venerdì 19 luglio 2013

La croce sul petto, capitolo 5

Titolo: La croce sul petto
Autore: giusipoo     
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Drammatico/Romantico/Introspettivo/Grottesco/Erotico
Rating: PG, slash, NC 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, ho preso in prestito i nomi solo per ispirazione artistica.



Al Policlinico Casilino quella notte non succede nulla di speciale. Nulla che a Michele non sia già successo altre mille notti, altre mille volte. Due presunti infarti, un incidente stradale piuttosto serio e una coppia di senegalesi con un’intossicazione alimentare. Stanco ma non distrutto, alle sei del mattino si siede al bar dell’ospedale con di fronte un cappuccino e un cornetto alla crema, che di certo non sarà buono come la briosce che ha mangiato con Diego, ma, si dice, per ora si può accontentare. Ogni volta che pensa a Diego sente un’onda perforargli lo stomaco, un’onda piacevole. E l’onda lo sommerge tornando a fargli provare le sensazioni passate con lui. Il pensiero che lo verrà a trovare a casa sua quel pomeriggio rende tutto più dolce. Devo riordinare, questa settimana non c’è nemmeno stata Nancy, è un casino! Pensa inzuppando il cornetto. La crema si appiccica ai lati della tazza. Nancy è la sua domestica a ore. Teoricamente dovrebbe dormire dopo aver staccato ma sa che non ci riuscirà. Considera che tanto varrebbe andare a farsi una corsetta, e dopo il jogging una doccia e via, l’attesa. Un attesa che quando si fa realtà e non più programmatico pensiero, diventa insostenibile. Ora Michele, stanco distrutto questa volta che ha anche corso, siede sul divano fingendo di leggere un trattato sulla fibrosi ma l’occhio cade sempre sull’ora lampeggiante del lettore DVD. Ora segna le 17.47, forse non verrà più, forse si è offeso perché mi sono ripreso il crocifisso...che però era il mio, lui è un ladro, già... perché mi metto i ladri in casa? Se lo accarezza Michele il crocifisso d’oro: alla sola idea che fino al giorno prima toccasse il petto di Diego, si eccita. Gli piace troppo, si dice, gli piace anche se è un ladro, anche se la situazione si presenta a dir poco complicata. Lui non ha amato mai nessuno, anzi: non ha mai capito cosa fosse l’amore e ora? Quando finalmente il citofono suona gli sembra che faccia un tremendo frastuono. Michele si alza di scatto e la vocina di Diego riempie i suoi sensi. Pochi attimi ed ecco che sente la porta dell’ascensore chiudersi. Michele esce sul pianerottolo. “Pensavo non venissi più, sono già passate le sei”  gli vede piegare la testa simile ad un piccione. “Oh, mi aspettavi prima? Ma no, io ero in bisca no? Ho dovuto aspettare Loris che mi desse il cambio” si avvicina e gli schiocca un bacio in bocca. “Lasciami il tuo numero e magari ti chiamo. Non mi ricordavo nemmeno dove fosse, avrei fatto bene a chiederti il tuo indirizzo” Diego entra nell’anticamera guardandosi intorno incuriosito. “E che appartamento normale per essere quello di un dottore, però bello grande e che terrazzo spazioso” Michele segue Diego sul balcone. Si mettono a guardare il panorama. Michele, con gli occhi di Diego, sente come se fosse la prima volta che guarda i palazzi attorno a sé, i balconi, le finestre, qualche gabbiano che vola sopra le loro teste. “Che bello vivere in un attico, vero? Ti sembra di essere in cielo. Bellissimo” timidamente Michele si avvicina a Diego cosicché le spalle si sfiorano. Diego si gira di scatto verso di lui. “Entriamo dai, sono venuto per fare l’amore, tu?” Gli sorride e di rimando sorride anche Michele. “Prima ti faccio fare il giro panoramico di casa, ok?” Lo sguardo del giovane si fa malizioso: “Non sono una ragazza Michi, no servono i preliminari. Sbattimi pure in camera da letto, è quello che voglio”. A Michele gira la testa, come se il sangue improvvisamente defluito ai piani bassi, gli avesse procurato qualche genere di scompenso. Lo prende tra le braccia afferrandolo per la vita magra. Nota che con quella maglietta bianca con le scritte nere stilizzate e i jeans aderenti, sembra ancora più sottile. E gli sembra persino più attraente. “Ma sì Diego mio, hai ragione. Non serve vedere casa, anzi la vedrai dopo. Scommetto che sei un tipo curioso a cui piace sbirciare tutto” Diego annuisce e, tra le sue braccia, si accosta ancora di più tirandosi in punta di piedi: “Sì, è vero, sono curioso come un gatto però ora sono solo curioso di sbirciare te” lo dice e i suoi occhi si velano d’emozione mentre si lascia baciare. Michele fa fatica a non lasciarsi andare, ma sa che se lo facesse lo spezzerebbe o si spezzerebbe. Abbracciati si trascinano verso la stanza da letto e, una volta arrivati, Michele lo sdraia e lo spoglia piano, per non perdersi il momento. Sente il suo respiro farsi irregolare mentre le sue dita percorrono parti di pelle che non hanno mai visto prima. Fino a quando non è nudo. Michele nota subito la vecchia cicatrice sul petto, all’altezza del cuore, ma non commenta. “Sei così bello Diego” lo dice e lo prova, non c’è niente di lui che non gli piaccia, nemmeno quella lunga cicatrice verticale. “Di solito il regalo non è mai così bello dopo che lo hai scartato” Diego sorride. “Ora ti scarto io però” ma Michele lo blocca: “Aspetta un attimo. Non sono ancora pronto a sentire le tue mani su di me. Voglio prima guardarti ancora un po’, dopo faremo l’amore” Diego si rilassa tra i due cuscini. Per quanto può essere rilassante sentire lo sguardo arroventato di un amante su di sé. Gli occhi neri pullulano di mondi affascinanti ma a lui sconosciuti. “Michi, se continui a guardarmi così senza fare niente inizierò ad urlare!” Michele si riscuote e dopo un sospiro annuisce. “Mi spoglio, prendo una cosa e torno, ok?” Per Diego non è tanto ok ma, una volta solo, riesce a guardarsi intorno. La stanza di Michele è ingombra di libri e di DVD. L’armadio sembra piegato da una parte per quanto è pieno e poi c’è una cassapanca con sopra altri quintali di libri. “Eccomi” Michele torna con una striscia di profilattici e un tubetto di gel. Diego è felice. “Hai le idee chiare” e poi si lascia baciare. Michele è colto da un dubbio: “Non è che preferisci che ce lo succhiamo e basta come l’ultima volta...” ma Diego confuta  tutti i suoi dubbi abbracciandolo, baciandolo e finalmente spogliandolo. Si amano intensamente, alternando il coito a intense sessioni di sesso orale. Dopo quasi due ore si addormentano stremati.


A Diego lo svegliano i morsi della fame. Sono quasi le dieci di sera. Confuso si guarda intorno chiedendosi per un decimo di secondo dove si trovi. Michele dorme della grossa accanto a lui. Lo sbircia con tenerezza: i capelli sul guanciale sparsi come tanti spaghetti, la bocca appena schiusa e le palpebre abbassate. Diego si piega per baciargli la fronte. “Ti amo” gli sussurra. Non può dirlo quando è sveglio perché Michele ha messo in chiaro che la loro relazione è basata sul sesso, che vuole sentir parlare d’amore. Ma Diego sa di amarlo. Certo, ama anche Loris. Ma Loris è l’amore della sua vita, il suo compagno, fratello, socio e amico. Diego è confuso ma sempre accompagnato da quella bella sensazione allo stomaco di quando si è innamorati, raggiunge la cucina. Gli piace lo stile di Michele, un po’ sobrio un po’ Hi-tech. C’è disordine ma è tutto abbastanza pulito. Da una scansia tira fuori del pane in cassetta e prepara quattro tramezzini con quello che trova: bocconcini di mozzarella, prosciutto cotto e maionese. Appoggiato tutto in un grande piatto, torna a letto. Michele dorme sempre e Diego pensa se sia il caso di svegliarlo per mangiare qualcosa insieme al lui o lasciarlo dormire ancora un po’. Il telefonino del dottore prende a squillare, una suoneria anonima, così esce dall’impaccio e attende che Michele finisca la chiamata per poi tornare dalle sue parti. “Un urgenza?”
“Più o meno, ma non fa niente, sono ufficialmente ancora libero per qualche ora, bel ragazzo” lo abbraccia e lo bacia. “Cos’hai l씓Quello che ho trovato in cucina, tramezzini”.“In cucina? Cavolo, mi dispiace che hai trovato tutto quel casino. Sono tre giorni che non spazzo e la mia domestica questa settimana non è venuta che è fuori” . “Ma quale casino, hai visto casa nostra?” Diego parla tranquillamente in plurale e questo incuriosisce l’internista: “Ma il tuo ragazzo sa dove sei ora?”.“Più o meno” risponde dopo aver terminato il suo tramezzino. “E dimmi: gli sta bene?”.
Diego finisce il boccone poi si attacca alla bottiglia dell’acqua sul comodino. “In realtà non ne abbiamo parlato molto, ma l’importante è che non sappia niente della storia della catenina, che tu sei un testimone ecco. Ora filiamo dritti sai?” “Beh sì, capisco. Le sale slot rendono bene, che bisogno c’è di rubare quando Centocelle è piena di tossici malati di adrenalina che passano tutto il giorno attaccati a quelle macchinette” Diego capisce la morale e fa spallucce. La vita lo ha reso cinico fin dall’infanzia. Abituato ad entrare ed uscire dagli ospedali, tra madri coraggio e dottori, clown ed infermiere, non ha pena per chi si rovina la vita con le proprie mani. “Scusa Michi, ti sembrerò una persona spiacevole, oltre che un ladro... ” Michele lo blocca: “Ma io non ti sto giudicando... ” “Aspetta fammi parlare: è vero, ho rubato. Faccio un lavoro che sfrutta dei poveri disadattati, ma credimi, quando nasci malato capisci il vero senso dello stare bene. So di che parlo quando ti dico che ogni drogato di questa città, compresi i giocatori compulsivi, beh loro non sanno niente, sono nati sani e si sono ammalati ma io non ho pietà di loro” Michele sospira saggiamente: “Non sono tanto d’accordo sai? Anch’io vedo ogni giorno persone malate, anche bambini malati ed è pazzesco pensare che i loro genitori darebbero qualsiasi cosa per farli tornare a star bene mentre ce ne sono altri che si dimenticano persino di andare a prendere i figli a scuola per giocare d’azzardo. Ma tu come la chiami se non malattia?” Diego resta un attimo a pensare: come è saggio Michele. “Sono malati anche loro, è vero. Ma la loro malattia si chiama stupidità: è giusto provare ogni tanto a vincere, come è giusto ogni tanto farsi uno spinello o ingurgitare duemila calorie tutte insieme, no? Ma se ti scanni tutti i giorni e se ti abbuffi a qualsiasi ora, prima o poi ti ammali e così è il gioco d’azzardo. Ora lascia stare che in Italia le droghe leggere sono vietato ma se sei contrario alle sale giochi dovresti esserlo anche ai ristoranti, i bar, i sexy shop!” Michele lo spinge sul letto e gli ruba un bacino sulla guancia. “Hai vinto tu, e comunque non è certo colpa tua che gestisci ma di chi non regalmente, si potrebbe tipo inventare un metodo per non far giocare le persone troppo. Un po’ come il tutur in autostrada no? Ma tutti questi discorsi mi hanno messo una fame seria. Preparo una pasta?” Diego annuisce tutto contento. Loro di calorie ne hanno spese parecchie pensa, e non c’è davvero niente di male se si rifocillano.
Fino a mezzanotte Diego non controlla il cellulare per sapere che ora è ma poi è il telefonino che squilla. “Cazzo, Loris si starà domandando dove sono, poverino, ora è a casa per forza! È quasi mezzanotte” dopo essersi scusato con Michele, al quarto squillo risponde. Il medico ascolta senza fiatare quasi. Gli dispiace che Diego se ne vada, perché diavolo ho pensato che sarebbe rimasto con me tutta la notte? Sono proprio un... “Allora ci vediamo domani, ok! Colazione da Mariana. Un bacio” “Perché domani mattina?” Diego sgrana gli occhi. Michele non lo dice ma è felice. “Michi sono in bici e ora mi manderesti via? Mi faresti fare due chilometri così?” Diego non gli permette di replicare e si getta tra le sue braccia accoglienti. Michele, felice come non mai, lo stringe a sé. Vuole solo che Diego gli resti accanto, vuole dormire accanto a lui, respirare nella sua bocca e mangiare il suo respiro. Vuole che Diego dorma tra le sue braccia. Vuole l’amore di Diego. Vuole Diego così com’è. 

3 commenti:

  1. Lo sapevo che dietro la minaccia di Michele c'era ben altro. Entrambi provano qualcosa di profondo, ma non vogliono ammetterlo. Mi domando solo se sia vero che Loris è al corrente di tutto o se Diego abbia mentito. Vedremo. Bella ed intrigante. Mi piace troppo.

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  2. Grazie chef (alla tedesca maniera) perché poi? Mah...

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  3. Confusi e felici tutti e due! Michele prima di pensare al disordine di casa, dovrebbe pensare a quello che ha in testa e soprattutto nel cuore. Lo abbiamo capito noi che sei perso per Diego, diglielo che lo ami no? Lui che te le lo dice mentre dormì che ti ama. Tenero e incasinato, con questo Loris che probabilmente non ama ma per forza c'è sentimento tra loro, con quello che han condiviso. Un bel casino, e non so se si risolverà senza vittime.

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