sabato 20 aprile 2013

La cinquantaduesima volta, sesta parte



Titolo: La cinquantaduesima volta
Autori: Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/ /Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash, NC 13 
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia compresi i nomi di luoghi, i nomi di attività commerciali, locali, gruppi musicali.
I personaggi sono originali, i nomi sono stati scelti per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa.




Michele e Diego escono insieme da un mese. È già quasi luglio e il primo stipendio Diego non lo usa per la vacanza con gli amici, come preventivato all’inizio ma li spende per rinnovare un po’ la stanza di Michele, dove ormai si è trasferito, visto che a casa sua non ha più praticamente dormito dalla prima volta. Da quando sta con Michele gli amici non vede quasi più e per questo loro lo prendono in giro. Malgrado i buoni propositi di spifferarlo ai quattro venti, ha scelto tacere sul suo primo amore gay, adducendo scuse su scuse. Ma tutti hanno capito che Diego frequenta qualcuno, amorosamente parlando. L’unico che non ci sta proprio a farsi prendere così in giro è Alessio, il suo amico del cuore. Mentre cambia l’olio a una Ford Fiesta, se lo ritrova in officina. Il sole è ancora baldanzoso, ma sono quasi le sette e Diego già pregusta la doccia che farà. Stasera non hanno niente di speciale in programma. Come sempre. Perché per loro due non c’è niente di più speciale che stare chiusi nella loro stanza dopo mangiato e bevuto. Magari guardando un film e non sapere mai come va a finire perché si inizia sempre a fare l’amore già a metà.
“Hey, testa di cazzo” Diego è riscosso. Stava di nuovo sognando ad occhi aperti. “Ma mi ascolti quando ti parlo?”
“Sì che ti ascolto. No domani non posso proprio venire con voi al mare. E poi c’è il concerto dei Nevada al Labirinto”
“Ancora con quelle mezze seghe Diè? Mi dici quando è stata l’ultima volta che sei andato a vedere un concerto di qualcuno conosciuto da più di duecento persone?”
Diego si stizzisce sul serio: “E se non mi fregasse un cazzo in quanti li ascoltano? Se mi piacesse solo la loro musica e volessi starmene anche un po’ per i cazzi miei?”
“E, per i cazzi tuoi ci stai molto! Da quanto lavori non ti fai più vedere da nessuno. E ora questa storia che non parti più con noi” il volto di Alessio è contrariato. È un bel ragazzo Alessio: alto, moro, bel portamento, fisico atletico. Sotto l’occhio sinistro una vecchia cicatrice gli conferisce una vaga aria da maledetto. Come se fosse uno che fa a botte e non se la fosse invece procurata a quattordici anni, cazzeggiando su un’altalena e poi cadendo rovinosamente con la faccia sopra un sasso. Diego gli vuole bene e gli dispiace che ce l’abbia su con lui. “Però una volta ci venivate con me a sentire i gruppi che mi piacciono. Ora solo uscite mondane?” Lo domanda con una punta d’acido. Da quando sta con Michele, digerisce anche meno di prima i locali così detti trendy. E le poche volte che sono usciti in quel mese è stato sempre per ascoltare buona musica. E una domenica sono andati in piscina, con gli amici di Michele anche.
“No al Labirinto ci andiamo anche noi ogni tanto” Alessio ha un’idea: “Allora potremmo vederci domani, al mare non ci andiamo dai e veniamo con te, ok?”
“Anche voi?” Diego lo ripete incerto, come un gatto colto a rubacchiare.
“Sì, noi Diè, i tuoi amici: io, Baggio, Luke, Simone. Te li ricordi?”
“Vagamente” ironizza, intanto Diego sembra chiudersi sempre di più nella sua salopette, magari sparire dentro la t-shirt sporca di grasso. “Ti piace tanto questo lavoro?” Torna a punzecchiarlo Alessio: “Io pensavo volessi fare meccanica, non il meccanico”
“Non c’è mica niente di male a fare il meccanico e sì, mi piace il mio lavoro!” Diego si avvicina al frigorifero per aprirsi una birra. In officina hanno anche un angoletto cucina dove c’è un frigo e sopra un ripiano un fornelletto da campeggio per preparare qualcosa. Diego non vorrebbe offrire niente all’amico con il quale è tanto incazzato, ma poi le buone maniere prendono il sopravvento e gli offre la Moretti. Alessio la beve, e quel sorrisetto astuto non se lo toglie proprio dal viso. È davvero carino... si sorprende a pensare Diego ed è colto da un brivido di paura... Alessio è il suo migliore amico dalle elementari! Che penserebbe di lui se sapesse che combina con Michele? E ora ti accorgi che è figo? “Scusa Alessio, mi fa piacere per domani. A me va bene, sul serio...” però mentre lo dice, tortura il piercing sul naso.
“Così mi fai anche conoscere quel tuo nuovo amico. Come hai detto che si chiama?”
“Michele” lo rumina tra sé come se identificarlo con gli amici coincidesse a rivelare troppo della loro storia, a intaccarla addirittura. Per lui quella relazione è come un quadro prezioso: va protetto dalla intemperie del tempo. Troppa luce potrebbe nuocere.
“Perfetto. Ci vediamo là alle undici, ok?”
“Ok” Alessio non lo abbraccia per paura di sporcarsi e Diego resta immobile a sbevicchiare finché non vede lo zio tornare dalla sua consegna. I soliti modi agitati. Per fortuna la giornata è quasi finita, pensa Diego, e tra poco sarà di nuovo tra le braccia di Michele.


Dopo aver fatto l’amore, Michele torna all’argomento iniziale: “Davvero mi farai conoscere i tuoi amici? Sembra interessante”
“Ti assicuro che non è per niente eccitante” Diego si accendo uno spinello. È preoccupato e non lo nasconde: “Ti sembreranno dei ragazzini. Tu così in gamba”
“Coabito con gente parecchio immatura, te ne sarai accorto, no? Certo, gli amici li preferisco di un altro spessore, ma io dico che bisogna prendere il meglio da tutti. Prendi Stefan, il mio collega, non parla nemmeno bene l’italiano e sa a stento leggere il romeno. È ignorante come pochi, no? Eppure è una persona gradevole. Non si dovrebbe giudicare mai nessuno, soprattutto se non vuoi essere giudicato”
Diego capisce la frecciatina e si chiude nelle spalle. “Recepito il messaggio. Li sto giudicando. Non dovrei”
“Non ti direi mai quello che devi fare” Michele gli bacia una spalla e lo stringe a sé. Fa veramente caldo nella sala hobby - camera da letto di Michele. L’affresco si asciuga in fretta. È un po’ cambiata quella stanza da quando Diego ci dorme praticamente ogni notte. Ha portato tante cose sue, l’ha personalizzata. Attorno a letto, appoggiate un po’ ovunque, candele profumate che danno un tono all’ambiente. Le ha comprate in un negozio eco e solidale che gli piace tanto e dove ogni tanto si dà allo shopping compulsivo, lo stesso dove lo ha accompagnato Michele che poi ha preso il gel rinfrescante al mentolo. L’odore resta tra le dita ma sì, è fresco, si sposa bene con l’utilizzo che ne fanno. Fa caldo ma loro due proprio non ci riescono a non stare abbracciati, a non approfittare dell’ultimo secondo prima che sia davvero troppo tardi per darsi un altro bacio, per dirsi ancora ti amo. A Diego, completamente perso d’amore per lui, non sembra possibile che sia stato vivo prima di conoscere Michele, di aver dormito senza il cuscino che è il suo petto, senza il battito del suo cuore a fargli da ninna nanna. Così si addormenta, come le altre trentadue notti, cullato dal respiro del suo amore che dorme.
È sabato il giorno dopo, Diego e Michele però lavorano anche di sabato e quella sera devono uscire. Diego riesce a stare calmo per tutto il giorno ma, una volta terminata la giornata di lavoro, inizia a sentirsi in ansia. Pensa ai suoi amici, pensa a Michele. Pensa a tutto ciò miscelato come la panna nel caffè. E di sicuro Michele è la panna! Per darsi una carica al pensiero del concerto, mette su il Cd dei Nevada. La musica come sempre lo calma, ma, allo stesso tempo, lo fa riflettere. Alle nove e mezzo è già tornato da Michele. “Sei ancora così” fa quando lo vede chinato sul suo lavoro, vestito soltanto con un paio di pantaloncini da calciatore. Ha anche le chiavi di casa, con buona pace degli altri coinquilini che non sono nemmeno stati consultati in merito. Il pittore non si è ancora cambiato e sta facendo le rifinizioni di quell’interminabile capolavoro dell’affresco ispirato a Giovanna D’Arco. Diego ne segue le ultime tracce passo dopo passo, pennellata dopo pennellata. “Ora mi doccio e mi vesto. Tranquillo, abbiamo tutto il tempo che ci serve”. Diego ne approfitta per mettere la musica e iniziare a raccontare la sua giornata. Una dozzina di minuti più tardi Michele emerge dall’angolino dove era chinato per dipingere una frazione di pubblico e finalmente lo saluta. “Come stai bene” gli bacia la bocca, poi lo guarda goloso: camicetta vintage beige, jeans neri. I capelli tecnicamente sconvolti. “Questo look da dove salta fuori”
“Sono passato dai miei a prendere le ultime cose. La camicia era di mio padre. Uno dei pochi pezzi che salvo del suo guardaroba e mia madre la stava per buttare nel suo ennesimo attacco di  pulizia compulsiva”
“La compulsività è sostitutiva. Prendi l’affresco: prima di conoscerti l’avevo quasi finito, appena potevo ci lavoravo, magari anche di notte. Ora ci riesco solo se mi impongo di farlo. Non è tanto artistico...”
“Non tanto Michi” sorridendo gli schiocca un bacio. Lo lascia andare al bagno e odia quei minuti di attesa. Si sente uno stupido perché odia davvero ogni attimo che passa senza Michele. Dopo dieci minuti fa ritorno e si veste davanti a lui. “I tuoi amici ci aspettano alle undici, no? Dunque possiamo mangiare qualcosa prima. C’è la pasta fredda avanzata che ha fatto la Silvia e la focaccia che ho fatto io che pure non è male. Tu hai fame Diè?”
“Non tanto” ammette, e poi ammette sì, sono un po’ nervosetto.
Una volta vestito, Michele si siede accanto a lui: “Ma dai cucciolo, sono i tuoi amici. Pensi davvero che ti giudicheranno perché stai con un uomo?”
“Non lo so, in realtà non ci ho tanto pensato. E comunque non mi importa, per quanto mi riguarda possono anche continuare a non saperlo”
A Michele scappa una risatina amara: “Beh, se gli hai chiesto di uscire con noi sarà un po’ difficile che non lo capiscano. Stiamo sempre appiccicati”. Diego sente un vuoto alla bocca dello stomaco... oh cazzo, quanto è vero! “Beh ma quando stiamo in giro, nei locali intendo, possiamo pure sembrare due amici”
“Ma sì, in fondo, per quei due tre baci in bocca che ci diamo al minuto, chi potrebbe pensare che stiamo insieme? Solo gente maliziosa... ”
Diego si altera: “Riesci a essere serio cinque minuti all’anno? Non ti bacerò stasera, andiamo per vedere un concerto di un gruppo che tra l’altro mi piace un casino. Non ti starò sempre appiccicato, non solo per i miei amici. Ci sarà un sacco di gente che mi conosce”
“E così importante per te?” Michele ora è serio. Sente tensione nell’aria. Il nostro primo bisticcio?
“Cosa”
“Che si sappia che sei passato all’altra sponda. Perché per me no. Cioè io non ho mai preteso che mettessi i manifesti per Torino Diego, ma non puoi nemmeno chiedere a me di fingere. Sono sempre stato me stesso nella vita, anche quando ha significato prendere calci nel culo. E non è che ora fingerò di essere quello che non sono perché tu non ti senti pronto”
“E dunque?” Diego lo aggredisce.
“E dunque non ci vengo. Se per te è un problema intendo”
“Ma Michele, che cazzo dici!” Una sera senza Michele? Di sabato poi? No, non esiste... “Amore, senti... dimentica tutto! Non devi fingere niente. Sarò un po’ più teso questo sì e comunque...” si blocca. Michele capisce di aver sbagliato, di aver esagerato questa volta. “Che stronzo sono Diego, hai ragione” e lo abbraccia. “Ci sto attento, devo solo non baciarti. Ma ti sembra facile?”
“Ma no che non lo è, probabilmente non me ne fregherà niente poi, dopo un po’ intendo... ma se penso che stasera sto là con te, e ci sono gli altri che ci guardano mentre pomiciamo... non lo so, mi fa strano”
“Guarda che lo capisco! Per questo ci stiamo attenti. Poi, quando ti andrà di dirlo, glielo dirai. Non devi sentirti obbligato” si stringono più forte.
“All’inizio pensavo che sarebbe stato facile Michi, ma poi quando li ho rivisti, dopo essere stato con te, mi sono sembrati così immaturi, superficiali. Non voglio che mi giudichino, che ridano di me o di te. Non mi fraintendere: possono darmi del rotto in culo quanto vogliono, non mi tange questo. Ma l’idea che la nostra storia sia consumata come un pettegolezzo qualsiasi da bar...” Michele lo blocca: “Basta Diè, ho capito tutto. La nostra storia è solo nostra. Va bene! È perfetto anche per me, anche se io non lo nascondo ai miei amici di avere un ragazzo meraviglioso che si chiama Diego, non significa che non riesca a capire il tuo punto di vista” aggiunge ironico: “E poi lo capirei se ti vergogni di me. Tu così bello, potresti avere chiunque e stai con questa specie di figlio dei fiori barra artista barra alternativo, che in realtà vive del proprio stipendio da carrozziere”
Diego sorrise estasiato: “Vergognarsi di te? Quanto non vero è! Quando siamo insieme e ti guardo penso: cavolo, questo meraviglioso uomo così sexy e profondo, ama me, vuole me. Io non te lo so spiegare cosa mi fa all’anima pensare che sei mio Michele, che tutti possono guardarti, ascoltarti, ridere con te, ma solo io, io solo al mondo posso baciarti, posso farti impazzire. Tu sei solo mio” gli stringe le guance e lo bacia.
Michele risponde al bacio soggiogato da quelle parole. Così romantico il suo Diego, non perde mai occasione per dichiaragli il suo amore. E quando non lo fa con il sesso, con le coccole, dà voce ai suoi pensieri. “Il mio ragazzo è un poeta oltre che filosofo” dopo l’ennesimo bacio, di una serata che si preannuncia parca di baci, si spostano al piano superiore per consumare la loro cena. 

6 commenti:

  1. Dai Diego e che te frega!? Caro lui ...
    Ehi però ci voglio arrivare alla cinquantaduesima volta ! Non farmela mica finire in tragedia questa fantastica storia!
    nell'ultima parte mi si appannavano gli occhi..

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  2. Ma me li fai lavorare anche di sabato 'sti due ragazzi, quando potevano fare cose molto più divertenti... va beh, io non lo so se arriveranno alla cinquantaduesima, se si fermeranno prima o se sarà per tutta la vita. So che è bellissimo seguirli in questa avventura, vivere con loro questo amore così assoluto: quando una storia è così intensa come questa, quel che conta è aver avuto la fortuna di averla vissuta almeno per un po'.
    Naturalmente se il finale sarà diverso da come lo voglio io, ti toglierò il saluto... :o)


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  3. Arg. Ma perchè Diego deve farsi tutte queste pare? Quando si è innamorati lo su vorrebbe urlare a tutti. E poi Michele è talmente bello, sexy, colto. Secondo me gli amici di Diego lo ameranno a loro volta. Ti prego non farli litigare. Mi piace troppo come coppia. E poi se litigano come arrivano alla cinquantaduesima volta?

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    1. Così parlò quella che non si fa MAI le pare... giusto!!!

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