domenica 4 agosto 2013

La croce sul petto, epilogo



Titolo: La croce sul petto
Autore: giusipoo     
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Drammatico/Romantico/Introspettivo/Grottesco/Erotico
Rating: PG, slash,
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, ho preso in prestito i nomi solo per ispirazione artistica.

Epilogo



Ben diversa la notte che attende i due innamorati. Ben diversa rispetto alla precedente. Non fanno l’amore, e dove troverebbero la voglia, la forza? Diego continua a parlare di Loris: di quanto è stato importante per lui, di quanto gli vuole bene. “Anche come aveva preso bene questa cosa che stavo con te. È meraviglioso poter dire a qualcuno che ami e che ti ama qualsiasi cosa!”
Le ore della notte scorrono senza un solo momento di sonno. Solo verso le sei, quando già è l’alba a farla da padrona, abbracciati Diego e Michele si addormentano. Si svegliano alle otto passate, baciandosi. “Andiamo a fare colazione al tuo bar preferito?” domanda Michele. Sa che Diego non avrà fame. Invece no, ce l’ha eccome fame, fa sapere il piccoletto. Dopo centinaia di calorie sembra tutto più sopportabile. Passano davanti alla sala slot trincerata dai picchetti della polizia. Qualcuno ha già posto dei fiori. Sulla saracinesca campeggia un graffito: Loris lotta! Diego calcia via i fiori al grido: “Non è ancora morto!” Ma Michele lo blocca. “Portiamo quei fiori alla madonnina del pronto soccorso, ti va? Io non ci credo ma a qualcuno farò piacere. Loris era credente?”
Diego scatta: “Loris è Michi, Loris è credente. Sì, hai ragione, li portiamo alla statua della Madonna” e si avviano all’auto di Michele.

Mentre sono in viaggio Diego si scusa: “Non volevo risponderti male, comunque Loris è credente, a modo suo insomma. Si fa sempre il segno della croce quando vede una effige religiosa. Ma bestemmia come pochi” gli scappa un sorriso. “Io invece non credo in niente, tranne che poi quando sei morto là vincono i vermi. Sei in pasto ai vermi e tutto si ferma: il cuore, il sangue, le cellule. È morto no? Tutto morto, questo credo. Forse per questo sono cinico, sono un ladro e non valgo poi molto come persona. A proposito, io devo andare a deporre. Per il fatto che a Loris lo hanno accoltellato davanti alla nostra sala slot. Ora vediamo se ci dicono qualcosa e poi mi ci porti Michi? La stazione è quella di Tor bella Monaca”. Michele pensa che evidentemente l’ansia scioglie la lingua a Diego più del dovuto. “Certo cucciolo, però stanotte hai dormito poco, come ti senti?”.“Malissimo, ma anche bene. Sarà una pazzia ma mentre ci svegliavamo baciandosi così, per un attimo è sparito tutto. Dico tutto il male che mi affligge da sempre, non solo questa cosa che hanno cercato di ammazzare Loris, e forse ci sono anche riusciti. Quando sto tra le tue braccia è come se avesse un senso tutto, anche questo cuore che batte al posto del mio. Il cuore di un altro. A volte mi chiedo che persona era il ragazzo che hanno ammazzato quella mattina. Se sarebbe stato un uomo migliore di me. Magari era destinato a diventare uno scienziato, salvare vite umane o a scoprire una benzina ecologica. Che ne sappiamo. Parlo troppo vero? E ora che c’è, perché quella faccia Michi?” Che Michele è colpito da una nozione che Diego aveva dimenticato di fargli sapere: “Ammazzato? Che intendi dire? Io avevo capito che il ragazzo al quale è stato espiantato il cuore e ti ha salvato la vita era in coma per un incidente”. “Beh, sì però quella donna che è andata addosso a lui e suo padre in scooter lo ha ammazzato, no? Credo sia morta anche lei, non ne sono sicuro. È stata una grossa tragedia”. Michele perde un battito: “E sai anche dove è successo? L’incidente dico” deglutisce ma Diego non si avvede del turbamento. “Certo che lo so. Qui a Centocelle. Non è un caso che io sia voluto venire a vivere qui una volta che mi sono trasferito a Roma. Insomma qui sono rinato, volevo rinascere. Non si vive bene sapendo di avere il cuore di una persona morta Michi. Non si può spiegare com’è. Però se non era per quel cuore ero morto io. Ma perché sei diventato verde Michi? Che hai. Fermati, tu stai male!” Diego ora grida e Michele accosta, a pochi passi dall’ospedale. “Cosa hai amore, cosa ti succede? Che ho detto?” Michele fa altre domande, anche se il quadro appare preciso: “Tu avevi nove anni quando sei stato operato dunque era il ’91, giusto? Lo stesso anno è morta mia madre Diego. Era a Centocelle dove è morta mia madre. È lei che ha ucciso quel ragazzo al quale hanno espiantato il tuo cuore” Michele inizia a piangere piano, poi sempre più forte. E poi parole, che volano dal cuore alla bocca: “Mamma, la mia mamma è un angelo Diego. La mia mamma è morta, ora lo so, per far vivere te Diego mio, per dare te a me. Questo è un segno Diego, non lo so ma questo è più di un segno! Insomma tu sei mio, eri a Torino e ora sei a Roma. Io ero in Puglia e ora sono a Roma, tutti e due in questo quartiere, dove io ho perso mia mamma e tu hai trovato un cuore” si gira ora Michele. Diego ha capito tutto, il viso pieno di lacrime. Una verità capace di spezzare il cuore di uno sano. Diego sviene e Michele è costretto di nuovo a trovare una forza in sé che non ha. Riparte dritto al pronto soccorso. S’infila oltre la sbarra suonando il clacson. Accorrono dei portantini, Michele li aiuta ad aiutarlo: “Ha perso i sensi!” Grida. Per fortuna li riprende quasi subito. “Diego, mi dispiace, è colpa mia” “Ma no, sta tranquillo amore, sono svenuto, è capitato già e ricapiterà, ma tu stammi vicino. Dimmi che è tutto vero. Che non è un sogno. Un sogno bellissimo. La tua mamma è un angelo Michi, hai ragione, è un angelo che veglia su di noi” . Diego è nella lettiga con la flebo attaccata. Attorno a lui un nugolo di persone passano e lo guardano. C’è Michele, c’è Cristina e c’è il sogno che Diego ha fatto, quei pochi secondi che Diego è caduto svenuto. “Lo so Michi, lo so che Loris non ce l’ha fatta sai? È venuto a salutarmi, prima. Mi ha detto che finalmente sarò felice, che non devo piangere per lui perché è in un posto migliore. Dicono tutti così, vero? Forse non siamo destinati a finire con i vermi e basta. Forse davvero c’è altro e tua madre ce lo ha dimostrato. Magari Loris ora è tra gli angeli. Un angelo un po’ sgangherato, con la faccia da scugnizzo ma tanto bello e tanto buono. Non piangere Michele, non me lo devi dire. Non ce l’ha fatta il mio Loris, ha perso troppo sangue e ora è in cielo insieme alla tua mamma e vegliano su di noi. Ti amo Michi. E starò attento a non svenire più, a non stare più male. Ce la possiamo fare sai? Smettila di piangere, mi fa strano vedere un uomo grande e grosso che piange!”. Michele cerca di sorridere e in un sospiro replica: “Certo amore che ce la faremo. Però lasciami piangere. Mi hai commosso perché, sì, hai ragione. Loris ci ha lasciati poco fa, proprio pochi secondi fa. È pazzesco ma io ci credo che ti abbia parlato. Forse per questo sei svenuto, per questo ci siamo chiariti e abbiamo scoperto la verità. La verità della croce. La croce che ci ha fatto conoscere Diego mio, la croce di mia madre” Michele se la toglie e la poggia solennemente sul petto di Diego, sopra a quel cuore che non è più quello di quando è nato, ma che un angelo ha donato lui, compiendo il sacrificio più grande. Un cuore nuovo per far battere di felicità e amore un altro cuore: il cuore di suo figlio. 

3 commenti:

  1. Mio dio che commovente. Lo temevo che Loris non ce l'avrebbe fatta anche se ci ho sperato. E' proprio vero quello che dice Michele: il destino ha lavorato fin da quando erano piccoli per far sì che i due potessero incontrarsi, innamorarsi e diventare importanti l'uno per l'altro sotto lo sguardo dall'altro della mamma di Michele. Non riesco a trattenere le lacrime per questo capitolo così intenso che mi ha lasciata con il cuore in gola e nella testa tante domande e pensieri.

    RispondiElimina
  2. Ho letto tutto con ansia, lentamente come sai che non faccio mai, io divoro di solito. Ma stavolta no, lo sapevo che ad ogni riga, ad ogni parola poteva capitare... Ed è andata così. Il destino si diverte molto a volte a nostre spese. Mi risolleva pensare che tra le tante sventure, è nato qualcosa di bello, di sano: l'amore tra Michele e Diego, bello come le rose che nascono nel deserto, che non è vero che ci sono solo per un giorno, sono sempre lì, sotto alla sabbia, in attesa di qualcuno che sappia vederle anche quando non piove. Grazie, avrò di che pensare stasera. <3

    RispondiElimina

 

caparezzamadiego Copyright © 2011 Design by Ipietoon Blogger Template | web hosting