sabato 12 aprile 2014

Stella Cadente, capitolo due



Titolo: Stella cadente
Autori: Annina, Giusipoo     
Pairing: 
Diego /Michele
Davide/Gabriele
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo/Eros
Rating: PG, slash, NC 17
Disclaimer: Non stiamo insinuando niente. Come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi solo per ispirazione artistica.

Capitolo due


“Da quante ore siamo in volo, dimmelo! Non ci posso credere davvero. Tutto questo per uno che nemmeno conosci, bah...” Davide scuote la testa guardando una volta l’amico, un’altra volta l’oblò, dietro il quale un bellissimo cielo terso d’agosto si espande tutto intorno a loro. Sono partiti da Malpensa da quattro ore e ne avranno altrettanto almeno, un po’ di più. Diego, alla faccia della sua paura di volare, è incontenibile. Lo vedrà, il suo mito, il suo idolo, l’amore della sua vita. Un altro giorno e arriveranno al Resort Laguna blu e lui potrà riabbracciare Michele. Il cuore perde un battito, un tonfo bellissimo, ma non c’entra niente il vuoto d’aria. “Ma tu non capisci, io lo amo. Io sono pieno d’amore per lui. Lo so che sembra da pazzi, ma è bellissimo amare e ci sarà una legge che spinge l’oggetto di tanto amore a ricambiare, no? Ma perché non sei per niente romantico?”
Si lamenta Diego guardandolo con gli occhi accusatori. “Forse perché l’unico amore che ho avuto era un energumeno che voleva cento euro dopo praticamente avermi violentato per dieci minuti? O vogliamo parlare del romanticismo dentro la dark room dell’Ibiza? Quando basta piegarsi un pochino e anche quando sei alto come me ti ritrovi un pezzo di carne in bocca?”
Diego scoppia in una fragorosa risata, attirando le simpatie di una graziosa hostess di colore che gli sorride con dolcezza. “Ma non mi devi raccontare niente, al dark dell’Ibiza ci sono stato pure io, e non è così male dai. Basta fare attenzione, e il fatto di non vedere con chi scopi aiuta, no?” guarda avanti ora Diego, guarda di fronte a sé e non lo schermo dove fanno un film con Gwyneth Paltrow, o poco sopra, dove sono indicate le misure di sicurezza in caso di evacuazione. No, lui guarda avanti, guarda verso il suo futuro che immagina radioso.
Diego si è immaginato almeno mille volte l’incontro con Michele. Ogni volta che ci pensa si scioglie. Come lo abbraccerà questa volta? Lo tirerà verso di sé? Gli accarezzerà i capelli come fanno tutti? Gli dirà che stentava a riconoscerlo così abbronzato? Che ora ha messo su un po’ di muscoli sulle braccia, appena appena... sta bene? Che è bellissimo? Già, Diego è convinto davvero che Michele, quel ragazzone pugliese di trentacinque anni, single, aspetti solo lui da amare. Se poi non sarà così, beh... qualcosa succederà. Mi farò bastare di vederlo da lontano, sarà così, sarò felice lo stesso. Basta che io dia all’amore una possibilità, una soltanto, si dice. Davide lo guarda con tenerezza, mentre pensa: Amico mio, ti amo tanto di un amore magnifico, un amore che solo due amici che sono più di due fratelli possono provare. Perché ti stai andando a infognare così la vita? Ma ti pare? Non sai nemmeno se questo tizio è gay, bsx... e poi magari è bsx (sono tutti bsx, almeno con Diego...) ma non sei il suo tipo? Per niente? Preferisce quelli alti, molto sicuri di sé, con i tatuaggi... beh, Diego i tatuaggi ce li ha, ma sono da nerd. Non sono trendy. Povero il mio Diego, che succederà quando ti dirà che non ce n’è? Ci sarò io, certo. Come ci sono sempre, come ci sei tu per me quando qualcosa va storto. A proposito di me, ed io? No basta, basta lavorare sempre, basta rassegnazioni. Lo giuro: appena torno a Torino ricomincio ad uscire. Ma non i locali equivoci da una scopata e via. Cazzo, questa volta lo faccio davvero, mi iscrivo in qualche sito di incontri, ma di quelli seri, per chi cerca l’anima gemella! E, chissà se esiste davvero l’anima gemella. Diego ne è così convinto, ed io? Io no, o meglio: non lo so... non so più che pensare. I miei genitori sono anime gemelle, ma sono un uomo e una donna. Forse per quello, forse sono il classico gay con l’omofobia interiorizzata. Questo spiegherebbe molte cose... già! Bisogna risolvere un po’ di conflitti. Mi voglio innamorare, ma per adesso mi basterebbe scopare. Ecco, questo è il testosterone. Maledetto agosto! Maledetti picchi ormonali!
Diego nel frattempo si è appisolato. Davide sa che sta sognando lui, la sua anima gemella, almeno finché l’interessato non straccerà quei sogni, facendone brandelli, più o meno grandi come l’occhio di una gallina.

“Diego, dai piccolo sveglia, allacciati la cintura” Davide, già imbragato nel sedile, scuote delicatamente l’amico che dal sonnellino è passato a un sonno pesante, e non intende minimamente risvegliarsi. “Diego ti dico che ti devi…oh, sticazzi”. Si toglie la cintura che gli impedisce i movimenti e si piega su Diego, allacciandolo al sedile. Un mugolio indistinto fa seguito all’operazione e le braccia del ragazzo cercano di stringersi al collo di Davide, il quale, sbuffando, se le scrolla di dosso e torna a sedersi comodo, riallacciando anche la propria cintura. Guarda fuori dal finestrino, gli piace il momento dell’atterraggio, quando si torna a vedere la terra. Una manina si intrufola nella sua e Davide sorride, Diego invece lo teme questo momento: evidentemente nemmeno il pensiero dell’amore della sua vita che rivedrà tra poco riesce a distoglierlo dalla paura. Stringendo la mano tra le sue si volta a guardarlo: gli occhioni spalancati su di lui, il viso un po’ tirato. Gli fa una carezzina sul viso: “Tranquillo che ormai ci siamo. Come sei bellino Diè”. Lui lo guarda con la solita espressione incredula e distoglie gli occhi dal finestrino, fissandoli dritti davanti a lui ancora una volta.
Davide rimugina ancora un po’ tra sé e sé: così carino e così inconsapevole di esserlo; speriamo che quel tal Michele non me lo faccia soffrire, o giuro… ha ragione Diego, perché non ci siamo innamorati noi due? Quanto staremmo bene insieme, cazzo. Mah, questione di alchimia, chissà. Col bene che ci vogliamo, sarebbe stato così facile.
Le ruote dell’aereo toccano terra in un atterraggio perfetto e subito Diego si rianima, alzandosi a prendere i trolley nella cappelliera e passando il suo a Davide, sbuffando perché nel corridoio si è già formata la fila e non lo fanno passare, ridendo di una maglietta buffa di un ragazzo nero che gli sorride di rimando, indicando la sua. Renne nel Madagascar…
La lunga coda che li aspetta al check out indispettisce di nuovo Diego che scalpita, non sopporta di dover rimanere fermo, poi è stanco di stare al chiuso, ha bisogno di aria. Anche quando è al lavoro nel laboratorio ogni tanto si prende cinque minuti e va a farsi un giro fuori: l’aereo è stato un supplizio che ha sopportato solo per amore.  
Davide lo blocca abbracciandogli le spalle: “Diè, mettiti calmo che tanto non ci puoi fare niente; pensa che hai davanti due settimane da vivere sempre all’aperto, anche a dormire se vorrai. La tua vita ideale, vero? Quindi puoi ben sopportare ancora una mezz'oretta qui in fila”.
Diego sbuffa, scrolla le spalle e si rassegna: altro che mezz'oretta, domani ad aspettarli ci sarà un altro aereo e poi un viaggetto di un’ora in pullman che li depositerà finalmente a Andavadoaka. Alza gli occhi a guardare il suo amico e gli fa un bel sorriso, accucciandosi sulla sua spalla. Questi gli accarezza la guancia e gli dà un bacio sui capelli. Sono abituati a scambiarsi gesti affettuosi anche quando sono in mezzo alla gente: non ci rinunciano, loro si vogliono bene, se qualcuno è infastidito può voltarsi dall’altra parte. Non è arroganza, ma soltanto la consapevolezza che non stanno facendo niente di male. Così abbracciati, piano piano arrivano allo sportello ed espletate le ultime formalità possono andare a vedere se la valigia che hanno imbarcato ci sarà o avrà preso un’altra destinazione.
“Hai visto quel tipo?” Davide strattona Diego distratto, indicandogli un ragazzo poco distante. “Quel biondino che è ancora in fila là. Continua a guardarci. È carino, no?” Davide lancia ancora un’occhiata al ragazzo che gli risponde con un gran sorriso.
A Diego scappa un’espressione seccata: “Sì, l’ho notato, e ho anche notato che è te che guarda, e lo sai benissimo. Ti dirò di più, mi sta anche sulle palle. Dai pensa al nostro bagaglio, acchiappalo al volo che usciamo da qui finalmente”.
Preso il grosso trolley turchese, Davide si gira ancora una volta a guardare il ragazzo cui mancano pochi minuti per arrivare: un’occhiata in tralice a Diego, e poi, furtivo, saluta lo sconosciuto, che contraccambia contento.
Escono sotto al sole che pare accecante dopo le luci artificiali dell’aeroporto e seguendo le indicazioni dell’agenzia cercano l’albergo che li ospiterà per quella notte. Pochi minuti a piedi e arrivano all’hotel, un posto anonimo e poco ospitale, ma cosa vuoi aspettarti vicino all’aeroporto? L’importante ora è una doccia calda e una bella cena; sono tutti e due affamati.
Approfittando del fatto che Davide sta chiamando i suoi per avvisarli che il viaggio è andato bene, Diego si ficca sotto il getto caldo, che gli porta via un bel po’ di stanchezza e di malumore.
“Dai esci da lì, non vorrai finire tutta l’acqua calda dell’hotel. Oh Diego, dai fammi fare sta doccia” Davide lo implora quasi, lo sa, quando l’amico si infila sotto l’acqua non ne esce più. Aveva anche fatto il corso per il brevetto da bagnino, trascinandoci anche lui peraltro, ma poi dopo un paio di settimane di lavoro nella piscina comunale si era licenziato: gli sembrava che tutti lo prendessero in giro. Beh, era ancora il nostro periodo dark. Comunque può ancora essere utile, metti che decidesse di stabilirsi al villaggio con Michele... matto com’è!
“Dai entra amore, ci stai anche tu, è una doccia grande. Giuro che non attenterò alla tua verginità”.
Sbuffando, Davide si rassegna ad entrare per fare la doccia in compagnia: “Comunque che nemmeno la doccia da soli in santa pace si possa fare”.
Diego lo guarda con aria furbetta cominciando ad insaponarlo: “Ma dai, approfittiamone per divertirci un po’ no?”.
“Diè, tieni giù le mani, voglio solo riprendermi, gettarmi un attimo sul letto e poi andare a cercare da mangiare. Non mi sentirei di fare sesso nemmeno se avessi davanti, non so, l’uomo più bello del mondo. Vai dai, esci di qui”.
Sbuffando Diego esce dal box, si avvolge in un telo e va a buttarsi sul letto così com'è. Non ha ancora appoggiato la testa al cuscino che già i pensieri sono partiti verso il suo amore. A occhi chiusi pensa a come sarebbe bello se al ritorno lì da parte a lui ci fosse Michi. Nei suoi sogni lo chiama Michi. Talmente innamorato da mandare all’aria il contratto col villaggio e tornarsene a Torino con lui. Per i primi tempi potrebbero continuare a vivere nella stessa casa, tanto ha la sua stanza, non darebbero fastidio al coinquilino. Poi non si sentirebbe di lasciarlo solo così, è il suo amico. No, starebbero lì tutti e tre, e Michele cercherebbe lavoro a Torino. Chissà che lavoro fa di giorno, se lavora... E la sera suonerebbe nei circoli. Anto ed Enea sarebbero felici di aiutarlo, anche quella sera sono stati simpatici con lui, certo che lo farebbero suonare, e poi…
Si riscuote improvvisamente spaventato da un tonfo: Davide si è schiantato alla sua sinistra, sospirando rumorosamente, soddisfatto: “Che pensi piccolo? Ancora al tuo ricciolone? Sì, non avevo dubbi. Che dici, ci sta un pisolino? Tu hai dormito in aereo, io invece ho sonno ora”.
Diego si gira verso di lui cominciando ad accarezzarlo dolcemente: “Certo che ci sta, tanto leggevo quel poco che non è scritto in aramaico, che la cena cominciano a servirla dalle venti in poi. Ancora un paio d’ore quindi. Riposati stella”.
Mentre continua a godersi le sue carezze, a Davide scappa uno sbadiglio. “Sei così cucciolo tu. E adesso dormo davvero, le tue carezze mi hanno dato il colpo di grazia. Vieni qui”. Un bacio e poi Davide si appoggia alla spalla dell’amico, che non smette di accarezzare instancabile i capelli neri, e si addormenta.
Diego rimane nel dormiveglia, quello dove i sogni si possono pilotare, e immagina mille situazioni diverse da vivere con Michele. Per due ore buone resta così, ha paura che spostandosi Davide potrebbe svegliarsi, quindi non si allunga nemmeno per cercare di prendere il libro che ha appoggiato sul comodino. Ma sta bene anche così. È quando lo stomaco comincia a brontolare seriamente che riempie di baci il viso e la bocca di Davide finché questi si sveglia, stranito.
“Che succede?” mormora con voce roca, gli occhi ancora velati di sonno.
“E che succede, che hai dormito due ore, che io ti avrei anche lasciato dormire di più ma il mio stomaco non è d’accordo! Ci vestiamo e andiamo a mettere qualcosa sotto i denti?”.
Davide annuisce, si sfrega gli occhi e si stiracchia pigramente prima di riuscire ad alzarsi. Diego ride: “Sembri un gattone. Comunque me lo prendo il gatto sai quando torniamo a Torino? Un bel gattone, così sarete in due. Dai andiamo a vedere cosa passa il convento”.
Rivestiti con i jeans e due magliette sempre uscite da una creazione di Diego, partono alla ricerca della sala ristorante. La trovano già praticamente piena e il cameriere scusandosi chiede loro se accettano di dividere il tavolo con un signore, italiano come loro. Per loro va benissimo, fa sapere Davide con un perfetto inglese. Camminano verso il tavolo come se niente fosse. L’uomo è di spalle, un po’ incurvate sul piatto dove sta mangiando di gusto. Nessuno dei due lo riconosce, ma quando arrivano davanti a lui, ad entrambi cade la mascella. Diego resta a bocca aperta e Davide si scioglie in un sorriso affabile: l’italiano altri non è che il biondino dell’aeroporto. Davide è piacevolmente sorpreso e lui assolutamente felice si direbbe, visto il sorrisone che gli trasfigura il viso. Solo Diego rimane ombroso e guardingo, ma a quanto pare gli altri due non ci fanno nemmeno caso.
“Io sono Gabriele, ciao” allegro, stringe la mano ad entrambi. “Voi dove siete diretti di bello? Io vado in un villaggio a Andavadoaka, il Laguna Blu, continuo il viaggio domani. Dai! Anche voi? Ma è fantastico!”.
Da morire pensa Diego fissando un punto qualunque davanti a sé. Due minuti che sono a tavola assieme e non lo sopporta già più, figurarsi due settimane intere! A parte che lui quando parla non lo vede nemmeno, ha occhi solo per Davide. Cazzo vuole questo? Ma poi si è visto? Come diavolo si è tagliato i capelli? Ha la coda, la frangetta all’Amelie e rasati ai lati! Si rende conto di essere geloso dell’amico: questo ci sta provando con lui, e a Davide non dispiace. In Madagascar dovevano arrivare per trovare un rompicoglioni così, pensa. Gli è passata anche la fame, e quando Davide gli chiede se ha scelto cosa mangiare, risponde bruscamente che non vuole niente. Davide si gira a guardarlo, l’espressione tesa, e Diego si rende improvvisamente conto che si sta comportando in modo infantile. La sua innata gentilezza torna improvvisamente ad abitarlo: “Scusate, è la stanchezza credo, non volevo essere maleducato. Solo cibo cinese? No, c’è anche la pasta, ma mi fido poco. Riso alla cantonese e pollo alle mandorle direi”. Restituisce il menù a Davide con un sorriso contrito e lui subito risponde con un bacio in fronte.
È la volta di Gabriele di stranirsi: “Ah, dici che la pasta farà schifo? Io l’ho presa… però ho preso anche involtini, maiale in agrodolce e toast di gamberi e sesamo. Ridete? Io mangio sempre così tanto, ma per ora non ingrasso, tranne un po’ sui fianchi, ma chi se ne frega. Voi? Posso farvi una domanda invadente? Sì? Ecco, ma voi state insieme?” Gabriele arrossisce un pochino mentre li guarda intimidito.
È Diego a rispondere guardandolo fisso negli occhi: “No, non stiamo insieme, ma siamo più uniti di due siamesi, quello che fai a uno fai all’altro quindi occhio fratello!” Vede l’espressione tenera di Gabriele e capisce che forse l’ha ferito rivolgendogli quelle parole brusche. Ma che mi prende stasera? Geloso, eccolo qui, sono geloso, perché l’ho capito che questo punta a Davide. Il mio amico. Il mio amico che mi guarda male anche lui e invece quando guarda Gabriele ha già un paio di stelline accese. E io sono un vero stronzo, perché magari è la volta buona per Davide, e mi comporto così.
“Rewind. No Gabriele, non stiamo assieme, siamo solo amici, però molto molto amici ecco, da sempre. Viviamo insieme, lavoriamo assieme, viaggiamo assieme, per quello ti dicevo che siamo siamesi. E siamo anche tanto protettivi. Scusami per prima, penso che sia l’aereo, mi rende nervoso e poi sparo cazzate. Amici?” gli tende la mano e l’altro gliela stringe forte, ridendo, gli occhi tornati allegri.
“Come mai sei da solo? Ti piace girare senza amici rompiscatole intorno?” Davide guarda con intenzione Diego che abbassa gli occhi, ma poi non ce la fa, è troppo cucciolo e lo accarezza.
“Sapete che siete stupendi? Vorrei avere anch’io un amico così, come siete voi, vi invidio molto. Io sono di Piacenza ragazzi, lavoro in un’agenzia di viaggi, Gli Scoiattoli si chiama. Ogni tanto dobbiamo andare a controllare di persona come funzionano i posti che consigliamo. Stavolta il viaggio è toccato a me, e ne sono ben felice, ma non ho trovato nessuno che avesse la disponibilità finanziaria per partire ora. Ma non mi spiace girare da solo, mi è capitato altre volte”.
“Dunque, se viaggi solo vuol dire che sei single?” scappa a Davide, non aveva pensato di essere così impertinente. Nel frattempo la cameriera porta sbrigativamente il riso alla cantonese di Davide e Diego e il toast di gamberi a Gabriele, il quale finalmente risponde: “Certo che sono single! In un posto così bello sarei venuto sicuramente con la persona che amo. Ma non c’è nessuno nella mia vita ora” abbassa gli occhi un po’ intimidito, anzi: decisamente intimidito. Diego osserva tutto con un discreto patema d’animo. Davide è bellissimo, Gabriele... beh, bello decisamente non lo è. Ma sicuramente ha fascino. I capelli dal taglio strano, gli occhi grandi, sognanti, il naso da pugile, la bocca sempre sorridente malgrado i denti un po’ così, strani... Le spalle però sono abbastanza ampie, le braccia tornite e dalla camicia verde acido spunta un ciuffetto di peli bruni, così come sulle braccia. Diego lo sa bene: Davide ha un debole per gli uomini che non si depilano. Ma se non fosse interessato, se fosse solo gentile? Diego vorrebbe avere la possibilità di avvisare Davide dell’eventuale pericolo, perché se Gabriele non fosse interessato agli uomini, beh, potrebbe rivelarsi un proseguo di serata imbarazzante!
Dopo cena il trio si sposta nella hall dove ci sono divanetti e mobiletti bassi sui quali troneggiano riviste internazionali. Diego cerca insistentemente di collegarsi alla Wi-fi dell’albergo ma senza successo. Davide e Gabriele ne approfittano per conoscersi meglio. Seduti l’uno accanto all’altro, parlano fittamente guardandosi negli occhi. Ogni tanto Gabriele però li sposta per controllare cosa succede intorno a loro, come se temesse che Diego o qualcun’altro potesse interromperli, influenzando l’andamento positivo del corteggiamento. Intanto, la filodiffusione decide di mandare un vecchio successo dei Radiohead, Creep, traccia ritenuta da entrambi abbastanza romantica e adatta al momento. Gabriele, ben attento a non farsi vedere da Diego, ancora immerso nella tecnologia, afferra la mano di Davide e la stringe nella sua.
“Se non fosse un posto orribile ti chiederei di uscire a fare un giretto Davide, ma dove andiamo?”
Davide gli risponde con un’espressione bellissima. È felice, attorno a lui ci sono solo nuvole e angeli che suonano l’arpa, dunque possono continuare benissimo a parlare guardandosi negli occhi e ora, intrecciando le mani. “Non importa” risponde piegando la testa verso di lui e rubandogli un piccolo bacio sulla guancia. Quel gesto rende subito coraggioso Gabriele, il quale, dopo aver preso fiato gli chiede di seguirlo in camera. “Magari senti Diego se è d’accordo” si raccomanda ma Davide non ci pensa proprio: “Sarà d’accordo, andiamo”.


Quando Diego si accorge che Davide e Gabriele se ne sono andati, è già mezzanotte. È riuscito a collegarsi ma solo per rispondere ai soliti amici, a Vale che non vedeva l’ora di sapere come era andato il viaggio. Niente novità da parte di Michele, nessuna foto nuova, nessuno stato cambiato. Sono così noioso che se ne sono andati... Si dice mettendo da parte il telefono ma poi gli scappa un sorriso amaro e torna con i piedi per terra: sono andati a scopare! Altroché!
Ora, solo nella sua stanza, Diego è confuso e diviso da sentimenti contrastanti. Da una parte è ovviamente felice per Davide, perché il bene che prova per lui è sincero e tutto quanto, dall’altra però è terribilmente geloso di Gabriele, di quello che stanno facendo e di quello che gli racconterà Davide. Anzi più che i resoconti, Diego teme gli occhi scintillanti e innamorati che Davide già esibiva durante la cena. “E in tutto questo io sono sempre il patetico solo” parla ad alta voce. Il sonno no, non arriva. Accende la tv ma ci sono solo telegiornali in una lingua che non capisce o serie televisive che no, non capisce proprio, ma in Madagascar non parlavano pure il francese una volta? Che tanto non lo capirei lo stesso, è passato troppo tempo, sta formulando quel pensiero che Davide finalmente torna. Diego resta incantato per un attimo della sua espressione: altro che occhi scintillanti, ci sono tutte le luci di Broadway nei suoi occhi! “Davide, finalmente! Ma guarda che faccia hai! Avete scopato, no? Ovviamente. Non negarlo!” lo accusa.
“E chi lo nega” Davide crolla tra le sue braccia felice. Diego lo scansa adirato.
“Puzzi di fumo”.
“Giusto una tirata con Gabri” poi si tira su, in ginocchio. “Avevi ragione Diè! L’anima gemella esiste! E io l’ho trovata! Non ci posso credere, se penso che non ci volevo nemmeno venire qui in vacanza, ti sarò riconoscente per tutta la vita” si abbassa e gli molla un lungo bacio in bocca. Diego fa per scansarsi ma poi l’istinto lo spinge a ricambiare e ci infila anche la lingua. “Dai no, la lingua... ! Lo amo, lo amo davvero. Non è una roba così. Lui è perfetto”.
“Perfetto? Nessuno è perfetto! E non lo conosci nemmeno! Come fai a sapere che non ha difetti. E poi scopa bene almeno? O dalla tua faccia gongolante direi di sì, allora perché siete rimasti insieme solo due ore? Potevi dormirci già che eri là” Diego incrocia le braccia al petto.
“Ma che stronzo, ma ti pare? No, però me lo ha chiesto. Certo, la tentazione l’ho avuta ma io stanotte sto con te, poi si vedrà”
“Che vuol dire si vedrà, è chiaro che so già come finirà: vai con Gabriele e ti fai tutta la vacanza al Laguna blu con lui” intanto, per farlo incazzare ancora di più, Davide sorride ad un’entità immaginaria, il dio degli innamorati forse, o dei folletti notturni. “Cazzo, guarda come stai. Però chi lo avrebbe detto, tutto in una notte. Va bene, ti perdono per il culo che hai e tutto sommato Gabriele non sembra così terribile, però è proprio bruttino, te lo posso dire? Ma almeno lo succhia bene? Li sa fare quei giochini con la bocca sul prepuzio?”
“Diego, non mi va di raccontarti i dettagli, non è da me”
“E allora cosa conta essere migliori amici se non mi fai un po’ rosicare per le tue meravigliose scopate?”
“Nemmeno tu mi parleresti del sesso con Michele”
“Se mai succederà”.
Diego si adombra e Davide corre subito ai ripari: “Ma dai, se non succederà con lui succederà con un altro Diè. Sei talmente carino che prima o poi troverai l’uomo della tua vita. Ora però cerchiamo di dormire, ok? Prima mi faccio un’altra doccia. Ti amo Diè, dimmi che mi ami pure tu e facciamola finita!”
“Ti amo, ora vatti a togliere tutta questa essenza di Gabriele da dosso. Siete due porci”
“Questo è assolutamente vero” ridacchiando Davide si alza e si spoglia, e nudo raggiunge il bagno. Diego aspetta che l’amico torni per poi abbracciarlo e dormire con la testa sul suo petto. Forse è l’ultima volta che posso dormire così, ma non importa, ha ragione lui. Prima o poi anch’io troverò qualcuno, io voglio solo che quel qualcuno sia Michele... e se non sarà Michele... no, a quello non vuole pensare Diego, sarà Michele. Sarà Michele per forza, si dice.











2 commenti:

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  2. Che botta questo capitolo. I due protagonisti sono preda di tante sensazioni contrastanti che li portano in un istante dal paradiso al limbo e viceversa. Diego è pieno di aspettative e amore, mentre Davide è disilluso e timoroso di perdere il suo migliore amico per colpa di quel Michele. Poi quando i suoi occhi si poggiano su Davide sembra che i ruoli si ribaltino portando Diego ad essere geloso di colui che sembra volergli rubare l'attenzione del suo Davide. Insomma è un bel mix di sensazioni e stati d'animo nei quali non si può fare a meno di immedesimarsi. Personalmente li trovo terribilmente adorabili ma anche molto infantili nei loro atteggiamenti. Il solo che sembra sapere cosa voglia con certezza è Gabriele che trova Davide e se lo prende senza riserve. Brave, spero posterete al più presto.

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