mercoledì 22 gennaio 2014

Ora come allora, capitolo sedici


Titolo: Ora come Ora come allora (Una vacanza indimenticabile)
Autori: Giusipoo/Annina
Pairing: lo scoprirete leggendo
Genere: AU/Commedia/Romantico/Erotico/Introspettivo/Flashback/A più voci
Rating: PG, slash, tassativamente NC 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutti di fantasia. Abbiamo attinto a quella e alle immagini di sei personaggi interessantissimi.


due ragazzi cercavano un passaggio per il sud 



Fabio

Arrivasti nella stanza che Diego e Michele non erano ancora tornati. Non avevi una bella espressione Davide caro, mi sembravi amareggiato. Gabri ti chiese timidamente com’era andata, e tu gentilmente gli dicesti che non era andata male, accarezzandogli i capelli. È sempre così con Gabri o con Diego, vien voglia di coccolarli. Ti spiegammo quello che era successo con Diego, e tu ti spaventasti così tanto che volevi infilarti subito in bagno da loro per vedere se era vero che stava bene. Ti convincemmo a rimanere, ad aspettare che tornassero. Non parlasti di quello che era successo di là, ma di tutt’altro da quell’abile oratore che sei sempre stato. Quando dopo una mezz’ora ricomparvero Diego e Michele, ti alzasti di scatto e ti precipitasti ad abbracciare il tuo amico. Diego sorrideva, ti rincuorava, ti diceva che stava bene, che non era successo niente alla fine, solo, disse scherzando, Fabio tentava di vendicarsi che gli aveva presentato Gabri. Diego è fantastico quando si tratta di non farti sentire in colpa. Mi ribadì che probabilmente non ero nemmeno stato io la causa, il suo respiro era corto, perché l’eccitazione esagerata e l’orgasmo stellare (sempre nello spazio lui, con il suo Star Wars!) glielo avevano troncato, e la piccola pressione delle mie mani aveva solo un po’ accentuato il problema. E probabilmente era davvero così, ma io mi sentivo ugualmente in colpa. Mi si sedette in braccio e mi coprì il volto con le mani, dicendo che avrebbe fatto scomparire tutto con la magia. Recitò una specie di formula magica, e quanto mi tolse le mani dal viso, esibì un’espressione talmente buffa che tutti scoppiammo a ridere. Rise anche lui dandomi un bacino sul naso, e insistendo che dovevo dimenticare tutto. Nessuno aveva fame quella sera. Mi presi anche Gabri tra le braccia e poi mi sbaciucchiai i miei cuccioli, felice. Dando la buonanotte a tutti, ci ritirammo nella nostra camera. Gabri mi coccolò tanto, finché non ci addormentammo abbracciati. Il mio piccolino...

Michele

Noi invece parlammo tanto quella sera. A parte l’incidente di Diego, che era stata una cosa su cui ora potevamo ridere, c’era la storia di voi due, Davide e Nico, che stava finendo. Ce n’eravamo accorti tutti, e Davide ora soffriva. Rimasi seduto con voi per un po’, poi mi affacciai alla finestra, guardando il cielo stellato sopra Torino. La Mole da lontano svettava, avvolta di mistero come tutta la città, del resto. Restai lì per tanto tempo per darvi modo di parlare. Poi mi sentii sfiorare una spalla: mi voltai e Diego era lì che mi abbracciava e mi chiedeva di far rimanere a dormire con noi Davide, che era triste anche se non lo voleva dire. Gli sorrisi, certo che poteva anzi, mi faceva piacere. Diego mi baciò e mi sussurrò ti amo sulla bocca. Anch’io ti amo ti risposi, ti amo e ti amerò per sempre. Andammo a letto, tu ti mettesti in mezzo a noi due e accarezzasti Davide a lungo, finché non ti cadde tra le braccia. Io feci lo stesso con te.

Fabio

Ragazzi che storia! Ah, siamo quasi arrivati però, vedi come vola il tempo quando si chiacchiera? Siamo arrivato a Porto Empedocle e siamo arrivati alla fine degli Skulls come gruppo, al matrimonio di Nicola. Beh sì perché il coglione qui ebbe l’impertinenza di invitarci.


Davide

Se ne andò da Torino poche settimane dopo quella strana notte, lo strangolamento, Ursula. No, non mi lasciava per Ursula ma per una ragazza conosciuta qualche tempo prima al suo paese. Nemmeno Michele ne sapeva niente, non era colpa di nessuno. Tanto ormai musicalmente gli Skulls erano già preistoria, meteore come la trasmissione. Non pubblicavamo un singolo da quindici mesi e l’ultimo album, il terzo in tutto, era uscito due anni prima. Il nostro manager non ci rimediava più un lavoro e quando Nicola se ne andò da casa mia, poco dopo se ne andarono tutti. No ragazzi, non è un’accusa! Fui io ad esortarvi, ricordate? In quella cena nostalgica, con le valige già pronte, una vera catasta accanto alla porta. Gabriele e Diego con gli occhi lucidi dalla prima all’ultima portata. Mangiaste poco voi elfi mentre io, Michele e Fabio, ci buttammo sul cibo e il vino per non pensare. Ma le villette erano pronte e voi volevate cominciare la vostra nuova vita. All’epoca non c’era ancora il salone di bellezza di Diego, ma il resto c’era tutto. La falegnameria di Fabio, aperta a pieno regime. La mia sala di registrazione, la scuola di musica di Michele aveva già fatto i volantini. Mentre Nicola aveva già spedito le partecipazioni. Sì, lo ammetto: fu una serata tristissima. La partecipazione sotto il telefono, voi che traslocavate. Se non fossi stato il forte che sono tutt’ora, ritrovarmi solo quella sera... così, beh forse l’avrei fatta finita. Ma io avevo la mia musica e quella sera scrissi una canzone. Non lo feci per gli Skulls ma per una nuova cantante che sarebbe diventata famosa negli anni a venire. All’epoca non potevo sapere che i diritti di quel pezzo mi sarebbero valsi migliaia di euro, all’epoca c’era ancora la lira! In ogni modo è la prova che anche da una serata di merda può uscire fuori qualcosa di buono. Poi sì, ve ne siete andati, tutti. Ma siamo sempre rimasti amici. Persino Nicola, che dopo sposato, ogni tanto si faceva vedere dalle parti di Torino.

Nicola

Al matrimonio vennero solo Michele e Diego. Michele in quanto mio cugino e Diego in quanto suo compagno. Fu tutto strano. Lo sguardo di Diego era triste ma, nonostante questo, felice che Michele lo presentasse a tutti come il suo ragazzo. Una cosa qualche anno prima impensabile, anche perché quando eravamo famosi non si poteva dire che eravamo froci! Mi sono sposato il cinque novembre del duemila, di sabato. Giacomo è nato cinque anni dopo, credo durante un estremo tentativo di farmi restare con lei, Beatrice... quella stronza! Io non l’amavo, non l’avevo mai amata. E mentre io mi torcevo tra i salami a Molfetta, voi avevate la vostra vita tranquilla, fatta di amore e di serate tutti insieme, in cinque però, sempre in cinque. Io non smettevo di pensare a quanto ero felice con Davide e con tutti voi. Alla fine mi decisi a lasciarla. Sì, tentai di riconquistare Davide, ma ogni tentativo fu un fallimento. E sapete perché fallii? Perché mi sentivo sempre inferiore a lui. Io ero quello che era scappato, che si era sposato, che era diventato padre. Fanculo ma io ti amavo Davide. Sapete quel è la novità ora? Che adesso non mi sento più inferiore! Lo so che sono stato uno stronzo, che ho sbagliato ma ora siamo qui. Ecco, abbiamo appena passato il cartello Porto Empedocle e cazzo sì, dai! Siamo stati felici qui, è iniziato tutto qui no? E io forse ho sbagliato, no, sicuro ho sbagliato, ho tolto alla mia storia con Davide quasi quindici anni. Per quindici anni siamo stati amici di scopate, non innamorati. Ma se ora vi dicessi che io non ho mai smesso di amare Davide e lui di amare me?

Diego

Sono senza parole ma penso sia vero. Sì, Nicola, tu ami Davide e anche Davide non ha mai smesso di amarti. Non ha mai cercato un tuo sostituto, si è dato da fare. E non solo con i maschi, dopo Ursula ha scoperto che gli piace pure suonare la chitarrina, non soltanto il clarinetto. Beh, non ci ha sorpreso, alla fine Davide è un tipo troppo avanti per fermarsi ad uno strumento solo. Però, uomini e donne, in tanti sono finiti nel suo letto, non li ha mai amati. Senti, proseguiamo subito verso Agrigento? Perché è là che ci dovremmo fermare secondo il mio ruolino di marcia. Ho rubato la parte a Davide, sì! Tanto in mezz’oretta ci arriviamo. Poi ci fermiamo là un paio di giorni, anche di più se vorremo. Che bei ricordi che abbiamo ad Agrigento. Gabri, se mi guardi così mi fai venire da ridere. Anzi ormai… No scusate, eh Michi lo so che sto sghignazzando, guarda la faccia di Gabri! Vero Fabio che gliel’ho rifatto bene il taglio di vent’anni fa? Divino. Eh, non ce la faccio a smettere di ridere, lo sapete anche voi che quando ci prende così…

Gabriele

Oh, che ridere Diegone, che ridere. Ci prendono ‘sti attacchi… ma perché noi con la testa siamo già arrivati ad Agrigento, e abbiamo già visualizzato… lasciate stare. Aspetta, devi girare lì avanti Nico, a sinistra. Che c’è Fabio? Ti stranisci? Ma lo sai che io e Diego siamo così, ci prendono questi raptus: di riso e di pianto sì, siamo fatti così noi, si piange, si ride, siamo sentimentali… Ecco Nico, siamo arrivati: proprio lì, davanti a quello stadio. Non vi ricorda niente? Ragazzi, sì, questo è lo stadio dove ci esibimmo venti anni fa. Beh, allora era un campo, certo. E ora... beh, non ve lo aspettate? Secondo voi ci saremmo riportati gli strumenti solo per riempire il porta bagagli? Ma che siete proprio scemi o ci fate! È vero Fabio, te l’ho fatta! Ve l’abbiamo fatta a tutti quanti. Io e Diego ci siamo messi d’accordo con l’organizzazione del festival per una reunion. Sei felice amore? Siete felici tutti quanti? Dai, scendiamo.

Michele

Eh, scendiamo pure ma… questa poi. Ma ragazzi, siete matti! Ma come facciamo! Una reunion. Cazzo, vent’anni dopo. Una reunion vent’anni dopo. Nemmeno Dumas… no Nico, non è un gruppo psichedelico: ah, tu hai letto I Tre moschettieri? Non l’avrei mai detto. No, ma torniamo a noi, ma a voi due elfi ha dato di volta il cervello? Senza sapere niente, senza provare voi vorreste che noi... Oh ci sono i manifesti! Fabio! Quando abbiamo fatto quella foto? Ah già, è proprio una foto della serata di allora. Bella. Belli, eravamo belli. No Diego, tu mi guardi con gli occhi da cucciolo, ma voi due siete folli davvero. Cosa c’entra adesso che mi baci… mmm… però, forse ce la possiamo fare. In fondo io ho continuato a suonare con la scuola, tu Davide non ne parliamo, poi ti vedo che sei contento, a te è piaciuta la sorpresa! Gli elfi suonano tutti i giorni per diletto, figurati! Per loro ci vorrebbe una giornata di quarantotto ore, tante cose fanno! Fabio dai, che ce la puoi fare anche tu, non ci si scorda come si suona un basso, e tu sei bravissimo, altro che Claypool. Nicola, tu c’hai la faccia come il culo, anche se non sapessi più come si tiene una chitarra, un modo lo troveresti.
No! Invece no! Non è perché mi ha baciato Diego che adesso improvvisamente caldeggio… va bene, ammetto che quando lui mi bacia, mi si annebbia la mente… Oh, dite un po’ quel che volete, io sono contento di questa cosa. Vieni qui Diego mio, guarda questo manifesto, vedi la foto… uguale, tu sei uguale ad allora… Chissà se ci siamo baciati in questo punto vent’anni fa: sono sicuro di sì. Bisogna rifarlo, bisogna rifare tutto no? Oh, che spettacolo Diè…


Fabio

Va bene, Michele l’abbiamo perso. Ma io non sono come lui, non mi potete convincere: non ce la farò mai. Lo so che non ci si dimentica come si suona, come con la bicicletta. Ma sono troppi anni. E poi, col repertorio di quella sera o il nuovo, cioè quello del dopo Vasco. No, non ce la posso fare. Scolta Gabri, è inutile che mi guardi così, l’ho già detto che non sono Michele io, non mi convinci con una moina. Lascia perdere Gabriele, dai. Io te lo do un bacio, ma solo perché mi va di dartelo. Ecco, sei contento ora? Bene. Un altro, va bene. Ma, come dovrebbe funzionare? Cioè le prove, solo domani o anche oggi? Perché magari con due sessioni di prove… Va bene dai, ce la facciamo, ce la facciamo. Alla fine cosa può succedere? Non siamo mica dei ragazzini in cerca di fama! Anzi, è eccitante pensandoci bene. Gabri, pensi che anche noi come Diego e Michi ci saremo baciati in questo punto? Perché mi ricorda qualcosa. Proviamo se mi torna in mente bene. Che cucciolo che sei…

Davide

Bene, i giganti, lo zoccolo duro della resistenza han ceduto agli attacchi incrociati degli elfi!

Nicola

La compagnia dell’anello! Sì Michi, ho letto anche quello, sì. Non sono proprio l’ignorante che sembro. Non proprio. E qui, tra elfi e giganti… quindi Davi, noi chi saremmo? Hobbit no di sicuro, troppo alti, Uruk-Hai nemmeno, siamo troppo belli! Sono vanitoso dici Davide? Può essere, comunque, non sono mai bello come te, Davi, che sei rimasto tale e quale, anzi, con qualche ruga in più e due, giusto due capelli argentati, hai ancora più fascino di allora, quasi un’aura di mistero intorno. Bellissimo Davi, e io sono sicuro che non ci siamo solo baciati, qui. Magari non è il punto esatto, ma noi qui abbiamo fatto l’amore. Come dici Davi? Scopato. Va bene. Abbiamo scopato. Ma non giocare troppo al cinico, io non sto fingendo. Si stanno baciando tutti, non vorremo sempre fare quelli che si distinguono dalla massa. Dai Davi, ti prego. Grazie Davi.

Michele

Bah, qui non filma più nessuno Diè. Allora adesso ci spiegate per benino cosa succede? Visto che ci avete convinto a seguirvi, anche se a fatica. Non ricominciate a ridere, dai spiegate.

Diego

Ma niente ora andiamo a prendere possesso delle camere, che non possiamo dormire sulla spiaggia stanotte. Domani possiamo provare quanto vogliamo, da mattina a sera, se vi va. Poi però vorremmo anche fare un giro nella valle dei templi, quando vi pare a voi.

Gabriele

Diego preferiva andare di notte, dopo il concerto, no Diè? Ecco, tutto qui. E domani sera alle nove e mezza, concertone!

Michele

Bene, mi va tutto bene, anche la gita nella Valle. Ora però andiamo in albergo allora? Che avrei anche un po’ famina io, non so voi. Chi guida? E dove avete prenotato? Va bene, cominciamo a salire, guido io. Ci siamo tutti? Diego spiegami. Ah, è vicino? Andiamo allora. Sempre dritto, va bene. Dai! Ho capito! Hai prenotato là vero Diego? Non poteva essere altrimenti. Avete fatto bene, ho tanti bei ricordi in quel bungalow, vero cucciolo? E già Fabio, lo so, anche voi. Nicola? Bungalow anche per loro, o notte nel pulmino? Scherzo, siamo vecchietti ora, è meglio metterci comodi. Eccoci qua. Guardate, non è cambiato niente. Non vedo l’ora di essere dentro. Diego, niente ristorante, ci facciamo portare da mangiare in camera più tardi, va bene? Andiamo, dai, che ci vediamo anche il tramonto sul mare. Ragazzi, ci becchiamo dopo, va bene?

Diego

Che bello, guarda che colori. Come si sta bene qui abbracciati sul dondolo. Non c’era allora, vero? Oddio, veramente non uscimmo nemmeno dal bungalow! Due assatanati. Non c’è neanche un po’ freddo stasera. Meglio, che dopo magari andiamo a fare una passeggiata sulla spiaggia. Ora però vorrei fare una doccia Michi, tu no? Dai allora, rientriamo, che non vedo l’ora di insaponarti la schiena. Ecco che è calda. Sai che quella sera, io che non avevo mai avuto problemi a mostrarmi nudo con nessuno, mi sentii a disagio con te? Eri così bello, improvvisamente mi vedevo così piccolo, magro, ma come facevo a piacerti? E invece… Vieni amore, vieni che ti insapono. Non te lo feci un bocchino nella doccia, però, temo che dovrai aspettare di essere a letto.

Michele

Non lo sai che le regole sono fatte per essere infrante? Dai amore, se anche non facciamo proprio tutto uguale, uguale… Bravo il mio Diego sovversivo. Oh, amore, sempre così in gamba in questa cosa tu. Se tu mi facessi un bocchino ogni giorno, così tutti i giorni, io… è vero, me lo fai ogni giorno, ma non parlare adesso... continua, ti prego, continua a muoverti… la tua bocca divina, Diego, oddio, come fai… Basta cucciolo, andiamo, non voglio venire qui, voglio fare le cose per bene. Vieni, eccoci qua, come allora senza nemmeno asciugarci. Però ora sono più pratico! Fatti baciare, fatti paciugare Diego mio. E ora fammi entrare, perché io non resisto più, vuoi? Eccomi Diè, eccoti.


Diego

Daidaidai, Michi, entra, fammi sentire tuo, come sempre. Oh, Michi sì. Ti amo. Ti amo… vieni con me, ti prego non mi lasciare solo, ti prego…

Michele

Potrei mangiarti amore mio. È sempre così bello cucciolo, sempre. Vent’anni fa e oggi, uguale, mi fai godere sempre così tanto. Sei stanco? No? Perché io vorrei fare un tuffo, sai che mi piace nuotare di notte, e ormai è buio. Ma ci siamo solo noi sei qui, hai notato che tutto il resto è chiuso? Beh, anche allora c’eravamo solo noi. Vieni anche tu Diè? Io non mi metto il costume, tanto chi mi vede? Siamo proprio sul mare praticamente. Poi è più bello no? Vieni, dammi la mano, andiamo. Senti che vento caldo che si è alzato, sarà scirocco? Staremo ancora meglio in acqua. Dai una nuotatina se te la senti. Sì? Andiamo. Ma gli altri? Ancora tutti a scopare? Senti che bell’acqua calda; stammi vicino dai, so che hai ancora paura, nonostante tutti i bagni notturni che ci siamo fatti. Dammi un bacio: sarà il vento caldo, ma mi si è riacceso qualcosa…

Diego

Non ti si è riacceso, ti è tornato duro diciamo. Alla tua età Michele. Praticamente sempre in tiro, il mio Rocco! Ah, ma io intendo non in grossezza ma in durata e consistenza! Dici anche in grossezza? Che se ti facessero il calco delle parti basse avresti le tue chance? Eh, non importa. L’importante è che quel gingillo là che noi tutti adoriamo il calco lo ha fatto a me.

Michele

Se è per questo il gingillo, come lo chiami tu, ha fatto il calco anche a Davide e Gabriele. No certo, a Fabio non piace, a Nicola sì ma non ho mai osato. E no, non oserei nemmeno adesso. Niente tabù dici? Dammi un bacino amore mio, ora sei ancora più saporito. Ti ricordi quando ti prese la fissa dei baffi? Come che c’entra, che erano saporiti, no? Ci restava su tutto dopo il sesso. Sono volgare? Schifiltoso... tu?

Diego

Ah io mai! Ma pensa piuttosto al tuo di pizzetto. Ora andiamo a riva Michi, eccoci. Ci sediamo un po’ qui, sulla riva. Tu ti siedi, io mi accuccio! Dammi qua, che sei già pronto per me. Tanto chi ci vede, lo hai detto anche tu che non c’è nessuno. Mmm… Michi, sei buono, buonissimo. Ti adoro. No, stai così, fammi sedere su di te, aspetta, mi giro fronte mare… ecco Michele, oh, se è bello anche così…oddio, chi c’è?

Nicola

Chi vuoi che sia! La strega? Siamo noi, io e Davide. Lo immaginavo che da bravo ex figlio dei fiori, mio cugino ti avrebbe impalato sulla spiaggia. Non ti piace impalato? Inculato, Diego? Ti piace inculato? Ah, state facendo l’amore. Ma và, piantala. Piuttosto, visto che anche chiacchierando, vedo che continuate a fottere così bene, non potremmo approfittare anche noi? Eh Davi? Michi? Si vero? Lo sapevo! Cominciamo così, Diè, non ti chiamo nemmeno frocetto stanotte, ma prendimelo nella tua bocca, sei sempre stato il più bravo a lavorare gli uccelli. Sorridi eh? Tieni piccolo, succhia. Bravo, oh, si che sei bravo, oh cazzo se sei bravo, ma come fai? Vai, ancora un po’, fino in fondo Diego, dio se sei troia… un po’ anche tu Davi, vieni qui, senti Diego, che è buono anche il mio Davi… bravo, oh, sei da vedere, mentre lavori così… ecco, arrivano anche gli altri due. Senti Michele, non sei stanco di stantuffare? Io potrei sostituirti… sì? Grande! Eccomi Diego, però mettiti così perfetto, a novanta: sei un dio, continua a succhiarlo a Davi, e anche a Michele, dai, tutti e due, dai, Diego. E ora eccomi… che bel culetto che hai sempre avuto, e che bel buchetto… dentro… ma anche fuori! Hai sempre queste belle chiappe un po’ toste e un po’ morbide. Dici che parlo troppo Davide?


Fabio


Bene bene, vedo che non avete perso tempo. Sì dai, ributtiamoci nella mischia. Ma c’era quel bel lettone cristo! A Michele, i tuoi bagni di notte! Sì ma dopo dentro perché qui è inizia a tirare un’aria. Gabri ti sei già spogliato? Dopo andremo a recuperare i tuoi vestiti in giro per la spiaggia. Però ve lo concedo, questo posto è stupendo, voi siete stupendi. Oh sì Diego che c’è anche il mio di stantuffo da stantuffare.

Michele

Fabio parli troppo. A questo punto mi prendo Gabriele. Vieni qui cuccioletto. Quanto tempo è che non mi ti faccio. Sì che ti sta bene questo taglio, siediti sul mio cazzo che ti tiro la coda. Oh mio Dio se sei stretto anche tu. Deve essere una caratteristica elifica quella che restate sempre così, quasi intatti. Cosa dice Davide? Che è bello elastico anche lui? Ma lo so! T’ho provato tante volte. Certo, da quindici anni non si faceva tutti insieme... e solo qui si poteva rifare così. Andiamo in camera? Ma dopo il bagno tutti insieme ok?

1 commento:

  1. Bellissimo questo capitolo. Così dolce e triste all'inizio quando ricordano gli ultimi attimi di felicità tra Davide e Nicola. A come lui si è rifatto una vita per poi ritornare di nuovo da Davide. Sì perchè l'amore non si è mai spento e ora dopo tanti anni si è riacceso con la stessa intensità. Che meraviglia il riferimento al Signore degli anelli. Diciamo che lì gli elfi erano tutti alti e biondi, ma in fondo cosa importa. Ci piacciono tanto con le loro espressioni da cuccioli e le buffe pettinature. Cavolo se è sexy la scena sulla spiaggia. Sembra proprio come se i pezzi del puzzle sia tornati tutti al loro posto. Ora è tutto perfetto come allora.

    RispondiElimina

 

caparezzamadiego Copyright © 2011 Design by Ipietoon Blogger Template | web hosting