sabato 4 gennaio 2014

Ora come allora, capitolo quindici



Titolo: Ora come allora (Una vacanza indimenticabile)
Autori: Giusipoo/Annina
Pairing: lo scoprirete leggendo
Genere: AU/Commedia/Romantico/Erotico/Introspettivo/Flashback/A più voci
Rating: PG, slash, RIGOROSAMENTE NC 17
Disclaimer: tutto ciò è come sempre frutto di fantasia. Abbiamo attinto a quella e alle immagini di sei personaggi interessantissimi.



due ragazzi cercavano un passaggio per il sud

Capitolo 15



Michele

Io non ero d’accordo. Che Nicola tradisse ogni tanto Davide e noi tutti, tutti ci sentivamo traditi, per farsi una ragazza, ci poteva stare bene. Ma quando si permise di portare Ursula nel gruppo, quella groupie assatanata, nessuno fu d’accordo! Era pure pericoloso, poteva scoprire di noi. A quel punto eravamo tornati a Torino. Fabio in aspettativa, perché saggio com’era, i soldi erano tanti ma anche le spese, soprattutto quelle legate allo studio di registrazione che stavamo mettendo su. Ci mettevamo tutti qualcosa, anche se Davide, essendo casa sua, ci metteva più di tutti. Poi c’erano le due villette, la mia e di Diego e quella di Fabio con la falegnameria, poco fuori Torino. In tutto questo trambusto Nicola pensò bene di portare Ursula nella nostra vita.

Nicola

C’è poco da dire: avevo perso la testa per quella baldracca! Ci sapeva fare e a me la figa mancava, fate voi. Lo dissi a Davide e lui come sempre ostentò indifferenza. Ma si scopava ancora. Tutti insieme però. Forse il problema fu quello: ad un certo punto ero stanco. Ursula era solo la prova ufficiale della mia voglia di normalità. Mi mancava una donna ma mi mancava pure scopare con una persona alla volta. Sembra incredibile detto da me ma mi ero tolto ogni prurito sessuale grazie a soldi e fama. Lo avevo fatto con due ragazze contemporaneamente, con un altro uomo e con una ragazza in mezzo. Ovviamente il terzo uomo non fu Davide. A lui proprio le donne non piacevano, ma una volta ci provammo. Una volta sola. E ce la facesti Davide, perché non racconti qui ai tuoi amici di quando ti facesti Ursula?

Davide

Si, magari dopo. Ora ci si riposa. Guarda: Fabio e Gabriele hanno già srotolato il materassino da campeggio per dormire. Michele e Diego il sacco a pelo matrimoniale. Ora no. Ora si passa ai fatti.
(Abbracciati si spostano nel pulmino)


Nicola

Eccoci qui. Le due del pomeriggio. Poco caldo ma nessuna nuvola sul cielo. Che ve lo state chiedendo? Certo che abbiamo fatto l’amore io e Davide. È stato bellissimo. Ecco, l’unica non coppia di innamorati ventennali è la prima che tromba! Vi abbiamo fregato a tutti. Cazzo se è stato bello Davide, altro che figa! Come fui stupido quella volta! Avevo tutto, non mi gustavo niente. Forse furono i troppi soldi o che ad un certo punto iniziai a sniffare. Questo è stato il mio più grosso errore. Per questo apprezzai tanto la mia futura consorte, Beatrice. Lei era la mia ancora di salvezza. Rappresentava la normalità, la pace. Voi, il successo, le orge, la droga, eravate l’opposto. Così quando i miei amici pugliesi mi presentarono quella che sarebbe divenuta poco tempo dopo mia moglie, smisi con tutto: con la musica, con la droga, con il sesso sfrenato e con voi. Rinnegai tutto e ricominciai la mia vita in Puglia. Mio suocero mi prese a lavorare con sé: impiegato in una ditta che produce salumi. Una piccola Fiorucci pugliese. Ma vi rendete conto? Fu un miracolo se non ingrassai, con tutto il ben di dio che mi passava tra le mani.

Diego

Sempre forme falliche. Dai microfoni ai salami. Mentre noi, quando perdemmo Nicola, smettemmo di credere nel gruppo. A parte che poi nel duemila i gusti musicali cambiarono. Ci dimenticarono in fretta. Ma poi c’erano i frutti di quella fama e ricchezza, no? Davide aveva finalmente il suo studio di registrazione che affittava e dove poteva registrare le sue cose da solista. Sempre così all’avanguardia, sperimentale. Mica abbiamo smesso però di presiedere le serate musicali di Torino? Nessuno di noi. Gabriele e Fabio lavoravano però, ma lavoravamo anche io e Michele. Lui con la sua scuola di musica, il suo sogno, io con la mia passione per i capelli, aprii insieme ad un’amica un negozio di coiffeur. E così per la gioia di Nicola che mi ha dato sempre del frocetto, ho iniziato anche a fare un bel lavoro da frocio! Ahahahaha... ma che mi frega, io adoro acconciare, adoro sopratutto tagliare. Poi le clienti sono tutte amiche ormai. Sono felice così e il successo, il rincoglionimento di quegli anni, non mi manca per niente. Ma son bei ricordi, altroché.

Michele

E oltre ad aver aperto il negozio di parrucchiere ti sei pure laureato! Così come Gabriele. I nostri elfi così studiosi e impegnati! Due ragazzi da amare davvero, confermi Fabio? E non paghi di quello che già fanno, i nostri artisti stanno anche aprendo una galleria d’arte, dove esporre i loro lavori, che sono già abbastanza quotati, perché sono bravi davvero, ma soprattutto i lavori degli artisti giovani, quelli che magari sono capaci, ma non riescono ad emergere perché nessuno si cura dell’arte, lo sappiamo bene. In questo siamo tutti piuttosto impegnati no? I ragazzi con la galleria, tu Fabio che prendi i ragazzini difficili a bottega, per cercare di far uscire le loro potenzialità. Il tuo è un impegno faticoso davvero. Avere a che fare con quegli adolescenti problematici non è facile, eppure quanti ne hai già aiutati. Io e Davide ci occupiamo del lato musicale, e qualche bel talento l’abbiamo tirato fuori, dai. Sono molto soddisfatto dei miei amici, e anche di me, sono contento che non ci siamo rinchiusi tra noi, che anzi siamo riusciti insieme a creare tutte queste belle cose.

Diego

Ci siamo impegnati proprio tanto, sì, anch’io sono fiero di noi! Ma torniamo ai vent’anni prima: in attesa che la coppia più bella del mondo si degni di raccontare la loro avventura con Ursula, che poi dai, Ursula, ma vi sembra un nome serio? E non è che fosse straniera, macché, era italianissima, Torinese. Ci aspettò alla fine di un concerto, e Nicola non fu capace più a togliersela di dosso. Diciamo che non aveva voluto: l’avevamo capito tutti che Nicola ormai se ne stava andando via da noi, lo stavamo perdendo. Ma dicevo, chi si ricorda che mentre Nicola iniziava Davide alla figa nella loro stanza, io rischiavo di morire strangolato in un rapporto a quattro?


Michele

In attesa che le nostre villette fuori città fossero pronte, vivevamo tutti insieme nell’appartamento barra studio di registrazione che Davide aveva finalmente tirato su: duecento metri quadri al centro di Torino, una roba quasi lussuosa. In realtà era un bel bordello vivere tutti insieme là, ma negli ultimi mesi, tra tour e tutto c’eravamo stati poco, poi, ripeto, era una situazione provvisoria. Fabio, Gabri, io e Diego ci saremmo trasferiti nelle nostre ville. Comunque lo strangolamento ci spaventò e di brutto! Diè, che paura! Poi per qualche giorno non si fece più niente, ci eravamo impauriti davvero. Ma andiamo per ordine: Nicola venne a chiamare Davide, a chiedergli se era disponibile a fare un numero a tre con la bionda. Spiegò che non era stata un’idea sua ma di Ursula che io presto rinominai Orsola, ma dell’orsolina non aveva nulla, chiaro! Insomma Orsola voleva provare l’ebbrezza di farlo con due gay o con due cazzi? Ovviamente con due gay, visto che di cazzi... ma ovviamente non sapeva che eravate gay, figuriamoci una coppia di froci! Ok, non scadiamo in volgarità visto che c’ho due che mi guardano storto se dico che Orsola era una puttana. Diego per la volgarità e Nicola perché comunque, vuoi non vuoi, di quella là era un po’ innamorato. Una roba sessuale di quelle che ti accorciano la distanza tra boxer e cavallo dei jeans ok, pur sempre un sentimento! In ogni modo noi lo guardammo tutti, se non con astio, sicuramente con fastidio. Non sembrava giusto a nessuno che lui volesse a tutti i costi tirare Davide in questa cosa, lo sapevamo tutti che Davide era gay fin nel midollo e penso anche oltre, se c’è qualcosa oltre al midollo: il DNA? L’anima? Sarebbe stato come chiedere a Diego o a Gabri, non esisteva proprio per loro. Io pensai che Nicola stesse testando la resistenza di Davide. Diego mi confidò subito che la pensava come me. Anche peggio: arrivò a dire che Nico cercasse deliberatamente di nauseare, di stancare Davide per farsi lasciare.

Diego

Infatti presi subito Davide da parte, e gli parlai. Gli dissi che non doveva farlo, se non se la sentiva, questo non era più giocare tra noi. Nicola la stava facendo sporca. A Davide sfuggì uno sguardo ferito, ma subito si rimise la faccia annoiata, la sua solita espressione indifferente. Lo abbracciai, volevo che capisse che l’unico ad uscirne male da questo sarebbe stato lui, ma non mi diede retta. E ancora oggi mi spiace di non aver insistito di più. Io credo che forse sarebbe andata diversamente. O forse no, forse è come dico sempre, se è destino che accada, accadrà. Davide ci regalò un sorrisetto obliquo e se ne andò nell’altra stanza con Nicola, e noi quattro restammo lì a guardarci in faccia, incerti sul da farsi.
Michele fece spallucce: “Sono grandi” disse, devono fare le loro scelte da soli. Mi prese tra le braccia, cominciando a baciarmi. A noi piace molto baciarci, e penso la stessa cosa che Michi pensa di me: baciamo veramente da dio, noi!
Anche voi due cominciaste a baciarvi, e poco dopo prendemmo anche a spogliarci, lentamente, ci piaceva portare al massimo l’eccitazione. Quando ebbi il mio uomo nudo davanti a me, non resistetti a lungo, dovetti subito andare a cercare il suo sesso e cominciai a dargli tanti piccoli baci, tanti morsetti: era un rito per noi, che fossimo soli o con gli altri, il primo a prenderglielo in bocca potevo essere solo io. Io amo farlo, e a lui piace tanto. Così anche quella volta gli feci uno dei miei migliori bocchini; mi disse che quando era nella mia bocca si sentiva più vivo, come se iniziasse a respirare diversamente, a vedere diversamente i colori, una roba psichedelica tipo. Penso sia il più grande complimento che un innamorato ti possa fare. Nel frattempo anche Fabio e Gabri erano pronti, e a me venne l’idea di continuare con loro. Lo succhiai a Fabio e poi a Gabri mentre Fabio se lo faceva. Io non so come arrivammo a queste contorsioni, fatto sta che a un certo punto, mentre Michele si spingeva dentro di me, facendomi impazzire come al solito, Gabri si accucciò ai miei piedi, prendendosi in bocca il mio uccello e Fabio all’improvviso era in piedi davanti a me, le mani sulle mie spalle, il suo sesso nella mia bocca. Oddio, non pensavo veramente di farcela, mi attraversavano delle scariche di elettricità: pazzesco!
Mentre Michele veniva dentro di me, io lo facevo tra le labbra di Gabri: fu esaltante, ma a un certo punto, mentre anche Fabio eiaculava, io non riuscivo più a respirare e nell’esaltazione non capivo il perché!

Fabio

Non mi rendevo veramente conto di quello che stava succedendo, io sapevo solo che Diego me lo stava succhiando, magnificamente come suo solito, e io stavo venendo nella sua bocca, quando all’improvviso Michele mi tirò via con violenza: persi l’equilibrio e finii a terra, vicino a Gabriele che era già accucciato sotto Diego: vidi che respirava male, e non capivo cosa stava succedendo.
Michele lo prese in braccio, chiamandolo in maniera concitata e chiedendogli di rispondergli… oddio, sudo ancora freddo quando ci penso. Gabriele corse a prendere un bicchiere d’acqua che Diego rifiutò sul momento, ma si stava riprendendo, anche se era pallido da far paura. Tra tutti, l’unico che aveva capito cosa era successo fu Michele: lui, che sentirebbe un lamento di Diego a chilometri di distanza. Vero?

Michele

Sì cazzo! Sapete che quella cosa mi perseguitò per notti e notti? Sognavo Diego che non respirava, e… lascia stare guarda, che non ci posso nemmeno pensare oggi che son passati quindici anni.
L’avevo già sentito venire, e all’improvviso lo sentii rantolare. Non capii subito, ma all’improvviso vidi le tue mani Fabio, che dalle sue spalle si erano spostate sul suo collo, e in preda all’orgasmo evidentemente non ti eri accorto di nulla, ma stringevi, cazzo! E Diego aveva già il fiato corto per l’orgasmo, l’eccitazione e tutto il resto. Ti balzai addosso, e ti tirai via da lui. Gabriele se n’era già accorto anche lui. Ti presi tra le braccia. E certo che lo accarezzavo, lo chiamavo. Per fortuna ti riprendesti in fretta amore, era stato solo un attimo, ma ti rimase un tremito, un’ansia tale per tutta la serata, e anche a noi. Fabio rimase malissimo, si mise a piangere, ma non l’aveva certo fatto apposta. Era capitato, anche questo. Il destino…

Diego

Appena mi sentii meglio ti abbracciai Fabio, perché eri così avvilito! Ti dissi che non era colpa tua, che era una roba generale, una follia generale ti dissi. Di non preoccuparti, che andava tutto bene. Non ero mica morto, no? Anche se poteva finire molto male. Immaginavo già i titoli suoi giornali: il frontman degli Skulls muore soffocato durante un fantasioso gioco sessuale di gruppo!!
In effetti era una cosa da ridere se ci pensate adesso, non poteva veramente ammazzarmi, no? Fu una cosa di un attimo, ma ci spaventammo come bambini. Voi foste dolcissimi però, mi stavate tutti intorno, mi accarezzavate, mi chiamavate con un sacco di paroline dolci. In fondo fu un bel momento, nonostante tutto. Poi dovetti coccolarti io, Fabio, e molto per fartela passare, continuavi a implorarmi di scusarti, e non capivi che io non ce l’avevo con te, ma mai avrei potuto avercela con te. Quando finalmente ti mettesti tranquillo, ti lasciai alle cure di Gabriele e Michele mi portò a fare un bagno rilassante. Nella vasca da bagno ci coccolammo molto, lui soprattutto mi teneva stretto, e io tra le sue braccia finalmente stavo bene, ma ogni tanto tornava la sensazione di soffocamento e adesso che non c’eri più tu Fabio, potevo dirlo a Michele: mi ero spaventato da morire, e finalmente mi misi a piangere. Piansi proprio tanto, rasentai la crisi isterica, e ti dicevo che avevo ancora paura. Di morire, come l’ho ancora adesso. E morendo di andare da un’altra parte, dove tu non ci sei più. E io e te non siamo più una cosa sola. Ho sempre paura di perderti in qualche modo, amore mio. Tienimi stretto ti dissi e te lo dico ancora adesso: tienimi stretto Michele. E tu mi tenesti stretto, ora come all’ora, e nel tepore delle tue braccia mi tranquillizzai e mi addormentai.

Michele

Certo che ti stringo. Ti tengo forte, vieni qui. Ma che sei pallido. A parlarne ti sei di nuovo spaventato! Sta tranquillo, ti amo. E lo sai bene. Ti addormentasti nell’acqua, e io ti tenni tra le mie braccia e ti accarezzai per quell’oretta che rimanemmo lì dentro. Ogni tanto aggiungevo acqua calda e poi ascoltavo il tuo respiro. Lo feci per diverse notti, sapete? Ero come quelle mamme ansiose che ascoltano il respiro dei bambini addormentati. Beh, ma lui era il mio cucciolo. È il mio cucciolo.
Nel frattempo cominciai a pensare a Nico e a Davide nella loro stanza. Chissà come stavano andando le cose di là. Sentivo un filo di angoscia salire.

Davide

Ignaro del drammone che si sarebbe consumato da lì a poco nella stanza che avevo appena lasciato, entrai nella camera da letto che dividevo con Nicola. Richiusi la porta e loro mi guardarono. Nicola con aria di sfida. Io lasciai scivolare su di lui il mio solito sguardo di quando non voglio scoprirmi: altero e indifferente.
Nico mi prese la mano e mi condusse verso il letto dove Ursula ci stava aspettando, seduta all’orientale: faceva la spavalda, ma osservandola bene si vedeva che era molto agitata: chiaramente non sapeva cosa aspettarsi e i suoi occhi saettavano da me a Nicola, ansiosi. Era molto carina Ursula, lunghi capelli biondi, grandi occhi verdi e un corpo decisamente attraente. Non attraeva me, io non amo le grazie femminili, ma so riconoscere la bellezza quando la vedo. Andavo all’Accademia d’arte, alla fine qualcosa sapevo.
Nicola la prese per una mano e la attirò vicino a sé. Accarezzandole i capelli glieli tirò in avanti, lasciando scoperto il collo lungo e sottile. Mentre cominciava a baciarla, le abbassò la cerniera dell’abito e abilmente glielo sfilò. Mi è rimasta nella mente l’immagine di una ragazzina, perché anche se aveva un corpo da donna, si trattava di una diciottenne, bella di una bellezza elegante, che indossava un paio di slip bianchi a fiorellini. Era strano, no? Mi sarei aspettato una biancheria, non so, più sexy, ecco. Invece quei fiorellini ingenui mi misero tanta tenerezza. Nicola non se ne accorse nemmeno, a lui gli slip interessa solamente toglierli e in fretta. Si avventò sul suo seno, prendendole i capezzoli tra le dita, schiacciandoli e facendola gemere di dolore, mentre la baciava, le scendeva con la bocca sul collo, la leccava ovunque poteva arrivare. Lei mi fissava con uno sguardo che a me parve triste. Sentii qualcosa muoversi in me e le feci un sorrisino, cui lei rispose con un sorriso incerto. La baciai anch’io a quel punto, ma dolcemente, non con la veemenza di Nico. Le baciai la bocca a lungo e lei mi rispose abbracciandomi il collo, accarezzandomi la schiena. Non era spiacevole. Scesi a baciarle il seno. Presi un capezzolo tra le labbra, glielo leccai e succhiai a lungo, e anche questo devo dirlo, non mi dispiacque, anzi non riuscivo più a staccarmi da lei. Aveva un buon profumo, di fiori, sempre fiori.

Nicola

Il mio Davide diventò romantico. Lui che le uniche donne che aveva baciato erano la mamma e la nonna mi aveva detto un giorno. Ma Ursula aveva scatenato in lui una tenerezza tale che ne rimasi affascinato. Lo guardavo baciarla, accarezzarla, baciarle il seno, era dolce, ma per i miei ormoni fu molto eccitante. Faceva parte dei miei sogni erotici. Da quando avevo smesso di essere un povero ragazzo del sud emigrato a Torino, volevo togliermi tutte le soddisfazioni, tutti i capricci che avevo e vedere l’uomo che amavo, rigidamente e indissolubilmente (sentito che paroloni vi tira fuori il senza cervello, eh?) insomma gay, fino al midollo e oltre, come ha detto Michele, tra le braccia di una ragazza, la mia ragazza, quella con cui uscivo ormai da diversi mesi... cazzo per me fu il massimo. Ripensandoci però non mi sarebbe nemmeno dispiaciuto essere dall’altra parte del muro a godermi il frocetto che quasi ci lascia le penne, soffocato dallo sperma, morto strangolato. Ammettilo Diego che è il tuo sogno segreto. E dai che lo sapete che mi piace fare il cinico e sto scherzando! A sentirvi di nuovo raccontare quell’episodio mi sono venuti certi brividi pure a me. Ma torniamo al nostro sollazzo con Ursula: io proseguii per la mia strada, non ero dolce, non lo ero mai stato. Non che fossi un violento, vero Davide? Nemmeno con te forse fui mai troppo romantico, ero un po’ più fisico, ecco. Mentre tu la tenevi occupata così, io mi impossessai di quello che volevo: le allargai le gambe e testai l’interno, infilandole due dita. Oh, sarà anche stata spaventata, come dici tu, ma era bagnata, e tanto. Mi chinai a lambirla con la lingua: lei mi rispose con un guizzo. Continuai a leccargliela, il medio infilato che stantuffava: lei allargò un po’ di più le gambe, le piaceva, altroché se le piaceva. Le torturai il clitoride con la lingua, tolsi il dito e percorsi il breve tratto che mi separava dall’altro buco. Volevo testare anche quello. Lei fece per ritrarsi, ma fui più lesto, e glielo infilai veloce, mentre lei si lamentava piano. Ti dissi di spogliarti Davide, tu eri ancora vestito, e ordinai a Ursula di mettersi a quattro zampe. Le dissi proprio così, mentre la aiutavo a girarsi e le ordinavo di prenderti il cazzo in bocca. Lei ubbidì e si mise a farti un bocchino, ubbidiente. Mi misi accanto a te, i nostri uccelli vicini, e lei ce li lavorò proprio bene. Non dirmi che non aveva esperienza, dai Davide. Beh, se era la prima volta che si dava da fare con due cazzi era un’allieva promettente. Mentre ce li succhiava a turno, ti guardai Davi. Non capivo perché ti stavo facendo questo, forse era solo che volevo condividere con te quello che mi piaceva, come io avevo condiviso quello che piaceva a te. Mentre Ursula era impegnata, ti scostai i capelli dal viso: eri bellissimo e desiderai baciarti con ogni cellula del mio corpo. Lo feci, noncurante del fatto che lei ci vedesse, non potei resistere. La tua bocca Davi, la tua bocca dolce e solo mia.

Davide

Non so il motivo per cui lo facesti, ma anche se mi stavi baciando, se mi accarezzavi il viso, sapevo che ti stavi allontanando da me, inesorabilmente.
Tirasti Ursula fino a noi, la baciammo ancora, a turno e poi la facesti ridistendere: mi chiedesti se dopo il seno volessi baciarla anche sotto, ma sembrò più un ordine, sempre le tue fantasie, vero Nicola? E a me eccitava l’idea di far avverare i tuoi sogni erotici. È così che si comporta un uomo innamorato. Così l’assaggiai ma con la maestria di un gay, e su questo i gay hanno potenziale maggiore degli etero perché io non mi limitai a leccarglielo il clitoride ma a succhiarlo con grande attenzione: un piccolo cazzo che si erige tra la selva di peluria umida. Mentre io la facevo impazzire con la mia bocca talentuosa, tu mi guidavi la testa impugnandomi i capelli e poi, preso dalla passione, leccandomi il retro delle orecchie. Per un attimo mi chiesi se preso dalla foga me lo avresti messo nel culo. Ma sapevo che non volevi che la ragazza scoprisse di noi, era così piccola e ingenua la nostra groupi! Però era una mia fantasia, e lo fantasticai. Gemendo forte Ursula venne con la mia bocca. Fu una gran bella soddisfazione. Mi asciugai le labbra luccicanti con il dorso del braccio e tu mi abbracciasti sorridendo, complice. “Sei stato bravo, hai li diritto di precedenza” mi dicesti. Fosti volgare, Nico. Comunque a quel punto ero molto eccitato e riuscii nell’impresa, come si dice. Lo infilai in lei e cominciai a scoparla, mentre tu ti riattaccavi a suo seno, e le ordinavi di toccarsi. Le davi solo ordini. Le prendesti la mano e la portasti sul suo sesso: lei iniziò a strofinarsi il clitoride, ansimando sempre di più, finché non raggiunse il secondo orgasmo della serata per sua mano e spero anche per merito del mio uccello.
Mi facesti togliere da lei e prendesti tu il mio posto per un po’, poi la facesti girare ancora in ginocchio. Mi sembrava un po’ stravolta, e accarezzandole i capelli le chiesi se stava bene. Mi sorrise, disse di sì. Tu mi guardasti con espressione vittoriosa: va bene Nico, avevi ragione tu. Mi chiedesti se preferivo fotterla, o se preferivi venire con un bocchino. La seconda ipotesi, la preferivo. Mentre tu la penetravi ancora, infilandole brutalmente anche due dita nel culo, io le porsi il mio sesso, che stranamente, secondo me, era ancora bello vitale. Lei cominciò ancora come prima, leccandolo e succhiandolo solo in punta, ma forte, mi fece anche un po’ male, ma poi lo prese in bocca e lo fece entrare tutto, cominciando a correre su e giù.

Nicola

Era brava, non era inesperta dai. Lo vedevo scomparire tutto nella sua bocca, e il tuo cazzo non è piccolo, Davide, lo conosco molto bene. Te lo sistemò per bene. Io invece dovevo ancora provare l’ultima sua fessura. Perlomeno il mio uccello doveva provarla. E quale occasione migliore con te, il mio principe della sodomia? Scivolai fuori, tolsi il mio dito che l’aveva lavorata fino allora, e appoggiai il mio sesso al suo buchetto, cominciando a spingere. Lei cercò di sfuggirmi, ma la trattenni, e dopo un po’ smise di resistermi. Oh, feci piano, era molto stretta, sapevo di farle male, ma era divino! In quel momento tu venisti tra le sue labbra Davide. Il tuo viso era angelico. Eppure ti amavo. Sì. Io continuai ancora un po’, poi mi tolsi e glielo infilai ancora dove potevo muovermi più agilmente, le presi la mano e gliela portai ancora sul clitoride. Mi piace che si tocchino quando le fotto, è più eccitante. Dopo poco lei venne ancora, e dopo qualche altro colpo, anch’io venni in lei. Alla fine eravamo tutti sfiniti, ognuno per i suoi motivi. Beh, lei sicuramente era quella che aveva dato di più. A quel punto anch’io divenni un po’ più romantico; l’accarezzammo e la baciammo a turno, vero Davi? Lei ora era rilassata, e quando poco dopo si rivestì per andarsene, ci ringraziò, ci disse che l’avevamo fatta felice... Fu carina. Allora capisti pure tu che non era la troietta senza remore che tutti voi credevate. L’accompagnai alla porta, e tornai da te. Volevo andare in bagno, ma la porta era chiusa a chiave. Nella camera si sentiva bisbigliare. Non andai dagli altri, tornai da te che eri ancora disteso sul letto. Dio ma com’eri bello: quando ti distendi hai un’aria così… sai che non ho mai saputo descrivere come sei, direi nobile. Eri aggraziato ecco, vedi se è un termine che posso usare io, ma tu hai davvero una grazia innata quando ti distendi mollemente, un braccio a sorreggere la testa, i capelli che ricadevano lungo il viso. Bello Davide, sei bello. Bellissimo.
Mi misi accanto a te, ma eri serio, pensieroso. Dicesti che volevi farti un bagno, ma, ti avvisai che il bagno era occupato. Ripiegasti sulla doccia nel bagnetto di servizio. Poi venisti ad avvertirmi che volevi parlare con Diego. Quella notte non tornasti nel nostro letto.


1 commento:

  1. Che spavento si sono presi i nostri ragazzi. Ma per fortuna tutto è andato per il meglio anche se da quel momento immagino che le cose non sono più state le stesse. Non è stato lo stesso per Davide e Nicola che hanno cominciato ad allontanarsi fino alla rottura inesorabile e per Diego che ha visto in un istante passargli tutta la vita davanti. Michele ha temuto di perdere il suo unico amore e Fabio di averlo ucciso. Le cose cominciano a farsi davvero difficili per i nostri amici.

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