per non perdere
tempo. Anche perché Fabio e Gabriele sarebbero dovuti ripartire in fretta per
tornare a consegnare il pulmino, potevano fermarsi solo un paio di giorni.
Guidammo senza sosta, dandoci il cambio spesso, perché eravamo stanchi e c’era
il rischio di finire fuori strada. Poi le strade non erano proprio agibili,
piene di buche, tanto che ci prendeste anche in giro, a me e a Michele, dicendo
che invece di venire su in Piemonte a sistemare le autostrade, avremmo prima dovuto finire
quelle al sud. Verso le undici arrivammo a Molfetta, stanchi, assonnati, gli
occhi iniettati di sangue tra tutti, che sembravamo usciti da un film
dell’orrore, e affamati come lupi. La cosa bella era che Michele aveva avvisato
a casa sua che sarebbe arrivato verso mezzogiorno con me e altri quattro amici,
e sua mamma naturalmente, al sud l’ospitalità è molto importante, lo sapete no?
La zia dicevo, preparò un pranzo che sarebbe bastato per quindici persone
normali. Noi non avevamo una fame normale, e ci spazzolammo tutto quello che
c’era su quella meravigliosa tavola imbandita. Zia Assunta dapprima ci guardò
con un po’ di stupore, ma poi fu contenta per tutti i complimenti che
ricevette, e meritatissimi. Zia Assunta è una cuoca straordinaria.
Un
altro colpo di fortuna fu che non solo l’ospitalità è sacra, ma che diventa
anche un punto d’onore cercare di fare più degli altri, cosicché i miei si
sentirono in dovere di invitare tutti quanti il giorno
dopo. Due pranzi da re erano sistemati. Per la cena due pizze potevamo ancora
permettercele.
Piazzammo la tenda su una spiaggetta lontana dal paese, che io e Michele
conoscevamo bene perché ci andavamo spesso. Era solitaria, ci si poteva stare
in pace e fare tutto quel che si voleva.
Michele
Mia
mamma si risentì perché io decisi di dormire con voi, e di non fermarmi a casa.
Ma io non volevo certo stare lontano da Diego, e se avessi proposto di farlo
fermare ospite a casa nostra, nessuno avrebbe avuto niente da ridire, ma
insomma, la faccenda sarebbe stata complicata, visto che noi due non riuscivamo
a stare in un letto, ma anche solo su un telo da spiaggia, senza scopare. E poi
volevo passare gli ultimi giorni di vacanza con Diego sulla spiaggia, farci un
altro bagno di notte, far l’amore sulla spiaggia della mia Molfetta, e anche
nell’acqua volevo farglielo fare. Insomma, non ce n’era, io non potevo più
stare lontano dal mio amore. Non fu facile stare a tavola con i miei senza
prendergli la mano, pensai che sarebbe stato meglio essere seduti lontani, poi
mi convinsi che non era vero, che almeno così potevo sfiorargli una gamba,
passargli il pane guardandolo negli occhi, anche questo era bello, era sexy.
Fingere indifferenza mentre ti porgevo del cibo con la mia forchetta e
guardarti prenderlo con la tua bella bocca… Sì, fu bello
anche così. Non fu bello invece quando, subito dopo il caffè, suonò il
campanello
e mia mamma tutta sorridente andò ad aprire la porta a Raffaella. Vidi i tuoi
occhi incupirsi quando lei mi baciò, anche se mi facesti uno dei tuoi sorrisi,
quei sorrisi che volevano dire tutto: mi fido di te, stai tranquillo, ti sono
vicino, sono tuo. Decisi che avrei subito risolto questo problema che ti faceva
stare male. Da perfetto cafone non ti presentai Raffaella, ma lei ci pensò da
sola. Io semplicemente non volevo infierire su Diego: quando lei gli strinse la
mano, sono sicuro di averlo visto impallidire. La invitai a seguirmi in una
passeggiata. Dopo un po’ che camminavamo, le parlai. Cercando di farle meno
male possibile, le spiegai che la lontananza, sai credo che dovremmo prenderci una pausa, non mi sento di portare
avanti una relazione che non so cosa potrà portarci. Mi mollò un ceffone.
Così, di punto in bianco. Mi disse che ero un porco bastardo e che l’avevo solo
presa in giro. Se ne andò. Io ero felice, pur con le impronte delle cinque dita
di Raffaella sulla guancia. Era stato facile in fondo, pensavo peggio. Poi si
scoprì che anche lei aveva un altro, e che doveva solo decidere chi tenere tra
i due. Senza saperlo, le avevo semplificato la vita.
Tornai a casa solo per scoprire che vi eravate già spostati tutti quanti sulla
spiaggia.
Corsi, corsi come un matto, che con quello che avevo mangiato rischiai di
rimanerci secco. Arrivai alla spiaggia e ti vidi da lontano. Guardavi il mare,
assorto, seduto vicino a Davide. Gli altri tre
giocavano a pallone sulla riva. Il mio Diego, pensai. Pensai che eri bellissimo
e a quanto ero stato fortunato ad averti conosciuto. Ripresi la corsa e ti
saltai addosso alle spalle, gettandoti nella sabbia. Ridevi, ma negli occhi
avevi più di un ombra. “Sono libero” ti dissi “libero di amare solo te”. Ti
schiacciai nella sabbia e ti baciai, incurante di tutto e di tutti. Tanto non
c’era mai nessuno lì. Voi quattro a un certo punto cominciaste ad applaudire:
che scemi! Mi staccai solo per guardarti gli occhi: le ombre erano sparite,
c’era solo gioia. Eri così bello, così cucciolo, così caro, così da amare.
Esattamente come ora. Un bacio non mi bastò…Ti infilai la lingua fino alla
gola, le dita tra i capelli, te li tirai forte, forse volevo farti male per
farti sentire meglio la mia passione, quanto ti amavo forte, forte come quel
dolore! Ti sentii gemere un po’ di dolore e di piacere, avvicinare i fianchi ai
miei, le nostre erezioni a stridere. Rotolammo nella sabbia, prossimi
all’orgasmo ma furono gli altri a rovinare tutto dicendoci di smettere. Fu un
bene però! Stavamo esagerando, ma, ogni tanto, bisogna pur esagerare, no?
Fabio
Fu una bella serata. Mangiammo le
nostre pizze sull’arenile. Bellissimo: Michele aveva portato anche le candele,
la tovaglia, gli avanzi del pranzo! Lui e Diego avevano progettato la notte
d’amore in spiaggia ma noi altri si era stanchi di dormire all’addiaccio. Gabri
ed io serbavamo un ricordo bellissimo della notte d’amore sulla spiaggietta
messinese ma non ci avrebbe dispiaciuto il letto, così quando la sorellina di
Michele ci venne ad avvisare, ricordo che per miracolo lui e Diego non stavano
pomiciando, ma erano seduti vicini normali come due amici, ecco quando venne a
dirci che c’era l’appartamento dei nonni di Michele disponibile, tutti
risposero felici che sì, accettavamo volentieri! Non era più tanto caldo. Ma
Diego no, lui era d’accordo a dormire in tenda, i soliti discorsi. Il bagno di
notte, fare l’amore in spiaggia e anche nel mare, come andava a Michele. Il
desiderio di Michele era anche il suo.
Gabriele
Prima di raggiungere la casa dei
nonni di Nico e Michi facemmo la doccia a casa di Michele. La madre si scusò
che da lei non ci fosse spazio a sufficienza per tutti e ci ricordò che a casa
dei nonni c’era un letto solo. Ma c’era il letto di Michele e un divano letto,
Nicola poteva tornare a casa sua. Povera signora Assunta, la mamma di Michi!
Non ci stava capendo niente. Tutti quegli spostamenti, tu che non dormivi a
casa. Vi avevamo lasciato sulla spiaggia con la promessa di vederci per
colazione il giorno dopo. Nicola e Davide si erano lavati a casa sua e
tornarono da me e Fabio, in attesa di fronte alla casa di Michele. Nicola
abitava dirimpetto all’abitazione dei Salvemini. Certo, era un po’ strano che
noi che non si era nessuno, ce ne andassimo in questa bellissima e piccola casa
senza Michele, che era il nipote. Ma erano anche i nonni di Nicola quelli, per
fortuna. Così mandammo avanti lui e fu tutto perfetto. Eravamo stanchi ma non
paghi di amarci...
Nicola
Qui iniziarono i problemi. La casa
dei miei nonni era piccola e c’era un solo letto, tra l’altro matrimoniale
altissimo, di quelli antichi. Tutti volevamo scoparci così decidemmo di fare a
turno. Davide ci si buttò per primo e tanti saluti. Ma io dissi che c’era
spazio per tutti. Ad avere pensieri eravate soprattutto voi, tu e il mio boy
no? Gabriele era timido, ma si sarebbe lasciato trascinare con facilità. Davide
invece disse che era proprio d’accordo a starci tutti nel letto dei nonni ed
iniziò a spogliarsi. Ma Fabio no, lui non era d’accordo per niente, così
trascinò Gabriele in sala da pranzo.
Gabriele
Non c’era nemmeno un divano così
ci adattammo in terra. Ma era freddo cazzo, era proprio inospitale. Fabio mi
fece uno sguardo strano e uno strano sorriso. Nel frattempo Nicola e Davide
avevano già iniziato a far muovere la testiera del letto. Sentivo i gemiti di
Davide e guardandoti mi chiedesti se stessi un po’ soffrendo, se ci fosse
ancora un pochino di gelosia retroattiva. Io ti giurai che non c’era, che anzi
lo trovavo molto eccitante. Tu mi dicesti: “So che Davide mi ha amato davvero
tanto, sopratutto all’inizio, prima che cominciassero le discussioni, che si
amareggiasse tutto. Avevamo una gran bella vita sessuale. Ma no, non l’ho mai
visto così felice tra le mie braccia. Ma la cosa più importante è che non ho
mai visto nessuno così felice tra le mie braccia come te piccolo Gabri, questo
conta più di tutto” una cosa del genere dicesti, ricordi amore? Ma certo che
ricordi... Ci abbracciammo e ben presto iniziammo ad accarezzarci. Era
fantastico perché nel giro di poco ci trovammo a giocare con i nostri uccelli
in tiro, anche a ridere. Dopo poco ci unimmo e anche se il pavimento era così
freddo, il calore dei nostri corpi ci fece dimenticare di tutto e ci perdemmo.
Eravamo ancora uniti quando arrivò Nicola a dirci che potevamo prendere
l’alcova. Senza pulirci ci avviammo a letto. Si sentiva l’odore del sesso ma
eravamo così stanchi che non ci importò. Dormimmo tutti e quattro nel letto dei
nonni di Michi e Nico.
Davide
La mattina mi svegliai e vidi che
Fabio e Gabriele si stavano baciando oltre Nicola che dormiva. Era una visione
così bella e sexy che presi a toccarmi. Ben presto anche Nicola si svegliò e mi
baciò. Con tutta la naturalezza del caso, senza forzare niente, finalmente
riuscimmo a farlo tutti insieme nello stesso letto. Da una parte Nicola tra le
mie braccia, mi accoglieva ma dopo qualche dozzina di spinte, io accoglievo
lui, in un perfetto alternarci. Fabio teneva il piccolo Gabriele sotto di sé,
che praticamente spariva. Non riuscivo a smettere di guardarli, ero catturato
dalla loro bellezza. Nemmeno mentre scopava con me Fabio mi era sembrato così
bello. Forse c’entrava il fatto che quello fosse un amore appena sbocciato, non
so. Ma notai che anche Fabio ci guardava.
Fabio
Dio se eravate belli insieme!
Altro che porno. Tutti i migliori film erotici del mondo non valevano voi.
Quella mattina fu davvero stupendo. Quando Nicola prese il sopravvento su
Davide, io e lui seguimmo lo stesso ritmo e non ce ne fu più. Gabriele venne
con uno dei suoi soliti urli e poco dopo anche Davide. Nell’eccitazione del
momento ricordo che tra me e Davide ci scappò un bel bacio. Che allora ci
sembrò ‘sta gran cosa. Infatti subito mi preoccupai che Gabri avvedendosi di
quell’atto tra l’affettuoso e il libidinoso, ne potesse soffrire. Ma lui
sorrise e mi confidò che avrebbe dato un bacino a Nicola alla prima occasione. Tanto
si sarebbe rifatto quella notte tutti insieme, no?
Nicola
Sì, dovremmo farlo anche con Diego
e Michele, perché no? In questo letto c’era spazio per tutti! Bisognava solo
che i due piccioncini si destassero dal loro letargo d’amore.
Michele
Ma quale letargo d’amore. Mentre
voi facevate le prove ufficiali dell’ammucchiata che fu, io e Diego non fummo
da meno. Ci amammo e poi restammo per ore a chiacchierare, ascoltando il mare.
A notte fonda ci addormentammo. Quella mattina vi raggiungemmo noi, perché
proprio non
arrivavate, a casa dei miei nonni. Trovai Nicola in boxer che chiacchierava con
Fabio, invece Davide e Gabriele nel letto, se la dormivano alla grande. Era
quasi l’una del giorno.
Diego
Il pranzo della zia Assunta!
Michele era allibito. Nessuno capì niente di quanto accaduto, dico nessuno tra
me e Michele sospettò che l’avevate fatto nello stesso letto. Che poi a
pensarci bene è proprio una cosa un po’ perversa no? Troppo trasgressiva!
Nicola era gay da pochi minuti, Fabio e Davide erano stati insieme cinque anni
e Gabriele si era fatto sverginare tre notti prima, più o meno. Cazzo di
fregola ragazzi! Però quando lo capii dalle battutine che Nicola e
Davide continuavano a scambiarsi, ci restai secco. Ero invidioso. Le fettine
panate, una marea, e quella pasta super sugosa, con di tutto e di più al suo
intero, che zia Assunta aveva preparato, mi restò sullo stomaco. Finimmo di
pranzare alle quattro del pomeriggio e io avevo una voglia matta di capire.
Presi Fabio, l’insospettabile, e seguito da Michele, ancora un po’ confuso, lo
misi di fronte alle sue colpe.
Fabio
“Lo avete fatto insieme stanotte?
Che diamine vi è saltato in mente!” ahahah, così mi hai detto Diegone. E io ti
risposi con una faccia di bronzo! “Ma no stanotte, questa mattina, solo questa
mattina!” Michele scoppiò a ridere, ma tu ti incazzasti come una iena. Ce ne
dicesti. Di Gabriele che era solo un ragazzino, della mancanza di rispetto per
la mia storia con Davide. E addirittura per la mancanza di rispetto nei
confronti dei nonni di Nicola e Michele! Ahahaha, comico davvero a pensarci
ora.
Davide
Oddio davvero comico Diego! Finito
di dire questa scendo a fumare una sigaretta, che sulla nave si sta bene, anche
se stasera è ben più freddo che vent’anni fa. Diego fumi con me? Ok. Sentendoti
sclerare così amico mio, ti chiarii subito come stavano le cose. L’unico motivo
per cui ti bruciava era che tu non c’eri. Ma io ti rinfrancai dicendoti che la
notte avremmo replicato tutti e sei insieme. Anche perché poi la mattina Fabio
e Gabri sarebbero tornati a Torino. Che faccia facesti Diego caro! Prima rosso,
poi bianco, poi di nuovo rosso! Per qualche altro minuto continuasti a darci
dei pervertiti. Per fortuna che Michele ti parlò e ti fece comprendere che non
c’era niente di male. Era solo la voglia che avevi di fare quell’esperienza a
renderti acido.
Che capitolo pregno di avvenimenti. Con questa storia mi fate davvero sognare, eccitare e anche spargere qualche lacrima. Diego nonostante ostenti sicurezza teme che il suo Michele possa non riuscire a staccarsi dai legami col passato e con la sua ragazza, ma come sempre lo sorprende. Cavolo se è sexy la scena di Fabio, Davide e i rispettivi compagni nel letto a fare l'amore insieme. davvero una scena pazzesca che mi ha davvero coinvolto. Ultima notte prima della partenza di Fabio e Gabri e quindi ultimo sprazzo di libertà più assoluta, ma non ultima occasione di sperimentare.....
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