sabato 9 febbraio 2013

L'amore è blu, 8






Titolo: L’amore è blu
Autore: giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU, romance, eros, introspettivo, ironico, grottesco
Story line: Fine anni ‘90
Rating: slash, NC 17
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia e non si vuole in alcun modi ledere all’immagine dei protagonisti e insinuare qualcosa


Malgrado le riluttanze di Michele della mattina dopo il loro primo appuntamento con tanto di bacio e tenerezze, la notte successiva fecero subito l’amore. Sebbene la passione esplosa all’inizio, la loro prima volta fu lenta, cauta e intensa. Persino dolce. Fu Michele, l’inesperto dei due, a condurre il gioco. Niente di strano tutto sommato, lui non lasciava mai nulla al caso, a lui piaceva avere la situazione in mano, ma, in quella occasione, a differenza di quando scopava con la Manu, lasciò molto al caso, molto all’istinto. Non era abituato a niente di quello che fece con Diego, eppure fu lo stesso. Diversamente lo stesso.
Con più di un lieve imbarazzo, il padrone di casa si decise ad accendere la luce. Erano riversi sopra il letto, gli abiti sparsi qua e là per la casa, tranne l’intimo ancora ai loro piedi. I boxer bluette di Michele addirittura ai polpacci. “Sono stato troppo...”
Diego lo bloccò: “No, no troppo... è stato bello, bellissimo” si attaccò al suo collo per baciarlo e, di rimando, Michele lo bacio tra i capelli. “Intendevo brusco”
“Non sei stato brusco, o forse un po’ sì, mi piace così, mi piaci tu” cercando di non farsi scoprire, Diego si accoccolò al collo dell’amante, trattenendosi a stento dal piangere. Era così felice da sentirsi sconvolto. Era successo alla fine, aveva fatto l’amore con Michele, ed era stato meraviglioso, assolutamente meglio rispetto a tutti i sogni romantici che ci aveva ricamato sopra. Michele intuì qualcosa e continuò ad accarezzarlo passando dai capelli alla schiena. “Non c’ero mai stato con un uomo io, eppure sembri più sconvolto di me. Dimmi che succede. O forse lo so...”
“Cosa sai?” Diego si puntellò sui gomiti e lo fissò dritto negli occhi.
“Ti senti in colpa per la tua ragazza perché ti è piaciuto troppo, è così?”
Diego si sentì messo a nudo, ma dopo aver abbassato lo sguardo, ammise: “Non è proprio un senso di colpa, è che è sempre stato sesso con... con gli altri, no? Con te non lo so” sospirò e poi ripeté: “Con te non lo so” dopo un gemito quasi doloroso abbassò le palpebre, ecco ora mi dirà: non penserei che sono innamorato di te? Dai, non scherziamo! Il primo frocetto che mi piomba così in negozio e ci faccio una scopata... ecco Diego, questo sei tu per me, una buona scopata! Ma Michele non disse niente di tutto questo, lo prese di nuovo tra le braccia e le parole che sprecò dopo erano intrise di saggezza e dolcezza: “Dai Diego, tanto l’ho capito che sei innamorato di me. Non devi vergognartene. Anche tu mi piaci, sei speciale. Ma io sono un orso, lo hai capito. Se non lo hai ancora capito lo capirai se intendi continuare a sopportarmi. E magari vorrai continuare perché siamo stati così bene” si interruppe per baciargli il palmo della mano. “Io non pensavo che sarei riuscito a farlo con te, invece sì e mi è piaciuto proprio”
“Ci è piaciuto a tutti e due” Diego lo sussurrò.
“Sì, è vero, c’è piaciuto a tutti e due, però stai attento a non farti male, non so perché ma sembra che le persone che mi vogliono bene prima o poi si pentano sempre di avermi conosciuto” si accigliò e in quel momento Diego comprese che dietro la scorza dura come la duramadre, c’era un uomo dall’animo segnato. “Michele.... Michele, mi sa che hai ragione. Non sul fatto che tutti si pentono di averti conosciuto, ma sul fatto che mi sono innamorato. Ed è la prima volta che mi succede sai?” si asciugò una lacrima: “E ti farà ridere ma sai da cosa l’ho capito?”
“Da cosa?” Michele gli sorrise un poco.
“La prima volta che ti ho visto in videoteca, c’è stato un attimo, ma giusto una frazione di secondo che tu eri circondato da tutte quelle cassette, eppure io non le vedevo più, io vedevo solo blu”
“Blu?”
“Sì... sì, come quando sei fatto di ketamina no? Ma non ero fatto, no! Eri nel blu. Cioè come in una nuvoletta”
“E questa sorta di visione vuol dire che ti sei innamorato di me a prima vista?”
“Sì... sì Michele, è stato proprio amore a prima vista per me”
Leggermente in imbarazzo il pugliese ridacchiò: “Ma chi te lo ha detto che quando ti innamori vedi tutto blu?” sembrava davvero incuriosito.
“Mia nonna” sorrise. Gli parve strano e anche un bel po’ osceno a Diego nominare la sua amata e santissima nonna nel letto con Michele, tra le sue braccia, nel suo sudore. “Quando ero piccolo mi cantava sempre quella canzone...” ed iniziò a canticchiare: “Blu, blu, l'amore è blu, quando con me, con me ci sei tu. Blu, blu, l'amore è blu blu come il ciel se il sole è lassù
“Ah, questa dote di te non la conoscevo ancora, canti bene. Sei intonato”
Intimidito dai complimenti e non meno dall’aver cantato, Diego si raggomitolò di nuovo addosso a lui stringendolo e distribuendo bacetti tra la gola e la clavicola. “Restiamo così Michi” tra che lo baciava.
“Non ti ho nemmeno fatto vedere casa... che razza di ospitalità ho”
“Davvero maleducato già, entro e mi sbatti subito sul letto” nel contempo che parlavano ricominciarono a sbaciucchiarsi maliziosamente, e il fuoco tornò ad accendersi bene. Ma c’era la luce accesa e Michele adocchiò qualcosa questa volta. “Questi lividi? Fanno parte del blu, l’amore è blu per te?” lo accennò senza cinismo ma Diego arrossì lo stesso. “Con me ti è piaciuto lo stesso no? Anche se non ti ho legato”
“Certo che mi è piaciuto lo stesso, non pensavo ad altro, da quando ti ho conosciuto non ho pensato che a te...” emozionato da quella che non era certo una rivelazione, Michele tornò ad accarezzare le labbra con le sue: “Nemmeno io ho avuto voglia di legarti, forse perché ti sento già legato a me. Sei completamente in balia di me, sono tutto ciò che vuoi. Non serve tra noi una recita, una macchinazione per eccitarci. Tu sei lontano anni luce da Manu e da qualsiasi altra persona tu sei... ” le parole restarono tra la lingua, il cervello e il cuore. Michele ricacciò tutto nel cuore mentre tornava ad accarezzarlo, a stimolarlo. Ora che gli era concesso vedere gli occhi di Diego spalancarsi dalla sorpresa e dal bisogno, le pupille dilatarsi, la pelle del viso tornare ad arrossarsi  a chiazze, per Michele fu ancora più bello e smisuratamente eccitante. Senza bisogno di forzare i due corpi si ritrovarono subito, si unirono. Si mossero l’uno contro l’altro, sfregando e spingendo, gemendosi in bocca, con sempre meno pudore. Ma senza farsi scappare nulla tranne un: “Cazzo Michele!” che Diego rimbalzò fuori prima del godimento massimo.


Quando il telefono iniziò a rumoreggiare erano già passate le sette. Ma non durò molto. La batteria si scaricò quasi subito. Diego sgusciò fuori dall’abbraccio di Michele, abbarbicato alle sue spalle. Non avevano dormito un granché ma avevano dormito anche troppo. Michele fu svegliato dalle bestemmie.
“Che succede?”
“Succede che è giorno fatto e non sono tornato a casa! I miei saranno impazziti, lo so! Avranno chiamato polizia, arma, finanza e forestale. Cazzo, mio padre si sarà già fatto tutti gli ospedali del Piemonte ma porco come cazzo ho fatto ad addormentarmi? Cazzo!”
“Mi sono addormentato anch’io, scusa” Michele si tirò a sedere, non poteva ammetterlo ma Diego così agitato era divertente, e non meno divertente era vederlo rivestirsi alla velocità del suono. Per non parlare dei capelli sconvolti. Per la prima volta si rese conto che erano mossi come i suoi. Non ricci da rasta ma ondulati. Ci aveva speso parecchio a passarci le dita in mezzo, e ora se ne ammiravano i risultati. Merito pure del sudore.
“E ora che fai? Cioè che gli dirai?” Si stava preoccupando.
“Non lo so, è questo il problema! Non posso dirgli che ero con la Tati e nemmeno con qualche amico, li conosco tutti! Ecco, se tornavo alle cinque avrei sempre potuto dire di aver fatto tardi con la mia ragazza e di non essermi reso conto del tempo che passava, ma ora sono le sette e”
“Non puoi dirgli che hai pensato di fermarti a dormire da lei?”
“Macché, i genitori di Tatiana non ci lasciano dormire insieme. Ma, no, forse lo farebbero pure ma lei dorme con sua sorella” ecco che nel frattempo Diego era vestito e pronto per scappare. Michele, con meno fretta, si rivestì a sua volta. Lo raggiunse in bagno dove lo scoprì occupato ad abbassarsi i capelli con l’acqua, il viso gocciolante. “Mamma mia che occhiaie!” Gli sentì dire poi lo abbracciò da dietro, piegando il mento sulla sua spalla. “Se sei pronto ti accompagno sotto”
“Tu dici che avranno già iniziato a cercare la mia macchina? No Michele, non ci posso pensare a quello! Avranno già allertato tutti, lo so. E se qui sotto ci trovo la polizia attorno alla mia macchina?”
“Dai, datti una calmata. Tu vedi troppe serie poliziesche” Michele lo invitò a seguirlo e, fianco a fianco, uscirono.
Il sole già fulgido li accolse fuori dal portone. Accanto alla Micra di Diego non c’era la polizia, non c’era nessuno. Nell’utilitaria parcheggiata all’ombra di un pino si stava ancora freschi. A Diego scappò uno starnuto e Michele, rimasto fuori appoggiato al finestrino, gli accarezzò la schiena, in mezzo alle scapole.
“Vedrai che andrà bene”
“Ma lo sai che c’è?” Diego si lasciò sfuggire una risatina: “La mia vita tra poco potrebbe essere distrutta e non me ne importa niente. Cioè, va bene. Che indovinino pure dai. Che capiscano che sono stato con te, con un uomo. Non mi frega ora, sai? Sarà una cosa magica, forse la magia me l’hai fatta tu” lo guardò sorridendo che sembrava un bimbetto impunito. Michele ebbe di nuovo voglia di baciarlo ma ora doveva lasciarlo andare. Non c’era più il tempo di pomiciare.
“Ti lascio andare, ora dammi un bacio” dopo un rapido bacetto, i due neoamanti si staccarono, promettendosi di sentirsi appena le acque si sarebbero calmate.
Sfrecciando veloce tra le vie deserte, nervoso Diego iniziò a parlare tra sé. “In poche parole: ho incontrato un collega e abbiamo bevuto troppo. Ero ubriaco e non volevo farmi vedere in quello stato. Così ho girato per un po’ finché non ho incontrato Michele, uno che conosco da poco, che mi hai proposto di venire a vomitare a casa sua anziché per strada. Poi tra una cosa e l’altra si è fatto tardi ed mi sono addormentato sul tuo divano. Può regge no Diego, eh?” si guardò sullo specchietto retrovisore pensando che quelle occhiaie erano davvero oscene ma gli rendevano una certa aria da ribelle che non era male.

5 commenti:

  1. Ecco vedi? Lo sapevo che mi veniva la pelle d'oca, che nemmeno se ne vuole andare, lo sapevo prima di leggerlo. Tra i tanti problemi, le tante bugie in cui sono immersi, Diego e Michele si sono amati, e questa volta l'unico legame usato è stato il loro sentimento. Diego è sicuramente innamorato e non ha problemi a dirlo, ma anche Michele, pur non volendo ammetterlo nemmeno con se stesso, è sulla buona strada. Ora però, soddisfatta almeno la voglia di stare insieme, dovranno cominciare a "lavorarci su": non sarà facile uscire dalle situazioni contorte, non solo mentali, in cui sono invischiati,

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    1. E anche il carattere di questo capitolo è molto contorto... XD

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  2. Spettacolare questo nuovo capitolo. Finalmente si sono amati e soprattutto Michele si è messo a nudo davanti a Diego mostrando un lato fragile. Teme di soffrire ma soprattutto di far soffrire chi lo ama, ma Diego non è solo masochista ma anche terribilmente cotto quindi non credo che il nostro riccio preferito si libererà presto di lui. Una cosa che mi ha sorpreso è stato il modo in cui Michele ha reagito ai lividi di Diego, buttandola sullo scherzo per non fargli pesare quel suo vizietto, anzi ha voluto soprattutto enfatizzare il fatto che gli sia piaciuto lo stesso anche senza corde e simili.

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    1. Poteva reagire diversamente un conoscitore dell'animo umano come lui? Uno spacciatore di sesso? Aveva già capito con chi aveva a che fare

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  3. In effetti lo aveva intuito, doveva solo esserne sicuro

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